Il Report Bankitalia: cala la fiducia degli imprenditori umbri
Il rallentamento dell’economia tedesca frena anche la manifattura umbra, con circa un terzo delle imprese industriali che vede in calo il fatturato nei primi nove mesi dell’anno, con una conseguente riduzione prevista deli investimenti nel prossimo. E’ quanto emerge dal sondaggio congiunturale sull’industria umbra inserito nell’aggiornamento di novembre del Report sull’economia regionale redatto dalla Banca d’Italia. Da cui emerge un quadro che vede l’economia umbra debole, con una crescita, a giugno rispetto ai primi sei mesi del 2023, appena dello 0,2%.
Cosa che ha iniziato a incidere anche sulla demografia delle imprese, con il numero delle cessazioni che ha superato quello delle nuove iscrizioni.
Cala la fiducia degli imprenditori dell’industria
Segnale confermato proprio dal calo della fiducia delle industrie emerso nel sondaggio congiunturale. È proseguito il calo del fatturato in relazione al perdurante contributo negativo della domanda interna; le esportazioni sono invece tornate ad aumentare, nonostante il calo degli acquisti dalla Germania, principale mercato di sbocco delle merci umbre. La scarsa vivacità dell’attività economica e i tassi di interesse ancora elevati hanno raffreddato la spesa per investimenti; le incerte prospettive del quadro economico inducono a prudenza gli operatori anche nella formulazione dei piani per il prossimo anno.
Edilizia e mercato immobiliare
L’attività edilizia è ulteriormente cresciuta nel corso del 2024. Gli effetti del ridimensionamento degli incentivi all’edilizia privata (in Umbria il ricorso al Superbonus è stato più intenso rispetto alla media del italiana, anche in relazione alle maggiori opportunità previste dalla normativa per i proprietari degli
edifici danneggiati dal sisma del 2016) sono stati ampiamente compensati dall’incremento degli investimenti degli enti pubblici territoriali, in particolare di quelli finanziati dal PNRR, e dagli interventi di ricostruzione post-terremoto: l’attività di ricostruzione è proseguita con un’intensità analoga a quella del biennio precedente e alla fine di maggio il numero dei cantieri attivi era superiore del 2,5% rispetto a un
anno prima.
Il mercato immobiliare abitativo ha mostrato un andamento ancora debole nel comparto abitativo: le compravendite sono calate ancora del 2,4%.I prezzi hanno evidenziato un lieve recupero
(1,2%). Nel comparto non residenziale le contrattazioni sono invece tornate a crescere (13,4%).
Il terziario
Anche nel terziario l’andamento è rimasto positivo. Secondo il sondaggio della Banca d’Italia, nei primi nove mesi del 2024 più della metà delle imprese ha rilevato un aumento del fatturato, a fronte di circa un quarto che ha segnalato una diminuzione; anche depurando il dato dall’effetto dell’aumento dei listini, il saldo rimane ampiamente positivo (17%).
Il settore ha continuato a beneficiare del supporto fornito dal turismo: nei primi nove mesi del 2024 le presenze sono aumentate del 4,4% nel confronto con lo stesso periodo del 2023.
Redditività e credito
La redditività delle imprese è rimasta soddisfacente, pur mostrando alcuni segnali di indebolimento. Le disponibilità liquide, ampiamente adeguate alle necessità operative, sono ulteriormente aumentate. È proseguito il calo dei prestiti al settore produttivo che ha riflesso un elevato livello dei tassi di interesse, condizioni di offerta restrittive e una ridotta domanda per investimenti. La qualità del credito è peggiorata, in misura più intensa che nel Paese, in particolare nel settore manifatturiero.
Export
Nei primi sei mesi dell’anno in corso le esportazioni regionali a prezzi correnti sono tornate a crescere (6,8% rispetto al 2023). Tra i settori produttivi, l’agroalimentare, l’abbigliamento e la meccanica hanno continuato a fornire un contributo ampiamente positivo. L’aumento delle esportazioni ha riguardato principalmente i flussi diretti verso i paesi extra-UE (17,4%). Sono cresciute in particolare le vendite di abbigliamento negli Stati Uniti e di prodotti agroalimentari nei mercati asiatici.
Tra i paesi dell’Unione europea l’incremento è stato molto più contenuto (0,5%). Vi ha inciso l’andamento negativo dell’export di metalli e di macchinari verso la Germania, principale mercato di sbocco delle esportazioni regionali. Secondo i dati di Sondtel, circa la metà delle aziende industriali che intrattengono rapporti commerciali con controparti tedesche ha segnalato una riduzione delle quantità vendute, in molti casi di notevole entità; la parte restante ha rilevato una sostanziale invarianza. Per compensare questo calo un’ampia quota di imprese sta cercando di aumentare le proprie esportazioni in altri paesi.
Occupazione
Il numero di occupati ha continuato a crescere; a differenza degli anni precedenti, l’incremento si è concentrato tra i lavoratori autonomi. In Umbria (dati Istat) nei primi sei mesi dell’anno il numero di occupati è cresciuto dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2023 (1,5% in Italia). L’aumento
ha interessato esclusivamente la componente femminile e i lavoratori autonomi (3,0 e 7,1%.
L’incremento dell’occupazione nel settore dei servizi, in particolare quelli turistici e del commercio, ha più che compensato la flessione registrata nell’industria. Il tasso di occupazione ha raggiunto il 66,9% (dal 66,4% del primo semestre dello scorso anno).
Famiglie
L’aumento dell’occupazione e la stabilizzazione del tasso di inflazione hanno sostenuto il potere di acquisto delle famiglie. Con un modesto aumento dei consumi, nonostante il ricorso alle relative forme di credito sia rimasto significativo. Le famiglie umbra hanno ancora preferito investire i propri risparmi in titoli(+41,1%), mentre i depositi sono calati dell’1,3%.