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Procede il progetto per la casa della salute di Monteluce

La consigliere regionale Paola Fioroni fa il punto sull’iniziativa

«Il progetto della Casa della salute a Monteluce procede nella direzione auspicata, bene l’impegno di Prelios che conferma quanto dichiarato dall’assessore Coletto in sede di question time»; lo sostiene la consigliera regionale Paola Fioroni . «Fin dall’inizio di questa legislatura – spiega Paola Fioroni – la Giunta Tesei ha lavorato per rimediare alla situazione disastrosa ereditata dalla sinistra che invece di chiedere di non parlare del passato, dovrebbe ammettere una volta per tutte le responsabilità politiche di quanto accaduto. Un quartiere fondamentale per lo sviluppo della città di Perugia abbandonato per dieci anni all’incuria e al degrado. Lavori fermi, fornitori locali indebitati e a rischio fallimento, nessun progetto valido di sviluppo e 50 milioni di euro di finanza creativa andati in fumo: questa la situazione pregressa che ci ha spinto a lavorare nella direzione intrapresa di assicurare un futuro al quartiere Monteluce e inserire nel progetto la Casa della salute». «L’assessore regionale alla sanità Luca Coletto rispondendo a un’interrogazione in Assemblea legislativa – ricorda Paola Fioroni – ha rimarcato l’impegno della Regione ad accelerare i tempi con tutti i mezzi a disposizione per garantire un presidio sanitario fondamentale per il cittadino con risorse del Pnrr e la riqualificazione dell’immobile di via XIV Settembre ad uso sanitario. Le rassicurazioni di Prelios, in risposta a una lettera della presidente Tesei, nel gestire l’operazione Monteluce rappresentano non solo una garanzia degli investimenti, ma confermano la progettazione individuata nel lavoro in sinergia con Palazzo Donini. Dopo anni di abbandono – conclude Fioroni – Monteluce potrà tornare a rivivere, grazie all’impegno della Giunta Tesei nel garantire soluzioni utili alla salvaguardia di un quartiere, dei suoi coraggiosi abitanti e commercianti illusi per un decennio».

 

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Economia umbra sempre più debole secondo Banca d’Italia

Nel 2023 è proseguita la fase di “progressivo indebolimento” dell’attività economica umbra in atto dalla metà dello scorso anno

E’ quanto emerge dall’aggiornamento congiunturale realizzato dalla Banca d’Italia e presentato a Perugia.
A illustrare i dati è stata la direttrice Miriam Sartini. In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) nel primo semestre – è stato detto – il prodotto è cresciuto dell’1,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, in linea con il dato italiano ma in forte rallentamento. L’indicatore coincidente Regiocoin-Umbria, che fornisce una stima dell’evoluzione delle componenti di fondo dell’economia regionale, mostra poi un peggioramento a partire dal mese di marzo e nella fase più recente è divenuto negativo.

 

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La Regione salva i casali e le aziende agricole di san Venanzo

Sono stati prorogati i contratti per le aziende agricole di San Venanzo

L’allarme era stato lanciato da Cia Agricoltori italiani dell’Umbria – che ne dà notizia in una sua nota – nei mesi scorsi e riguardava l’alienazione di una parte consistente del proprio patrimonio immobiliare pubblico.
In particolare la vendita di alcuni casolari con i fondi rurali relativi, sul Monte Peglia nel comune di San Venanzo concessi ad imprenditori agricoli che, dal Dopoguerra in avanti, li hanno abitati, custoditi e tenuti vivi grazie alle attività produttive messe in campo. Agricoltori che, con la scadenza della concessione con la Regione al 31 dicembre 2023, sarebbero stati messi di fronte alla scelta o dell’acquisto o dell’abbandono forzato dell’azienda e con il forte rischio di ulteriore spopolamento di un’area interna e marginale. “Dopo incontri e confronti portati avanti insieme al sindaco di San Venanzo con la Regione Umbria e in particolare con l’assessore Paola Agabiti Urbani – spiega l’organizzazione agricola – è stata approvata la modifica di emendamento della legge regionale 10/2018 che proroga al 2028 i contratti a qualunque titolo stipulati dalla Regione Umbria e dall’Agenzia forestale regionale per la conduzione di aziende agrarie facenti parte del patrimonio immobiliare della Regione Umbria”. “Un’occasione importante – sottolinea la Cia – per continuare un’esperienza positiva che ha messo al centro l’agricoltura utile e sostenibile e valorizzare la comunità che per anni e con fatica ha vissuto un territorio difficile ma al contempo ricco di opportunità. Un ringraziamento va ai consiglieri regionali Simona Meloni e Andrea Fora che hanno sostenuto l’iniziativa di Cia e del Comune e all’assessore regionale Paola Agabiti Urbani che accolto le richieste”.

