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Case popolare, importanti modifiche al regolamento regionale

Tra le misure introdotte, c’è l’ampliamento del numero di famiglie con difficoltà economiche a cui si applicano i canoni di locazione più bassi

Si è conclusa con un accordo fra Regione, Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica e sindacati degli inquilini l’ultima riunione di una serie del tavolo tecnico istituito dall’assessore regionale alle Politiche della casa, Enrico Melasecche per concordare una ipotesi di modifica del Regolamento regionale numero7 del 27 maggio 2019 «Criteri, parametri e modalità per la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Sociale pubblica».

Vi hanno preso parte – riferisce un comunicato della Regione – l’assessore Melasecche, i dirigenti degli uffici regionali competenti, i rappresentanti dei sindacati Uniat Aps, Sunia, Sicet Cisl, Unione degli inquilini e CGIL Umbria, il direttore di Ater, Marco Larini. L’incontro di oggi è stato preceduto da numerose precedenti riunioni in cui sono state affrontate le problematicità per gli affittuari derivanti dall’introduzione dell’Isee per la determinazione dei canoni stabilita dalla normativa del 2019 ed è stata messa a punto la proposta di modifica approvata oggi, che sarà la base sulla quale verrà riformulata la disciplina relativa alla definizione dei canoni di locazione con una riforma strutturale «con la finalità di garantire una casa con canoni di affitto equi ai nuclei familiari più bisognosi – ha sottolineato l’assessore Melasecche – superando la fase sperimentale transitoria nella quale, per evitare le distorsioni dovute all’applicazione dell’Isee prevista dalla Giunta regionale precedente, avevamo stabilito il contenimento nella misura del 10% della variazione del canone, confermato per tutto il 2023».

Equità per le fasce più deboli e sostenibilità di bilancio dell’Ater sono i principi ai quali è ispirata la proposta di modifica su cui è stato oggi raggiunto l’accordo propedeutico alla riforma del Regolamento regionale 7/2019. Sono state prese in considerazione le richieste dei sindacati degli inquilini, approfondite poi in riunioni con l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica, sulla base della analisi approfondita delle situazioni Isee attuali degli assegnatari.

In particolare – prosegue il comunicato – è stata innalzata la fascia Isee di «protezione sociale» a 6.500 euro (rispetto al precedente valore di 6mila euro), così da ampliare il numero dei nuclei familiari maggiormente disagiati cui viene applicato il canone di affitto più basso. Per evitare sperequazioni e penalizzazioni, attenzione particolare è riservata alle famiglie con un solo componente ed è prevista inoltre una divisione in sottofasce sia nell’area di «protezione sociale» (Isee da 6.500 a 12.000 euro) sia in quella «amministrata» (Isee fra 6.500 e 30mila euro). I rappresentanti dei sindacati degli inquilini – sempre secondo quanto riferisce la Regione – hanno espresso «un parere più che favorevole, per l’ottimo lavoro svolto e per il coinvolgimento» definendo «l’accordo come un buon calmieratore rispetto a quelli che avrebbero potuto essere gli effetti negativi se non avessimo rivisto il Regolamento regionale n. 7 del maggio 2019». Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore regionale Melasecche che ha messo in evidenza «l’armonia che ha caratterizzato i proficui incontri svolti per giungere alla condivisione del giusto algoritmo di calcolo che garantisca maggior equità e tenga allo stesso tempo conto della sostenibilità dei bilanci dell’Ater così da garantire le necessarie manutenzioni agli immobili e il loro miglioramento qualitativo anche dal punto di vista energetico, con vantaggi economici anche per gli assegnatari degli alloggi e consentire alla Regione e all’Ater di continuare a svolgere politiche per la casa strategicamente lungimiranti». L’assessore ha anche ricordato «il grande lavoro e sforzo dell’Assessorato e di Ater che ha portato già al conseguimento di molti obiettivi in materia di edilizia residenziale pubblica. Con l’accordo di oggi – ha aggiunto – siamo pronti anche per riformulare la disciplina relativa ai canoni di locazione, che intendiamo fare entro l’anno così da poter applicare già dal 2024 la nuova normativa. Un ringraziamento sincero a tutti gli intervenuti al tavolo: dai Sindacati, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità, all’Ater, ai dirigenti e funzionari regionali che si sono impegnati a fondo nel conseguire un risultato importante». Al termine della riunione si è stabilito di continuare il lavoro già avviato per effettuare monitoraggi periodici per valutare eventuali azioni correttive, anche legate alla riduzione dell’andamento della morosità, e verificare lo stato degli interventi messi in campo da Ater sulla riqualificazione degli alloggi.

