Un’intera famiglia intossicata dal monossido di carbonio nella notte, forse a causa di un problema alla caldaia dell’impianto di riscaldamento.
Tragedia sfiorata a Magione, dove sono rimasti intossicati una coppia con i loro tre figli e i nonni dei piccoli.
A dare l’allarme è stato il padre, dopo che la moglie era caduta a terra svenuta.
Sul posto sono giunte più autoambulanze, che hanno trasportato tutti i sette all’ospedale di Perugia, da dove sono stati poi smistati in alcuni centri specializzati fuori regione.
Poteva essere una strage. Cosa che ripropone il tema dell’importanza dei controlli alla caldaia e all’impianto di riscaldamento.
I rilievi effettuati dai vigili del fuoco. Sull’incidente indagano i carabinieri.
Trovato con la cocaina, 19enne arrestato dai carabinieri a Perugia. Si tratta di un giovane albanese, fermato dai militari della Compagnia di Perugia mentre transitava con la sua auto.
Non sapendo spiegare esattamente dove fosse diretto e manifestando agitazione all’atto del controllo, il ragazzo ha insospettito i carabinieri, che hanno così deciso di procedere a perquisizione personale e veicolare d’iniziativa, trovandolo in possesso di 16 dosi di cocaina per un totale di 12 grammi.
Le attività, subito estese al domicilio del giovane, hanno consentito agli operanti di rinvenire anche materiali per il confezionamento, nonché 1.135 euro in contanti, verosimile provento delle attività di spaccio.
Il giudice del Tribunale di Perugia ha convalidato l’arresto, applicando all’interessato la misura del divieto di ritorno nella regione Umbria con confisca del denaro sequestrato.
Ancora una episodio nel carcere di Terni. A derne notizia è Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). Un detenuto psichiatrico di origine pugliese, ristretto al Padiglione della Media Sicurezza, in stato di forte agitazione, “con inaudita ira e senza alcuna motivazione”, ha aggredito inizialmente il Sovrintendente preposto di turno, tentando di colpirlo sollevando e lanciando la sedia dell’ufficio. Successivamente, in preda ad un vero e proprio raptus violento, vedendo giungere l’assistente capo, ha provato a colpirlo più volte al volto, invano, ma ferendolo comunque al gomito sinistro. Stessa sorte anche all’ispettore di Sorveglianza Generale che, intervenuto nell’immediatezza per cercare di riportare il detenuto alla calma ed accompagnarlo nella Sezione di appartenenza, ha rischiato di essere colpito al volto con una testata.
Il sindacalista evidenzia che il detenuto, prima di calmarsi, ha assunto comportamenti violenti anche nei confronti di un altro ristretto, percosso solo perché intervenuto per riportarlo alla ragione, continuando ad opporre resistenza al personale intervenuto. Solo grazie alla professionalità del personale della polizia penitenziaria di Terni si è evitato che la situazione degenerasse.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE commenta, sottolineando il problema dei detenuti psichiatrici: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti”.
Per il leader nazionale del SAPPE, “ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Terni. Con la scellerata ed improvvida chiusura nel 2015 degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e il passaggio alle REMS, le residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, i posti a disposizione per ospitare i detenuti con questi disagi non sono sufficienti a colmare le reali necessità e per questo molti di loro sono stati rinchiusi nelle carceri. È così che anche a Terni” gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali”.
Il leader del SAPPE ricorda, inoltre, che “il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant’è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale”.
“Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Terni, al netto delle attestazioni di solidarietà e vicinanza ai poliziotti feriti – conclude Capece – per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.
Un pacchetto di 12 ore di sciopero. A cominciare da martedì 19 novembre. Questa la decisione delle segreterie territoriali e le Rsu di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici per tutti i lavoratori del comparto metalmeccanico di Arvedi-Ast, Tubificio e indotto.
Le prime 4 ore di astensione dal lavoro a fine turno sono programmate per martedì 19. Le successive 8 ore saranno modulate nei prossimi giorni, in base all’evoluzione della situazione.
Questa la forma di protesta decisa dopo le assemblee seguite allo stato di agitazione proclamato a causa della fase di stallo, delle incertezze sul piano industriale e “all’indisponibilità dell’azienda – lamentano i sindacati – di discutere un piano industriale sganciato dall’accordo di programma”.
In considerazione di quanto previsto a livello nazionale, con il blocco/sciopero degli straordinari deciso dopo la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, i sindacati “invitano tutti i lavoratori a non dare la propria disponibilità alle entrate anticipate e comunque a prolungare l’orario di lavoro”.
