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Cotarella smentisce Antonella Viola: “Il vino fa bene”

Il presidente nazionale di Assoenologi interviene sul dibattito innescata dalla virologa secondo cui l’assunzione di vino provocherebbe danni al cervello

“Il simposio che Assoenologi ha organizzato a Napoli e che ha visto la partecipazione di medici e scienziati ‘veri’ da ogni parte del mondo, ha detto che il consumo moderato e intelligente di vino fa bene alla salute”: è quanto ha ribadito l’umbro Riccardo Cotarella, presidente nazionale di Assoenologi, tornando sul tema vino e salute.
Lo ha fatto dopo che negli ultimi giorni erano emerse posizioni contrastanti in materia, in cui si era evidenziato che anche un uso moderato di alcol può provocare “danni ai cervello e aumenta il rischio tumori”. “Che il bere moderato e consapevole non è dannoso per la salute umana ce lo hanno detto gli esperti con relazioni e ricerche dettagliate, non viene acclarato da noi enologi che non siamo certo medici”, ha sottolineato Cotarella.
“É stato ribadito quanto sia importante uno stile di vita sano che trova la sua massima espressione nella famosa dieta mediterranea che è patrimonio mondiale dell’Unesco – ha detto ancora il presidente – dieta che prevede, appunto, anche l’uso moderato di vino durante i pasti”. “Nelle ultime ore, purtroppo – ha sottolineato – abbiamo ascoltato una presa di posizione, proveniente dal mondo medico, diametralmente opposta a quanto affermato dagli scienziati presenti al simposio. Parole che lasciano sconcerto in chi le ascolta”. “Senza voler fare polemica con nessuno – ha spiegato il presidente – credo che serva senso di responsabilità prima di sentenziare su un tema tanto delicato quale è la salute umana legata all’assunzione di un alimento, in questo caso il vino, che fa da sempre parte della nostra cultura alimentare e del nostro stile di vita”.

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Spoleto, Orvieto e Assisi tra le dieci finaliste per la capitale della cultura 2025

Ci sono tre città umbre, Assisi, Orvieto e Spoleto tra i progetti finalisti per la selezione della “Capitale italiana della cultura” 2025.

Con loro Agrigento, Aosta, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo, Pescina e Roccasecca.
E’ quanto annuncia il ministero della Cultura sul suo sito in cui precisa che le singole proposte saranno illustrate alla Giuria nel corso di audizioni pubbliche, così come previsto dal bando, che si svolgeranno in presenza nei giorni 20 e 21 marzo 2023, a Roma, nella sede centrale del ministero. “Complimenti alle tre città umbre – Assisi, Orvieto e Spoleto – che sono tra le dieci finaliste per ‘Capitale italiana della cultura’ 2025. Sarebbe un grande orgoglio che una delle tre si aggiudicasse il titolo, ne gioverebbe l’intera regione sotto ogni profilo, a iniziare da quello turistico e promozionale. Sarebbe il giusto coronamento per la nuova fase turistica che sta vivendo l’Umbria, sempre più cuore pulsante del nostro Paese e meta ambita dai turisti stranieri”. Lo scrive in una sua nota Raffaele Nevi, deputato di Forza Italia. “Assisi, Orvieto e Spoleto – prosegue – sono città meravigliose che non hanno certo bisogno di presentazioni ed hanno tutte le carte in regola per recitare, tra due anni, il ruolo di ‘Capitale italiana della cultura’”.

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L’orvietana Maria Rita Paggio prima leader donna della Cgil umbra

Tra le priorità del suo mandato il superamento della precarietà, l’aumento dei salari, la lotta senza campo alla strage infinita dei morti sul lavoro

