L’assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali
L’assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Fai-Cisl e Flai-Cgil in merito alle nuove strategie aziendali dello stabilimento Barry Callebaut, in particolare rispetto al futuro della torrefazione. Il sito di San Sisto – ricorda una nota della Regione – è storicamente legato al distretto perugino della produzione cioccolatiera, con un alto valore in termini di produzione e competenze. Per questo l’assessore Fioroni ha spiegato che «questa amministrazione monitorerà con massima attenzione l’evoluzione del piano industriale della Barry Callebaut, affinché venga tutelato il valore strategico ed il patrimonio industriale legato al cioccolato e alla sua filiera nonché la salvaguardia del capitale umano e dei livelli occupazionali». «Mi sono impegnato – ha concluso – a richiedere un incontro con il management dell’azienda al fine di instaurare un’interlocuzione con tutti gli stakeholder»
Si tratta di San Valentino-San Lucio che attendono questo intervento da 43 anni
Via libera alla grande riqualificazione urbana a Terni nel quartiere San Valentino-San Lucio, che verrà finanziata con le risorse del Fondo complementare al Pnrr nell’ambito del programma “Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica” con un cofinanziamento da parte della Regione, per un importo totale di oltre 14,5 milioni di euro.
È l’assessore regionale alla Rigenerazione urbana Enrico Melasecche a comunicarlo, rendendo noto che l’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica della Regione, ha definitivamente approvato la procedura di aggiudicazione dell’appalto integrato, che comprende la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori. L’appalto è stato aggiudicato al raggruppamento temporaneo di imprese Picone costruzioni Srl-Italstem. “Per chi come me vive da una vita con la propria famiglia a Terni, sono ormai 43 anni, parlare del quartiere Ater di San Lucio – sottolinea Melasecche in una nota – evoca decenni di polemiche, di proteste, di critiche, in parte forse motivate in parte meno, sulla genesi di un quartiere di edilizia residenziale pubblica che ha dato una risposta importante alle esigenze di questi decenni, ma per la tipologia degli edifici e per la socialità che vi si è sviluppata ha anche creato una sorta di ghetto, senza negozi, con poco verde non ben distribuito, senza garage interrati, senza luoghi per la socializzazione, in sostanza il classico quartiere dormitorio.
Peraltro a pochi metri dalla Basilica del Santo degli innamorati senza un minimo riferimento a quella importante presenza.
Regione e Ater, che ringrazio per l’impegno assolutamente rilevante che sta conducendo, in tutta l’Umbria ma a Terni in particolare, fanno partire un intervento di assoluto rilievo, di vera e propria rigenerazione urbana, una delega alla quale tengo moltissimo e che meriterebbe ulteriori energie rispetto a quelle che comunque mettiamo in campo per le non poche situazioni di degrado esistenti. È per questo che certe critiche seriali e ingiuste di fronte a risultati rilevanti e indiscutibili che qualificano l’intera città, fanno percepire la differenza fra la strumentalizzazione vuota rispetto ad un lavoro di assoluto rilievo. Trattandosi di un appalto integrato di importo rilevante, l’apertura del cantiere avverrà dopo l’approvazione in dicembre del progetto esecutivo, a carico dell’impresa. Ho chiesto inoltre la realizzazione sulle pareti esterne più adatte di alcuni poster sul tema dell’amore su cui è opportuno indire un bando concorso per dare al quartiere una nota di colore e di riferimento al patrono degli innamorati”.
L’intero intervento di riqualificazione urbana e ambientale del quartiere e dei suoi spazi aperti, del quale Ater è soggetto attuatore – si legge in una nota della Regione -, sarà realizzato per successive fasi. Saranno realizzati i parcheggi e ridefinita la viabilità interna. Ci saranno due nuove piazze, denominate in via provvisoria”nuova piazza San Valentino e San Lucio, con adeguate sedute e spazi per la sosta e per l’aggregazione. Nella prima fase saranno demoliti tre fabbricati esistenti e realizzati due nuovi edifici per un totale di 33 alloggi, oltre a locali al piano terra per attività di interesse pubblico e culturale, come appartamenti-studio in duplex e per attività sociali o commerciali: sarà realizzato un ampio parcheggio interrato per circa 50 posti auto e riqualificato il tracciato stradale di accesso al nuovo complesso edilizio. Nelle successive fasi, consecutive alla prima, si provvederà ai lavori per la realizzazione delle opere di riqualificazione degli spazi esterni della restante porzione del quartiere dove sono presenti ulteriori 11 edifici di edilizia residenziale sociale.