I sindacati diffidano la Direzione aziendale dal fare “forzature sul cambio turno in caso di squadre sottorganico e consentire il normale orario di lavoro, prevedendo eventualmente solo la prestazione straordinaria per la messa in sicurezza degli impianti”.
Presentati nella sede del Cesf-Centro edile per la sicurezza e la formazione di Perugia i risultati del progetto “Ri-costruire il futuro – per l’integrazione socio-lavorativa dei carcerati” che, partito nel mese di febbraio, aveva come obiettivo la formazione professionalizzante dei detenuti e il successivo inserimento lavorativo nelle imprese del territorio. Progetto che in pochi mesi ha portato all’inserimento lavorativo di cinque detenuti che beneficiano delle misure diurne alternative alla detenzione.
Nella prima fase del progetto, sostenuto dalla Fondazione Perugia, i funzionari dell’istituto penitenziario hanno selezionato 25 detenuti tra quelli in possesso dei requisiti per accedere ai benefici dell’articolo 21 (e dunque che possono essere autorizzati ad uscire dal carcere durante il giorno per recarsi al lavoro). Tra questi, i delegati del Cesf hanno individuato 15 allievi interessati a lavorare nel settore delle costruzioni sia durante il periodo di semi-libertà che a fine pena.
Dal 15 maggio questi allievi hanno iniziato a frequentare le lezioni dapprima nel laboratorio attrezzato all’interno del complesso penitenziario e, successivamente, nel cantiere-scuola appositamente creato all’interno del perimetro carcerario. Nel corso dei mesi, alcuni partecipanti si sono ritirati per ragioni diverse, mentre quelli che hanno portato a compimento il percorso sono stati nove.
Nel mese di settembre sono stati avviati i colloqui tra le associazioni datoriali del settore e le imprese edili del territorio per individuare quelle disponibili ad inserire nel proprio organico gli allievi potenziali beneficiari delle misure alternative alla detenzione e, successivamente, si sono svolti i colloqui individuali tra i rappresentanti delle imprese e i partecipanti al corso. Il corso si è concluso il 23 ottobre con la consegna degli attestati ai partecipanti.
“Per la realizzazione del percorso formativo – ha sottolineato Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso – è stata fondamentale la sensibilità delle aziende sia quelle che si sono rese disponibili ad accogliere i detenuti alla fine del percorso sia quelle che hanno contribuito, vista la finalità sociale dell’iniziativa, mettendo a disposizione con sconti importanti, o addirittura gratuitamente, alcuni materiali e attrezzature indispensabili per la realizzazione delle attività. In particolare, un sentito ringraziamento va alle aziende Mac srl, Kimia spa e Sir Safety System spa. Questa iniziativa ha rappresentato la prima tappa di un percorso. Le parti sociali, infatti, hanno già deciso di rifinanziare un’altra esperienza analoga che miglioreremo nei contenuti, nei tempi e anche nella possibilità di entrare nel mondo del lavoro”.
A presentare i risultati del progetto sono stati Antonella Grella, direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario Perugia “Capanne” e Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso. Erano inoltre presenti AgostinoGiovannini, presidente Cesf, GiulianoBicchieraro, vicepresidente Cesf e Segretario Filca-Cisl Umbria, AlbanoMorelli Presidente Ance Umbria, ElisabettaMasciarri, segretario Fillea-Cgil Umbria, Moreno Mattiacci, membro della Segreteria di Feneal-Uil Umbria, Pasquale Trottolini, direttore Cna Costruzioni Umbria e Augusto Tomassini, presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia Perugia e Amato Naticchioni, imprenditore in pensione che ha messo a disposizione le sue competenze come docente del corso. Il progetto rientra nell’ambito del Protocollo d’intesa per promuovere l’inclusione dei detenuti sottoscritto nei mesi scorsi da tutte le parti sociali che hanno sostenuto l’iniziativa.
Nel ringraziare Fondazione Perugia per l’importante sostegno dato al progetto, la direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia “Capanne” Antonella Grella ha sottolineato come “Il percorso sia stato molto importante perché ha potuto offrire ai detenuti una formazione specifica nel settore edile. Se il carcere, infatti, ha come mandato quello di promuovere percorsi di reinserimento lavorativo è prima di tutto importante fornire delle competenze specifiche che trovino un riscontro positivo nel mondo del lavoro. Grazie a questo progetto abbiamo potuto creare una connessione tra l’ambito lavorativo e il contesto carcerario, ne siamo molto contenti e confidiamo di poter ripetere questa esperienza anche in futuro”.