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Infrastrutture, Tesei ha fatto il punto con il ministro Salvini

Si è parlato del nodo stradale di Perugia, dell’alta velocità Mediaetruria, della Tre Valli ed altro ancora

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha incontrato la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e l’assessore regionale alle infrastrutture Enrico Melasecche. Sul tavolo il sistema infrastrutturale Umbro e in particolare il nodo stradale di Perugia, la fermata dell’Alta Velocità Medioetruria, il completamento della galleria Tre Valli, la nuova stazione per l’aeroporto di Perugia, la variante Sud-Ovest di Terni e i lavori di ripristino dell’ex ferrovia centrale Terni – San Sepolcro, i cui lavori sono in fase di avvio. Si è inoltre fatto il punto sullo stato dei lavori relativo alla superstrada dei due mari, Fano-Grosseto.

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In Umbria la cultura crea lavoro e fa girare soldi, ma meno rispetto alla media nazionale e delle altre regioni del centro Italia

Secondo il rapporto annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere, la regione è fanalino di coda nel centro

Sono considerati numeri “importanti” quelli del sistema produttivo culturale e creativo dell’Umbria, ma inferiori alla media nazionale sia per quanto concerne il peso sul totale dell’economia (con un ritardo del 16,1% sul dato medio italiano e del 27,7% su quello del centro) che per quanto riguarda (un pò meno) il peso dell’occupazione (sulle unità di lavoro impegnate la regione è indietro dell’8% nei confronti della media italiana e del 18,6% verso quella del centro). Sia per quanto concerne il peso sull’economia che per l’occupazione, l’Umbria è fanalino di coda tra le quattro regioni del centro. Lo riferisce la Camera di commercio in base al quadro che emerge da “Io sono cultura”, il rapporto annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere, intitolato quest’anno “L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”. E, se nel 2022 il valore aggiunto del Spcc in Italia è aumentato del 6,8% rispetto al 2021, in Umbria è cresciuto del 4,1%, definito peggior risultato tra tutte le regioni italiane. Stesso per l’occupazione del sistema produttivo culturale e creativo, aumentata (sempre nel 2022 sul 2021) del 3% in Italia e scesa dello 0,4% in Umbria, anche in questo caso – prosegue la nota – “peggior risultato tra le regioni italiane (solo la Basilicata marca il segno meno, anche se leggerissimo -0,1%). Il ritardo dell’Umbria sul fronte Spcc è comunque verso il centro-nord (dove, peraltro, ci sono anche regioni che stanno dietro l’Umbria), non verso le regioni del Mezzogiorno d’Italia, che il ‘cuore verde’ supera tutte.