Il progetto, denominato “Terni: rigenerare San Valentino”, è il frutto di un lavoro congiunto tra Ater e il dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano. Ha avuto inizio con un’indagine progettuale applicata per la qualità degli “spazi dell’abitare”, che si è concretizzata poi con l’approvazione da parte della Regione Umbria, che ha incluso il progetto nel piano interventi finanziabili dal Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr.
Nell’ambito della consulenza scientifica del Politecnico di Milano, parallelamente alla ricerca architettonica e urbana, è stata sviluppata un’analisi degli aspetti della vita sociale degli abitanti, tramite sopralluoghi nel quartiere e nelle aree adiacenti, colloqui informali e interviste con residenti. Dallo studio è emerso che il quartiere ha una condizione urbanistica peculiare, perché costituisce una sorta di isola, raggiungibile solo da due ponti. A partire dal 2007 è stato interessato da alcuni interventi di manutenzione e di adeguamento normativo ed alcuni edifici sono stati oggetto di interventi di manutenzione straordinaria. Attualmente gli edifici di edilizia pubblica contengono 214 alloggi, di cui la maggioranza (105, il 49%) di proprietà di Ater, 65 (il 30%) del Comune di Terni e 44 (il 21%) sono stati ceduti a soggetti privati.
Il progetto “Terni: Rigenerare San Valentino” è stato presentato in occasione dell’ultima edizione di Urban Promo, risultando primo classificato, in una manifestazione a carattere nazionale annualmente organizzata dall’Istituto nazionale di urbanistica che affronta questioni di prioritaria attualità in tema di rigenerazione urbana, abitare sociale e transizione ecologica, e che ha come finalità la valorizzazione dei partenariati pubblico-privato, la diffusione delle buone pratiche, la crescita delle competenze tecniche ed amministrative, il concepimento e la promozione di innovazioni legislative e progettuali.
La nuova proprietà si appresta a varare un piano che prevede il riavvio di una linea di produzione con la riassunzione degli oltre 90 lavoratori ex Treofan
Dopo la firma del preliminare di accordo con la proprietà di Treofan-Jindal, nel contesto di una vertenza estenuante andata avanti per circa tre anni, oggi a Terni si è presentata ufficialmente Visopack Sp Zoo, la multinazionale polacca specializzata nella produzione di film in polipropilene che si occuperà della reindustrializzazione degli impianti. Il Ceo Michael Yanovski, già a Terni circa 20 anni fa in veste di amministratore delegato di Moplefan, ha affermato che il piano industriale verrà presentato alle autorità – ministero, istituzioni, sindacati – fra circa due settimane. Il business plan dovrebbe comprendere il riavvio di una linea di produzione con riassunzione degli oltre 90 lavoratori ex Treofan che da tempo attendono di conoscere il proprio futuro, investimenti per una seconda linea “bio oriented” e quindi un’ascesa della forza lavoro che potrebbe raggiungere, nel tempo, circa 150 unità.
Alla presentazione sono intervenuti fra gli altri il liquidatore di Treofan Filippo Varazi, il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, il prefetto di Terni Giovanni Bruno, la presidente della Regione Donatella Tesei con gli assessori Michele Fioroni e Paola Agabiti, rappresentanti di Confindustria fra cui il presidente della sezione di Terni Riccardo Morelli, i sindacati- “Siamo soddisfatti – ha detto il sottosegretario Bergamotto – che l’acquirente industriale operi già nel settore. Sottolineiamo l’importanza della tutela piena dell’occupazione e delle condizioni economiche contrattuali dei lavoratori.
Resta da completare la new diligence da parte dell’acquirente, ma ci auguriamo che entro il mese anche quest’ultimo passaggio si concluda positivamente.
Questo è il risultato di un’azione tenace, svolta dalle istituzioni insieme ai lavoratori che sono stati sostenuti attivamente nell’obiettivo di tutelare un patrimonio industriale”.
Soddisfazione è stata espressa da tutti gli intervenuti e lo stesso Ceo Yanovski si è detto “entusiasta per questa nuova avventura. Non vedo l’ora – ha aggiunto – di dare nuova vita a questo impianto, sarà un grande lavoro”.
Si sono conclusi i lavri lungo la E 45 che tanti disagi hanno arrecato alla circolazione in quello snodo viario essenziale per la regione
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E’cominciata nel pomeriggio di domenica 3 settembre la rimozione del cantiere stradale nel tratto della carreggiata nord (direzione Cesena) della E45 tra lo svincolo di Ponte San Giovanni e l’innesto del raccordo autostradale Perugia-Bettolle: lo conferma l’Anas spiegando che entro domenica sera la strada sarà completamente riaperta. I lavori – spiega l’Anas – si sono conclusi secondo i tempi previsti. E’ stato eseguito – ha affermato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche – “un intervento che non si faceva da 19 anni, con il risanamento profondo della pavimentazione e la ricostruzione di un lungo giunto di dilatazione sul doppio ponte che sorregge l’arteria nel punto dell’asse Ponte San Giovanni-Collestrada in cui supera il Tevere. Queste lavorazioni, per la tecnica impiegata, danno solidità e garantiscono durata nel tempo, oltre venti anni per il sottofondo e di circa dieci per il tappetino di usura”.
