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Tag: arpal

Fondi residui cig per le politiche del lavoro, dibattito in Regione

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso l’interrogazione a risposta immediata relativa a “Utilizzo
dei fondi residui della cassa integrazione destinati alle politiche attive del lavoro della Regione Umbria e gestiti da Arpal” presentata dal consigliere del Pd Tommaso Bori.

L’interrogazione riguarda una cifra notevole e certificata sia a livello locale che nazionale, ovvero 20 milioni di euro, ha specificato Bori. Aggiungendo: “Questa cifra riguarda i fondi residui della cassa integrazione destinati alle politiche attive del lavoro, gestite da Arpal. Tutti i residui potevano essere
ridestinati per incentivare le assunzioni al lavoro. Ad oggi, al contrario, queste cifre rischiano di essere restituite a livello nazionale perché non utilizzate. La spesa andava programmata attraverso convenzioni stipulate con l’Inps, l’avallo di Anpal, la struttura nazionale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma tutto questo è accaduto in altre regioni, a partire dalla Toscana, ma non l’Umbria. I 20 milioni erano anche un utile incentivo alle assunzioni”.

“Il programma ‘Gol’ in Umbria -ha proseguito Bori – è stata caratterizzato da migliaia di prese in carico, vale a dire di soggetti che avevano la possibilità di lavorare e che avevano bisogno di essere presi in carico dalle realtà territoriali, ma che oltre a questo non si è andati, fermandosi solo ai colloqui senza finalizzare il tutto con le assunzioni. Queste risorse potevano essere utili ad incentivare dunque l’assunzione da parte di aziende. Chiediamo quindi come la Giunta ed Arpal di conseguenza intende utilizzare i 20 milioni di euro o se siamo di fronte al rischio di restituirli a livello nazionale”.

La risposta di Fioroni

Nella sua risposta l’assessore Michele Fioroni ha ricordato in premessa che “secondo dichiarazione del
Presidente Giorgia Meloni l’Umbria, rispetto alla media nazionale, ha 5 punti in più sull’occupazione. Siamo stati la prima Regione ad anticipare, attraverso il programma ‘Re-work’ e grazie alle risorse di quei fondi della cassa integrazione – ha precisato Fioroni – un primo piano di incentivi emettendo 10 milioni di
euro sulle assunzioni. Nella manovra ‘All-in’ sono già previsti 8 milioni di incentivi all’assunzione fino al raggiungimento di 15 milioni. Misure che prevedono, con fondi Fse, una politica che vede attivi 20 milioni
di euro per incentivazione alle assunzioni non solo per i soggetti di ‘Gol’ (tendenzialmente svantaggiati), ma anche per favorire il ‘Gender-gap’. Le risorse residue (art. 22 decreto leg.vo 148/2015) hanno
avuto un ruolo molto importante nella spesa delle Regioni quando, sotto covid, hanno dovuto gestire per Inps lo scarico a terra della cassa integrazione e grazie a questo la Regione Umbria è riuscita ad erogare ai cittadini e ai lavoratori umbri la cassa integrazione nei tempi e con efficacia maggiore rispetto alle altre Regioni. Relativamente alla riprogrammazione delle risorse, ricordando che Anpal non esiste più, sottolineo che non mancano incentivi per l’assunzione, anzi l’Umbria è stata la prima Regione a prevederli in complementarità con ‘Gol’”.

“Le aziende umbre, grazie alla manovra ‘All-in’ – ha aggiunto l’assessore – avranno a disposizione 10
milioni di euro di incentivi, che rigurdano non solo i beneficiari di ‘Gol’, ma verrà utilizzato un meccanismo innovativo che considera l’entità dell’incentivo all’assunzione inversamente proporzionale rispetto alla vicinanza del lavoratore al mercato del lavoro, ovvero più il lavoratore è svantaggiato e lontano dal mercato del lavoro, più l’azienda avrà un contributo elevato per la sua assunzione”.

La replica di Bori

Parole che non hanno soddisfatto Bori. “L’assessore ha parlato molto, ma detto poco. La domanda riguardava i 20 milioni di euro che rischiano di essere restituiti a livello nazionale invece di aiutare le aziende ed i lavoratori umbri. Su cosa ha fatto lei ed Arpal non abbiamo avuto risposta. La realtà
è che 20 milioni di euro disponibili non vengono utilizzati per mancanza di programmi e progetti concreti. Lei ha provveduto ad aggiornare il programma del 2023 ma non ha previsto la destinazione dei fondi. ‘All-in’ è una misura tardiva che non è in grado di utilizzare risorse”.