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Cassa di risparmio di Orvieto esce dal controllo di BpB

Cassa di Risparmio di Orvieto esce dal controllo BpB

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Finisce il sodalizio tra la Cassa di risparmio di Orvieto e la Banca Popolare di Bari, iniziato nel 2021 quando l’istituto pugliese acquistò le quote di maggioranza della Cassa.  Da allora ad oggi di acqua sotto ai ponti ne è passata parecchia, ma l’elemento più significativo è stato rappresentato dalla pessima gestione della Popolare, giunto nel 2019 ad un passo dal crac e salvata solo grazie al provvidenziale intervento dello Stato che l’aveva rilevata attraverso il Mediocredito Centrale. Adesso è proprio il piano industriale elaborato dal Mediocredito, guidato da Bernardo Mattarella, che prevede lo scorporo della banca orvietana dal corpaccione in forte sofferenza della Popolare di Bari.  La Cassa di risparmio passerà infatti sotto il controllo diretto del Mediocredito che ne acquisisce l’intera proprietà e provvederà ad una ripatrimonializzazione per farla operare sul mercato dell’Italia centrale mentre la Popolare sarà concentrata al sud.  

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Dopo un anno di commissariamento della Popolare, si è dunque deciso di separare i destini dei due istituti di credito con la banca pugliese che aveva finora detenuto oltre il 74% della Cassa di risparmio e di individuare due ambiti di mercato completamente diversi per le due aziende di credito. Per la Cassa di risparmio di Orvieto si fa anche riferimento ad una gestione del patrimonio immobiliare che potrà passare dalla vendita o dall’affitto per risparmiare i costi. Un aspetto ancora non molto chiaro, ma che sembra precludere ad una paventata dismissioni degli immobili di proprietà il più prestigioso dei quali è ovviamente rappresentato dalla sede centrale della banca, nella centralissima piazza di sant’Andrea. Il passaggio sotto il Mediocredito comporterà anche una nuova organizzazione interna per la Cassa di risparmio che sarà strutturata attraverso due unità di business, la capital light divisione  la tech and banking services. Pur essendo un piano industriale ancora da definire nei dettagli, i sindacati hanno accolto queste novità con un segnale di “cauta fiducia”.  Per la Cassa di risparmio di Orvieto l’ingresso del Mediocredito aveva comportato il mantenimento dei livelli occupazionali e la chiusura di alcune filiali sul territorio contro cui si erano inutilmente mobilitate le comunità interessate. 

Edilizia umbra a rischio. Il grido di dolore di Lanini di Confartigianato

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Al via Smart future accademy. Gli imprenditori umbri incontrano gli studenti

La prima edizione di Smart Future Academy Umbria 2022 avrà come protagonista un panel di speaker illustri del territorio umbro, che venerdì 1 aprile parleranno ai ragazzi delle scuole superiori delle loro esperienze formative e lavorative, attraverso il consolidato format di Smart Future Academy. “I talk di Smart Future Academy – ha affermato il presidente Giorgio Mencaroni – non sono una classica lezione a distanza, ma sono al cento per cento interattivi. Emozione e coinvolgimento sono fondamentali per apprendere ed i nostri giovani ragazzi hanno voglia di fare, di sognare, ed è nostro compito infondergli fiducia nelle loro possibilità. Il senso della collaborazione con Smart Future Academy va in questa direzione”.

“Siamo veramente onorati per l’impegno della Camera di Commercio dell’Umbria, che fin da subito si è dimostrata coinvolta e attenta nell’investire risorse sui giovani, trovando speaker prestigiosi”, – dichiara Lilli Franceschetti, Presidente di Smart Future Academy, “una giornata che vede una grande partecipazione femminile, tra cui Tamara Nicolai, Comandante provinciale Arma dei Carabinieri Perugia, prima donna carabiniere a partecipare a un nostro evento.”

