Dall’Umbria 60mila bottiglie l’anno di bollicine “uniche”
Umbria non solo terra di vini pregiati, ma anche di bollicine di altissima qualità. Un settore in continua crescita, capace di coniugare tradizione vinicola e innovazione. Secondo i dati UIV-ISMEA, gli spumanti italiani nel 2024 superano un miliardo di bottiglie.
E in questo quadro, le bollicine umbre nascono dalla passione di viticoltori che da generazioni coltivano con cura i vitigni autoctoni, come il Grechetto e il Trebbiano, accanto a varietà internazionali come Chardonnay e Pinot Nero. Questi vitigni, grazie al clima temperato e alla composizione unica dei suoli umbri, danno vita a spumanti freschi, eleganti e dal carattere inconfondibile.
L’Umbria, con la sua lunga tradizione enologica, ha saputo reinterpretare il metodo classico e il metodo Charmat, ottenendo spumanti capaci di competere sui mercati nazionali e internazionali. I recenti riconoscimenti ottenuti in prestigiosi concorsi enologici testimoniano la crescita qualitativa e il successo delle bollicine umbre.
La produzione umbra si attesta sulle 60mila bottiglie all’anno, che rappresentano una importante voce dell’export regionale: certamente trovano ottimo riscontro nel mercato domestico, ma sono di grande interesse anche in alcuni mercati stranieri – il Nord Europa, ma anche alcuni Paesi di nuovo interesse per il prodotto vino, come Giappone e Thailandia – in cui le bollicine, soprattutto Metodo Classico, stanno vivendo una tendenza molto positiva.
“Le nostre bollicine sono l’espressione più autentica del nostro territorio” afferma Massimo Sepiacci, presidente di Umbria Top, la cooperativa delle cantine umbre. “Attraverso un nuovo linguaggio coerente con i trend di gusto e mercato più recente – continua – ogni calice racchiude una moderna espressione del nostro territorio. Le bollicine per le aziende umbre non rappresentano solo una occasione di completare la gamma aziendale, ma soprattutto una formula per valorizzare alcuni vitigni autoctoni”.
La vinificazione in bollicina si presta particolarmente per valorizzare alcuni tipi di vitigni autoctoni come il Trebbiano Spoletino, dalla spiccata acidità che lo rende ideale anche come base spumante, ma restano importanti le produzioni più classiche a base di Chardonnay, Pinot Noir ma anche altri interessanti autoctoni su cui si è molto lavorato come Sangiovese, Pinot Grigio e Trasimeno Gamay. Nella vinificazione si punta sull’originalità delle interpretazioni, tra profumi agrumati o più freschi, per spumantizzazione con metodo classico, per vini adatti ad abbinamenti con la pregiata gastronomia umbra, o metodi Martinotti adatti ad abbinamenti molto versatili.
I produttori locali invitano appassionati e curiosi a scoprire queste eccellenze partecipando a eventi e degustazioni dedicate.
“In un quadro nazionale in crescita, la tendenza molto interessante che intercettiamo – sottolinea Gioia Bacoccoli, coordinatrice di Umbria Top – è quello delle bollicine come elemento chiave nel mondo della mixology. E perché no, le nostre bollicine, con le loro caratteristiche uniche, perfette per abbinamenti gastronomici ricercati ma anche tipici, potrebbero anche essere ingrediente fondamentale per un cocktail umbro composto da un amaro o un bitter regionale oltre che una bollicina locale. Questa potrebbe essere una sfida 2025 su cui lavorare per incontrare i nuovi gusti e nuovi target”.