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Aeroporto, collegamento Perugia-Cagliari anche in inverno

All’aeroporto San Francesco d’Assisi la rotta da e per Cagliari di Ryanair diventa attiva per la prima volta in assoluto anche nella stagione invernale

Lo ha annunciato la compagnia aerea illustrando l’operativo inverno 2023 per lo scalo perugino.
Sono previste, nel complesso, quattro rotte per Catania, Palermo, Londra e appunto Cagliari con voli previsti nei giorni di venerdì e domenica. L’aeroporto internazionale, che ha registrato un +188 per cento di utenti rispetto al pre-Covid, sta per toccare quota 500mila passeggeri. La sola Ryanair ha una previsione di oltre 430mila passeggeri per l’anno fiscale 2024 (+44% rispetto al precedente). Nel complesso, in 17 anni di operatività, la compagnia ha trasportato da e per Perugia 2,6 milioni di passeggeri. I dati sono emersi durante una conferenza all’aeroporto, cui hanno partecipato Umberto Solimeno, direttore generale della società di gestione dello scalo umbro, Sase, e Mauro Bolla, country manager Ryanair. “La collaborazione ha portato frutti straordinari, Ryanair è una delle poche compagnie che cresce anno per anno”, ha osservato il direttore del San Francesco d’Assisi. Scalo che “in termini di crescita rispetto al 2019 è tra i primi aeroporti europei”. Sul futuro, Ryanair sta lavorando all’operativo estate 2024, ma “ancora è presto per dire se ci sarà una nuova rotta”, ha spiegato Bolla sottolineando comunque il “trend positivo” che si riscontra da tempo in termini di passeggeri. Riguardo alla struttura aeroportuale, entro i primi mesi del 2025 dovrebbe essere completato un progetto di ammodernamento. I banchi del check-in, come ha spiegato Solimeno, passeranno da 6 a 10 con raddoppio dell’area di consegna dei bagagli. Ci sarà anche “una piccola estensione del terminal” che “diventerà più fruibile”.

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Supersismabonus, arriva un plafond da 300 milioni

Il Commissario straordinario alla riparazione e ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli, e Intesa Sanpaolo hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato a riservare un plafond di 300 milioni di euro di crediti legati all’utilizzo del Supersismabonus (Superbonus 110% e Sismabonus) nei cantieri della ricostruzione del Centro Italia