Il presidente di Ance Umbria Albano Morelli, oltre a ringraziare tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita del progetto, ha espresso la sua profonda soddisfazione: “E’ la dimostrazione concreta di come il settore edile sia strettamente connesso con la società civile, non solo nel suo ruolo più evidente di costruzione e manutenzione di edifici e infrastrutture, bensì anche in quello di fucina di opportunità o -come dimostra questo percorso – di seconde opportunità. Da sempre crediamo nel lavoro e nella sua dignità come elemento di crescita umana, prima ancora che professionale, per questo non potevamo esimerci dal mettere con entusiasmo le nostre energie e le nostre imprese a disposizione della rieducazione e del reinserimento di queste persone”.
Anche per il presidente di CNA Costruzioni Umbria, Emanuele Bertini “il progetto rappresenta un importante momento di condivisione e di coinvolgimento delle fasce più fragili della società, con l’intento di dare piena realizzazione agli obiettivi di reinserimento e riabilitazione previsti dal nostro ordinamento e dalla Costituzione stessa. Per questo ne riconosciamo il grande valore sociale e morale”.
Così Pierangelo Lanini, presidente regionale ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria: “Siamo felici ed orgogliosi di essere stati insieme ad Ance e Cna e le parti sociali tutte, parte in causa nel sostenere questo progetto perché dare una seconda possibilità a chi esce da un percorso di vita è fondamentale per la propria dignità e permette di realizzarsi come persona. Ricreare una passione ed un amore per il lavoro è proprio di ogni essere umano e tipico dello spirito Artigiano che noi rappresentiamo”.
“Per noi Il lavoro è dignità – ha concluso ElisabettaMasciarri, segretario Fillea-Cgil Umbria anche a nome dei Segretari di Filca-CISL Umbria, Giuliano Bicchieraro, e di Feneal-UIL Umbria Alessio Panfili – per questa ragione il protocollo carceri e la conseguente attività di formazione di alcuni detenuti è un percorso che ci rende orgogliosi del sistema bilaterale. Abbiamo investito in questa idea, perché riteniamo che il recupero passi anche attraverso la creazione di un percorso di lavoro, per questo ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito fattivamente alla riuscita del progetto”.
E’ morto sotto al trattore su cui stava lavorando e che si è ribaltato. La vittima è un 69enne, rimasto appunto sotto il trattore ribaltatosi nell’incidente che si è verificato in Strada Mugnano Fontignano, nel comune di Perugia.
Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di corso Cavour, che hanno richiesto il supporto di una squadra per estrarre il corpo dell’uomo da sotto il mezzo agricolo, ormai senza vita. Il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.
Sul posto intervenuti i carabinieri, che indagano sull’incidente, e la polizia locale.
Terminato il ciclo di assemblee in Acciai Speciali Terni e Tubificio, le segreterie regionali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e le Rsu del Gruppo Arvedi Ast hanno proclamato lo stato di agitazione, lamentando incertezza sul piano industriale.
I sindacati lamentano il proseguimento della fase di stallo e l’indisponibilità dell’azienda a discutere un piano industriale “sganciato dallo stesso accordo di programma”.
“I lavoratori e le lavoratrici – ricordano i sindacati – da oltre due anni con senso di responsabilità hanno reso sostenibile la lunga fase di incertezza che ha anche determinato un cambio sull’organizzazione del lavoro modificando tempi, carichi, ritmi e rapporti con alcuni livelli dirigenziali controproducenti nel confronto con i lavoratori. Non viene riconosciuto il sapere dei lavoratori e per questo viene meno il senso di appartenenza. Tutto questo – spiegano – contribuisce all’aumento del malcontento generale con l’aggiunta del fatto che nell’ottica delle razionalizzazioni e delle efficienze le azioni introdotte si sono limitate, troppo spesso, a semplici comunicazioni, senza un coinvolgimento appieno dei lavoratori e delle loro rappresentanze escludendoli, quindi, dai processi di condivisione”.
Infine, segnalano “lo stato di indebolimento in termini salariali e occupazionali delle ditte dell’indotto che invece sono strategiche per i livelli qualitativi, produttivi, di manutenzioni e servizi dello stabilimento”.
Criticità per le quali le segreterie regionali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e le Rsu del Gruppo Arvedi Ast chiedono “un cambio di passo”, e certezze, non solo rispetti agli investimenti da confermare, ma anche su un cronoprogramma per la sua realizzazione, “anche per definire le relative ricadute sul piano sociale e ambientale”.