Il presidente della Camera di commercio parla dell’Umbria nel rapporto

Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria “c’è innanzitutto un elemento che emerge dal tredicesimo Rapporto ‘Io sono Cultura’, curato da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, Istituto per il Credito Sportivo, Fondazione Fitzcarraldo e Fornasetti, con il patrocinio del Ministero della Cultura. Si tratta del fatto che il sistema produttivo culturale e creativo si configura sempre più come un conglomerato di attività capace di attivare in misura consistente il resto dell’economia”. “Oggi, a tre anni dallo scoppio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana” aggiunge in una nota. “Non solo perché – afferma Mencaroni – i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven. Ossia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi spesso orientati alla sostenibilità, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo. Questo sistema costituisce un elemento cardine di attrattività per i visitatori in arrivo nel nostro Paese: la spesa complessiva sostenuta da turisti con consumi culturali, ovvero che hanno speso in spettacoli teatrali, concerti, folklore, visite guidate, musei, mostre, e così via, ha sfiorato i 35 miliardi di euro nel 2022, pari al 44,9% della spesa turistica complessiva. Cultura e creatività, oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia e di Umbria nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme le difficili sfide che abbiamo davanti. Per quanto riguarda l’Umbria, gli 1,017 miliardi di euro di valore aggiunto realizzati da sistema produttivo culturale e creativo della regione, e le 19mila 600 unità di lavoro impegnate nel 2022 sono numeri importanti, ma non siamo ancora riusciti a recuperare il gap con la media nazionale e con quella del Centro Italia. Si tratta, attraverso un aumento della produttività delle imprese del Sistema Produttivo Culturale e Creativo, di accrescere la capacità competitiva del Sistema Produttivo Culturale e Creativo dell’Umbria, che diventa aumento della capacità competitiva dell’intero sistema economico regionale. E su questo la Camera di commercio è fortemente impegnata sia sul fronte delle numerose iniziative di valorizzazione del territorio, sia su quello della transizione digitale ed ecologica delle nostre imprese, collaborando a larghissimo raggio con tutte le Istituzioni e le forze economiche e sociali della nostra regione e non solo”.


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Welcare, eccellenza nella produzione di dispositivi medici in un ambiente produttivo a contaminazione controllata

I dispositivi medici sviluppati da Welcare vengono registrati presso il Ministero della Salute. Essendo prodotti dedicati alla salute e all’igiene della cute, soprattutto per persone non autosufficienti, sono soggetti a rigidi controlli che vanno oltre gli standard di altri prodotti presenti sul mercato.

Welcare è un’azienda italiana con sede a Orvieto, specializzata nella produzione di un ampio portafoglio di Dispositivi Medici destinati alla pulizia della cute e alla prevenzione delle infezioni. La normativa che regola e controlla la produzione di tali dispositivi, sia nell’ambito ospedaliero che home-care, è sempre più stringente, mirando a tutelare i consumatori e garantire la massima qualità dei prodotti. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Silvia Tortolini, responsabile Qualità aziendale e Mantenimento delle certificazioni di Welcare, e Martina Agostini, responsabile del controllo di conformità alle normative nell’azienda.

Ambiente a contaminazione controllata e rigide procedure

La produzione dei Dispositivi Medici di Welcare avviene all’interno delle cosiddette camere bianche, ambienti tecnici con un’atmosfera a contaminazione controllata al fine di garantire una qualità dell’aria di molto superiore rispetto all’esterno. Periodicamente, sia il personale aziendale che laboratori esterni monitorano attentamente i parametri ambientali di queste aree per assicurare i più alti standard di qualità.

Il personale che opera all’interno delle camere bianche segue rigorose procedure comportamentali, dalla vestizione degli operatori alla gestione delle materie prime che vengono introdotte al loro interno. Solo quando i prodotti sono confezionati nel loro packaging primario possono uscire dall’ambiente a contaminazione controllata per passare agli step successivi.

Il processo produttivo inizia con la preparazione di soluzioni liquide da parte del team di Ricerca e Sviluppo. Queste soluzioni vengono poi utilizzate per imbibire i panni e i guanti, che, una volta confezionati nel packaging primario, sono pronti per le fasi successive al di fuori delle camere bianche: dal confezionamento nel packaging secondario, alla sterilizzazione fino alla spedizione per la vendita.

