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Flaminia, si apre la rotatoria provvisoria a Spoleto

Anas comunica che nella serata di mercoledì 12 febbraio sarà aperta in configurazione provvisoria di cantiere la rotatoria in corso di realizzazione a Spoleto, sulla strada statale 3 Flaminia.

In questa fase conclusiva dei lavori saranno quindi consentite tutte le manovre di ingresso e uscita in entrambe le direzioni.

Anas ha infatti completato tutte le attività previste in corrispondenza degli svincoli di Monteluco e Spoleto, compreso il nuovo impianto di illuminazione.

I lavori proseguono ora al centro della rotatoria per completare la realizzazione dell’opera.

A seguire sarà realizzata la pavimentazione definitiva, le barriere laterali di sicurezza e il marciapiede. L’ultimazione è prevista entro Pasqua.

L’intervento consentirà di migliorare la fluidità del traffico e innalzare i livelli di sicurezza per la circolazione, sia per il traffico lungo la direttrice Flamina che per quello in ingresso/uscita dalla viabilità locale.

La rotatoria avrà un diametro esterno di 36 metri e sarà dotata di un nuovo impianto di illuminazione. Sarà inoltre realizzato un attraversamento pedonale, anch’esso illuminato e collegato con marciapiede sia lato Spoleto che lato SP462.

I lavori rientrano nel piano di riqualificazione e potenziamento della SS3 “Flaminia” nel tratto Spoleto-Terni, avviato da Anas per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro finalizzato a risolvere le principali criticità dovute alla conformazione del tracciato e innalzare gli standard di sicurezza.

Il piano include 6 interventi di risanamento strutturale dei viadotti e 10 interventi di miglioramento del tracciato, tra i quali allargamenti in curva, sistemazione di incroci a raso e la realizzazione di una corsia aggiuntiva per i veicoli lenti in alcuni tratti.

Geloso, perseguita la moglie anche di fronte alla loro bambina

A causa della sua gelosia non risparmiava sfuriate, umiliazioni ed anche aggressioni fisiche nei confronti della compagna, anche in presenza della loro bambina.

Proprio per timore che la situazione potesse nuocere in particolare alla piccola, la donna ha deciso di denunciare tutto alla polizia di Perugia, chiedendo di essere accolta, insieme alla figlia, in una struttura protetta.

Le indagini – anche attraverso le testimonianze raccolte da altre persone informate su quanto avveniva in quella casa – hanno portato a richiedere nei confronti del 26enne l’allontanamento e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna. Misura emessa dal gip, visti i gravi indizi di colpevolezza.

Per evitare che l’uomo violi le prescrizioni, gli è stato applicato il braccialetto elettronico.

Bandecchi manda i vigili all’Ast: “La prepotenza non porta mai serenità” VIDEO

“Manderò la polizia locale tutti i giorni a controllare”, aveva detto il sindaco di Terni Stefano Bandecchi. E lunedì si è presentato ai cancelli dell’Ast insieme agli agenti della polizia locale e ai dirigenti comunali Federico Nannurelli e Claudio Bedini.

Le pattuglie della vigilanza ambientale, coordinare dalla comandante Gioconda Sassi, hanno visionato anche il parco scorie, come si vede in un video pubblicato su Instagram dallo stesso Bandecchi.

“Abbiamo trovato un po’ di polvere e parecchie cose fuori posto. La polvere dilaga e prima di guardare quanto costa l’energia sarebbe meglio guardare la Salute di tutti. Chi lavora e chi sta fuori. La prepotenza non porta mai serenità . Arrediamo come va a fini’ …” le parole del primo cittadino a commento del video.

Bandecchi ha anche detto che si è trattato solo dell’inizio di una serie di verifiche che saranno fatte su Ast. Evidente il riferimento alla nota con la quale nei giorni scorsi l’azienda, attraverso il ceo Menecali, aveva detto che senza una soluzione definitiva del problema del costo dell’energia il Gruppo Arvedi non avrebbe firmato l’Accordo di programma. Una presa di posizione che ha messo in allarme anche la Regione, che ha chiesto la convocazione del tavolo ministeriale sul piano industriale ed ha invitato a Terni i parlamentari europei e nazionali.

Anziana prof ferita in casa, denunciato un minorenne

Denunciato un minorenne per l’aggressione subita in casa lo scorso 7 gennaio da una professoressa in pensione. La donna, di 83 anni, aveva trovato uno sconosciuto, all’alba, nella sua abitazione, nella zona della stazione ferroviaria, a Terni.

