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Elettrico e crisi automotive, il caso della Faurecia di Terni

La crisi dell’automotive determinata dallo stop ai motori endotermici a favore dell’elettrico sta avendo conseguenze anche in Umbria, dove sono circa 150 le imprese del settore automotive.

A lanciare l’allarme è il coordinatore regionale Uilm Umbria, Simone Lucchetti, dopo il caso della Faurecia di Terni, che da 30 anni produce marmitte per automobili. “Un’azienda da 340 dipendenti – ricorda Lucchetti – che oggi si ritrova con un calo di 140 dipendenti. Novanta sono stati i contratti a termine non rinnovati, 25 i licenziamenti in programma e 25 le uscite volontarie già effettuate. Da luglio in azienda è partita la cassa integrazione a zero ore, con i lavoratori che si vedono dimezzati gli stipendi. Una situazione di una gravità inaudita, che dipende dalla crisi dell’automotive e da una transizione ecologica mal gestita a livello internazionale – accusa il sindacalista della Uilm – che ora si ripercuote sui lavoratori”.

Nell’esprimere la preoccupazione dei lavoratori del comparto, Lucchetti fa appello alla nuova presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, con l’auspicio che “sappia tutelare il tessuto produttivo umbro, esposto a queste turbolenze che si trovano a pagare i lavoratori”.

Un appello che poi si estende a un altro tema caldo per l’industria umbra: “Serve una svolta anche sull’Accordo di programma per il sito dell’Ast – conclude Lucchetti – da troppo tempo rimandato e le Istituzioni dovranno spingere tutte nella stessa direzione per ottenerlo”.

Nel giorno del nuovo Codice della Strada tre mezzi ribaltati in poche ore IMMAGINI

Tre mezzi (due auto e un furgone) ribaltate a Terni e provincia nel giro di poche ore. Nel giorno, tra l’altro, in cui in Italia è stato approvato il nuovo Codice della Strada. Le nuove norme, ovviamente, non c’entrano: le cause sono da ricercare nella distrazione, nell’eccesiva velocità e nell’asfalto reso viscido dalla pioggia.

Il primo incidente si è verificato poco dopo le 17 in via Martin Luther King, nei pressi della rotonda che collega con via Piave. La conducente di un’utilitaria ha sbandato e dopo l’impatto con le barriere si è capovolta. La donna è uscita da sola dal veicolo, che però, essendo alimentato a metano, ha richiesto un particolare intervento di messa in sicurezza da parte dei carabinieri.

Un’ora dopo un furgone è uscito di strada a Lugnano in Teverina, restando inclinato su un lato. Anche in questo caso il conducente è rimasto illeso. Sul posto i carabinieri di Narni e i vigili del fuoco di Amelia.

In serata un’auto si è ribaltata in via Tre Venezie, a Terni. Il conducente è uscito autonomamente.

Sweet Pampepato, Confartigianato invita alla dolce (e ambiziosa) tradizione

E’ un invito alla dolcezza e alla tradizione gastronomica del territorio quella fatta da Confartigianato Imprese e dalla città di Terni, che dal 22 al 24 novembre nel centro storico ospiterà la prima edizione di Sweet Pampepato, il dolce tipico che può fregiarsi della certificazione Igp (Indicazione Geografica Protetta).

“L’unico dolce umbro che ha raggiunto l’Igp” ha ricordato il presidente di Confartigianato Imprese Terni, Mauro Franceschini. Sottolineando l’importanza di questo riconoscimento, arrivato dopo un lungo percorso avviato dalla determinazione di alcune imprese della panificazione e dolciarie a cui Confartigianato ha dato il proprio pieno sostegno, trovando anche il coinvolgimento della Camera di Commercio e della Regione Umbria. Che insieme al Ministero del Turismo, alla Fondazione Cassa di Terni e Narni e al Comune di Terni hanno dato il proprio contributo per la realizzazione di Sweet Pampepato, manifestazione che celebra il riconoscimento Igp di questo dolce, organizzata da SGP Grandi Eventi, Associazione Culturale Quelli del’29, in collaborazione con i Produttori Certificati di Pampepato di Terni IGP, con l’Istituto Tecnico Economico e Professionale per i servizi Casagrande-Cesi di Terni e con Ospitalità Contemporanea Festival e Spazio Verde come sponsor tecnico.