Sterilizzazione e sanificazione termica per la sicurezza dei prodotti

I Dispositivi Medici Welcare, a seconda della destinazione d’uso, sono sottoposti a due tipologie di trattamenti. Per i Dispositivi Medici utilizzati su cute lesa, viene effettuata la sterilizzazione a vapore saturo attraverso un macchinario brevettato dall’azienda in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, mentre per quelli applicati su cute integra o fragile si adotta la sanificazione termica.

Norme, regolamenti e alti livelli di controllo

I Dispositivi Medici sviluppati da Welcare vengono registrati presso il Ministero della Salute. Essendo prodotti dedicati alla salute e all’igiene della cute, soprattutto per persone non autosufficienti, sono soggetti a rigidi controlli che vanno oltre gli standard di altri prodotti presenti sul mercato.

Da oltre vent’anni, Welcare è impegnata nella produzione di panni e guanti imbibiti, studiati per garantire un’igiene quotidiana ottimale e la prevenzione delle infezioni, sia in ambito ospedaliero che domiciliare. La dedizione di Welcare alla qualità dei prodotti, alla conformità alle normative e alla sicurezza dei consumatori continua a posizionarla come un’eccellenza nel settore, fornendo soluzioni affidabili per la salute della pelle e il benessere delle persone.

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Arvedi in piena salute, ricavi per 7 miliardi e 756 milioni

Il gruppo Arvedi chiude il 2022 con ricavi a 7 miliardi e 756 milioni ed un risultato netto in crescita a 640 milioni.
Il margine operativo lordo è di 1 miliardo e 79 milioni mentre l’indebitamento finanziario netto si attesta a 513 milioni

“Un risultato particolarmente positivo – commenta il gruppo siderurgico – in un anno nel quale l’economia mondiale è stata condizionata da significativi elementi d’incertezza, determinati principalmente dalle tensioni geopolitiche conseguenti il conflitto russo-ucraino, dall’elevata inflazione e dal progressivo incremento dei tassi d’interesse”. Il 2022 di Arvedi “è stato caratterizzato principalmente da un evento di grande rilievo: l’acquisizione del controllo da ThyssenKrupp di Acciai Speciali Terni volta a rafforzare l’articolazione industriale del gruppo mediante l’inserimento di un produttore primario di acciaio inossidabile che completa la filiera già rappresentata da Ilta Inox ed Arinox, trasformatrici e clienti storiche di Acciai Speciali Terni”.
Ast e le sue controllate rinvenienti dall’operazione di acquisizione hanno partecipato nel 2022 ai risultati di gruppo per 11 mesi contribuendo con 2.558 milioni ai ricavi e per 163 milioni al Mol. “Gli ottimi risultati del gruppo – commenta Arvedi – confermano la piena sostenibilità dell’acquisizione di Acciai Speciali e del relativo piano di investimenti previsto per lo sviluppo del sito di Terni, pari a circa un miliardo di euro”.
Per la principale azienda del gruppo, Acciaieria Arvedi, i ricavi 2022 salgono a 3,60 miliardi (+20%).

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Perugia in lutto per la scomparsa di Francesco Calabrese

