Umbria chiama Nord sulle assunzioni di lavoratori immigrati
Almeno in qualcosa la nostra regione aggancia, e talvolta tendenzialmente supera, le più evolute zone del Settentrione d’Italia.
Da qualche tempo, infatti, si registra un boom di assunzioni di lavoratori immigrati in Umbria, come del resto in Italia, soprattutto nel Centro-Nord: nel 2018 le imprese della regione hanno programmato ingressi di personale immigrato per il 13% circa delle assunzioni totali, mentre tale percentuale nel 2023 è salita al 19,9%, leggermente superiore al 19,2% della media nazionale e sopra il 18,4% del Centro. Nel Centro, la regione è quella che presenta il valore più alto. E nel 2024 in Umbria la percentuale va ben oltre il 20%, attestandosi in quattro mesi su sette (febbraio, marzo, aprile e giugno) al 22%, in due al 20% (maggio e luglio) e in un mese al 19% (gennaio).
In pratica, le imprese umbre ormai avviano al lavoro oltre una persona immigrata ogni cinque assunzioni. In valori assoluti ciò vuol dire che, nel 2023, le assunzioni programmate dalle imprese di persone straniere sono state 12mila 900. Un fenomeno che riguarda tutte le regioni del Paese, ma nel Mezzogiorno è molto meno forte. Le otto regioni del Mezzogiorno d’Italia sono precisamente le ultime otto per incidenza di personale immigrato sulla domanda di lavoro delle imprese nel 2023.
Il quadro viene fuori dall’indagine del Sistema Informativo Excelsior, curato da Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro).
Per percentuale di avviamenti al lavoro di immigrati sul totale delle assunzioni programmate dalle imprese l’Umbria è l’ottava regione. In testa ci sono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, con percentuali tutte oltre il 21%.
Quanto alle aziende, al 31 marzo 2024 le imprese straniere in Umbria ammontano a 9.546 (7.230 in provincia di Perugia e 2.316 in quella di Terni), il 10,5% del totale delle imprese. PL’Italia fa leggermente meglio, con le imprese di stranieri all’11% del totale, un punto sopra la percentuale di persone stranieri sul totale dei residenti nel Paese (10%).
In provincia di Perugia le imprese straniere sono per il 28% femminili, per l’11% giovanili, con qualche differenza con la provincia di Terni, dove le femminili sono il 27% e le giovanili il 16%. Quanto alle imprese straniere artigiane, ammontano al 37% in provincia di Perugia e al 33% in quella di Terni.
Sul fronte della nazionalità degli imprenditori stranieri, nella regione in testa ci sono Romania, quindi – in ordine decrescente – Albania, Marocco, Cina, Svizzera, Francia, Nigeria, Germania, Macedonia, Pakistan.
In provincia di Perugia i settori di attività delle imprese straniere sono, nell’ordine, commercio (2.752), costruzioni (1.932), servizi (1.415), industria (635), agricoltura (496). In provincia di Terni in testa il commercio (901 aziende), quindi costruzioni (626), servizi (548), agricoltura (161) e industria (80).
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio: “L’Umbria delle imprese è sempre più multietnica e questo è un bene, perché fare impresa aiuta ad integrarsi e perché si pone un freno alla denatalità, fenomeno che coinvolge la nostra regione e l’Italia e che non può alla lunga non ripercuotersi sul sistema imprenditoriale. Se la concorrenza è leale, è la benvenuta e migliora il tessuto delle imprese. Quanto al forte incremento delle persone immigrate al lavoro nelle aziende, è ancora più fondamentale un’adeguata ed efficace attività di formazione per aiutare le imprese a reperire il personale di cui hanno bisogno e che in Umbria, in base agli ultimi dati Excelsior riferiti al mese di luglio, non trovano nel 55% dei casi.”