Arte, cultura, artigianato made in Italy, moda, ricerca, valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, questi gli argomenti pilastro al di Smart Future Academy Umbria 2022, raccontati agli studenti in modo attivo, dando loro la possibilità di porre domande sul proprio futuro e su “cosa faranno da grandi”. I ragazzi potranno ascoltare le testimonianze di successo degli speaker, come Gianluca Brozzetti, Amministratore Delegato Gruppo Buccellati, con una solida carriera nel mondo della moda e del lusso. Dominga Cotarella, Amministratore Delegato Famiglia Cotarella, impegnata nella valorizzazione della natura e dei prodotti umbri della tradizione, anche attraverso la creazione di Intrecci, una scuola di alta formazione di sala. Anna Amati, partner Eureka! Venture SGR Spa, che si occupa invece di innovazione delle imprese e del territorio. Per i saluti introduttivi interverranno il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria Giorgio Mencaroni, Luigi Rossetti in rappresentanza della Regione Umbria e l’Ufficio Scolastico Regionale.

 

Pnrr e i tanti, troppi gap da colmare. Gianni Lepre (economista): “prioritario un piano anti diseguaglianze”

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Vedere il Pnrr come la panacea di tutti i mali che il Covid-19 ci ha lasciato in eredità è quanto mai sbagliato, come lo è pensare che la liquidità del Recovery Fund possa riportare il vecchio continente allo splendore degli anni pre pandemia.

“E’ evidente – esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 e notista di Italpress e Agenzia Stampa Italia – che a nessuno fa comodo considerare i tanti strappi sociali da colmare anche attraverso l’utilizzo dei fondi del Pnrr. In questo pare che la spendibilità politico elettorale sia quasi nulla, mentre la propaganda continua a delineare la transizione ecologica, la nuova mobilità sostenibile, l’agricoltura bio, la digitalizzazione, l’innovazione infrastrutturale promessa da decenni e mai attuata, l’innovazione dell’industry 5.0, come le priorità di un piano nazionale di ripresa e resilienza che a questo punto collimano  molto poco con le vere esigenza del popolo sovrano”. Un discorso complesso quello della sovranità popolare sancita dalla Costituzione, che il prof. Lepre  allarga a ventaglio: “A proposito della sovranità, sarei curioso di chiedere al legislatore quanta ve ne è rimasta in questi 2 anni di pandemia, visti i presupposti e visto quello che ancora accade, anche in considerazione del fatto che si parla sempre più spesso di diseguaglianze che poi nel concreto nessuno affronta e nessuno risolve”. Il noto economista ha poi continuato: “Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è espresso sulle diseguaglianze nel suo discorso, e la pandemia sanitaria non ha fatto altro che ingigantire la forbice tra i pochi ricchi e i tantissimi nuovi poveri . Sono salite a 5,6 mln le persone che vivono in stato di indigenza; il 9,4% della popolazione, e come se non bastasse, solo il 10% dei trasferimenti pubblici va alle famiglie povere, mentre la Francia assicura loro il 20%”. Un’analisi lucida e dettagliata quella fatta da Lepre che poi conclude: “E’ un’illusione pensare che l’unico gap da colmare sia quello tra nord e sud del Paese, le diseguaglianze sono tante e tali da generare fratture irreversibili nel tessuto sociale se non si pone rimedio investendo in formazione, servizi pubblici dedicati e garantendo a tutti il medesimo accesso ai medesimi diritti. Oltre a tutte quelle belle misure elencate nel piano nazionale di ripresa, si pensi anche a colmare i divari, a cucire gli strappi in una società che pur avendo velleità futuristiche ha però ancora troppi vecchi problemi da risolvere”.