Il giovane, prima di fuggire, l’aveva ferita gravemente al volto con un coltello.

La donna era stata trasportata all’ospedale di Terni. Subito erano scattate le indagini da parte dei carabinieri per risalire all’autore dell’aggressione.

Ora la svolta, con la Procura di Terni che ha inviato gli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Perugia, procedendo nei confronti del minorenne, al quale vengono contestati i rati di rapina aggravata e lesioni.

Al giovane è stato è stato notificato un avviso di accertamenti tecnici irripetibili.

Petardi nel deposito e incendio, denunciati tre giovanissimi

I petardi, fatti esplodere nel magazzino adibito a deposito di atti amministrativi, avevano provocato un principio di incendio. Che il tempestivo intervento dei vigili del fuoco aveva domato, evitando che le fiamme si potessero propagare al resto del deposito.

I carabinieri della stazione di Tavernelle hanno rintracciato e denunciato i tre presunti responsabili del blitz effettuato lo scorso dicembre all’interno del magazzino. Si tratta di due sedicenni e di un ventenne, che dovranno rispondere delle accuse contestate loro. Oltre a parte dei documenti conservati, le fiamme avevano anche danneggiato alcuni mobili del magazzino.

Ma soprattutto, qualora si fosse propagato l’incendio avrebbe potuto costituire un serio pericolo per la pubblica incolumità.

Nodo energia Ast: “Accordo di Programma infruttuosa pantomima”

“Un’enorme perdita di tempo e una generale e infruttuosa pantomima”. L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Francesco De Rebotti, bolla così la vicenda dell’Accordo di Programma con Ast, dopo che il Gruppo Arvedi, attraverso il ceo Dimitri Menecali, ha ribadito che non ci sarà alcuna firma se prima non verrà messa nero su bianco una soluzione “contingente e strutturale” al problema del costo dell’energia. Da sempre posto dall’azienda, sui tavoli locali e ministeriali, come punto imprescindibile per effettuate nuovi investimenti sul polo siderurgico e sul territorio ternano.

“Fin da subito – scrive De Rebotti – è stato chiaro che l’incaglio fosse, come più volte ripetuto, il tema del costo dell’energia e i rinvii per la firma dei mesi scorsi, giustificati dalla prossimità delle elezioni regionali, si dimostrano oggi con evidenza solo un inutile e dannoso tentativo di procrastinare il nulla. Perché, è questa la verità – attacca l’assessore – mai si sono costruite soluzioni che ne permettessero la definizione”.

Scrive ancora De Rebotti: “Oggi la vicenda rischia di condizionare pesantemente il futuro di Ast, della tenuta occupazionale e del progetto industriale all’interno del quale sono contenuti importanti investimenti di matrice ambientale. Abbiamo testardamente inseguito possibili soluzioni al tema energetico, rimane in campo il percorso già avviato dalla Regione sul tema delle concessioni che può portare beneficio alle imprese umbre dal 2029 in poi. Ma ora è indispensabile, dopo la presa di posizione di AST, riportare immediatamente la questione sul tavolo del governo. Non sono più permessi disimpegni per nessuno degli attori in campo. Lo dobbiamo ai lavoratori e alla comunità ternana e regionale”.

Alla luce di queste valutazioni la Regione convocherà in tempi rapidi a Terni i rappresentanti del Parlamento Italiano ed Europeo. Chiedendo l’immediata convocazione del tavolo ministeriale sul progetto industriale di Ast, come invocato dai sindacati nell’incontro avuto venerdì in Regione.

Il Giordano Bruno di Perugia aderisce al progetto italo-francese “Prix Palatine”

A chiusura delle attività di Orientamento in ingresso e consapevole dell’incremento assoluto maggiore di iscrizioni registrato, lo scorso anno, tra tutte le Scuole Secondarie di Secondo Grado del comune di Perugia, il Liceo Linguistico dell’I.I.S. Giordano Bruno, diretto dalla professoressa Anna Bigozzi, presenta il Progetto ‘Prix Palatine’, rivolto alle sezioni Esabac del Liceo Linguistico e concernente l’intero anno scolastico 2024/2025.