Lo sforzo di tutta la città e del territorio

Una manifestazione, come ha ricordato Franceschini, che coinvolge appunto tanti soggetti (istituzioni ad ogni livello, scuole e soprattutto le imprese del settore dolciario, della panificazione e del commercio aderenti a Confartigianato) per un unico scopo: promuovere il pampepato e con esso la città di Terni e il suo territorio. Con l’ambizione di sdoganare il pampepato solo come dolce natalizio e di fargli superare i confini ternani ed umbri, come affermato dalla presidente della Provincia di Terni (che patrocina l’evento) Laura Pernazza e dal vicesindaco della Città dell’Acciaio Riccardo Corridore.

“Un progetto importante per tutto il territorio umbro, non solo ternano” ha detto il segretario di Confartigianato Imprese Terni, Michele Medori. Che ha lanciato una sfida alle imprese: che ci sia da parte delle imprese associate perseveranza nel portare avanti una manifestazione che, già nella sua prima edizione, guarda con ambizione al futuro. “Confartigianato – ha assicurato Medori – sarà sempre al vostro fianco”.

L’entusiasmo e il lavoro non manca già da questa prima edizione, come hanno avuto modo di rappresentare nei loro interventi il presidente di Ancos Gruppo territoriale di Terni Gianfranco Grilli; Ivana Fernetti, rappresentante dei produttori pampepato Igp (che ha parlato del percorso che ha portato alla certificazione e ciò che questo significa per i produttori ed i consumatori); Daniela Tedeschi, presidente della Categoria Commercio di Confartigianato Terni (circa 70 le adesioni all’iniziativa delle vetrine a tema); Francesco Santocchi, rappresentante Ospitalità Contemporanea festival e referente della categoria Pubblici esercizi di Confartigianato Terni, che partendo dalla tradizione dei caffè storici ha portato a un gustoso abbinamento con il mondo degli aperitivi e del bere.

Un’iniziativa che coinvolge le scuole, come spiegato dalla dirigente scolastica I.I.S.P.T.C. A. CASAGRANDE – F. CESI Terni Marina Marini e da Marco Diamanti, professore del Liceo Artistico “Metelli” di Terni, che ha coinvolto gli studenti a collaborare con gli artigiani produttori di pampepato nella sfida di unire i due simboli della città: il drago Thyrus e il dolce più amato.

Una tre giorni di degustazioni guidate, appuntamenti didattici e culturali, premiazioni, spettacoli di animazione, maxi-sculture che ha richiesto un grande sforzo anche da parte della macchina comunale, come ricordato dagli assessori Stefania Renzi (Commercio e Artigianato) e Michela Bordoni (Bilancio, Turismo, Cultura). A dimostrazione di quanto anche il Comune di Terni creda in questo evento.

La scelta di Terni

“Un grande evento di marketing per valorizzare il pampepato Igp, favorendone la conoscenza tra il grande pubblico, ma anche tra gli addetti ai lavori”, ha detto Stefano Pellicciardi di SGP Grandi Eventi. Spiegando anche le caratteristiche che rendono Terni ideale per diventare, nell’immaginario collettivo, attraverso Sweet Pampepato, “la capitale de dolci”: per la sua collocazione geografica baricentrica e la vicinanza a Roma; perché è una delle poche città italiane (sono solo sei) ad avere un dolce Igp; perché a Terni mancava una manifestazione simile.

Il programma

Pellicciardi ha poi presentato i quattro ambiti in cui il pampepato verrà declinato in questi tre giorni.

Gli spettacoli di animazione e intrattenimento, con musica per le vie e le piazze della città ed i giochi dei trampolieri.

