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Armata di forbici va a rapinare più negozi a Corciano

Armata di forbici, con il volto parzialmente coperto, ha intimato alla commessa di un negozio, all’interno di un centro commerciale a Corciano, di consegnarle i soldi della cassa.

Giunti sul posto gli agenti della Squadra Volante hanno preso contatti con la dipendente del negozio e sulla base delle informazioni raccolte si sono mezzi alla ricerca della donna.

Poco dopo, la Sala Operativa comunicava agli operatori che, nelle vicinanze, era stata consumata un’altra rapina di pochi euro ai danni di un centro estetico ed un successivo tentativo di rapina presso un fornaio della zona, sempre da parte di una donna corrispondente alle descrizioni della persona ricercata.

Raccolti ulteriori dettagli, gli agenti sono risaliti all’identità della rapinatrice, una cittadina italiana classe 1974, con a proprio carico numerosissimi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio ed in materia di sostanze stupefacenti, rintracciando la stessa presso il proprio domicilio.

Una volta terminate le attività di rito, la 50enne è stata indagata in stato di libertà per i reati di rapina aggravata e tentata rapina.

La storia di Vetrya, la “Google italiana” finita in liquidazione: ex dipendenti ancora in attesa delle spettanze

La stampa nazionale l’aveva definita la Google italiana, ma la vicenda imprenditoriale di Vetrya, la internet company guidata da Luca Tomassini specializzata in servizi digitali, si era bruscamente interrotta nel 2021, con la messa in liquidazione ed ora molti degli ex dipendenti devono ancora ricevere le loro spettanze ed il trattamento di fine rapporto.

Complessivamente sono 65 i dipendenti che vantano crediti verso Vetrya. Pur essendo creditori privilegiati, attendono da tre anni di ottenere quanto spetta loro.

Parla uno degli ex dipendenti

“Abbiamo lavorato con orgoglio, fiducia ed abnegazione in quella che era definita come la Google Italiana, il fiore all’occhiello di Orvieto – dice uno di loro, in rappresentanza di una ventina di lavoratori – la società ha effettivamente passato tempi d’oro. Fin quando abbiamo notato, a partire dall’anno 2020, le prime avvisaglie che potevano indicare delle problematiche, presumibilmente riconducibili ad una situazione di dissesto finanziario. Le voci giravano anche al di fuori, attraverso i canali media, ma, alla richiesta di chiarimenti, ci veniva risposto di non dare peso a chi voleva la rovina di Vetrya e del suo amministratore delegato. Ma la situazione interna indicava altro-prosegue l’ex dipendente di Vetrya- come la dipartita di molte figure portanti dell’azienda. Noi però venivamo ancora tranquillizzati da quella che si definiva una famiglia”.

Il licenziamento collettivo

Nel giro di un mese e mezzo si consumò un drammatico, complesso quanto inaspettato licenziamento collettivo, ufficializzato il 3 dicembre 2021, mentre Vetrya veniva messa in liquidazione. Molti dipendenti optarono per le dimissioni volontarie prima che l’azienda affondasse definitivamente.

La nascita di Quibyt e il concordato

Nel frattempo, Tomassini aveva avviato un nuovo progetto, dando vita alla società, Quibyt. Il 6 ottobre 2023 è stato omologato un piano concordatario presentato da Vetrya al Tribunale di Terni che prevedeva un piano di pagamento di tutti i debiti contratti dalla società ed evitare il fallimento della stessa società e dell’amministratore delegato.

“Secondo il concordato i nostri crediti sarebbero stati soddisfatti entro un anno dall’omologa, ma ad oggi, a seguito di aste immobiliari andate deserte, i termini di pagamento sono stati disattesi senza previsioni certe e prospettando soddisfacimenti parziali – spiega l’ex dipendente -. Siamo arrabbiati? Certo, per il trattamento riservatoci negli ultimi mesi di vita di Vetrya e soprattutto oggi che da più di tre anni aspettiamo di vedere rispettati i nostri diritti di lavoratori”.