Con lui se e va un uomo politico di rara intelligenza e capacità

Cordoglio da diversi esponenti del mondo istituzionale e politico umbro per la scomparsa di Francesco Calabrese. L’ex senatrice di Forza Italia Fiammetta Modena ha sottolineato che «esprimere le condoglianze per la scomparsa di Francesco è triste e riduttivo. Merita molto di più, merita che si ricordino sempre i suoi guizzi di rara intelligenza, la passione per la politica, l’amore per la sua cittá e per ogni comunitá della quale abbia fatto parte». «La morte di Francesco Calabrese lascia attoniti e addolorati. Un amico di sempre, sincero, disponibile, determinato, intelligentissimo, riusciva a realizzare anche quelli che apparivano solo sogni. Lascia un segno nell’impegno politico» le parole di Maurizio Ronconi. Anche Progetto Perugia «piange l’amico Francesco Calabrese». «Lo piange la cittá – hanno sottolineato i consiglieri comunali. Piange un politico determinato e vivace, a cavallo tra prima e seconda repubblica, sempre corretto e rispettoso anche nei confronti degli avversari, sincero e schietto verso tutti, nei suoi ruoli da consigliere di opposizione ad assessore di maggioranza». Il coordinatore comunale di Forza Italia Edoardo Gentili e il capogruppo in Consiglio comunale Giacomo Cagnoli, esprimono «il cordoglio di tutta la comunitá cittadina per la prematura scomparsa di Francesco Calabrese. Definendolo »professionista esemplare e politico mosso da grande amore per Perugia, mente ed anima della rivoluzione politica incarnata dal sindaco Romizi, assessore innovatore e mai banale della prima amministrazione«. Nicola Volpi, del gruppo misto al Consiglio comunale di Perugia, ha sottolineato che è un giorno molto triste per tutta Perugia«. »La nostra cittá – ha aggiunto – perde un grande uomo, una grande persona e un grande politico. Francesco Calabrese ha dato molto al capoluogo umbro e ha saputo lasciare un segno in diversi ambiti. Ci stringiamo attorno alla famiglia colpita da cosà grave lutto”.

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Cucinelli finanzia il restauro dell’acquedotto di Perugia

Lo storico impianto idrico di origine medievale sarà interessato dai un intervento da mezzo milione di euro

Serviranno circa due anni di lavoro, tra rilievi e interventi a stralci, per riportare l’acquedotto medievale di Perugia, almeno nella sua parte urbana, all’antico splendore.
Tempi, costi (500 mila euro è la cifra stanziata) e varie fasi dell’operazione di restauro finanziata da Brunello Cucinelli, nell’ambito della campagna Art Bonus, sono stati illustrati A palazzo dei Priori dal sindaco di Perugia, Andrea Romizi, e da Riccardo Stefanelli, ceo della casa di moda Brunello Cucinelli spa, intervenuto anche in rappresentanza della famiglia Cucinelli.
Dopo l’Arco Etrusco, il Teatro Morlacchi e il Duomo, “beni diversi ma tutti di grande rilevanza e richiamo” come ha ricordato Romizi, arriva quindi ora un ulteriore sostegno di Brunello Cucinelli al restauro di un altro monumento che ha segnato la storia della città ma anche lo sviluppo tecnologico del medioevo (la stessa Fontana Maggiore simbolo di Perugia venne realizzata successivamente proprio per celebrare l’acquedotto). “Non nascondo l’emozione per il restauro di uno dei beni di maggiore rilevanza della città sempre presente nei racconti dei perugini e dei turisti di tutto il mondo e che sta ad indicare le ambizioni che Perugia aveva nel 1254 visto che stava diventando sempre più importante in Italia e con questa opera rendeva l’acqua un bene pubblico a tutti accessibile” ha affermato il sindaco per poi aggiungere: “Il desiderio dei perugini quindi si incrocia un’altra volta con la generosità di una famiglia. Nessuno come l’azienda Cucinelli è stata vicino a Perugia in questi anni e il vostro nome rimarrà sempre legato alla città”.
Famiglia Cucinelli che nel portare avanti questi progetti “oscilla tra due sentimenti, quellI del piacere e dell’onore”, come ha sottolineato Stefanelli. “A renderci orgogliosi – ha proseguito – è quando il patrimonio artistico ritorna alla sua bellezza originaria. Questo restauro in particolare dell’acquedotto, uno dei simboli anche estetici della città, sarà portato avanti dalla nostra società e con tutto l’indotto artigianale e manifatturiero umbro”.