Si annuncia come uno straordinario successo turistico e commerciale il grande ponte tibetano di Sellano di cui sono stati completati i primi 120 metri, di 540 complessivi
Si annuncia come uno straordinario successo turistico e commerciale il grande ponte tibetano di Sellano di cui sono stati completati i primi 120 metri, di 540 complessivi. La struttura sarà pronto alla fine di settembre. Molti i curiosi arrivati in questi giorni nel comune della Valnerina per vedere la prima parte del ponte. Intanto crescono gli investimenti e a breve apriranno nuove attività commerciali. I lavori di realizzazione del ponte, dal costo di un milione e mezzo con finanziamenti del Pnrr, vanno avanti secondo la tabella di marcia programmata, con il montaggio di corde, tiranti e passerella. Entro ottobre è prevista la consegna dell’opera, poi il collaudo e l’inaugurazione a novembre.Il ponte sospeso è lungo 540 metri e attraversa, a 140 metri di altezza la valle del fiume Vigi. Gli utenti pagheranno 25 euro per un solo passaggio da Sellano a Montesanto (o viceversa), oppure 35 euro andata e ritorno. L’accesso sarà consentito dal centro storico e dalla frazione con piazzole ogni 60 metri per sostare ad ammirare il panorama e scattare foto. Il ponte sarà percorribile solo con casco, imbracatura collegata alla corda di sicurezza (due e indipendenti) e guanti. La sicurezza sarà al primo posto con un sistema di monitoraggio e di controllo degli accessi, verifica costante della tensione delle funi, controllo meteo in tempo reale (vento, pioggia, etc.), webcam di controllo e altoparlanti per le comunicazioni agli utenti. Prevista una finestra temporale di apertura di 8 ore e presenza in contemporanea sulla passerella di massimo 100 persone. Si sta intervenendo anche per gestire al meglio l’accesso a Sellano, con area parcheggi e servizi navetta per il raggiungere il ponte.
Meglio il forcone, il profumo della paglia e del fieno, e il contatto con gli animali, rispetto ai social e a smartphone, tablet e computer
Meglio il forcone, il profumo della paglia e del fieno, e il contatto con gli animali, rispetto ai social e a smartphone, tablet e computer.: le belle storie di Lavinia Bianchini, 15 anni ed Alessio Lucaccioni, 24, sono state premiate a Città di Castello nell’ambito della Fiera di San Bartolomeo, una delle fiere del settore zootecnico più antiche d’Italia. Lavinia e Alessio hanno ricevuto il “Premio Maremma” (in memoria dell’allevatore Antonio Lucaccioni, detto Maremma) istituito dal Comune in collaborazione con il Consorzio tutela vitellone bianco dell’Appennino centrale e l’Associazione allevatori dell’Umbria e Marche.
Le storie di Lavinia e Alessio – raccontate dall’ufficio stampa del Comune – sono legate alle loro famiglie, che si tramandano da generazioni la passione per attività agricole ed allevamenti con capi di razza chianina, pecore ed altri animali di qualità, oltre 100 nell’allevamento Francesco Fedeli, nonno di Lavinia, e 30 capi dell’azienda agricola “Gigante” di Alessio Lucaccioni, collegata con la macelleria del padre Cesare. Lavinia frequenta l’Istituto Leonardo Da Vinci di Umbertide. “Per mia figlia – dice il padre Daniele – la passione e l’amore per gli animali nasce fin da piccola. Con il trascorrere degli anni la passione è aumentata, soprattutto da quando per la prima volta entrò da sola nel ring ad ‘Agriumbria’ sfilando con il suo amato Italo, il toro pluricampione che per lei è come un cagnolino”. E lei, la “baby allevatrice” spiega: “Sì forse questa sarà la vita che vorrò fare dopo aver studiato”. “Ho conseguito il diploma di perito meccanico presso l’Itis di Città di Castello – racconta invece Alessio – e dopo essermi diplomato ho ripreso in mano la vecchia azienda agricola che avevano creato mio zio Antonio (“Maremma”) e mio nonno Aldo, ripartendo completamente da zero. Il mio non è un lavoro ma una passione che mi è stata tramandata e che tramanderò a mio figlio. Una passione che dovrebbe tornare più in voga tra i giovani d’oggi”. Il sindaco, Luca Secondi e l’assessore al Commercio e al Turismo, Letizia Guerri, nel sottolineare il bellissimo esempio di vita dei due giovani premiati, hanno evidenziato l’importanza di “un appuntamento immancabile dell’estate a Città di Castello, che rievoca una tradizione della nostra terra che fa parte del vissuto e dell’identità della comunità tifernate”.Fra le star della fiera c’è ancora il toro Italo, con i suoi 16 quintali di peso e un’altezza di 1 metro e 90 al garrese di proprietà dell’azienda Francesco Fedeli, nonno di Lavinia.
