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Tag: Arvedi

Ast, Istituzioni col rebus “soluzione praticabile” per il nodo costi energetici

Affrontare il tema del contenimento dei costi energetici “attraverso delle proposte praticabili, normativamente inappuntabili e efficaci per consolidare il progetto di sviluppo di Ast, nella garanzia degli investimenti e del mantenimento dei livelli occupazionali”. E’ quanto ribadito dall’assessore regionale alle Politiche industriali, Francesco De Rebotti, che ha partecipato al vertice di fine anno che si è tenuto al Ministero sulle prospettive presenti e future di Ast.

Il ministro Urso intende esplorare, attraverso un confronto tra Governo, Regione e azienda, le possibili soluzioni al tema dei costi energetici contingenti fino all’appuntamento del 2029. Il tutto entro il 20 gennaio, se si vuole arrivare a siglare l’Accordo di programma entro febbraio, come auspicato dal ministro. Considerando che il gruppo Arvedi ha sempre subordinato il mantenimento degli impegni sugli investimenti con la soluzione dei costi energetici, considerati eccessivi.

Un impegno verso il quale De Rebotti ha chiamato all’unità tutte le Istituzioni ed al senso di responsabilità, nell’interesse dei lavoratori e del territorio.

Ma Confartigianato Imprese Terni, proprio in ragione delle difficoltà nel trovare soluzioni rapide e praticabili sul versante dei costi energetici, a cominciare da “soluzioni ponte” che erano state ipotizzate, è tornata a manifestare la propria preoccupazione, chiedendo misure a sostegno delle piccole e medie imprese dell’indotto, che non possono attendere sino al 2029, termine della nuova concessione idroelettrica.

Ast, vertice il 30 dicembre. A gennaio i premi welfare

Costo dell’energia, riconversione del sito ternano e Accordo di programma. Questi gli argomenti all’ordine del giorno dell’incontro con i vertici del gruppo Arvedi che si terrà il 30 dicembre, alle ore 10, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

In quella sede saranno messe sul tavolo alcune proposte per consentire al sito siderurgico ternano di abbattere in parte gli elevati costi energetici, anche con l’interlocuzione della Regione Umbria. Dall’altra, sindacati e Istituzioni attendono che la proprietà faccia passi concreti verso quegli investimenti previsti nell’Accordo di programma.

Intanto, il cavaliere Arvedi ha comunicato ai delegati sindacali che dal 31 gennaio saranno erogati premi welfare a tutti i dipendenti di Ast, di 200 euro ciascuno.

Ora si confida che il vertice romano di fine anno possa traghettare Ast,il suo indotto e la città di Terni verso un 2025 con meno nubi.

Su Ast Arvedi conferma il rilancio, ma restano i nodi energia e concorrenza dall’Asia

Arvedi conferma la volontà di rilanciare l’Acciai Speciali Terni, anche se il nodo rappresentato dal costo dell’energia rende incerto l’orizzonte temporale degli investimenti promessi.

Nell’incontro che si è svolto nella sede Finarvedi a Cremona tra la proprietà di Acciai Speciali Terni e le organizzazioni sindacali territoriali e nazionali, la proprietà ha anche annunciato, secondo quanto riferito dai sindacati, “proposte e interlocuzioni a livello istituzionale risolutive per giungere al più presto ad un accordo di programma”.

All’incontro erano presenti presidente e vicepresidente Finarvedi Giovanni Arvedi e Mario Arvedi Caldonazzo, l’amministratore delegato di Acciai Speciali Terni Dimitri Menecali, e il direttore del personale Giovanni Scordo.

“Come Fim-Fiom-Uilm di Terni – si legge nella nota delle tre sigle – abbiamo ribadito le ragioni che hanno portato allo sciopero del 19 novembre 2024, in riferimento alla indisponibilità di discutere il dettaglio del piano industriale e delle ricadute negative in ordine ai carichi e ritmi di lavoro. Giovanni Arvedi ha espresso la volontà di proseguire il progetto con una maggiore trasparenza e coinvolgimento dei lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali che si dovrà attuare nei prossimi mesi in sede aziendale”.