Un’operazione resa possibile dalla deroga, prevista dal Governo e varata dal Parlamento lo scorso aprile che, per la ricostruzione degli edifici privati nelle quattro regioni colpite dal terremoto di sette anni fa – Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria -, consente fino a tutto il 2025 la possibilità di beneficiare, del Supersismabonus 110%, assistito sia dalla cessione del credito d’imposta che dallo sconto in fattura. Un intervento voluto per incentivare e accelerare la ricostruzione del tessuto edilizio nei territori colpiti dal sisma del 2016. Con la sottoscrizione del presente protocollo di intesa, le parti intendono disciplinare i termini e le condizioni della collaborazione fra le stesse, per rispondere al bisogno di rendere liquidi i crediti di imposta, acquisiti tramite lo sconto in fattura, alle imprese iscritte all’Anagrafe – costituita ai sensi dell’articolo 30, commi 6 e seguenti del DL 17 ottobre 2016 n. 189, convertito con modificazioni dalla Legge 15 dicembre 2016 n. 229 -. L’obiettivo è quello di ottimizzare l’esposizione finanziaria e di concorrere al rafforzamento patrimoniale delle imprese cessionarie, propedeutico alle attività di recupero e ricostruzione urbana. I crediti che potranno essere acquistati sono riferiti agli interventi ammessi al Superbonus, effettuati o da effettuare, di ristrutturazione, riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli immobili per la riduzione del rischio sismico su edifici residenziali o unità immobiliari a destinazione abitativa per i quali sia stato accertato il nesso causale tra danno dell’immobile e l’evento sismico, situati in uno dei Comuni interessati da eventi sismici. Le imprese iscritte all’Anagrafe avranno la facoltà di presentare a Intesa Sanpaolo la richiesta di un plafond per la cessione dei crediti di imposta che sarà sottoposta a istruttoria e/o vagliata dall’Istituto di credito. Il protocollo d’intesa contribuirà al rilancio economico e sociale di quelle aree del centro Italia fortemente danneggiate dal terremoto. ”A nome dei territori dell’Appennino centrale colpiti dal sisma del 2016 ringrazio Intesa Sanpaolo perché quella di oggi è davvero un’operazione di grande rilievo, che dimostra l’attenzione del Gruppo bancario nei confronti delle nostre comunità – dichiara il Commissario al sisma 2016 Guido Castelli -. Attraverso questo Protocollo saranno messi a disposizione ulteriori 300 milioni di euro, una cifra estremamente consistente che, auspichiamo possa consentire il superamento delle criticità dovute al blocco dei meccanismi di negoziazione dei crediti d’imposta. Questa è un’ulteriore dimostrazione di quanto non solo il governo, ma il sistema-Italia voglia sostenere la ricostruzione post sisma 2016 attraverso la combinazione tra il 110% e il contributo connesso alle pratiche da terremoto. Una combinazione necessaria sia per far fronte all’aumento esponenziale dei costi innescato dall’inflazione che per aumentare la qualità energetica e sismica degli interventi di riparazione. L’obiettivo che mi sono dato nello svolgimento di questa missione, in effetti, è quello di ricostruire innovando il patrimonio edilizio e, attraverso iniziative come il Protocollo firmato oggi, l’Appennino centrale può diventare un punto di riferimento sulla prevenzione e messa in sicurezza del territorio”

Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

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Parte da Norcia la richiesta di una nuova legge per il settore del tartufo

Una legge per salvare la tartuficoltura italiana e nuove tecniche di coltivazione per superare le criticità causate dai cambiamenti climatici

Una legge per salvare la tartuficoltura italiana e nuove tecniche di coltivazione per superare le criticità causate dai cambiamenti climatici:se ne è discusso a Norcia tra la Federazione nazionale tartuficoltori associati e l’Associazione tartuficoltori di Catalonia che hanno dato vita un interscambio di idee tra Italia e Spagna al fine di migliorare le tecniche di coltivazione dei tartufi e sviluppare nuove pratiche gestionali. «Solo lo sviluppo di nuove piantagioni e l’investimento in una maggior gestione forestale orientata, potrà garantire una sopravvivenza del tartufo alle estati sempre più calde e siccitose», ha spiegato all’ANSA Italo Placidilli, presidente dell’Associazione tartufai e tartuficoltori Pietro Fontana Spoleto-Norcia. «L’incontro che si è tenuto a Norcia – ha aggiunto – dà inizio a una collaborazione con i coltivatori spagnoli che sono leader mondiali di sistemi di irrigazione intelligenti, sviluppati per un maggior risparmio idrico. Il sistema industriale italiano, invece, cercherà di commercializzare e di sviluppare nuovi prodotti a base di tartufo nero pregiato. Il percorso avvia un dialogo tecnico ed economico destinato a consolidarsi nel tempo per contrastare il crescente ruolo, nel mercato internazionale, di prodotti provenienti da nuovi mondi. L’assenza di politiche volte a supportare la coltivazione del tartufo in Italia pone il nostro Paese in un ritardo produttivo molto pesante per tutte le aziende del settore». Il presidente ha quindi spiegato che «solo l’adozione di contratti di filiera permetterà una maggior efficienza del settore». «Nel testo di legge che abbiamo presentato – ha concluso Placidilli – chiediamo norme certe per salvaguardare anche le tartufaie naturali attraverso regole più stringenti per i cercatori».