Sotto la guida delle due docenti-referenti, la professoressa Cristina Cipolloni e la professoressa Maria Giovanna Gori, due classi del Liceo Linguistico di questo sperimentale Istituto perugino hanno aderito al prestigioso progetto ‘Prix Palatine’, proposto da Palatine e Lutetia, due associazioni culturali fondate a Parigi e a Roma con l’intento di promuovere scambi culturali tra Italia e Francia, in chiave europea. Si tratta di un progetto didattico e cinematografico che sintetizza l’educazione all’immagine e l’apprendimento della lingua francese: organizzato sia in Italia che in Francia, tale premio cinematografico, basato su tematiche socio-culturali e rivolto alla fascia adolescenziale, è riconosciuto da una giuria binazionale, composta da giovani provenienti da entrambi i Paesi.

Tra le competenze-chiave di questo progetto didattico si annoverano l’acquisizione dei primi rudimenti del linguaggio cinematografico, il potenziamento dello scambio culturale tra Italia e Francia, favorendo la costruzione di un’identità culturale europea e il consolidamento della padronanza della lingua francese. «Coerentemente con queste finalità educative – sottolineano le professoresse Cipolloni e Gori – nell’anno scolastico 2024/2025 le classi Esabac hanno aderito al progetto Prix Palatine, che valorizza il dialogo interculturale tra Italia e Francia, fornendo agli studenti gli strumenti per una fruizione consapevole del linguaggio cinematografico e rendendoli partecipi in prima persona come giuria giovanile di film in lingua originale a concorso».

«Gli studenti Esabac – proseguono le docenti-referenti – scoprono di acquisire progressivamente un metodo di approccio efficace e funzionale agli studi e alla comprensione della realtà».

Cos’è l’Esabac

Come si apprende navigando nel sito dell’I.I.S. ‘Giordano Bruno’ di Perugia (https://www.giordanobrunoperugia.edu.it/pagine/liceo-linguistico), al Liceo linguistico ‘tradizionale’ è affiancato il Liceo linguistico con opzione Esabac.

L’offerta formativa si articola in tre opzioni, basate sull’insegnamento delle seguenti lingue: inglese, francese, spagnolo o tedesco, e si basa su 33 ore annuali di conversazione con docenti madrelingua. La Storia viene impartita in francese. Dal terzo anno di Liceo è possibile scegliere l’opzione Esabac per il conseguimento del doppio diploma valido sia in Italia che in Francia: Esame di Stato – Baccalauréat.

Dunque, il percorso Esabac permette il rilascio simultaneo di un ‘doppio diploma’, con i patrocini dell’Ambassade de France en Italie e dell’Intitut Français: l’Esame di Stato italiano e il Baccalauréat francese (quest’ultimo titolo dà accesso all’Università in Francia al pari degli studenti francesi) nelle Scuole Secondarie di II grado con sezione binazionale italo-francese Esabac. Quattro, le ore di Lingua e letteratura francese settimanali e due, le ore di Storia in lingua francese.

Agricoltura dal passato al futuro, esperti a confronto nel convegno Cia a Fabro Scalo

Dalla sostenibilità al ruolo dell’agricoltore nella conservazione del territorio e della biodiversità, fino alle sfide moderne della ruralità. Questi temi che sono stati al centro dell’incontro intitolato “Dal passato al futuro attraverso le sfide del presente”, che si è tenuto a Fabro Scalo, organizzato da Cia Agricoltori Italiani dell’Umbria e con la partecipazione di esperti del settore. Una riflessione sull’evoluzione del settore agricolo, dalle sue radici ancora fortemente presenti nell’attività odierna, sino alle nuove esigenze e criticità, anche legate al cambiamento climatico.

Sono intervenuti Costantino Pacioni presidente Cia Orvieto, Enrico Brugnoli ricercatore, dirigente di spicco del Cnr e membro del Cda del Consorzio della Valdichiana, Emma Tedeschini docente dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia, Enrico Pietrangeli antropologo, Nazzareno Mariucci agronomo, e Isabella Tedeschini consulente d’amministrazione e management aziendale. Le conclusioni sono state affidate a Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale.