Nella Rsu di gruppo che si svolgerà venerdì 15 novembre saranno definiti i dettagli della mobilitazione.
Dopo il rafforzamento della sede a Terni, con un punto di riferimento anche nel centro della città, Sviluppumbria rafforza il sostegno alle iniziative imprenditoriali dell’area, in particolare dei giovani under 35 e delle donne. Una fascia sulla quale è stato volutamente orientato il bando “Myself plus 2024”, che la Regione ha messo a disposizione per le micro e piccole imprese con sede operativa in Umbria.
Un sostegno finanziario per quelle attività, anche di lavoro autonomo di recente o prossima costituzione, con particolare riguardo a quelle promosse appunto dai giovani e dalle donne, che così possono ottenere un contributo a fondo perduto e un finanziamento a tasso zero.
A gestire la misura sarà Sviluppumbria, che realizzerà l’attività di orientamento e di supporto per le imprese costituite e per le persone fisiche interessate alla presentazione della domanda, nonché l’attività di supporto e tutoraggio ai soggetti beneficiari nella fase di rendicontazione delle spese ammissibili, al fine di favorire la corretta fruizione delle agevolazioni.
Risorse e spese ammissibili
Le risorse stanziate ammontano ad 1 milione di euro, con una riserva del 25% per i giovani under 35 e del 40% per le donne. Sono finanziabili i progetti imprenditoriali rientranti nella produzione di beni, fornitura di servizi, commercio e artigianato per una spesa complessiva compresa tra euro 10mila e 66.667, con un’intensità di aiuto pari al 95% della spesa ammissibile di cui il 75% finanziamento tasso 0 senza garanzie (max euro 50mila) e 20% contributo a fondo perduto.
Spese ammissibili: macchinari, attrezzature e arredamento; hardware, software, sito web e e-commerce; piccole opere murarie ed impianti; mezzi di trasporto, limitatamente ai casi in cui risultino funzionali e strumentali all’attività; spese correnti come utenze; spese per il business plan; consulenze; affitto locale; pubblicità; acquisto materie prime; formazione.
Come partecipare, date e scadenze invio
La presentazione delle domande di ammissione alle agevolazioni si struttura in due fasi: la prima è riferita alla compilazione della domanda, che può essere avviata fino alle ore 12 del 28 febbraio 2025; la seconda fase è relativa all’invio vero e proprio della domanda, che può essere inoltrata fino alle ore 12 del 28 febbraio 2025. Per l’invio va utilizzato esclusivamente il servizio on line raggiungibile all’indirizzo: https://puntozero.elixforms.it. Il testo completo del bando e la modulistica sono pubblicati sul Supplemento ordinario n. 1 al BUR “Serie Avvisi e Concorsi” n. 44 del 08/10/2024.
Rimasto bloccato lo svincolo per l’autostrada, a Nera Montoro, per un incidente avvenuto poco dopo le 13 sulla via Ortona.
Un tir che trasportava cemento si è ribaltato. L’autista è riuscito ad uscire autonomamente, affidandosi alle cure del 118.
Dal mezzo è uscito del carburante, ma non il carico di cemento. I vigili del fuoco hanno provveduto a mettere in sicurezza il tir. Sarà necessario un trasbordo della calce in polvere per poter rimuovere il mezzo pesante, si prevedono tempi lunghi per la riapertura dello svincolo.
Sul posto stanno operando i carabinieri insieme ai vigili del fuoco.
Un cacciatore spoletino è morto, a seguito di un malore mentre si trovava nei boschi, nella zona di Meggiano, nell’Alta Marroggia.
L’allarme è scattato intorno alle 15. Quando il personale del Sasu dell’Umbria, il personale del 118 e i carabinieri hanno raggiunto l’uomo, per lui non c’era più niente da fare.
Ottenute le autorizzazioni dal magistrato di turno per la rimozione, la salma è stata riportata a Spoleto dagli operatori del Sasu.
Un caso simile, quasi in contemporanea, si era verificato ad Anghiari, in una zona boschiva ai confini tra Toscana e Umbria. I compagni della squadra di caccia al cinghiale, in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso, sono riusciti a raggiungere defibrillatore pubblico, salvandogli così la vita.
A Foligno, in una zona boschiva nei pressi dell’Abbazia di Sassovivo, un cacciatore è invece caduto in un dirupo, ferendosi. E’ stato portato in salvo dal personale del Sasu.
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