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Vendemmia 2023, timori scongiurati

La peronospera ha fatto meno dal previsto. Produzione ridotta solo del 20 %

A fronte di timori di un calo della produzione di oltre il 50% a causa della diffusione della peronospora, o “muffa bianca”, che può causare gravi danni alle viti e compromettere la qualità e la resa del raccolto, la flessione (in base alle stime Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini) nella regione è stata del 20% (al pari di Toscana e Lazio).
Un dato superiore al -12% fatto segnare a livello nazionale, ma migliore di quello di non poche altre regioni, soprattutto del Mezzogiorno d’Italia. E l’ultimo listino della Borsa Merci di Perugia, organo della Camera di commercio dell’Umbria, presenta un quadro dei prezzi al quintale pagati ai produttori per le uve per la produzione di vini Doc e Docg – ormai nella regione la gran parte della produzione vitivinicola – che vede un incremento medio del 15%, con punte del +20%, rispetto allo scorso anno. Questo significa – spiega la Camera di commercio – che il ricavo medio complessivo dei produttori di uve per vini Doc e Docg – tenendo conto del calo della produzione – diminuisce di circa il 5% rispetto allo scorso anno, quando le previsioni erano di un drastico crollo (il listino della Borsa Merci fa riferimento alla provincia di Perugia, ma estende la sua influenza anche sul mercato ternano).
Ovviamente dentro la media ci sono tante situazioni diverse, con produttori che hanno subito flessioni della produzione ben superiori al 20% e quindi accusano un arretramento significativo, rispetto allo scorso anno, dei ricavi complessivi, mentre altri hanno avuto riduzioni minime e quindi portano a casa un aumento dei ricavi complessivi rispetto alla vendemmia 2022. In tale quadro va evidenziato che la Borsa Merci della Camera di commercio dell’Umbria ha il pregio di indicare il prezzo delle merci pagato realmente al produttore, franco consegna ai centri di raccolta. Molte altre Borse considerano invece solo i prezzi praticati nelle contrattazioni tra grossisti.

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Umbria jazz sempre più importante per l’economia perugina

Uno studio della Camera del Commercio attesta un incremento della spesa totale pari al 31 % per rispetto al 2022

L’edizione 2023 di Umbria Jazz ha consolidato il trend di forte crescita evidenziato negli ultimi anni, con una variazione della spesa totale su tutta la città di Perugia del +31% rispetto all’edizione del 2022, che diventa +61% se il confronto si fa con il 2021 e +83% rispetto al 2019. Tutti gli indicatori economico-finanziari dell’edizione 2023 di UJ mostrano una crescita significativa rispetto al 2022.