Giovacchino Olimpieri e Marco Bruni (Fismic), informano che il presidente ha illustrato una strategia ambiziosa: “La produzione di acciaio inox rimane il fulcro dell’attività, con l’obiettivo di raggiungere un livello di produzione tra caldo e freddi tali da rendere lo stabilimento leader in Europa. Tuttavia, non mancano le difficoltà che l’azienda ha illustrato, tra cui costi energetici molto elevati”.

Il rilancio del sito ternano e la tutela dell’occupazione, evidenzia però l’Ugl, ruotano purtroppo intorno a due punti: il caro energia e la concorrenza delle aziende cinesi e Indonesiane che immettono nel mercato europeo prodotti a basso costo.

Ora si attendono i prossimi passi al Ministero e nell’interlocuzione con la neo governatrice umbra Stefania Proietti.

Ast e indotto, pacchetto di 12 ore di sciopero: si inizia martedì

Un pacchetto di 12 ore di sciopero. A cominciare da martedì 19 novembre. Questa la decisione delle segreterie territoriali e le Rsu di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici per tutti i lavoratori del comparto metalmeccanico di Arvedi-Ast, Tubificio e indotto.

Le prime 4 ore di astensione dal lavoro a fine turno sono programmate per martedì 19. Le successive 8 ore saranno modulate nei prossimi giorni, in base all’evoluzione della situazione.

Questa la forma di protesta decisa dopo le assemblee seguite allo stato di agitazione proclamato a causa della fase di stallo, delle incertezze sul piano industriale e “all’indisponibilità dell’azienda – lamentano i sindacati – di discutere un piano industriale sganciato dall’accordo di programma”.

In considerazione di quanto previsto a livello nazionale, con il blocco/sciopero degli straordinari deciso dopo la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, i sindacati “invitano tutti i lavoratori a non dare la propria disponibilità alle entrate anticipate e comunque a prolungare l’orario di lavoro”.

I sindacati diffidano la Direzione aziendale dal fare “forzature sul cambio turno in caso di squadre sottorganico e consentire il normale orario di lavoro, prevedendo eventualmente solo la prestazione straordinaria per la messa in sicurezza degli impianti”.

Ast: stop a una linea, ma senza ricorso alla cassa integrazione

Dal 25 al 31 ottobre sarà fermata una linea dell’area a caldo dello stabilimento Arvedi dell’Ast di Terni. E’ quanto comunicato dalla Direzione generale dell’azienda martedì pomeriggio alla Rsu. Chiarendo però che, a differenza dello stop attivato nelle scorse settimane, questa volta non servirà attivare la cassa integrazione per i lavoratori del reparto interessato e il personale, dunque, si recherà regolarmente al lavoro.

E’ stato anche chiarito che saranno normalmente gestite dai responsabili eventuali richieste di ferie per la settimana in cui la linea resterà ferma.

Una scelta dettata dai costi di produzione. Ma secondo i sindacati anche dalle strategie della stessa azienda, che prediligerebbe che parte delle lavorazioni vengano effettuate in Paesi dove queste risultano economicamente vantaggiose.

Proprio nell’ultima seduta del Consiglio regionale di questa legislatura l’ultimo punto trattato nel Question Time era stato il caso Ast e gli investimenti dell’Accordo di Programma. La cui firma, ha assicurato la governatrice Tesei interrogata dal capogruppo del M5s De Luca, arriverà in avvio della prossima legislatura.

Per la riduzione dei costi energetici di Ast e di altre imprese energivore, ha comunicato ancora la presidente, il Governo sta predisponendo condizioni di favore a cui la proprietà potrà scegliere di aderire. In attesa del 2029, quando potrà essere approntato il nuovo sistema di gestione, pubblico-privata, della centrale elettrica di Galleto, con una parte dell’energia prodotta da destinare proprio a questo tipo di aziende.

