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Nuovo stadio Curi, gli imprenditori hanno depositato il progetto

Un investimento superiore ai 70 milioni di euro per una capienza di 18 mila posti. Ecco il piano elaborato da una cordata di nove imprenditori

Il progetto per il nuovo stadio Curi è stato ufficialmente depositato al protocollo del Comune di Perugia. Si tratta di un investimento superiore ai 70 milioni di euro per una capienza di 18 mila posti che la società Arena Curi srl intende realizzare attraveros un project financing. Il Comune ora due mesi di tempo per esaminare il progetto e per dare la dichiarazione di pubblico interesse. Poi potranno partire le procedure per gare e avviso. Il Perugia riceverebbe un indennizzo annuo dalla società pari a due milioni e mezzo di euro per l’impossibilitò di utilizzare lo stadio per tutto il tempo che sarà necessario alla realizzazione del nuovo impianto. Il progetto prevede anche la realizzazioen di duemila metri quadrati destinati a uffici, diecimila metri quadrati da destinare ad attività commerciali, duemila metri quadrati per una palestra o per un un centro medico specializzato in riabilitazione sportiva, il ristorante e un albergo con 18 suite. La cordata di imprenditori è formata da Giulio Benni di King Sport, dal costruttore perugino Francesco Lana, dal geometra Simone Minestrini, dall’imprenditore nel settore immobiliare e sportivo Mauro Ricci, da Giampiero Romani di Prometheus, da Mirko Campagnoli di Centro Impianti, Andrea Minelli di Greencore, da Claudio Umbrico di Sea Marsciano e dall’imprenditore di Reggio Emilia Alberto Bertani.

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Gualdo, al via il risanamento della valle della Rocchetta

Dopo otto anni di contenzioso, la società Rocchetta spa si appresta a realizzare un investimento da quattro milioni di euro per realizzare un’oasi di verde riqualificato

Il risanamento e la riqualificazione dell’area valle della Rocchetta, a Gualdo Tadino, entra oggi nella «fase operativa», anche grazie all’istituzione di una Conferenza di servizi preliminari, mettendo così fine ad una stagione di contenziosi durata otto anni. L’azienda Rocchetta Spa resta così in attesa dello start ed è pronta a riprendere in mano il progetto e soprattutto a realizzarlo in massimo 20 mesi. Nella sede della Regione Umbria al palazzo del Broletto si è tenuta una conferenza stampa per fare il punto sulla vicenda e informare sull’avvio del procedimento relativo all’attuazione del progetto presentato dalla Rocchetta in ottemperanza all’atto di proroga della concessione di acqua minerale del 2015, diventato definitivamente efficace a seguito del parere positivo del Consiglio comunale di Gualdo Tadino e soprattutto della recente sentenza (20 gennaio 2023) della Corte di Cassazione. Oltre all’assessore all’Ambiente, Roberto Morroni, e al sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, sono infatti intervenuti pure i vertici aziendali di Rocchetta e i progettisti. «Nel 2014 – ha ricordato l’amministratore delegato dell’azienda di Gualdo Tadino Maurizio Bigioni – abbiamo avuto sollecitazione dalle istituzioni per fare qualcosa per il territorio ed otto anni fa abbiamo presentato questo progetto di investimento e sviluppo. Ora siamo in attesa di partire finalmente con la realizzazione». Per dare ora «tempi certi» alla riqualificazione di una valle che sarà godibile al pubblico per scopi sia naturalistici, turistici che ricreativi, puntando anche soprattutto alla mitigazione del rischio idrogeologico, è stata indetta dal 31 gennaio, come annunciato, una Conferenza di servizi preliminari. Il progetto previsto è di quattro milioni di euro. Una «buona notizia per il territorio» secondo l’assessore Morroni che ha poi sottolineato che «con l’incontro di oggi non solo viene sancita la condivisione a livello progettuale con il Comune di Gualdo Tadino, rispetto all’ipotesi redatta dall’azienda Rocchetta di concerto con la Regione». «Ora – ha aggiunto – con l’attivazione della Conferenza di servizi tutti i soggetti coinvolti quindi, e compresa la Comunanza agraria, avranno l’opportunità di dire la loro e quindi saranno chiamati ad esprimere la propria posizione». L’assessore si augura quindi «che tutto questo possa essere la fine di una pagina di contrasti e l’inizio di una fase nuova, all’insegna di una unità di intenti e di una fattiva collaborazione nell’interesse della crescita e dello sviluppo del territorio». Nel corso dell’incontro con la stampa è stata ricordata dai tecnici la «forte opposizione» fatta al progetto da parte della Comunanza agraria «anche in modo improprio con l’impugnazione di tutti gli atti». Ora – è stato spiegato – con la Conferenza di servizi «non ci saranno più scuse e i tempi saranno quelli che detta una norma nazionale». Per il sindaco di Gualdo Tadino Presciutti, «l’amarezza prevale però sulla gioia se penso che il progetto poteva già essere completato». «Tre gradi di giudizio hanno sentenziato la legittimità di atti pubblici fatti bene e delle progettualità dell’azienda che potrà così ampliare il suo piano di investimenti dando alla comunità anche un’oasi di verde riqualificato» ha commentato il sindaco per poi aggiungere: «Trovatemi una azienda privata che vuole spendere 30 milioni di euro sul territorio umbro, ma nei fatti finora questo è stato impedito. Ognuno si assuma quindi le proprie responsabilità». Per il sindaco c’è soprattutto il tema della sicurezza in primo piano: «Se arriva una bomba d’acqua come quella del 2012 non oso pensare cosa potrebbe succedere. Non abbiamo più un secondo da perdere, ne è stato perso fin troppo, con l’area che prima possibile va messa in sicurezza. È arrivato il momento del fare perché del dire ne abbiamo avuto fin troppo, bisogna correre spediti»