Emerge dall’indagine “L’analisi di impatto economico dei grandi eventi turistici”, realizzata nell’ambito dell’azione della Camera di commercio dell’Umbria insieme al suo partner tecnico e scientifico Isnart e presentata al Ttg di Rimini. Lo studio, dopo l’intervento del presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, è stato illustrato dal segretario generale, Federico Sisti, e dal dirigente dell’area per la valorizzazione degli ecosistemi turistici e culturali di Isnart, Paolo Bulleri. È il frutto dell’analisi delle transazioni finanziarie rilevate in occasione dell’edizione 2023 di Umbria Jazz, in collaborazione con Experience Cloud Consulting. In sostanza, facendo leva sui dati transazionali del circuito di Mastercard, è stata costruita una serie di dataset per comprendere il comportamento di spesa dei cittadini italiani e stranieri in visita a Perugia durante le 10 giornate di Umbria Jazz nel luglio 2023. Il confronto dei dati con le tre precedenti edizioni e un focus di rilevamento su alcuni specifici parametri (numero transazioni, spesa media, volumi, nazionalità, geolocalizzazione dei comportamenti di spesa in occasione dell’evento e così via), hanno consentito di indagare gli andamenti di crescita, le ricadute nei settori merceologici coinvolti, delineando alcuni ambiti di ulteriore sviluppo della manifestazione, con particolare riferimento al potenziale di nuovi arrivi che una maggior visibilità su alcuni mercati esteri potrebbe ingenerare. L’analisi d’impatto costituisce uno strumento che la Camera di commercio dell’Umbria, in collaborazione con Isnart, sta utilizzando per restituire alle associazioni di categoria e ai portatori di interesse preziose informazioni sulle possibili azioni di policy e le direttrici di sviluppo e promozione regionale

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Numeri molto positivi per UmbriaLibri

Cala il sipario, a Perugia, sull’edizione 2023 di UmbriaLibri, una tre giorni risultata di grande successo, con numeri definiti importanti e oltre le aspettative dagli organizzatori

Oltre 55 appuntamenti nel cuore della città. Oltre tre mila le presenze registrate ed esauriti molti dei volumi proposti nello stand collettivo. “Siamo sbarcati in centro a Perugia quest’anno carichi di voglia di fare e di buone aspettative, dopo un lungo lavoro di preparazione che ha coinvolto la Regione, Sviluppumbria che cura l’organizzazione, gli editori umbri con cui ci siamo confrontati sulle soluzioni migliori per la mostra-mercato e per le presentazioni, con il Comune, e così via” ha detto il direttore artisitico di UmbriaLibri, Angelo Mellone. “È una questione di atmosfera, di appartenenza a un vagabondaggio culturale che abbiamo voluto raccontare con questa simbolica ‘occupazione’ del centro di Perugia” ha proseguito. “Per UmbriaLibri questa è l’edizione del cambiamento – ha detto l’assessore al turismo e alla cultura della Regione Umbria, Paola Agabiti – : conservando la sua radice di manifestazione nata per promuovere l’editoria umbra, con il direttore Angelo Mellone, abbiamo voluto da una parte riportare le case editrici nel cuore di Perugia, dall’altra iniziare un percorso nuovo che nelle prossime edizioni, faremo in modo che porti a un dialogo e un confronto aperto tra il mondo editoriale umbro e i grandi editori che operano a livello nazionale. In queste tre giornate di fine ottobre il libro e la cultura sono stati protagonisti nel capoluogo umbro attraverso la promozione delle produzioni editoriali, ma anche con i tanti incontri con gli autori e con le grandi case editrici che hanno presentato i loro lavori. A dicembre sarà la volta di Terni ma la ‘contaminazione’ di UmbriaLibri è arrivata e continuerà ad arrivare, su tutto il territorio regionale anche attraverso il racconto dei nostri borghi con il progetto dello ‘scrittore residente’. Saranno molti gli eventi legati a UmbriaLibri che si snoderanno nell’arco del 2024, con l’obiettivo di dare un ampio respiro a questa manifestazione che ha al centro la cultura e la lettura, i due pilastri per la crescita personale di ognuno di noi e per sviluppare quella conoscenza critica che ci rende cittadini liberi”.
L’assessore ha voluto ringraziare il direttore Angelo Mellone, Sviluppumbria che ha curato la gestione organizzativa e per prima, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, “per aver creduto nell’iniziativa”. “Grande soddisfazione per un’edizione che ha riportato Umbrialibri nella meravigliosa cornice del centro storico di Perugia” è stata espressa dall’amministratore unico di Sviluppumbria, Michela Sciurpa. “Sviluppumbria ha curato tutti gli aspetti organizzativi e operativi coinvolgendo ben 40 editori umbri tra Corso Vannucci e Piazza Matteotti – ha ricordato Michela Sciurpa-. Un ringraziamento al direttore artistico Angelo Mellone per questo evento culturale che ha portato in Umbria importanti autori di livello nazionale”