L’avvocato Francesco Carnevali dello studio CA Restructuring, incaricato della liquidazione, spiega così i motivi che hanno portato al tracollo di quella che veniva considerata una delle aziende italiane più promettenti tra quelle quotate in Borsa: “Lo stato di crisi in cui versava la società è stato determinato da una serie di fattori concomitanti, quali, da un lato, l’instabilità creatasi a causa della pandemia da covid e, dall’altro lato, la sostanziale chiusura del mercato dei servizi cosiddetti servizi a valore aggiunto che permettevano di effettuare acquisti addebitando i pagamenti sulla bolletta dell’operatore di telefonia mobile-spiega il legale. In particolare, a seguito della radicale modifica del mercato imposta dalla Autorità di regolazione di settore in cui operano gli operatori di telefonia mobile e fissa, ha determinato che Vetrya non potesse più svolgere l’attività che generava una parte importante del fatturato e in relazione alla quale le maestranze impiegate dedicavano la parte più significativa della propria attività”.

Il piano proposto ai creditori

Il piano proposto ai creditori ha previsto di realizzare una provvista distribuibile derivante dai flussi finanziari conseguenti alla prosecuzione dell’attività di impresa, derivanti dai corrispettivi di cessione dei rami d’azienda, alla dismissione del patrimonio immobiliare e all’apporto di finanza esterna da parte del socio di riferimento.

La proposta di concordato

Nel dicembre dello scorso anno la proposta di concordato con continuità aziendale presentata dagli advisor di Vetrya in liquidazione è stata ammessa al concordato. Ancora l’avvocato: “L’omologazione del concordato in continuità di Vetrya spa in liquidazione è un evento estremamente positivo per l’area di Orvieto in quanto l’attività proseguita in capo ai due rami d’azienda ceduti è un’opportunità di occupazione e sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali correlate ad un settore economico in costante sviluppo”.

Cellula terroristica jihadista, tra i 5 giovani arrestati anche una donna a Spoleto

C’è anche una donna residente a Spoleto tra le cinque arrestate perché accusate di avere costituito (quattro di loro, per la quinta si ipotizza il rato di aver favorito l’addestramento) un’associazione terroristica d’ispirazione salafita – jihadista declinata in chiave takfirista, denominata “Da’wa Italia” per mezzo della quale ponevano in essere condotte strumentali alla promozione, al consolidamento ed al rafforzamento delle formazioni terroristiche denominate “Al Qaeda” e “Stato Islamico”. Gli altri, tutti giovani, sono residenti nelle province di Bologna, Milano e Udine.

La Procura della Repubblica di Bologna – Dipartimento Antiterrorismo ha coordinato un’indagine condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri culminata con l’esecuzione di una misura cautelare personale a carico dei cinque.

In particolare, attraverso la propaganda di contenuti jihadisti e al reclutamento di nuovi adepti alla causa, si sono dimostrati pronti a raggiungere i territori controllati dalle milizie jihadiste in Africa e Siria, circostanza che si sarebbe già concretizzata per uno dei sodali, il quale avrebbe abbandonato il territorio nazionale per recarsi nel Corno d’Africa prima dell’emissione del provvedimento cautelare eseguito in data odierna.

Per quanto riguarda il quinto giovane, fratello della principale indagata del gruppo, si ipotizza nei suoi confronti l’avvio di un processo di radicalizzazione proprio sotto l’egida della sorella, e a suo carico l’Autorità Giudiziaria contesta l’ipotesi dell’addestramento finalizzato a un possibile arruolamento nell’ambito di organizzazioni terroristiche jihadiste. Tutti i soggetti avrebbero operato sul territorio nazionale, attraverso la rete internet.

L’inchiesta, rivelatasi complessa e articolata e condotta mediante l’importante coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, è stata avviata nel settembre 2023, partendo dall’azione di monitoraggio sui circuiti radicali di matrice jihadista, con particolare attenzione alla diffusione di contenuti di propaganda attraverso la rete, ormai divenuto formidabile strumento per avvicinare e fidelizzare soprattutto giovani di seconda generazione con un background migratorio o ragazzi italiani in cerca di una chiara identità e che più di altri subiscono la fascinazione della retorica jihadista globale.
In questo contesto, le investigazioni si sono concentrate in prima istanza sul ruolo ricoperto da una giovane pakistana cresciuta e residente a Bologna, la quale, evidenziando particolare attivismo ed emergendo per l’incessante opera di proselitismo, è stata sin da subito in grado di coinvolgere un’altra giovane di origine algerina cresciuta e residente a Spoleto, insieme alla quale avrebbe formato un gruppo a sé stante dedito alla propaganda e denominato appunto “Da’wa”, che in arabo significa “chiamata”, intesa nella sua accezione di invocazione ad abbracciare la “giusta” versione dell’Islam.