I testimonial, che riceveranno i premi assegnati nell’ambito della manifestazione. Le degustazioni nelle piazze ternane.

Ed i grandi eventi. Il Thyrus di Pampepato, che sarà svelato sabato, frutto della collaborazione tra i produttori del dolce e gli alunni del Liceo Artistico coordinati dal prof. Diamanti, E il processo al pampepato Igp, che dovrà rispondere sulla pubblica piazza del reato alla “istigazione al peccato di gola” (domenica ore 18, Caffè Letterario della Biblioteca comunale).

Qui il programma completo e tutte le info.

Lavoro, formazione, sociale: il protocollo per le aree del sisma del Centro Italia

Promuovere interventi mirati per sostenere e rafforzare il lavoro, la creazione di impresa,
la formazione, i servizi sociali, le famiglie, gli anziani, nonché i giovani e le persone che vivono condizioni
di fragilità e di difficoltà nei territori dell’Appennino centrale colpiti dal sisma 2016. Questi gli obiettivi che
si prefigge la Convenzione firmata a Roma, presso la Struttura commissariale sisma 2016, dal commissario straordinario Guido Castelli e dal presidente e amministratore delegato di Sviluppo lavoro Italia, Paola Nicastro. Alla presentazione sono intervenuti anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone e il presidente della Commissione
Lavoro del Senato, Francesco Zaffini.

La Convenzione attua quanto previsto dal Protocollo di intesa firmato lo scorso 19 settembre tra il commissario Catelli ed il ministro del Lavoro, Marina Calderone, individuando in Sviluppo Lavoro Italia
(l’ente in house del Dicastero di via Veneto che promuove le politiche attive e lo sviluppo occupazionale),
l’istituzione di riferimento del Ministero che collabora con la Struttura commissariale per l’attuazione
degli interventi e delle azioni previste dal Protocollo.

Obiettivo dell’intesa è appunto quello di integrare e rafforzare quanto già previsto dalle programmazioni regionali, anche attraverso misure specifiche e progetti innovativi e sperimentali, all’interno di quell’area denominata cratere sisma 2016 che comprende quattro regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria), 138 comuni e una popolazione di circa 600 mila abitanti.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha spiegato: “Il lavoro è fondamentale per ricostruire davvero il territorio. Per questo ho voluto essere presente alla firma di questa Convenzione che avvia l’attuazione del protocollo d’intesa per la ricostruzione nell’area del Cratere Sisma del 2016, sottoscritto da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e struttura commissariale. Un modo per accompagnare le comunità colpite dal terremoto, unire le forze e individuare, insieme, le priorità per il prossimo futuro – ha aggiunto il ministro – Una scommessa soprattutto verso giovani e donne. Lo dimostra il collegamento tra la zona del Cratere Sisma con l’area ZES per il Mezzogiorno, con cui sussistono profonde similitudini in termini di necessità di creare modelli di sviluppo e politiche attive del lavoro. Sempre mantenendo alto il sostegno per presenta delle fragilità, in connessione con gli enti territoriali, quelli di formazione e il Terzo Settore”.

Il commissario al sisma 2016, Guido Castelli: “Creare opportunità di lavoro, formazione e sviluppo e la
premessa fondamentale per incentivare le persone a restare in questi territori e garantire un nuovo futuro
alle comunità dell’Appennino centrale. Oltre alla ricostruzione materiale, tra i compiti che mi sono stati
affidati c’è anche la riparazione economica e sociale dei territori colpiti dal sisma e l’odierna Convenzione
rientra a pieno titolo all’interno di questa strategia che stiamo attuando in stretta collaborazione con il
Governo, il Parlamento, le Regioni e i Comuni. Ringrazio il Presidente Nicastro per aver voluto condividere l’avvio di questo percorso che potrà contribuire attivamente alla crescita di territori che, oltre ad aver
subito le conseguenze di un evento catastrofale, da lungo tempo sono afflitte dal fenomeno dello
spopolamento. Infine, desidero rivolgere un particolare ringraziamento al Ministro Calderone per la
preziosa collaborazione che si è instaurata e per l’attenzione che, anche attraverso la sua presenza oggi,
dimostra nei confronti delle nostre comunità”.