Accordo di Programma ed energia, il caso Ast ultimo Questione Time della legislatura

Si è parlato del caso Ast nell’ultimo Question Time di questa legislatura dell’Umbria. La governatrice Donatella Tesei ha risposto all’interrogazione con cui il capogruppo del Movimento 5 stelle, Thomas De Luca, chiedeva “chiarimenti circa le prospettive di Arvedi Ast dopo la mancata firma per
l’accordo di programma a seguito del tavolo di confronto tenutosi al ministero delle imprese e del made in Italy del 9 ottobre 2024”.

L’esponente pentastellato ha manifestato i timori per i ritardi nella firma dell’Accordo di Programma ed ha chiesto se ci fosse un’effettiva volontà del Comune di Terni di acquisire le Acciaierie, come avrebbe detto il sindaco Bandecchi nel tavolo ministeriale.

Tesei ha ricordato le interlocuzioni avute con i vari livelli istituzionali, sino al tavolo dello scorso 9 ottobre, e con la proprietà Arvedi. Ricordando l’entità e l’importanza degli investimenti per il territorio legati all’Accordo di Programma.

Quanto ai costi energetici, Tesei ha spiegato che dal 2029 in poi, compatibilmente con le condizioni della legislatura vigente, chiunque gestirà la centrale idroelettrica dal 2029 in avanti dovrà fornire una quota dell’energia alle aziende energivore del territorio. E che comunque, da qui sino a quella data, il Governo metterà a disposizione di Arvedi alcune agevolazioni finanziarie che sono state appositamente studiate e di cui la proprietà potrà usufruire. In base alla nuova legge regionale, poi, dal 2029 sarà studiata la possibilità che il nuovo gestore possa essere una società pubblico-privata, “se questo servirà a meglio tutelare gli interessi del territorio, delle imprese e dei cittadini umbri”.

“In questi termini – ha assicurato Tesei – immediatamente riaperta la prossima legislatura firmeremo sicuramente l’Accordo di Programma”.

Quanto all’ipotesi di acquisto delle Acciaierie da parte del Comune, Tesei ha parlato di una provocazione, dato che nessun Ente è in grado di effettuare un simile investimento. Per cui il piano industriale dell’Ast continua ad essere uno solo.

De Luca, nella sua replica, ha ribadito che anche in caso di vittoria del centrosinistra alle elezioni non ci sarà nessun problema a firmare l’Accordo di Programma e che per questo non doveva essere rinviato a dopo le elezioni. Ha manifestato diverse criticità rispetto agli investimenti. E sugli approvvigionamenti energetici ha detto che non occorre attendere il 2029, poiché la legge regionale già oggi consente di creare un contenitore pubblico-privato che possano gestire gli impianti già andati in scadenza in modo da dare risposte alle richieste delle imprese energivore.

AST, dopo il tavolo al Ministero Arvedi alla mostra sui 140 anni delle Acciaierie

Visita giovedì mattina al PalaSì di Terni del presidente di Arvedi AST, il cavalier Giovanni Arvedi, per ammirare la “grande opera” la mostra organizzata dall’azienda per celebrare i 140 anni della fondazione.

L’esposizione, aperta al pubblico fino al prossimo 23 ottobre – da lunedì a venerdì: 10-12 / 16-19, sabato e domenica: 10-12 / 15-19,30 con ingresso libero – ha inteso accendere i riflettori sul più imponente impianto di derivazione mai realizzato in Italia tra Ottocento e Novecento. Un sistema di condotte, turbine per l’adduzione delle acque dal Velino e la conseguente trasformazione della potenza dell’acqua in forza motrice e energia elettrica.

Ad accompagnare il cav. Arvedi durante la visita, il vice presidente Mario Arvedi Caldonazzo, l’amministratore delegato Dimitri Menecali, il responsabile risorse umane Giovanni Scordo insieme ai curatori della mostra. Presenti negli spazi espositivi del PalaSì anche alcune classi delle Scuole elementari “Anita Garibaldi” e “Mazzini” di Terni impegnate nei laboratori didattici organizzati nell’ambito dell’iniziativa.

Una visita fatta all’indomani del tavolo sull’Ast che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo economico per affrontare il tema dei costi energetici e delineare una road map per concretizzare gli impegni sugli investimenti per il territorio con l’Accordo di programma.