Pacioni ha parlato di «una situazione di difficoltà» per gli agricoltori, sottolineando come i costi sostenuti non siano adeguatamente coperti. «Se sul carrello della spesa si percepisce un netto aumento, quello che noi vediamo è una diminuzione del prezzo alla produzione. Ogni 100 euro che il consumatore spende al supermercato, l’agricoltore guadagna 1,8 euro, che è una cifra pari a circa il 2% del totale. In meno di dieci anni, l’Umbria ha perso il 25% delle sue aziende agricole, un fenomeno che ha portato a un progressivo abbandono di terreni, al rischio idrogeologico e incendi. Non possiamo più andare avanti in queste condizioni. Se c’è un incremento nell’industria di trasformazione, si registra una diminuzione del 30% nella produzione agricola. Alle istituzioni chiediamo di essere ascoltati su tutti questi aspetti».

Enrico Brugnoli ha spiegato come il cambiamento climatico stia impattando sull’agricoltura e sulla disponibilità di acqua, sottolineando l’importanza «della gestione delle acque per l’agricoltura e sulla manutenzione del territorio per fronteggiare l’aumento di eventi estremi con frequenti inondazioni ed erosione del suolo». Brugnoli ha anche fatto cenno all’esperienza maturata all’interno del Consorzio di bonifica e a alcuni progetti che mettono al centro «una agricoltura cosiddetta di precisione».

La professoressa Emma Tedeschini ha presentato il progetto di “Citizen Science”, che coinvolge i cittadini nella ricerca agricola che studia il microbiota delle foglie di lattuga, con la partecipazione attiva delle comunità locali che partecipano direttamente alla sperimentazione». Una delle fasi del progetto si svolgerà nel territorio dell’alto Orvietano, dove i cittadini contribuiranno alla raccolta di dati e alla sperimentazione sul campo». Pietrangeli ha discusso il fenomeno del Neoruralismo, un controesodo dalle città alla campagna, dove le pratiche agroecologiche contrastano il modello agricolo industriale. «Esempi concreti di pratiche agroforestali mostrano come queste nuove realtà rurali stiano rispondendo alle sfide attuali, combinando tradizione e innovazione in modo efficace e trasformativo». L’agronomo Mariucci ha parlato delle opportunità offerte dai bandi del Csr in Regione Umbria attualmente disponibili e aperti.

Isabella Tedeschini ha evidenziato l’importanza di valorizzare le tradizioni agricole locali, mantenendole vive e adattandole alle specificità del territorio. Tre aree di lavoro: «il capitale umano – ha spiegato – la valorizzazione del territorio e la perseveranza necessaria per portare avanti il cambiamento». Il presidente regionale Bartolini ha concluso l’incontro ricordando che la conoscenza del passato è cruciale per evitare gli stessi errori. Ha evidenziato l’evoluzione del settore agricolo nel dopoguerra, ma anche il declino dei modelli di agricoltura familiare e biodiversità. Contrariamente a quanto affermano alcuni politici», ha detto, «i dati Istat mostrano che nel 2024 le aziende agricole sono scese sotto il milione, rispetto ai 3 milioni di venti anni fa. Se l’export agroalimentare aumenta noi siamo felici ma se contestualmente la produzione di materie prime del nostro paese diminuisce, chi difende l’agricoltura italiana non può tacere o gioire».

Accordo di programma, Ast ribadisce: prima risolvere il nodo energia

O si risolve in modo definitivo, “contingente e strutturale”, il nodo dei costi energetici o Arvedi Ast non firmerà l’Accordo di programma.

All’indomani dell’incontro in Regione in cui è stato prospettato ai sindacati che resta fermo, come garantito dal ministro Urso, di arrivare entro febbraio alla firma dell’Accordo di programma, la proprietà delle Acciaierie ternane mette (o per meglio dire, rimette) un punto fermo che gela le aspettative di lavoratori e imprese dell’indotto.

Con una nota, l’amministratore delegato dell’azienda, Dimitri Menecali, ribadisce la necessità di “risolvere il problema del costo dell’energia prima di qualsiasi Accordo di programma”.

Concetto meglio esplicato nel prosieguo della breve, ma esplicativa nota: “Nessuno, e dunque neppure Arvedi Ast in buona fede può assumersi la responsabilità di firmare un accordo che non contenga la soluzione, contingente e strutturale, del costo dell’energia, poiché comprometterebbe la competitività, lo sviluppo, il rilancio dell’azienda e il futuro dei posti di lavoro”.

Il messaggio – nonostante le rassicurazioni di Regione e Governo – è chiaro: se non si trova una soluzione definitiva e duratura al problema dei costi energetici, il gruppo Arvedi non intende assumersi formali per il polo ternano.

