- Marzo 29, 2022
- 5:36 pm
Cassa di Risparmio di Orvieto esce dal controllo BpB
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Finisce il sodalizio tra la Cassa di risparmio di Orvieto e la Banca Popolare di Bari, iniziato nel 2021 quando l’istituto pugliese acquistò le quote di maggioranza della Cassa. Da allora ad oggi di acqua sotto ai ponti ne è passata parecchia, ma l’elemento più significativo è stato rappresentato dalla pessima gestione della Popolare, giunto nel 2019 ad un passo dal crac e salvata solo grazie al provvidenziale intervento dello Stato che l’aveva rilevata attraverso il Mediocredito Centrale. Adesso è proprio il piano industriale elaborato dal Mediocredito, guidato da Bernardo Mattarella, che prevede lo scorporo della banca orvietana dal corpaccione in forte sofferenza della Popolare di Bari. La Cassa di risparmio passerà infatti sotto il controllo diretto del Mediocredito che ne acquisisce l’intera proprietà e provvederà ad una ripatrimonializzazione per farla operare sul mercato dell’Italia centrale mentre la Popolare sarà concentrata al sud.
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Dopo un anno di commissariamento della Popolare, si è dunque deciso di separare i destini dei due istituti di credito con la banca pugliese che aveva finora detenuto oltre il 74% della Cassa di risparmio e di individuare due ambiti di mercato completamente diversi per le due aziende di credito. Per la Cassa di risparmio di Orvieto si fa anche riferimento ad una gestione del patrimonio immobiliare che potrà passare dalla vendita o dall’affitto per risparmiare i costi. Un aspetto ancora non molto chiaro, ma che sembra precludere ad una paventata dismissioni degli immobili di proprietà il più prestigioso dei quali è ovviamente rappresentato dalla sede centrale della banca, nella centralissima piazza di sant’Andrea. Il passaggio sotto il Mediocredito comporterà anche una nuova organizzazione interna per la Cassa di risparmio che sarà strutturata attraverso due unità di business, la capital light divisione la tech and banking services. Pur essendo un piano industriale ancora da definire nei dettagli, i sindacati hanno accolto queste novità con un segnale di “cauta fiducia”. Per la Cassa di risparmio di Orvieto l’ingresso del Mediocredito aveva comportato il mantenimento dei livelli occupazionali e la chiusura di alcune filiali sul territorio contro cui si erano inutilmente mobilitate le comunità interessate.

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