Il presidente e amministratore delegato di Sviluppo lavoro Italia, Paola Nicastro: “Dall’analisi dei nostri
dati statistici si conferma un particolare spopolamento delle aree interne nelle zone del cratere, oltre al
calo demografico che insiste su tutto il paese. Noi puntiamo a limitare questo fenomeno con iniziative di
diffusione delle opportunità e degli strumenti che Il ministero del lavoro ha previsto, ad esempio quelle
contenute nel Decreto coesione. E quindi strumenti di autoimpiego e autoimprenditorialità puntando sui
settori che possano essere da traino come turismo sostenibile e sull’agricoltura innovativa. Il nostro
obiettivo è creare opportunità con quello che abbiamo definito il lavoro a Km 0, interveniamo direttamente nelle aree geografiche interessate, puntiamo in particolare sui giovani e sulle donne. Investire sulle competenze resta fondamentale per accompagnare le persone al lavoro e la formazione digitale è un ambito da rafforzare nei territori interessati”.

Attraverso un messaggio, ai presenti ha fatto giungere il suo saluto anche il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Francesco Zaffini: “L’obiettivo dell’intesa è quello di
integrare e rafforzare quanto già previsto dalle programmazioni regionali, anche attraverso misure
specifiche e progetti innovativi e sperimentali, all’interno di quell’area denominata cratere sisma 2016. Ciò non significa solo – ha sottolineato – edificare, ma anche creare condizioni di legalità e di sicurezza nei circa 10mila cantieri in corso e soprattutto contrastare lo spopolamento per consentire ai giovani di non
andarsene. Il tutto creando opportunità di lavoro, formazione e sviluppo, che resta la premessa necessaria
per incentivare i cittadini, perché noi sappiamo che dove c’è lavoro c’è dignità ed essendoci dignità c’è
anche la possibilità di riconquistare ciò che si è perso, riportando i territori più penalizzati a vivere una
nuova stagione, con uno sguardo verso il futuro. Una strategia che stiamo attuando in stretta
collaborazione tra Governo, Parlamento, Regioni e Comuni”.

Nel dettaglio, gli interventi e le azioni previste riguardano l’avviamento di imprese giovanili, la formazione e l’attivazione dei disoccupati, la riduzione dei divari territoriali attraverso servizi specifici, la promozione della formazione tecnica e digitale dei giovani, la realizzazione di servizi per le famiglie, i giovani e gli anziani, il sostegno a servizi per il welfare territoriale, comunitario ed aziendale, il rafforzamento del ruolo e dei servizi del terzo settore.

In particolare, attraverso la collaborazione con Sviluppo lavoro Italia verranno compiute analisi dei
fabbisogni, anche tramite incontri dedicati, con la contestuale raccolta di fabbisogni da parte di
associazioni datoriali, organizzazioni sindacali, imprese, Comuni, Enti del Terzo Settore.

Infine, è prevista la progettazione e realizzazione di interventi relativi ad autoimpiego e imprenditoria femminile, Sistema Duale, ITS, Formazione e altre misure di politica attiva del lavoro utili all’aumento di occupazione e alla riduzione del mismatch di competenze che prevedono il coinvolgimento di stakeholder, soggetti del Terzo Settore, della cooperazione sociale del sistema dei servizi socioassistenziali e socioeducativi.

Monossido, intera famiglia intossicata

Un’intera famiglia intossicata dal monossido di carbonio nella notte, forse a causa di un problema alla caldaia dell’impianto di riscaldamento.

Tragedia sfiorata a Magione, dove sono rimasti intossicati una coppia con i loro tre figli e i nonni dei piccoli.

A dare l’allarme è stato il padre, dopo che la moglie era caduta a terra svenuta.