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Confermato anche per il 2023 il Frecciarossa da Perugia per Milano e Torino

Il servizio reso possibile grazie all’impegno di spesa sostenuto dalla Regione

«Il collegamento con i Frecciarossa fra il capoluogo di regione, Milano e Torino, apprezzato da un notevole numero di viaggiatori, è confermato anche per tutto quest’anno, con possibilità di estensione fino al dicembre 2024»: lo comunica l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche. «La Giunta regionale dell’Umbria – spiega- ha approvato, su mia proposta, lo schema di contratto per l’affidamento dei servizi di media lunga percorrenza interregionali Perugia-Arezzo, e viceversa, in continuità con i servizi ferroviari di Alta velocità da/verso Milano/Torino, con fermate intermedie a Terontola, Arezzo, Firenze S.M. Novella, Bologna, Reggio Emilia Medio Padana, Milano Rogoredo e Milano Porta Garibaldi e ha autorizzato l’Agenzia unica per la mobilità e il trasporto pubblico locale a sottoscrivere il relativo accordo contrattuale con la Direzione Business AV di Trenitalia». «Fin dall’insediamento di questa Giunta abbiamo operato per il consolidamento di questo servizio – rileva l’assessore -, in considerazione dell’importanza che riveste, poiché consente ai cittadini di un vasto bacino del territorio regionale di raggiungere in circa tre ore e tre quarti il capoluogo lombardo e un’ora dopo quello piemontese, facendo ritorno nella stessa giornata. Abbiamo lavorato perché si aggiungesse una nuova fermata, a Terontola, allargando la platea dei possibili utenti ai cittadini del comprensorio del Trasimeno e della Val di Chiana ed aree limitrofe e insieme al miglioramento del servizio offerto abbiamo agito soprattutto sulla sua sostenibilità economica, proprio allo scopo di garantirlo, dovendo provvedere al risanamento del pesante deficit ereditato dalle precedenti amministrazioni nel settore dei trasporti». «Non solo il contratto di servizio è oggi subordinato al rispetto delle previsioni economico-finanziarie, per garantire equilibrio di bilancio e non produrre aggravi per le casse regionali e le tasche dei cittadini – aggiunge Melasecche – ma abbiamo anche ridotto gli oneri a carico della Regione attraverso l’affidamento all’Agenzia unica regionale per la mobilità e il trasporto pubblico locale della titolarità, gestione, controllo, verifica e monitoraggio di tale contratto, grazie al diverso regime fiscale applicabile all’Agenzia». «Un contenimento dei costi che non comporterà assolutamente una diminuzione della qualità del servizio che Trenitalia garantirà – sottolinea l’assessore – condividendo anche su questo punto l’operato dell’Agenzia in sede di confronto. Nel contratto sono pertanto contenute le clausole relative a offerte dei posti, puntualità e pulizie, previste dalle norme nazionali ed europee a garanzia del rispetto degli standard qualitativi e prestazionali dei servizi offerti, e che costituiscono dunque – conclude Melasecche – una condizione imprescindibile ai fini del livello qualitativo del servizio. Stiamo sollecitando inoltre Trenitalia nel riaprire appena possibile le prenotazioni anche dopo il 28 febbraio, avendo sempre confermato la nostra volontà di proseguire nel servizio».