Gli ulteriori approfondimenti hanno permesso di identificare altri partecipi al sodalizio ed in particolare acquisire gravi indizi di reità nei riguardi di un giovane cresciuto a Milano che si ritiene essersi unito alle milizie jihadiste operanti in Corno d’Africa e di un altro di origine turca, da molti anni residente tra le provincie di Gorizia e Udine dove risultava ben inserito nel tessuto socio-economico della zona.
Nel programma e nelle vicende di questo gruppo si rinvengono alcuni punti cardine del movimento jihadista globale: il sempre maggiore ricorso ai giovani, spesso anche minorenni, che risultano particolarmente affascinati dalla propaganda e che in breve diventano a loro volta strumenti di diffusione del messaggio, oltre a risultare imprevedibili nel potenziale passaggio all’azione e quindi ancor più pericolosi; in questo percorso sembra aver assunto un ruolo centrale il periodo del COVID, che costringendoli a un isolamento forzato ha facilitato un rapido processo di radicalizzazione, oggettivamente amplificato dalla rete internet.

Nel corso delle indagini è stato possibile assistere ad una rapida e per questo preoccupante evoluzione nelle intenzioni degli indagati di non limitare il loro impegno alla sola propaganda di contenuti jihadisti ma di ampliare il raggio d’azione verso nuovi soggetti (è il caso del fratello minore della principale indagata) oltre a ricercare contatti al difuori del territorio italiano per cercare di raggiungere ei territori controllati dalle milizie jihadiste.

Criticità ambientali a Prisciano, a gennaio tavolo con tutti i soggetti interessati

Nei primi giorni del 2025 sarà convocato un tavolo interistituzionale con un tutti i soggetti interessati per lavorare a soluzioni concrete e definitive in merito ai problemi delle vibrazioni e delle polveri per l’abitato di Prisciano. E’ quanto fa sapere l’assessore regionale all’Ambiente della Regione Umbria, Thomas De Luca, che ha partecipato al tavolo sulla questione relativa alle polveri e alle vibrazioni nell’abitato di Prisciano.

“Sebbene la convocazione del tavolo da parte dal Comune di Terni sia arrivata solo due ore e venti minuti prima dello svolgimento dello stesso – afferma De Luca – ho fatto in modo di poter essere presente dimostrando l’inedito impegno da parte della Giunta regionale su questo tema. Voglio ringraziare la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e i colleghi di giunta per aver avuto questa sensibilità dimostrando massima attenzione sulla questione ambientale di Prisciano”.

“La Regione – prosegue l’assessore – è a piena disposizione dei cittadini del Comitato di Prisciano. Disponibilità che non è una novità ma che hanno sempre trovato nella mia persona, nei decenni passati in prima linea sulla questione ambientale ternana come già annunciato dalla presidente Proietti, riteniamo fondamentale proseguire nel confronto su un tema così rilevante per la salute e la qualità della vita dei cittadini. La Regione svolgerà in pieno il suo ruolo di coordinamento per affrontare le criticità legate alla questione ambientale di Prisciano che non è più proscrastinabile. Senza dialogo e condivisione si rischia solamente di rallentare le risposte attese da tempo dalla cittadinanza”.

Ast, vertice il 30 dicembre. A gennaio i premi welfare

Costo dell’energia, riconversione del sito ternano e Accordo di programma. Questi gli argomenti all’ordine del giorno dell’incontro con i vertici del gruppo Arvedi che si terrà il 30 dicembre, alle ore 10, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

In quella sede saranno messe sul tavolo alcune proposte per consentire al sito siderurgico ternano di abbattere in parte gli elevati costi energetici, anche con l’interlocuzione della Regione Umbria. Dall’altra, sindacati e Istituzioni attendono che la proprietà faccia passi concreti verso quegli investimenti previsti nell’Accordo di programma.

