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Bori e Proietti manovra

Aumenti Irpef e Irap, Confartigianato: serviva più equità, si rischiano licenziamenti e delocalizzazioni

Restano riserve e insoddisfazione per gli inasprimenti fiscali che il Consiglio regionale ha deliberato, in Confartigianato. Nonostante l’apertura della presidente Proietti nel confronto con le parti sociali, che ha consentito di rendere meno penalizzanti i provvedimenti rispetto a quanto inizialmente prospettato.

“Prendiamo atto – si legge nella nota di Confartigianato – che l’Amministrazione ha ritenuto inevitabile, sulla base di proprie valutazioni, aumentare le entrate dell’Ente regionale. Rileviamo però che la manovra ha un’impostazione eccessivamente semplificata e sembra mirata esclusivamente al gettito. Mentre è largamente condiviso che le politiche fiscali non possano esaurirsi negli obiettivi di gettito, perché è prioritario valutarne l’impatto sul tessuto produttivo e sull’intera economia regionale”.

Confartigianato ritiene che una maggiore approfondimento sulle ricadute sia in termini di consumi che di occupazione, avrebbe consigliato prudenza, “perché in questo modo gli equilibri economici delle piccole e medie imprese umbre rischiano di essere messi sotto pressione da più direzioni”.

Spiega l’associazione: “Da un lato, le Pmi dovranno affrontare una riduzione dei ricavi indotta dalla prevedibile contrazione dei consumi per gli incrementi eccessivamente concentrati sulla classe media. È la classe media che presenta un ventaglio differenziato di consumi, che costituisce la base effettiva degli incassi delle Pmi umbre e del settore dei servizi in particolare, spina dorsale dell’occupazione regionale. Non sembra essere stato chiaramente spiegato che i redditi lordi complessivamente superiori ai 28.000 euro subiranno un peso molto elevato, perché non beneficeranno delle aliquote più basse esclusivamente previste per i redditi inferiori ai 28.000,00 euro. Questo genera un grave impatto del passaggio al terzo scaglione certamente non bilanciato dalla limitata detrazione di soli 150 euro. In questo senso sorgono dubbi sulla razionalità (e perfino sulla legittimità stessa) del sistema fiscale risultante; infatti, la progressività delle imposte deve crescere in modo graduale, non a salti, altrimenti si introducono gravi effetti distorsivi nell’economia”.

C’è poi la questione degli aumenti Irap, che scatteranno dal 2026: “Le Pmi umbre, che sono già alle prese con un contesto fragile a causa dell’instabilità internazionale, della crisi dei dazi e del rialzo dei costi energetici, sono oggetto dell’aumento dell’Irap, imposta che notoriamente grava sul lavoro e favorisce licenziamenti e processi di delocalizzazione. Con questa impostazione l’Umbria rischia una fuga di attività produttive verso territori più competitivi. Infatti, la manovra Proietti va inquadrata anche a livello territoriale e mentre in Umbria si aumenta, di fatto, il costo del lavoro, la Regione Lazio attiva programmi di incentivazione alle assunzioni con contributi mirati e la Regione Abruzzo beneficia del programma nazionale “Decontribuzione Sud”.

Confartigianato Imprese Umbria ribadisce la necessità di un approccio fiscale più equilibrato e contemporaneamente chiede che le riforme per l’efficientamento della spesa regionale, a partire dalla sanità, siano varate nel più breve tempo possibile al fine di poter correggere e superare la manovra fiscale, prima che i suoi effetti negativi nell’economia regionale si sviluppino compiutamente.