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Aboca cerca 74 persone da assumere a Citerna

La società di Sansepolcro che opera nel settore dei prodotti naturali per la salute, sta ampliando la propria sede di Pistrino di Citerna

Aboca, la società con sede a Sansepolcro specializzata in prodotti naturali per la salute, offre opportunità di lavoro a 74 operai e operaie per la sede produttiva di Pistrino di Citerna. In particolare, l’azienda ricerca nuovi addetti per far fronte all’aumento dei volumi produttivi e per rafforzare il settore della logistica, quindi le posizioni riguardano operatori di produzione, magazzinieri, addetti alle spedizioni, all’igienizzazione e ai reparti di confezionamento. Oltre alle figure richieste per lo stabilimento, si assumono per l’area delle coltivazioni anche trattoristi, addetti alle attività agricole manuali e addetti all’essicazione delle erbe in Val di Chiana e in Val Tiberina, tra Toscana e Umbria. L’azienda è anche alla ricerca di profili specializzati come periti tecnici, manutentori, meccanici ed elettronici; per tali figure, se provenienti da fuori regione, verrà valutata la possibilità di fornire alloggio per i primi sei mesi. Inoltre, Aboca è alla ricerca costante di numerose figure professionali in vari ambiti: profili tecnico scientifici, ricercatori, figure con competenze economico-finanziarie, agenti commerciali. L’azienda, attualmente presente in 26 Paesi tramite filiali e distributori, impiega più di 1500 persone, di cui circa 1300 in Italia

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Ricostruzione, oltre 1300 persone non hanno fatto la domanda

Il commissario Guido Castelli scnocciola i numeri. In tanti preferiscono rimanere nelle casette

Il commissario Guido Castelli snocciola i numeri. In tanti preferiscono rimanere nelle casette

“Abbiamo circa 1.300 titolari di Contributo di autonoma sistemazione o fruitori di Sae (Soluzioni abitative in emergenza) che non hanno ancora presentato la domanda di ricostruzione”: a dirlo è il nuovo commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016, Guido Castelli, a margine della riunione operativa che si è svolta al Centro funzionale della Protezione civile di Foligno con la presidente della Regione Donatella Tesei, l’Usr e i sindaci dei comuni umbri terremotati.

Nello spiegare il fenomeno che si sta verificando da più parti del cratere sismico, con famiglie che sembrerebbero prediligere la casetta Sae a un eventuale ritorno tra quattro mura, Castelli ha sottolineato come sia “necessario capire esattamente cosa c’è dietro questo tipo di condizione e dobbiamo capire se dopo tanti anni dobbiamo programmare una serie di scadenze oltre le quali si deve anche ritenere che qualcuno non ha l’interesse a ricostruire”. “Sono passaggi delicati ma che dovremo fare perché come è noto il sistema pubblico mette in campo risorse che assorbono una certa forza economica che potrebbe, invece, refluire verso il cratere”, ha aggiunto ancora il commissario.
“Entro metà febbraio – ha fatto sapere – ci sarà una ulteriore Cabina di coordinamento per affrontare di nuovo questo problema che già era stato discusso dal mio predecessore Giovanni Legnini”. “Siamo nel campo della fragilità, nel campo di coloro i quali hanno maturato diritti che sono da ricondurre anche alla decisione di presentare il progetto”, ha specificato Castelli.
Che, però, non ha dimenticato di evidenziare come quelli trascorsi siano stati “mesi difficili, in cui i progetti non venivano presentati per tanti motivi, a cominciare dal rincaro dei prezzi e quindi si necessita di una riflessione supplementare, ma la questione la dovremo affrontare entro il 2023”, ha concluso