Maria Rita Paggio è stata eletta segretaria generale della Cgil dell’Umbria al termine dei lavori del 14/o congresso regionale che si è svolto nelle giornate di ieri e oggi a Perugia, con la partecipazione del segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini. Paggio – prima donna alla guida della Cgil regionale – 58 anni, orvietana, lavoratrice di Arpa Umbria, già segretaria generale dello Spi Cgil dell’Umbria e prima responsabile della Camera del lavoro di Orvieto, segretaria della Flai dell’Umbria, componente della segreteria della Camera del lavoro di Terni e di quella della Cgil regionale, è stata eletta dalla nuova assemblea generale con 105 voti favorevoli, cinque contrari e due schede bianche. Paggio subentra a Vincenzo Sgalla, che ha guidato l’organizzazione negli ultimi otto anni, e al quale è andato il ringraziamento di tutto il congresso e quello personale di Maurizio Landini. Proprio da un concetto espresso ieri da Sgalla, quello del “sindacato di strada” è partita Paggio nelle sue dichiarazioni programmatiche: “Vi propongo l’impegno collettivo a declinare fino in fondo quest’idea, quella del sindacato di strada – ha detto la nuova segretaria, secondo quanto riferisce il sindacato – che significa stare ogni giorno vicino agli ultimi e battersi per cambiare le disuguaglianze crescenti”. Tra i temi messi al centro da Paggio ci sono prima di tutto il superamento della precarietà, l’aumento dei salari, una lotta senza campo alla “strage infinita dei morti sul lavoro, ai quali da qualche tempo – ha ricordato la segretaria – si sono aggiunte le morti degli studenti in alternanza scuola lavoro”. C’è poi naturalmente la libertà delle donne, “termometro di civiltà di ogni comunità”. Inverno demografico, fuga dei giovani, culle vuote, un mondo del lavoro frantumato da appalti e subappalti, una sanità pubblica in ginocchio: queste secondo Paggio sono le principali criticità con cui la regione dovrà confrontarsi nei prossimi anni, criticità che si possono affrontare soltanto “rimettendo al centro le persone e i loro diritti”.

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Commercio, ecco come cambieranno le regole

Il Testo unico in fase di elaborazione punta su una visione del commercio come elemento di rilancio dei centri storici

Si è tenuta nel palazzo Broletto, a Perugia, la riunione tra l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, e tutte le principali associazioni di categoria territoriali in merito alla revisione del Testo unico del commercio (Tuc). L’obiettivo dell’incontro è stato quello di avviare un percorso partecipativo per la revisione della Legge regionale n. 10 del 14 giugno 2014 «Testo unico in materia di commercio», puntando alla creazione di uno strumento semplice ed efficace, che tenga conto dei profondi cambiamenti che ha subito il commercio degli ultimi anni e supporti le sfide del prossimo decennio. «Mai come in questo momento – ha detto l’assessore Fioroni – è fondamentale una legge che abbia un approccio trasversale e strategico. Il commercio come driver di rigenerazione urbana, di riqualificazione dei centri storici, di attrazione di borghi sempre più destinati a diventare non solo meta turistica, ma anche luogo di trasferimento di quella comunità di digital nomad che sempre più ricerca un’elevata qualità della vita da affiancare a un lavoro svolto quasi esclusivamente online. Queste – ha rilevato – sono solo alcune delle tematiche al centro della revisione del Testo unico, che si porrà anche l’obiettivo di introdurre nella norma concetti ad oggi fondamentali come quelli di multicanalità, omnicanalità, digitalizzazione, innovazione di formato». Durante l’incontro, in cui tutte le associazioni di categoria hanno manifestato il loro apprezzamento per l’iniziativa e la volontà di supportare il processo di revisione della normativa. È è stato inoltre condiviso il percorso che la Regione intende intraprendere nei prossimi mesi – riferisce ancora una nota dell’ente – che prevedrà, oltre alla realizzazione di uno studio strategico per identificare le più promettenti prospettive di sviluppo del commercio regionale, l’organizzazione di una serie di tavoli tematici di confronto con i vari stakeholder, per arrivare alla modifica del Testo entro l’estate 2023. L’assessore regionale Fioroni ha sottolineato quanto fondamentale sia arrivare alla stesura di una norma chiara e fortemente volta alla semplificazione, che traduca in maniera semplice una visione strategica ben definita e che diventi così uno strumento veramente efficace per Comuni e imprese.

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Nasce a Terni l’associazione Professione Italia

Promossa dall’avvocato Antonio De Angelis, è collocato nel campo del centrodestra