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Continua la crescita dell’ateneo umbro

Il rettore Maurizio Oliviero elenca i risultati ottenuti nel corso dell’ultimo triennio

«L’Università degli studi di Perugia ha raggiunto risultati importanti, di cui siamo soddisfatti e orgogliosi. Per il terzo anno consecutivo il nostro Ateneo è in crescita, in buono stato di salute, seppure in un contesto nazionale ed internazionale che ci impone di alzare lo sguardo»: il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero, ha aperto così la sua relazione durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024. «Questi risultati sono il frutto del lavoro straordinario di una comunità che io mi sento di ringraziare perché ognuno, con il proprio ruolo e la propria passione, ha dato la possibilità a questo Ateneo di raggiungere l’autorevolezza che la sua storia merita» ha aggiunto. Oliviero ha sottolineato che «sono circa 30 mila gli studenti dell’Università di Perugia, non computando gli immatricolati e le immatricolate di questo anno». «Un numero importante per noi» ha proseguito. «I nostri studenti – ha rilevato ancora il rettore – non sono una comunità passiva ma rappresentano per noi un costante punto di riferimento. Sono molto orgoglioso anche di comunicare che nella nostra comunità il 91 per cento dei nostri studenti sono molto soddisfatti dell’esperienza che stanno conducendo nel loro Ateneo. Quasi l’81 per cento dei laureati dello scorso anno ha trovato lavoro a tempo indeterminato. Ma il dato che ancora più mi conforta è che di questi ultimi più del 90 per cento è riuscito a trovate lavoro nel percorso di studi che ha affrontato nell’ambito nella nostra comunità. Questo perché ne sottolinea l’efficacia e l’importanza. Sono stati, inoltre, decuplicati negli ultimi tre anni gli investimenti che il nostro Ateneo, su risorse proprie, sta destinando alla ricerca, quest’anno sono più di 4 milioni, 147 i progetti di interesse nazionale che sono stati approvati al nostro Ateneo, circa 60 i progetti di brevetto depositati, così come grazie al piano nazionale di coesione sono molti i centri che da quest’anno stanno prendendo piede nella nostra Università». «L’attività internazionale per noi rappresenta un grande investimento» ha poi sottolineato Oliviero. «Io sono fortemente convinto – ha aggiunto – che i nostri giovani possono trovare, attraverso il nostro Ateneo e gli atenei del sistema nazionale del nostro paese, una porta di accesso al mondo, con esperienze che gli permetteranno di crescere, di acquisire competenze e la consapevolezza che la diversità è una risorsa e non un problema, per poi di ritornare a darci una mano a migliorare le nostre società. Sono più di 600 gli accordi internazionali sottoscritti, 26 i doppi titoli che il nostro Ateneo ha sottoscritto con altre istituzioni non solo europee». «Credo che l’Università, con i sia pur tanti difetti e manchevolezze – ha detto ancora il rettore – rimanga il luogo fisico e intellettuale dove si continua a far sentire la voce della cultura come strumento di costruzione di civiltà. Se è vero che stiamo vivendo un secolo complesso, le università possono adoperarsi per renderlo migliore, perché sono il luogo in cui si percepisce come a volte gli insegnamenti della storia vengano rimossi o mistificati ma è anche il luogo in cui educare i nuovi saggi perché possano riscrivere con la calligrafia della dignità e dell’onesta intellettuale il nostro futuro»

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