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Inizio d’anno con il vento in poppa per l’aeroporto dell’Umbria

Il primo mese del 2023 si è chiuso con la conferma del trend di crescita dell’aeroporto internazionale dell’Umbria che lo scalo sta registrando da ormai molti mesi a questa parte

Il primo mese del 2023 si è chiuso con la conferma del trend di crescita dell’aeroporto internazionale dell’Umbria che lo scalo sta registrando da ormai molti mesi a questa parte

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La Provincia di Terni rottama le cartelle esattoriali

La decisione è stata comunicata dalla presidente Laura Pernazza e riguarda i contribuenti che hanno debiti fino a mille euro con l’amministrazione provinciale

La Provincia di Terni ha deciso di attuare quanto previsto dalla legge di bilancio 2023 in materia di rottamazione delle cartelle esattoriali. La presidente Laura Pernazza, in accordo con i dirigenti dell’ente, ha ritenuto utile applicare le misure per quei cittadini e quelle attività economiche che hanno ancora debiti pendenti con l’amministrazione provinciale tenendo conto del particolare periodo di crisi a cui devono far fronte famiglie e imprese. Secondo quanto stabilito dalle normative – ricorda l’ente – la rottamazione riguarderà le cartelle fino a mille euro, elevate nel periodo 1 gennaio 2000-31 dicembre 2015. Per queste si pagherà solo la somma iniziale escludendo sanzioni, interessi di mora e somme aggiuntive dovute sui contributi previdenziali. Per accedere alle agevolazioni previste per la rottamazione gli interessati dovranno presentare domanda all’Agenzia delle entrate entro il 30 aprile. La procedura sarà on-line. Basterà collegarsi al sito dell’Agenzia, andare nella sezione dedicata alla «definizione agevolata» dall’area pubblica e compilare il form di richiesta.

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Fondi del Pnrr per l’Umbria, si entra nella fase finale

Per la regione si apre una nuova fase. Oltre al miliardo e 347 milioni del Piano nazionale di ripresa, ci sono i soldi per la programmazione europea per un totale di 400 miliardi nei prossimi sette anni. Tesei “Sappiamo farci ascoltare”

Per il Pnrr ormai la fase è “quella più importante e decisiva”, che dovrà portare ad usare i fondi europei «in modo coerente, senza sprecare un centesimo, e in maniera organica e complementare», anche in Umbria: di tutto questo si è parlato a Perugia, al salone d’onore di Palazzo Donini, in un convegno sugli strumenti europei di sostegno allo sviluppo locale, regionale e nazionale come Next Generation Eu, i fondi del bilancio Ue e della Banca europea per gli investimenti (Bei). L’evento, dal titolo «Next Generation EU, Bilancio UE e BEI: opportunità europee per il rilancio dell’Umbria», ha avuto l’obiettivo di illustrare lo scenario ma anche far discutere sugli effetti positivi e sulle potenzialità per il territorio.

Per la programmazione europea 2021-2027 l’Umbria potrà contare su un miliardo 347 milioni .792.853 di euro, suddivisi tra Pr Fesr 2021-2027 (523.662.810), Fse+ 2021-2027 (289.692.900 euro), Csr 2023-2027 (534.437.143). L’incontro è stato voluto dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Cesar-Europe Direct Umbria e Regione. Con l’intervento della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, del presidente Cesar e rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero, del capo dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia Carlo Corazza e al direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia Antonio Parenti. Tesei ha parlato di risorse «tante e importanti per la regione, tra le missioni del Pnrr e la nuova programmazione europea 21-27».