E’ stata presentata ufficialmente anche a Terni, la sezione territoriale dell’Associazione Professione Italia, una rete di professionisti vicini all’area del centrodestra, ispirati dai valori della tradizione liberale, popolare e nazionale. L’associazione è stata costituita da poco ed ha una matrice ternana: il Presidente nazionale è infatti l’Avvocato Antonio De Angelis, ternano, già presidente nazionale dei giovani avvocati. “È un’associazione che a livello nazionale è nata poco più di due mesi fa, il 2 dicembre attraverso un’assemblea costitutiva a Roma. Oggi presentiamo la sezione di Terni che è la mia città natale e quindi, la sento in modo particolare” dice il presidente De Angelis, ai microfoni di Teleambiente. “È un’associazione di liberi professionisti – ha spiegato – che condividono alcuni valori: tradizione liberale, popolare e nazionale, insomma quei valori che caratterizzano la coalizione di centrodestra”.”Vogliamo strutturarci sul territorio – ha continuato De Angelis – il nostro obiettivo è quello di riuscire a creare tante sezioni quante sono le province italiane da qui alla fine dell’anno. Inoltre la nostra mission è anche quella di creare una rete, un network di liberi professionisti e quindi anche occasioni ed opportunità di lavoro, per chi ne fa parte”. “Inoltre – ha proseguito – cercheremo di metterci a disposizione delle coalizioni, sia livello nazionale che a livello locale, con la nostra competenza e professionalità. Provando a far avvicinare alla politica i liberi professionisti che qualche volta se ne tengono fuori”. “Questo – ha detto ancora De Angelis – vuole anche essere un primo passo, un modo diverso di fare politica”. Associazione che parte dagli avvocati, ma è aperta a tutte le altre professioni. “È aperto a tutte le professioni – ha ricordato il presidente De Angelis – a tutte le libere professioni, sia quelle ordinistiche, che quelle non”.

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Via libera dal governo al piano industriale di Arvedi per l’Ast

In ballo c’è l’investimento per un miliardo di euro annunciato da Giovanni Arvedi

Procede senza apparenti ostacoli la procedura che porterà il gruppo Arvedi a realizzare il piano industriale da un miliardo di euro annunciato per l’acciaieria di Terni. Un investimeno che sarà sostenuto anche con i fondi del Pnrr. “Abbiamo appena concluso un incontro positivo e utile a individuare un percorso rispetto agli obiettivi che concordemente ci siamo dati”. Lo dichiara il sindaco Leonardo Latini dopo partecipato, insieme al vicesindaco e assessore all’ambiente Benedetta Salvati, al tavolo convocato a Roma nella sede del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sulle prospettive dell’area industriale ternana e in particolare dell’Acciai Speciali Terni. All’incontro tecnico hanno preso parte i rappresentanti del Governo, con il viceministro del ministero dell’Ambiente Vannia Gava, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei con l’assessore regionale Michele Fioroni, oltre ai rappresentanti del Gruppo Arvedi, proprietario di Ast e i tecnici del Mase, del ministero delle imprese e del Made in Italy e di Invitalia. “Ci sono stati impegni precisi e circostanziati da parte di tutti i soggetti e degli enti che hanno preso parte al tavolo – ha detto ancora il sindaco Latini – con l’obiettivo di arrivare alla definizione dell’accordo di programma in tempi rapidi e consentire dunque lo sviluppo dei progetti industriali per l’area ternana”. Il governo sosterrà gli interventi relativi alla decarbonizzazione ed il piano industriale nel suo complesso che prevede il recupero della produzione di acciaio magnetica, specializzazione storica dell’acciaieria ternana e dismessa nel 2005 dalla Thyssenkrupp.

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Nuove regole per le case popolari

Il presidente dell’Ater Emiliano Napoletti illustra le nuove regole per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale. Punteggi più alti per anziani e disabili