Sul posto sono giunte più autoambulanze, che hanno trasportato tutti i sette all’ospedale di Perugia, da dove sono stati poi smistati in alcuni centri specializzati fuori regione.

Poteva essere una strage. Cosa che ripropone il tema dell’importanza dei controlli alla caldaia e all’impianto di riscaldamento.

I rilievi effettuati dai vigili del fuoco. Sull’incidente indagano i carabinieri.

Cocaina nell’auto, giovane arrestato dai carabinieri

Trovato con la cocaina, 19enne arrestato dai carabinieri a Perugia. Si tratta di un giovane albanese, fermato dai militari della Compagnia di Perugia mentre transitava con la sua auto.

Non sapendo spiegare esattamente dove fosse diretto e manifestando agitazione all’atto del controllo, il ragazzo ha insospettito i carabinieri, che hanno così deciso di procedere a perquisizione personale e veicolare d’iniziativa, trovandolo in possesso di 16 dosi di cocaina per un totale di 12 grammi.

Le attività, subito estese al domicilio del giovane, hanno consentito agli operanti di rinvenire anche materiali per il confezionamento, nonché 1.135 euro in contanti, verosimile provento delle attività di spaccio.

Il giudice del Tribunale di Perugia ha convalidato l’arresto, applicando all’interessato la misura del divieto di ritorno nella regione Umbria con confisca del denaro sequestrato.

Violenza nel carcere di Terni, il SAPPE torna a porre il problema dei detenuti psichiatrici

Ancora una episodio nel carcere di Terni. A derne notizia è Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). Un detenuto psichiatrico di origine pugliese, ristretto al Padiglione della Media Sicurezza, in stato di forte agitazione, “con inaudita ira e senza alcuna motivazione”, ha aggredito inizialmente il Sovrintendente preposto di turno, tentando di colpirlo sollevando e lanciando la sedia dell’ufficio. Successivamente, in preda ad un vero e proprio raptus violento, vedendo giungere l’assistente capo, ha provato a colpirlo più volte al volto, invano, ma ferendolo comunque al gomito sinistro. Stessa sorte anche all’ispettore di Sorveglianza Generale che, intervenuto nell’immediatezza per cercare di riportare il detenuto alla calma ed accompagnarlo nella Sezione di appartenenza, ha rischiato di essere colpito al volto con una testata.

Il sindacalista evidenzia che il detenuto, prima di calmarsi, ha assunto comportamenti violenti anche nei confronti di un altro ristretto, percosso solo perché intervenuto per riportarlo alla ragione, continuando ad opporre resistenza al personale intervenuto. Solo grazie alla professionalità del personale della polizia penitenziaria di Terni si è evitato che la situazione degenerasse.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE commenta, sottolineando il problema dei detenuti psichiatrici: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti”.

Per il leader nazionale del SAPPE, “ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Terni. Con la scellerata ed improvvida chiusura nel 2015 degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e il passaggio alle REMS, le residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, i posti a disposizione per ospitare i detenuti con questi disagi non sono sufficienti a colmare le reali necessità e per questo molti di loro sono stati rinchiusi nelle carceri. È così che anche a Terni” gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali”.

Il leader del SAPPE ricorda, inoltre, che “il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant’è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale”.

“Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Terni, al netto delle attestazioni di solidarietà e vicinanza ai poliziotti feriti – conclude Capece – per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.

Ast e indotto, pacchetto di 12 ore di sciopero: si inizia martedì

Un pacchetto di 12 ore di sciopero. A cominciare da martedì 19 novembre. Questa la decisione delle segreterie territoriali e le Rsu di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici per tutti i lavoratori del comparto metalmeccanico di Arvedi-Ast, Tubificio e indotto.

Le prime 4 ore di astensione dal lavoro a fine turno sono programmate per martedì 19. Le successive 8 ore saranno modulate nei prossimi giorni, in base all’evoluzione della situazione.