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Tesei: E’ stata un’edizione straordinaria di Umbria jazz

AMELIA

L’agricoltura umbra si fa bella ad Agricollina

Saranno oltre 200 gli espositori che prenderanno parte alla mostra-mercato delle macchine Read More

La Provincia di Terni rottama le cartelle esattoriali

La decisione è stata comunicata dalla presidente Laura Pernazza e riguarda i Read More


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Il presidente della fondazione Gianluca Laurenzi garantisce che la squadra del festival resterà immutata

  E’stata una edizione straordinaria con una organizzazione impeccabile e una atmosfera di festa unica”: lo ha sottolineato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, parlando dell’edizione 2023 di Umbria jazz. La governatrice è intervenuta alla conferenza stampa finale della rassegna.”Ribadisco – ha detto Tesei -, come fatto in passato, che Umbria jazz è patrimonio dell’Umbria e dell’Italia perché di rilevanza internazionale”. Anche il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, ha espresso “ammirazione sentita e sincera” per la professionalità messa in campo.
“In questa edizione – ha detto – abbiamo rinnovato la consapevolezza del patrimonio che abbiamo e rinfrescato una memoria che sa però guardare al futuro, sentendo inoltre la responsabilità di far crescere e valorizzare ancora la manifestazione”.”Squadra che vince non si cambia” sono state le ultime parole del presidente della fondazione Gianluca Laurenzi parlando di futuro e prima di annunciare i prossimi eventi. “Umbria jazz – ha detto – non si ferma e diamo appuntamento a ‘Umbria jazz weekend’ in programma a Terni, dal 14 al 17 settembre, e poi ad ‘Umbria jazz Winter’ a Orvieto, dal 28 dicembre al primo gennaio, per il trentesimo anniversario”.

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Il turismo traina le assunzioni in Umbria

Spinta dalla forte crescita negli avviamenti al lavoro nel turismo, l’Umbria è la prima regione italiana per aumento delle assunzioni a luglio 2023 e anche nel trimestre luglio-settembre.

E’ quanto evidenzia il bollettino del sistema informativo “Excelsior”, realizzato da Unioncamere e Anpal. In dettaglio, per luglio 2023 in Umbria le imprese hanno programmato 7.800 assunzioni, con un aumento del 37,8 per cento rispetto a luglio 2022, quando le assunzioni erano state 5.600. Si tratta – fa sapere la Camera di commercio regionale – dell’incremento percentuale più elevato tra tutte le regioni italiane: dopo l’Umbria, al secondo posto le Marche, quindi la Toscana, l’Emilia-Romagna e il Lazio. Il 21 per cento delle assunzioni programmate riguarda persone immigrate e il fatto che le chiamate al lavoro nel 21per cento dei casi saranno stabili, mentre nel 79 per cento saranno a termine. Il 36 per cento degli avviamenti riguarda giovani under 30, nel 59 per cento dei casi viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Bassa l’assunzione dei laureati (7% del totale).
Un quadro, quello di luglio, che nella sostanza si conferma per il trimestre luglio-settembre. Anche in questo caso l’Umbria, con un aumento degli avviamenti programmati del 32,3 per cento rispetto allo stesso trimestre 2022, è la prima regione italiana, seguita dalle altre tre regioni del centro e dall’Emilia-Romagna. Nel trimestre luglio-settembre 2023 le imprese hanno programmato 20. 070 assunzioni. A trainare l’incremento, in tutte le regioni e, in particolare in Umbria, dove crescono del 140,4 per cento a luglio e del 119,3 per cento nel trimestre luglio-settembre, le imprese della filiera turistica. Bene anche il commercio e le costruzioni.
“S’aggrava ancora di più – spiega ancora la Camera di commercio dell’Umbria – , toccando in alcune regioni come l’Umbria cifre elevatissime, la questione della difficoltà delle imprese a reperire i profili professionali richiesti. A luglio 2023 in Umbria le imprese dichiarano di considerare “di difficile reperimento” il 55 per cento del personale di cui hanno bisogno, mentre in Italia il dato è del 48 per cento”.

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