La filiera suinicola umbra ha ottenuto il riconoscimento della sicurezza delle carni dall’Aphis, l’ente governativo statunitense di sorveglianza sanitaria
È un bel traguardo per la Regione e per la filiera suinicola umbra l’aver ottenuto il riconoscimento della sicurezza delle carni di suini allevati in Umbria dall’Aphis, l’ente governativo statunitense di sorveglianza sanitaria. Si aprono ora nuove prospettive di sviluppo per un settore di punta della nostra zootecnia”: lo sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni, commentando l’atto con cui è stato valutato sicuro il sistema dei controlli regionale, proponendo l’inserimento delle Regioni Umbria e Toscana nell’elenco delle aree riconosciute indenni da malattia vescicolare del suino, che potrà consentire le esportazioni di carni fresche suine e carni suine a breve stagionatura ottenute dai suini provenienti da queste aree, lavorate in impianti specificamente autorizzati. Fino ad oggi potevano essere esportati dall’Umbria – ricorda la Regione in una nota – solo prodotti a base di carne suina dopo un processo di trasformazione o stagionatura superiore ai 400 giorni. “Un passo importante – afferma Morroni in una nota – che è frutto di un impegno rigoroso, che ha visto anche il coinvolgimento attivo del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, e che conferma la validità del lavoro svolto sinergicamente dagli Assessorati e dalle strutture regionali competenti, in collaborazione con ministeri, ambasciate, associazioni che a vario titolo si sono adoperate per giungere a questo risultato. A tutti va il mio apprezzamento e ringraziamento. Questo riconoscimento è un’ulteriore attestazione della qualità delle produzioni ‘made in Umbria’ – conclude Morroni -, perseguita con grande capacità e rilevanti investimenti dai nostri allevatori, che sosteniamo e continueremo a sostenere con determinazione, per rendere sempre più competitivo un settore per noi strategico”.
Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria analizza i dati di una stagione buona, ma al di sotto delle attese
“L’agosto dei record del turismo di cui si era parlato, e su cui avevamo ovviamente sperato, non c’è stato né in Italia, né in Umbria.
Questo non significa che il bilancio del turismo estivo nella regione sia negativo. Tutt’altro, i numeri sono positivi, solo che non si è materializzato quell’agosto che, stando a vari segnali che erano arrivati e al trend di crescita del turismo fino alla prima metà di luglio, doveva essere il mese che avrebbe stracciato ogni record precedente”: lo afferma il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, nel nuovo video dell’appuntamento “ll Punto del Presidente”, curato dall’Ufficio stampa e comunicazione dell’ente camerale. “Dopo un primo semestre dell’anno eccezionale, con il trend che era proseguito anche nella prima parte di luglio – spiega – dalla seconda metà di luglio sono apparsi dei segnali di rallentamento di questa tendenza eccellente che, appunto, aveva fatto presagire un agosto senza precedenti.
Invece è un agosto buono, ma che non segna alcun record e tantomeno lo segna verso l’agosto 2021, quando la voglia degli italiani di tornare a muoversi dopo il Covid era forte, la situazione incerta sul fronte della pandemia nei vari Paesi sconsigliava viaggi all’estero e l’Umbria si presentò sul mercato con una campagna azzeccatissima, ‘Umbria bella e sicura’. Un quadro che determinò un boom del turismo nella regione che difficilmente verrà battuto”. Mencaroni individua i motivi del rallentamento: “Certamente il tempo, che in certi momenti è stato inclemente e che ha penalizzato il turismo verso mare e laghi, tra cui appunto il lago Trasimeno”; poi “la riduzione del reddito disponibile delle famiglie intaccato in maniera importante dall’inflazione, a cui va sommato il maggior esborso”, da parte di molti, per il pagamento delle rate dei mutui a tasso variabile. “Teniamo poi presente – continua Mencaroni – che l’aumento medio dei costi subito dalle strutture ricettive è stato di circa il 9 per cento e questo ha determinato un conseguente rincaro dei servizi offerti”. Il presidente della Camera di commercio è ottimista per il futuro, sia nel breve sia nel medio-lungo periodo.
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