Intanto, il cavaliere Arvedi ha comunicato ai delegati sindacali che dal 31 gennaio saranno erogati premi welfare a tutti i dipendenti di Ast, di 200 euro ciascuno.

Ora si confida che il vertice romano di fine anno possa traghettare Ast,il suo indotto e la città di Terni verso un 2025 con meno nubi.

Sviluppumbria punta su soft skill e lavoro in team

Soft skill per il benessere aziendale e sostegno psicologico per rafforzare il lavoro in team. Questo il focus della giornata di formazione organizzata per i propri dipendenti da Sviluppumbria nella sede di Foligno, nell’ambito delle attività previste dalla certificazione di parità di genere ottenuta dall’Agenzia lo scorso giugno. Un seminario per valorizzare le competenze trasversali e con l’occasione tracciare le linee guida delle attività di Sviluppumbria. Durante l’incontro, infatti, l’amministratore unico, Michela Sciurpa, con i contributi di Mauro Marini e Fausto Broccoletti, responsabili di Funzione, ha evidenziato l’attività del 2024 e anticipato al personale il budget tecnico per il 2025, che sarà discusso nella prossima assemblea dei soci.

Esperti in campo per un’azienda più competitiva

Con il coinvolgimento di esperte in risorse umane, l’incontro è stato incentrato sulle azioni per rafforzare il lavoro in team. Tra gli interventi, quello della dottoressa Giada Zaccone, che ha presentato il libro “Mindset Quantico” e della dottoressa Federica Bardani, sul tema della comunicazione consapevole; mentre la dottoressa Giulia Rosi ha illustrato il nuovo programma di supporto al lavoro e alla persona che sarà portato avanti nei prossimi mesi con i dipendenti della stessa Agenzia regionale. L’importanza di un incontro sulle soft skills per il benessere aziendale è cruciale, specialmente per un’organizzazione come Sviluppumbria, che ora opera in un contesto più dinamico e flessibile.

L’importanza delle soft skills

Le soft skills, come la comunicazione efficace, il lavoro di squadra, la leadership e la gestione del tempo, rappresentano il cuore pulsante del benessere organizzativo, poiché contribuiscono non solo a migliorare le relazioni interpersonali ma anche a potenziare la produttività e l’efficacia del lavoro. Un progetto intrapreso per raggiungere diversi obiettivi. Favorire la coesione interna, in modo da stimolare un ambiente in cui i dipendenti si sentano valorizzati e parte integrante della mission aziendale. Rafforzare la resilienza e la motivazione: le soft skills aiutano a gestire lo stress e a mantenere un atteggiamento positivo anche di fronte a sfide e cambiamenti; sostenere il cambiamento culturale, promuovendo consapevolezza e approcci innovativi, questi incontri aiutano a costruire un’azienda più agile e in grado di rispondere efficacemente ai bisogni del mercato. Aumentare il benessere individuale e collettivo, poiché lavorare sulle competenze trasversali contribuisce a creare un clima aziendale più sano, dove le persone si sentono riconosciute e supportate.

Sviluppumbria, attraverso queste iniziative, punta ad allinearsi in maniera virtuosa al percorso di crescita della pubblica amministrazione incentrato sull’investimento nelle persone, il primo passo per il successo aziendale e territoriale.

Poliziotti aggrediti alla stazione, arrestati i due stranieri

Sono stati arrestati i due stranieri – un tunisino e un peruviano – che hanno aggredito due agenti della polizia davanti alla stazione ferroviaria di Città di Castello.

Gli agenti erano arrivati alla stazione dopo la segnalazione di un gruppo di ragazzi che stavano infastidendo altri passeggeri. Ma al loro arrivo i poliziotti sono stati aggrediti dal tunisino, già noto alle forze dell’ordine, ubriaco.

Il 41enne ha prima minacciato e ingiuriato gli agenti, per poi scagliarsi contro l’autovettura di servizio, colpendola con pugni, calci e sputi.

Approfittando della confusione creatasi dai passeggeri appena scesi dal treno in arrivo, l’uomo ha telefonato ad un suo amico, peruviano, invitandolo a portarsi sul posto per aggredire insieme gli agenti.