Questa la forma di protesta decisa dopo le assemblee seguite allo stato di agitazione proclamato a causa della fase di stallo, delle incertezze sul piano industriale e “all’indisponibilità dell’azienda – lamentano i sindacati – di discutere un piano industriale sganciato dall’accordo di programma”.

In considerazione di quanto previsto a livello nazionale, con il blocco/sciopero degli straordinari deciso dopo la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, i sindacati “invitano tutti i lavoratori a non dare la propria disponibilità alle entrate anticipate e comunque a prolungare l’orario di lavoro”.

I sindacati diffidano la Direzione aziendale dal fare “forzature sul cambio turno in caso di squadre sottorganico e consentire il normale orario di lavoro, prevedendo eventualmente solo la prestazione straordinaria per la messa in sicurezza degli impianti”.

“Ri-costruire il futuro”: detenuti di Capanne hanno trovato già lavoro

Presentati nella sede del Cesf-Centro edile per la sicurezza e la formazione di Perugia i risultati del progetto “Ri-costruire il futuro – per l’integrazione socio-lavorativa dei carcerati” che, partito nel mese di febbraio, aveva come obiettivo la formazione professionalizzante dei detenuti e il successivo inserimento lavorativo nelle imprese del territorio. Progetto che in pochi mesi ha portato all’inserimento lavorativo di cinque detenuti che beneficiano delle misure diurne alternative alla detenzione.

Nella prima fase del progetto, sostenuto dalla Fondazione Perugia, i funzionari dell’istituto penitenziario hanno selezionato 25 detenuti tra quelli in possesso dei requisiti per accedere ai benefici dell’articolo 21 (e dunque che possono essere autorizzati ad uscire dal carcere durante il giorno per recarsi al lavoro). Tra questi, i delegati del Cesf hanno individuato 15 allievi interessati a lavorare nel settore delle costruzioni sia durante il periodo di semi-libertà che a fine pena.

Dal 15 maggio questi allievi hanno iniziato a frequentare le lezioni dapprima nel laboratorio attrezzato all’interno del complesso penitenziario e, successivamente, nel cantiere-scuola appositamente creato all’interno del perimetro carcerario. Nel corso dei mesi, alcuni partecipanti si sono ritirati per ragioni diverse, mentre quelli che hanno portato a compimento il percorso sono stati nove.

Nel mese di settembre sono stati avviati i colloqui tra le associazioni datoriali del settore e le imprese edili del territorio per individuare quelle disponibili ad inserire nel proprio organico gli allievi potenziali beneficiari delle misure alternative alla detenzione e, successivamente, si sono svolti i colloqui individuali tra i rappresentanti delle imprese e i partecipanti al corso. Il corso si è concluso il 23 ottobre con la consegna degli attestati ai partecipanti.

“Per la realizzazione del percorso formativo – ha sottolineato Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso – è stata fondamentale la sensibilità delle aziende sia quelle che si sono rese disponibili ad accogliere i detenuti alla fine del percorso sia quelle che hanno contribuito, vista la finalità sociale dell’iniziativa, mettendo a disposizione con sconti importanti, o addirittura gratuitamente, alcuni materiali e attrezzature indispensabili per la realizzazione delle attività. In particolare, un sentito ringraziamento va alle aziende Mac srl, Kimia spa e Sir Safety System spa. Questa iniziativa ha rappresentato la prima tappa di un percorso. Le parti sociali, infatti, hanno già deciso di rifinanziare un’altra esperienza analoga che miglioreremo nei contenuti, nei tempi e anche nella possibilità di entrare nel mondo del lavoro”.