Si è tenuto un primo incontro tra l’assessore Enrico Melasecche, quale delegato alle Politiche della casa, coadiuvato dal Servizio regionale competente, i rappresentanti dell’Ater Umbria e dei Comuni umbri per la presentazione del nuovo Rìregolamento regionale recante disposizioni in materia di edilizia residenziale sociale in attuazione della legge regionale n.23 del 2003 in materia, modificata ed integrata recentemente dalla legge regionale n.15 del 2021. Obiettivo dell’incontro, uno scambio di informazioni tra la Regione ed i singoli Comuni in vista della predisposizione dei relativi bandi, previa rivisitazione dei regolamenti di ogni Comune, che porteranno ad un’ampia riforma e rilancio del settore.
L’assessore Melasecche, coadiuvato dai dirigenti e funzionari, dal presidente dell’Ater Emiliano Napoletti con i suoi tecnici, ha illustrato le principali novità contenute nel regolamento evidenziando, innanzitutto, le disposizioni relative alle cosiddette “categorie speciali”, cioè le persone fragili in quanto anziane e/o disabili, alle quali viene riconosciuto maggior punteggio utile per il collocamento in graduatoria. Ai fini della valutazione della “impossidenza”, vale a dire la condizione di non essere proprietario in assoluto di altri appartamenti idonei, il nuovo regolamento – ha spiegato – introduce un criterio che consente di procedere ad una stima concreta delle eventuali proprietà o quote parti di essa, superando così le annose criticità sorte in passato sul tema. Altra importante novità, sotto il profilo della valutazione dell’adeguatezza dell’alloggio, è costituita dal superamento del vecchio sistema dei “vani convenzionali” sostituito dai nuovi parametri basati sulla superficie utile minima, il numero delle camere, in funzione dei componenti il nucleo familiare. L’assessore Melasecche ha poi evidenziato l’attenzione voluta dal legislatore regionale per particolari categorie di beneficiari attraverso l’introduzione dello strumento della riserva di alloggi, che consente di facilitare il trasferimento e la permanenza nella regione degli appartenenti alle forze di polizia e al Corpo dei Vigili del Fuoco, ai giovani nuclei familiari, alle famiglie monoparentali, alle donne con figli minori a carico, vittime di violenza di famiglia o di crimini domestici.
In attuazione delle direttive UE in tema di permessi di soggiorno e di status di rifugiati, il Regolamento è stato aggiornato con riguardo ai requisiti generali dei beneficiari. Al contempo, sono state introdotte disposizioni più rigorose rispetto a quei soggetti condannati per reati riguardanti tossicodipendenza e prostituzione, che sono stati esclusi dalla nuova legge regionale dalla platea dei possibili beneficiari.
Un’altra rilevante novità, introdotta – è stato rilevato – con la finalità di evitare che il lasso di tempo intercorrente tra le varie date, quella di pubblicazione del bando, quella di presentazione della domanda di assegnazione e quella del provvedimento di assegnazione, determini un pregiudizio al richiedente, prevede l’applicazione del principio della “cristallizzazione” al momento della presentazione della domanda ai fini dell’assegnazione dei punteggi di alcuni requisiti, legati all’età anagrafica o a situazioni riferibili al decorso del tempo, e per Isee.

Il regolamento dà piena attuazione all’obiettivo di combattere le frodi, come subaffitti a terzi, un uso improprio degli appartamenti, prevedendo un sistema di controlli più capillare ed efficace, da realizzare anche con la stipula di intese con la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e/o altri organismi competenti.
Alla presentazione del regolamento regionale è seguita una serie di quesiti posti dai funzionari dei Comuni cui è stata data risposta, mentre per quelli più complessi verrà data successivamente dopo gli opportuni approfondimenti. Osservazioni sono state poste da alcuni Comuni e verranno valutate con attenzione in merito ad alcune criticità segnale.

Nel corso della riunione, sulla scorta delle proiezioni dei dati forniti da Ater, l’assessore Melasecche ha illustrato altresì le disponibilità degli alloggi assegnabili nell’anno in corso e nei due successivi.
È stato deciso di organizzare periodicamente, nel corso dell’anno, tali confronti concordando sulla loro importanza per il raccordo fra gli addetti dei vari Comuni, i funzionari regionali e dell’Ater, e facilitare lo scambio delle informazioni ai fini della migliore efficacia degli interventi in materia di edilizia residenziale sociale.

Ponte San Giovanni pronta a cambiare volto con la riqualificazione dell’area ex Palazzetti

Il progetto prevede una riduzione sensibile della cubatura del complesso, con la creazione di un mix di alloggi di edilizia residenziale sociale, a canone concordato

Parte il percorso di riqualificazione dell’area ex Palazzetti di via Adriatica, a Ponte San Giovanni, che “da ecomostro diventerà eco-quartiere”. Il complesso edilizio, in abbandono da anni, cambierà grazie a un progetto sviluppato con il Pinqua, programma innovativo della qualità dell’abitare e finanziato con il Pnrr. Per la presidente della Regione Donatella Tesei “la riqualificazione darà respiro alla comunità”. La governatrice è intervenuta a un incontro all’interno del complesso acquisito da Ater, che eseguirà i lavori. Con lei l’assessore alle Politiche abitative Enrico Melasecche e il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco. “Ponte San Giovanni ci guadagnerà in bellezza, sicurezza e utilità”, ha detto il sindaco Andrea Romizi. Il progetto prevede una riduzione sensibile della cubatura del complesso, con la creazione di un mix di alloggi di edilizia residenziale sociale, a canone concordato, alloggi di edilizia libera, uffici, servizi di quartiere come un asilo nido che sarà preso in carico dal Comune, e di spazi di relazione. “Ora sta a noi fare sì che le risorse diventino valore pubblico a tutti gli effetti”, ha detto il presidente di Ater Emiliano Napoletti. Il progetto di riqualificazione dei palazzi di via Adriatica, una partita da oltre 20 milioni di euro, dovrà essere concluso entro i primi mesi del 2026.
“Mettere mano a questa ferita significa avviare una rinascita”, ha detto l’assessore comunale all’Urbanistica Margherita Scoccia.
Il progetto sarà strettamente connesso ad un altro Pinqua pensato per Ponte San Giovanni, quartiere su cui si punta, tra l’altro, ad alleggerire il traffico viario con la partita del nodo di Perugia.