«La nuova programmazione – ha detto – porta nella disponibilità della Regione, pur nella consapevolezza che sono risorse che vanno cofinanziate, la cifra straordinaria di 1 miliardo e 347 milioni di euro». Per la Governatrice è stata «straordinaria e molto impegnativa» anche l’immediata utilizzazione di quanto la Regione aveva a disposizione della vecchia programmazione 14-20. «Molte risorse – ha sostenuto – sono state riprogrammate, grazie allo slittamento pur legato alla tragedia della pandemia, ed importanti per i bandi messi in campo per sostenere imprese e famiglie». «Abbiamo un’opportunità imperdibile – ha poi spiegato Corazza – visto che i fondi di Next generation che si sommano a quelli della programmazione 2021-2027 possono essere una spinta anche per le eccellenze dell’Umbria ma bisogna utilizzarli al meglio. Nei prossimi sette-otto anni avremmo oltre 400 miliardi di euro tra fondi a fondo perduto e prestiti e la quota dell’Umbria è importante sia dal punto di vista dei fondi Pnrr che di coesione. Si crea una sorta di ingorgo ma questa è anche un’occasione imperdibile». La complessità dei bandi e i tempi, soprattutto per le grandi opere, sono stati indicati come i principali nemici. L’Italia e l’Umbria in particolare è composta da piccoli comuni e quindi è stato ricordato di fare attenzione e di prendere per mano questi comuni nelle procedure. «Bisogna aiutarli soprattutto a livello tecnico e come sta facendo la Regione Umbria molto bene mettere il personale adatto con le competenze giuste per spendere nel migliore dei modi i soldi a beneficio dei cittadini delle imprese» ha aggiunto ancora Corazza. «Siamo piccoli ma nel panorama nazionale ed europeo ci facciamo ascoltare forse perché abbiamo una grandezza che ci viene da una terra d’eccellenza in tutti i settori» ha inoltre commentato la presidente Tesei.

Per poi evidenziare anche quelli che ritiene il punto debole e l’aspetto più critico. «È emersa una cosa che purtroppo conoscevo da tempo – ha detto – e su cui sto lavorando dall’inizio del mio mandato ed è il tema della carenza infrastrutturale di questa regione. Aiutiamoci e aiutateci a superare questo gap perché per questa regione è stato il peso negativo che l’ha vista nel 2019 avere un Pil tra i più bassi d’Italia». L’iniziativa ha visto anche gli interventi, con video-messaggi e collegamenti, di ospiti come la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto e la vicepresidente della Bei Gelsomina Vigliotti. Dopo un focus sulla Regione e i Fondi europei, con l’intervento – tra gli altri – dell’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, si è tenuta una tavola rotonda di confronto alla presenza del sottosegretario all’Interno con delega al Pnrr Emanuele Prisco, degli assessori regionali Roberto Morroni, Enrico Melasecche, Luca Coletto, degli europarlamentari Luisa Regimenti (Ppe, FI), Camilla Laureti (S&D, Pd), Antonio Maria Rinaldi (Id, Lega), Nicola Procaccini (Ecr, FdI) e rappresentanti locali ed europei coinvolti nello sviluppo imprenditoriale, commerciale e agricolo dell’Umbria. «In questi giorni – ha ricordato Prisco – il ministero degli interni ha messo a disposizione un nucleo specialistico nelle Prefetture di tutta Italia, quindi anche in Umbria, per supportare gli enti locali nella progettazione e rendicontazione».

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Trafomec al bivio: i lavoratori pronti a rilevare la azienda

Da dipendenti a proprietari. E’ questa la svolta radicale che si accingono ad attuare i dipendenti della società di Tavernelle

Una cooperativa formata dagli ex dipendenti della Trafomec, licenziati pochi giorni fa, potrebbe rilevare la proprietà dell’azienda di Tavernelle dopo l’imprenditore cinese, titolare dell’impresa, si è da tempo reso irreperibile. E’ la svolta annunciata grazie alla costituzione dellaCooperativa Trafocoop, Trafocooperativa della Valnestore, costituita per iniziativa di 45 ex lavoratori e presieduta da Federico Malizia che spiega:”«Il favore da parte dell’assessore regionale Fioroni, emerso chiaramente nel corso del Tavolo di Crisi da lui convocato tempestivamente nei giorni scorsi dopo la pubblicazione dell’avviso di asta a fine dicembre alla presenza di tutte le parti coinvolte e del sindaco di Panicale Giulio Cherubini, ha dato coraggio a tutti noi soci e risposta ai nostri sacrifici, oltre che solide basi ad un progetto imprenditoriale cooperativo. Grazie anche al supporto di Confcooperative e del Ministero sappiamo ora con certezza che abbiamo tutte le carte in regola per partire con la giusta patrimonializzazione e finanza anche per far fronte al futuro acquisto. Non secondaria – aggiunge Malizia – è stata la disponibilità del Presidente della Vetreria Cooperativa Piegarese, Bruno Gallo, proprietaria degli immobili, manifestata al consiglio d’amministrazione della Trafocoop nei precedenti incontri che sono stati anche molto utili a tutti noi”.