Turismo, Frati Assisi: 3333 pellegrini da 54 paesi sui cammini francescani. Tra loro cinesi, russi e cubani

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Sono 3.333, provenienti da 54 paesi, i camminatori che nel 2021 hanno raggiunto, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia COVID-19, la Basilica di San Francesco in Assisi da soli, in gruppo o in compagnia degli amici a quattro zampe. I dati rilevati dalla Statio Peregrinorum, ufficio della Basilica di San Francesco, mostrano come i pellegrini, arrivati ad Assisi, siano in maggioranza italiani con il 78,55% (85% nel 2020). Tra gli stranieri al primo posto i tedeschi (7,52%), seguiti dai francesi con il 3,26%, gli austriaci (2,06%) e gli americani (1,36%). Tra gli amanti del “turismo lento” anche cinesi, russi e cubani.

Un trend in continua crescita che mostra come sia forte l’attenzione nei confronti della natura che ci circonda. I cammini francescani sono l’esempio reale e concreto dei valori del Santo di Assisi: fraternità, accoglienza e rispetto dell’ambiente.

All’incontro moderato dal Direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento di Assisi, fra Giulio Cesareo OFMConv, e aperto dai saluti del Vescovo di Assisi, Mons. Domenico Sorrentino, e della Sindaca di Assisi, Stefania Proietti, hanno partecipato l’Assessore al Turismo della Regione Umbria, Paola Agabiti, il Responsabile dell’accoglienza dei pellegrini della Basilica di San Pietro a Roma, Ettore Valzania, e dal Delegato della Statio Peregrinorum, fra Rafael Normando OFMConv, che ha presentato tutti i numeri dei camminatori.

I DATI

Nei dati raccolti dalla Statio Peregrinorum si evince che chi percorre i cammini francescani sono in maggioranza uomini (51,40%) mentre le donne rappresentano il 48,60%. Il 94,08% l’ha percorso a piedi (94,74% nel 2020) e il 4,66% in bicicletta (2,46% nel 2020). Di questi pellegrini il 63,50% giunge ad Assisi in solitudine (69,93% nel 2020), mentre il 36,50% in gruppo (30,07% nel 2020).

DA DOVE ARRIVANO

Sono 54 le nazioni da dove provengono. La maggioranza dei pellegrini sono italiani, ma è comunque un’esperienza conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Tra gli stranieri al primo posto ci sono i tedeschi, a seguire: Francia, Austria, Stati Uniti e perfino camminatori provenienti dalla Thailandia, dal Mali, dalla Cina, dalla Russia, da Cuba e dalla Siria. I luoghi di destinazione preferiti dai camminatori sono: Assisi (89,23%), Roma (2,36%) e Ascoli Piceno (1,13%).

I CAMMINATORI

I cammini francescani sono per tutte le età: al primo posto i pellegrini dai 30 ai 60 anni 51.20% (57,05% nel 2020), a seguire con il 24,20% gli ultrasessantenni (19,88% nel 2020), mentre tra i 18 e 30 sono il 14,60% (18,97% nel 2020) e infine il 10% è costituito da pellegrini di età inferiore ai 18 anni (4,1% nel 2020).

LE MOTIVAZIONI

Riguardo le motivazioni che spingono i pellegrini ad intraprendere i cammini il 45,90% lo fa per ritrovare se stessi, il 24,71% esprime motivazioni religiose, il 4,18% religioso-culturali e l’1,66% per motivazioni esclusivamente culturali.

I CAMMINI

Per quanto riguarda i Cammini francescani, il più frequentato è la “Via di Francesco” con una percentuale del 73,76% di pellegrini (75,34% nel 2020), seguono: “Di qui Passò Francesco” (9,73%; 12,21% nel 2020), “Cammino di Assisi” con il 4,82% (3,43% nel 2020), “Il Cammino di Vezelay” (1,06%; 0,48% nel 2020) e la “Via Lauretana” (1,56%; 0,58% nel 2020). Il 50,08% dei camminatori arriva ad Assisi da La Verna. Seguono Città di Castello con 8,35%, Firenze con il 5,69% e Gubbio con 4.26%.