Nuovo commissario per la ricostruzione, i dubbi del vescovo Boccardo

Il presidente della Conferenza episcopale umbra si dice preoccupato per la sostituzione di Legnini

“Non vedo ragioni valide per questa interruzione che rischia di ritardare un processo che finalmente era decollato”: monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu, torna a parlare del cambio tra Giovanni Legnini e Guido Castelli quale commissario per la ricostruzione post terremoto, sottolineando che «un treno in corsa non va mai fermato». Lo fa in un’intervista al settimanale La Voce e a Umbria Radio InBlu che ne hanno diffuso il testo. Subito dopo l’annuncio dell’avvicendamento, monsignor Boccardo aveva definito “la non riconferma di Legnini uno schiaffo alle popolazioni terremotate. Sl cambiamento del commissario straordinario per la ricostruzione ho assunto una posizione critica perché farlo a sei anni dal sisma, quando finalmente le cose funzionano, mi sembra proprio un incidente” ha spiegato ora l’arcivescovo. Che è poi tornato sul lavoro di Legnini. “Tutto l’iter burocratico è stato snellito e velocizzato: opere pubbliche, case, luoghi di lavoro, piccole industrie lungo tutta la Valnerina. Tante operazioni si sono messe in movimento e sono giunte a conclusione. Questa è la preoccupazione: un treno in corsa non va mai fermato” ha detto. Monsignor Boccardo ha comunque ribadito di avere già sentito il nuovo commissario Castelli. “Dopo tutto il ‘can can’ che è venuto fuori – ha spiegato -, mi sono sentito in dovere di chiamare il nuovo commissario, fargli gli auguri di buon lavoro e dirgli che da parte mia non c’è nessun dubbio e nessuna critica sulla sua persona e sul suo operato. Anzi, gli ho assicurato la nostra collaborazione e il desiderio di continuare sulla linea che abbiamo sperimentato finora. Ho voluto chiarire proprio questo, distinguendo la persona e quello che faremo insieme, dalla modalità che in questo momento mi è sembrata un pò inopportuna”.

Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

La Trafomec va all’asta per un milione e mezzo. Sempre irreperibile il proprietario cinese

Intanto i lavoratori a cui non vengono pagati gli stipendi a mesi sono rimasti privi anche degli ammortizzatori sociali


E’ stato fissato dal tribunale in un milione e mezzo di euro il prezzo minimo per comprare all’asta la Trafomec di Tavernelle, azienda attualmente di proprietà cinese, che opera nella produzione di motori, generatori e trasformatori elettrici. L’avviso è stato pubblicato subito prima della fine del 2022 dai due curatori fallimentari Giuseppe Fornari e Stefano Mazzuoli, nominati dal tribunale di Perugia a seguito della dichiarazione d’insolvenza del vecchio proprietario, l’imprenditore cinese Xiang Xiong Cao di cui non si riescono più a trovare le tracce. L’asta riguarda un ramo d’azienda a cui fanno riferimento quarantacinque rapporti di lavoro, tredici impiegati e trentadue operai, tutti in fase di cessazione; macchinari; automezzi; marchi e brevetti. Sono esclusi dal trasferimento gli edifici, che sono già stati ceduti, e i debiti verso i lavoratori maturati negli ultimi mesi di attività dell’impresa. Da mesi il proprietario cinese ha smesso di pagare gli stipendi ai dipendenti che non usufruscono più nemmeno degli ammortizzatori sociali e che saranno ora costretti a cessare definitivamete il proprio rapporto di lavoro il 19 gennaio.