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Corruzione nella sanità siciliana: coinvolto un perugino

Francesco Dottorini tra i nove arrestati per il sistema di bustarelle ai primari in cambio di appalti. L’uomo, ai domiciliari, respinge ogni accusa e si prepara all’interrogatorio di garanzia.

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Nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione nella sanità siciliana, è emerso il coinvolgimento di un perugino, Francesco Dottorini, di 57 anni, referente di una multinazionale specializzata nella produzione di dispositivi medici, tra cui valvole aortiche, endoprotesi coronariche e vascolari (noti come stent). L’indagine della guardia di finanza ha portato alla luce un sistema di corruzione che prevedeva bustarelle ai primari in cambio di sponsorizzazioni per eventi formativi e convegni, finalizzate all’assegnazione di appalti.

L’ipotesi accusatoria ha condotto all’arresto di nove persone, tra cui lo stesso Dottorini, che si trova ora agli arresti domiciliari. Nei prossimi giorni, durante l’interrogatorio di garanzia, avrà la prima occasione per chiarire la sua posizione davanti al Gip del Tribunale di Catania.

Dottorini, a capo di una rete di vendita e distribuzione di prodotti sanitari, ha pubblicamente criticato in più occasioni il sistema dei finanziamenti ai medici, denunciando il malcostume. Tuttavia, secondo gli investigatori, nonostante le sue dichiarazioni di presa di distanza, sarebbe stato parte attiva del sistema corruttivo. Le accuse si basano su intercettazioni in cui Dottorini avrebbe spiegato ad altri come eludere i controlli e si sarebbe lamentato con un interlocutore per il numero di valvole impiantate l’anno precedente, aspettandosi un incremento delle vendite in cambio dei contributi erogati per le iniziative dei suoi clienti ospedalieri.

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