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I veri conti della sanità umbra

Un buco da 250 milioni, un deficit annuo da 50 milioni causato dal covid, spesa farmaceutica fuori controllo e Terni con l’ospedale più vecchio dell’Italia centrale

“Vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro e bisogna ricordare da dove siamo partiti”: lo ha detto la presidente della Regione, Donatella Tesei, durante un’audizione, con Coletto e D’Angelo, in terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, sulla “situazione della sanità nell’Umbria”. Un incontro scaturito da una lettera del 9 gennaio, a firma dei consiglieri di minoranza, che chiedeva un confronto con l’Esecutivo di palazzo Donini per fare chiarezza sui conti della sanità regionale e sui livelli dei servizi forniti ai cittadini.

Illustrando la richiesta, Tommaso Bori (Pd) – riferisce un comunicato della Regione – ha spiegato, a nome dei firmatari, che “durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati. Si registra un continuo turn-over della dirigenza sanitaria, con cadenza annuale o semestrale. C’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione. La spesa farmaceutica è fuori controllo a causa del continuo cambio della dirigenza, che ha fatto mancare un vero controllo della spesa. In Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone. Ci sono professionisti che sono stati pagati 80 euro l’ora senza limite di orario, arrivando a guadagnare 25 mila euro in un mese. La Corte dei conti ha sempre parificato i bilanci della sanità, il suo primo richiamo è arrivato con questa amministrazione. Il depotenziamento della sanità pubblica sembra voler favorire sanità privata e assicurazioni”.

La presidente della Regione Donatella Tesei ha osservato che “bisogna ricordare da dove siamo partiti, con molti problemi ereditati dalle Giunte precedenti. Ho ereditato una sanità annichilita da Sanitopoli, dalla quale i migliori professionisti fuggivano. Abbiamo ereditato, prima del covid, infinite liste di attesa. Terni ha l’ospedale più vecchio del centro Italia. Dei 17 ospedali, alcuni erano inutilizzabili ed altri non utilizzati. C’erano certificati di sicurezza scaduti. Un disavanzo strutturale pauroso. Una mobilità con un pesante saldo passivo e una spesa farmaceutica fuori controllo. Non ho voluto iniziare il lavoro elencando problemi e scandali della sanità.

Speravo che questo fosse capito da tutte le forze politiche. Avremmo potuto costruire insieme un cambiamento nella sanità regionale”. “Abbiamo reagito al covid – ha sottolineato Tesei – tra mille difficoltà, con continue polemiche da parte delle opposizioni. I report nazionali ci dicono che siamo stati tra i migliori a gestire covid e vaccini. Il covid è sparito per decreto ma abbiamo ancora 200 ricoverati negli ospedali. Con le spese annesse. Il necessario processo di riforma è potuto iniziare da soli otto mesi”. “Sul bilancio della sanità regionale – ha sottolineato ancora Tesei – ha pesato l’inflazione quasi al 10% e l’aumento delle spese per l’energia. Ospedali, strutture sanitarie e uffici hanno subito questi rincari. Per mantenere una sanità pubblica e universale servono fondi nazionali, altrimenti chi ha più sanità pubblica ha più disavanzo. Cinque miliardi è la somma che manca alle sanità regionali per chiudere in equilibrio i bilanci. E questa è la somma richiesta dalla Conferenza delle Regioni.
Questa la somma che il presidente Bonaccini ha richiesto per le Regioni”.