Il 22enne peruviano, anch’egli con numerosi precedenti di polizia, si è avventato a forte velocità con la propria bicicletta su uno dei due poliziotti, colpendolo violentemente e ripetutamente.

Il cittadino tunisino, dopo essersi dato alla fuga, è stato raggiunto presso la propria abitazione e tratto in arresto per i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni personali e oltraggio a pubblico ufficiale.

Il cittadino peruviano, anch’esso datosi alla fuga, è stato rintracciato da personale dell’Arma dei carabinieri di San Sepolcro, nei pressi di una discoteca, e successivamente tratto in arresto per i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni personali e oltraggio a pubblico ufficiale.

I due stranieri sono stati messi a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa dell’udienza di convalida.

Narni, ciclista muore travolto da un’auto sulla Flaminia

Un ciclista è morto sabato pomeriggio dopo essere stato travolto da un’auto lungo la Flaminia, a Castel Chiaro di Narni.

Il ciclista, Alfiero Beco il suo nome, aveva 77 anni ed era residente a Narni. Alla guida dell’auto c’era un altro anziano. Per il ciclista non c’è stato nulla da fare. L’automobilista ha poi accusato un malore ed è stato trasportato in ospedale.

La dinamica dell’incidente è al vaglio delle forze dell’ordine.

Appena tre giorni fa due automobilisti a Perugia erano stati investiti da un’auto, in una strada di campagna parallela a via Pievaiola, nei pressi di Castel del Piano. Nell’incidente uno dei due, Primo Ortolani, ha perso la vita. Anche in quel caso alla guida dell’auto c’era un anziano.

Bottigliata in testa e botte, aggressione a Fontivegge ripresa dalle telecamere

Stanno facendo il giro del web le immagini della violenta aggressione avvenuta nella serata di giovedì nel quartiere perugino di Fontivegge, nei pressi della stazione ferroviaria (davanti all’ex Hotel Astor).

Si vede una persona a terra sanguinante che, dopo essere colpita alla testa con una bottiglia, viene picchiata ripetutamente ad altre. Rissa che, appunto, è stata ripresa.

Qualcuno ha chiamato il 118 e le forze dell’ordine. E’ stato soccorso un tunisino 31enne, vittima dell’aggressione.

Dalle prime attività di accertamento si è appreso che, il cittadino marocchino, per motivi ancora non meglio precisati, era stato poco prima aggredito da alcuni uomini che, dopo averlo colpito con una bottiglia in testa, lo hanno violentemente percosso con calci e pugni.

Trattenuto per le cure presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, il marocchino è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni.

Sono in corso gli approfondimenti investigativi da parte di Polizia e Carabinieri finalizzati a ricostruire la dinamica della vicenda e a identificare le persone coinvolte, anche grazie alle analisi dei sistemi di videosorveglianza cittadini e alle testimonianze delle persone presenti.

Un episodio che riapre le polemiche, anche politiche, sulla sicurezza nel quartiere di Fontivegge.

Video porno anche con bambini, tre arresti in Umbria

Trovati con materiale pedopornografico nei loro computer. Arrestati, a seguito di indagine della Procura della Repubblica di Perugia, tre uomini, residenti in Umbria.

Un’indagine che è stata condotta con attività di cooperazione internazionale svolta dal Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, che ha permesso di acquisire informazioni su tre utenze internet presenti all’interno dei canali virtuali utilizzati per lo scambio di materiale pornografico con minori.

La Procura ha quindi emesso tre decreti di perquisizione nei confronti dei fruitori di materiale pedopornografico, eseguiti dalla polizia postale di Perugia e di Terni. Che ha portato all’arresto in flagranza di reato di tutti e tre i soggetti identificati; due residenti nel Perugino, di 63 e 47, e uno nel Ternano, di anni 65.

Sequestrati due smartphone, oltre a numerosi hard disk, per un totale di circa 20 terabyte, nei quali erano presenti numerosissimi video e foto ritraenti minorenni – anche molto piccoli – coinvolti in atti sessuali con coetanei e con adulti.

Gli arresti sono stati convalidati dai gip a Perugia e a Terni.