A presentare i risultati del progetto sono stati Antonella Grella, direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario Perugia “Capanne” e Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso. Erano inoltre presenti Agostino Giovannini, presidente Cesf, Giuliano Bicchieraro, vicepresidente Cesf e Segretario Filca-Cisl Umbria, Albano Morelli Presidente Ance Umbria, Elisabetta Masciarri, segretario Fillea-Cgil Umbria, Moreno Mattiacci, membro della Segreteria di Feneal-Uil Umbria, Pasquale Trottolini, direttore Cna Costruzioni Umbria e Augusto Tomassini, presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia Perugia e Amato Naticchioni, imprenditore in pensione che ha messo a disposizione le sue competenze come docente del corso. Il progetto rientra nell’ambito del Protocollo d’intesa per promuovere l’inclusione dei detenuti sottoscritto nei mesi scorsi da tutte le parti sociali che hanno sostenuto l’iniziativa.

Nel ringraziare Fondazione Perugia per l’importante sostegno dato al progetto, la direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia “Capanne” Antonella Grella ha sottolineato come “Il percorso sia stato molto importante perché ha potuto offrire ai detenuti una formazione specifica nel settore edile. Se il carcere, infatti, ha come mandato quello di promuovere percorsi di reinserimento lavorativo è prima di tutto importante fornire delle competenze specifiche che trovino un riscontro positivo nel mondo del lavoro. Grazie a questo progetto abbiamo potuto creare una connessione tra l’ambito lavorativo e il contesto carcerario, ne siamo molto contenti e confidiamo di poter ripetere questa esperienza anche in futuro”.

Il presidente di Ance Umbria Albano Morelli, oltre a ringraziare tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita del progetto, ha espresso la sua profonda soddisfazione: “E’ la dimostrazione concreta di come il settore edile sia strettamente connesso con la società civile, non solo nel suo ruolo più evidente di costruzione e manutenzione di edifici e infrastrutture, bensì anche in quello di fucina di opportunità o -come dimostra questo percorso – di seconde opportunità. Da sempre crediamo nel lavoro e nella sua dignità come elemento di crescita umana, prima ancora che professionale, per questo non potevamo esimerci dal mettere con entusiasmo le nostre energie e le nostre imprese a disposizione della rieducazione e del reinserimento di queste persone”.

Anche per il presidente di CNA Costruzioni Umbria, Emanuele Bertini “il progetto rappresenta un importante momento di condivisione e di coinvolgimento delle fasce più fragili della società, con l’intento di dare piena realizzazione agli obiettivi di reinserimento e riabilitazione previsti dal nostro ordinamento e dalla Costituzione stessa. Per questo ne riconosciamo il grande valore sociale e morale”.

Così Pierangelo Lanini, presidente regionale ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria: “Siamo felici ed orgogliosi di essere stati insieme ad Ance e Cna e le parti sociali tutte, parte in causa nel sostenere questo progetto perché dare una seconda possibilità a chi esce da un percorso di vita è fondamentale per la propria dignità e permette di realizzarsi come persona. Ricreare una passione ed un amore per il lavoro è proprio di ogni essere umano e tipico dello spirito Artigiano che noi rappresentiamo”.

“Per noi Il lavoro è dignità – ha concluso Elisabetta Masciarri, segretario Fillea-Cgil Umbria anche a nome dei Segretari di Filca-CISL Umbria, Giuliano Bicchieraro, e di Feneal-UIL Umbria Alessio Panfili – per questa ragione il protocollo carceri e la conseguente attività di formazione di alcuni detenuti è un percorso che ci rende orgogliosi del sistema bilaterale. Abbiamo investito in questa idea, perché riteniamo che il recupero passi anche attraverso la creazione di un percorso di lavoro, per questo ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito fattivamente alla riuscita del progetto”.

Si ribalta con il trattore, muore 69enne

E’ morto sotto al trattore su cui stava lavorando e che si è ribaltato. La vittima è un 69enne, rimasto appunto sotto il trattore ribaltatosi nell’incidente che si è verificato in Strada Mugnano Fontignano, nel comune di Perugia.

Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di corso Cavour, che hanno richiesto il supporto di una squadra per estrarre il corpo dell’uomo da sotto il mezzo agricolo, ormai senza vita. Il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.

Sul posto intervenuti i carabinieri, che indagano sull’incidente, e la polizia locale.