Per la presidente, “vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro. La spesa è cresciuta quattro volte più dei fondi disponibili. Una spesa fuori controllo che cresce più della media nazionale. Nel 2017 il disallineamento era di 32 milioni, compreso il payback. Nel 2018 è arrivato a 60. Nel 2019 a 65 milioni. Oggi, il Ministero ci chiede di scorporare il payback. Questi disavanzi strutturali vengono sempre chiusi per portare a pareggio il bilancio. Questo indebolisce i conti e non crea riserve. Dal 2015 al 2019 la spesa farmaceutica per acquisti diretti è aumentata di 50 milioni, senza alcun tentativo di razionalizzarla. Il saldo di mobilità crolla da +25 milioni nel 2017 a – 4 milioni nel 2019. L’inversione di tendenza è avvenuta nel 2017, anche se si manifesta nel 2018-19”.

“Sul personale – ha spiegato Tesei – Agenas ci dice che abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale. Il covid ha impedito la riforma strutturale del sistema. Restano 50 milioni di euro all’anno da recuperare. Serve un percorso di efficientamento e ricostruzione. Per fare tutto questo ci vuole tempo. Per più di due anni abbiamo gestito esclusivamente il covid, pur andando avanti con vari progetti. L’aumento dei costi energia e dei costi Covid hanno gravato per 100 milioni sul bilancio regionale, che i fondi nazionali non coprono. Lo ho segnalato ad agosto 2022 ai ministri del periodo. Ed ora lo ho segnalato ai nuovi ministri in carica. Tutte le Regioni hanno segnalato questi problemi e una situazione esplosiva. I bilanci consuntivi sul 2022 non sono ancora stati ultimati, come da prassi lo saranno tra qualche mese. Gli incrementi di spesa si sommano ai disavanzi strutturali e peseranno anche sul 2023.
Queste situazioni e la loro genesi non possono essere negate ma devono essere affrontate”.

Luca Coletto (Assessore alla sanità), ha affermato che “lo sforamento per la spesa farmaceutica c’era già nel 2017 ed è andato aumentando negli anni successivi. Abbiamo fatto una delibera per ricondurre le prescrizioni all’appropriatezza, che prima non c’è stata. Grazie a quella delibera stiamo rientrando. I pazienti hanno la necessità di essere curati nella maniera più corretta possibile. Siamo stati giudicati una delle migliori Regioni per la gestione del Covid, pur in assenza di un piano per la gestione della pandemia. I fondi integrativi che esulano dal fondo sanitario vanno definiti e controllati. Altrimenti la sanità torna nelle mani delle mutue, che hanno creato un enorme debito legato a prestazioni non appropriate. E che creavano differenze sociali nelle cure. Tutte le Regioni hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per la gestione del Covid, che non è finita con il decreto del ministro il 31 marzo 2022. La mobilità ha avuto una inversione di tendenza nel 2015, che è stata registrata nel 2017. La programmazione manca da più di 10 anni. Un altro problema c’è stato con il payback, un ulteriore aggravio per le Regioni che hanno sfondato i tetti di spesa. Molte Regioni hanno subito gli sbilanci. In passato i bilanci sono stati chiusi in attivo ma la spesa è sempre stata maggiore del fondo disponibile. Stiamo dando una identità chiara ai piccoli ospedali, cercando professionisti che facciano mobilità attiva e che se ne sono andati a causa di mancanza di visione e di prospettiva. Da oltre un anno stiamo trattando con il ministero circa i 5 miliardi che mancano alla sanità. È necessario un intervento nazionale. I dati Agenas dicono che abbiamo il maggior numero di medici ogni mille abitanti in Italia. Mancano medici perché è mancata la programmazione e in passato non sono stati fatti i necessari concorsi”. Massimo D’Angelo (direttore regionale Salute e Welfare) – conclude la nota – ha sottolineato che “il disavanzo è legato al mancato finanziamento del fondo nazionale mentre aumentava il costo delle prestazioni. Durante il Covid abbiamo sospeso prestazioni sanitarie e questo ha impattato su molte patologie croniche che si sono riacutizzate. Ci sono molti pazienti anziani ricoverati per Covid, che si somma ad altre patologie, con una spesa per strutture e personale molto importante. Sulla spesa farmaceutica si registra un trend in miglioramento, legato all’appropriatezza”.

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