Un “paletto”, quello ribadito dalla proprietà, che rischia quantomeno di spostare l’arco temporale per la sospirata firma dell’Accordo di programma.

Vertice su Ast, i sindacati pressano il Governo sull’Accordo di programma e Arvedi per il Piano industriale

Da una parte le sollecitazioni al Governo affinché metta effettivamente in campo gli strumenti di incentivi pubblici a supporto degli investimenti privati indicati nell’Accordo di programma per Terni. Dall’altra, la richiesta al gruppo Arvedi di presentare un Piano industriale che disegni realisticamente il ruolo del polo siderurgico ternano anche nel mercato internazionale.

Ast, tra nodo energia e accordo di programma:
la nota dell’ad Menecali

E’ quanto Cgil, Cisl e Uil hanno porto sul tavolo, nell’incontro convocato dalla Regione su sollecitazione degli stessi sindacati per hiarire lo stato di avanzamento dell’Accordo di Programma per Arvedi Acciai Speciali Terni.

Cgil-Cisl-Uil di Terni condividendo quanto espresso e sollecitato dalle organizzazioni metalmeccaniche, confermano tutto il proprio supporto, alle stesse, nella delicata discussione che riguarda il sito Ast sia in termini di prospettiva di sviluppo che occupazionale.

L’appello al Governo

“Come Cgil Cisl Uil – scrivono i sindacati – riteniamo che se da una parte l’Accordo di programma rappresenta una occasione da non dissipare, dall’altra è anche un’occasione per rivitalizzare quelle Relazioni industriali che hanno fatto di Terni un punto di riferimento per la manifattura e il sindacato.
Relativamente all’accordo di programma, abbiamo ribadito che la legittima richiesta del gruppo Arvedi effettuata nei confronti del Governo, relativa al supporto degli strumenti di finanza pubblica al piano di investimento privato, va portata velocemente a conclusione, verificando e esplicitando una volta per tutte i contenuti, facendo assumere agli attori istituzionali e aziendali la responsabilità della firma o non firma per chiudere questo lungo periodo di indeterminatezza e transizione”.

Il Piano industriale

“L’esito della discussione sull’Accordo di programma – aggiungono però i sindacati – non può inficiare comunque la necessità e l’urgenza di approfondire e condividere un piano industriale, che garantisca al sito di Terni la capacità di rimanere un player internazionale e soprattutto per il valore che Ast rappresenta nell’economia territoriale, regionale, nazionale ed europea”.

Cgil, Cisl e Uil hanno così avvalorato la necessità di discutere e certificare in sede di Governo il Piano Industriale di Ast, “come sempre fatto nella storia delle relazioni sindacali ternane” ricordano, al fine di avere certezze “sugli impegni che l’attuale proprietà intende assumere per garantire la strategicità delle produzioni di acciai speciali; per gli investimenti per un piano di sviluppo commerciale, di processo e di prodotti; per le risorse per un piano ambientale; per un piano sociale rivolto all’occupazione dei diretti, operai impiegati e quadri, e dell’indotto”.

Cgil Cisl Uil ritengono Arvedi Ast un global player in grado di elaborare un Piano industriale rivolto anche al mercato internazionale, “in grado di garantire, potenziandoli ulteriormente, gli standard in materia di qualità del lavoro e rispetto dell’ambiente”.

Nuovo “Patto di Territorio”

Nell’incontro i sindacati hanno evidenziato, come sollecitato da tempo e purtroppo inascoltati, che un eventuale Accordo di programma per Ast debba essere ricompreso dentro un nuovo Patto di Territorio “capace di ‘rigenerare’ gli strumenti e i riconoscimenti già presenti, implementarli con i nuovi, cogliendo le sfide europee legate alla sostenibilità ambientale economica, sociale. Dobbiamo lavorare attorno ad uno strumento più inclusivo – dicono i rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil – capace di immaginare una città sostenibile in grado di fermare il declino. Insomma ragionare di un nuovo Patto di Territorio per il comprensorio all’interno di un nuovo modello di sviluppo, rappresenta la capacità di individuare un orizzonte ed un progetto territoriale capace di capitalizzare le tante risorse disponibili, accrescere fattori localizzativi e competitivi, per uno sviluppo complessivo di tutto il sistema territoriale aumentandone l’attrattività, generando nuova e buona occupazione e migliorando complessivamente la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini”.