Accordo di Programma Arvedi-AST al centro del dibattito politico

L’appello rivolto da Confartigianato Terni ai vari livelli istituzionali – Governo, Regione, Comune, secondo le rispettive competenze – perché si acceleri nel dare concretezza all’Accordo di Programma Arvedi-AST, a tre anni dal passaggio di proprietà del polo siderurgico, ha rimesso al centro dell’agenda politica un tema fondamentale per il territorio, al quale dovrebbe garantire investimenti per un miliardo di euro.

Ed anche l’imminenza della scadenza elettorale ha favorito gli interventi di centrodestra e centrosinistra su un tema così importante. Riportandolo, appunto, nell’agenda politica ternana e umbra, anche pubblicamente. E questo era del resto il senso del costruttivo invito di Confartigianato Terni, affinché i vari livelli istituzionali, di comune accordo e secondo le rispettive competenze, riescano ad accelerare nell’attuazione dell’Accordo di Programma. E questo, al di là del confronto dialettico che, appunto, risente ovviamente anche della campagna elettorale già avviata.

Tesei: la strada già fatta e il caro-energia sull’ultimo miglio dell’Accordo

La governatrice umbra Donatella Tesei ricorda il lavoro sin qui fatto, secondo l’aggiornamento da lei comunicato a fine giugno in aula rispondendo a un’interrogazione sul tema. Con le interlocuzioni con Governo e aziende che comunque, assicura, stanno continuando.

Tesei coglie l’occasione per fare ancora il punto “su questo tema sicuramente strategico e di cui mi sono occupata – sottolinea – personalmente e con costanza quasi quotidiana”.

“Le Acciaierie di Terni – evidenzia la governatrice – negli anni precedenti questo Governo regionale hanno attraversato complesse situazioni gestionali che più di una volta sono sfociate in lunghi e complicati momenti di difficoltà, risolti anche grazie alle azioni delle forze sindacali. Al momento del nostro insediamento, le acciaierie erano state messe in vendita dall’allora proprietà tedesca, che da tempo non le considerava strategiche e per questo risultavano assolutamente carenti di investimenti, quindi in crisi di competitività e con rischi concreti per occupazione ed intero indotto. Insieme al Governo nazionale abbiamo accompagnato il cambio di proprietà, cercando di evitare assetti che non davano garanzie di rilancio e prospettive occupazionali: anche grazie a questa azione siamo arrivati all’acquisizione dell’Ast da parte di un solido Gruppo italiano, Arvedi, che ha subito e con grande correttezza stretto contatti con le Istituzioni locali, predisponendo rapidamente un Piano industriale credibile ed ambizioso e dando luogo a primi immediati investimenti e riorganizzazione, nella salvaguardia dell’occupazione. Ricetta che ha dato immediatamente stabilità all’azienda. Insieme al Governo nazionale ed alla nuova proprietà, abbiamo individuato in un Accordo di programma lo strumento giusto per coniugare gli indispensabili ed ingentissimi investimenti privati, con le necessarie risorse pubbliche ed altre condizioni abilitanti di supporto, nell’ottica della piena realizzazione di quel Piano industriale che consentisse stabile ed ulteriore rilancio e sviluppo occupazionale. L’Accordo in questione prevede oltre un miliardo di euro di investimenti, di cui circa 300 milioni con fondi pubblici ed il resto a carico della stessa nuova proprietà”.

“L’impegno della Regione – prosegue Tesei – non si è esaurito qui. Infatti abbiamo provveduto anche a facilitare le condizioni infrastrutturali con il finanziamento della bretella Staino-Prisciano, ed i miglioramenti continui della Orte-Civitavecchia, strategica per l’AST. Io stessa poi ho chiesto ad Arvedi, in appositi tavoli di confronto, che anche le aziende locali competitive potessero recitare un ruolo importante nel Piano Industriale in corso perseguito proprio da Arvedi, Gruppo che ringrazio per il leale e continuo confronto, per il lavoro svolto e per gli investimenti già messi in essere e che avverranno in azienda ed anche per quelli di responsabilità sociale nei confronti del territorio che arriveranno con modalità già definite, così come ringrazio le forze sindacali per il lavoro ed il senso di responsabilità dimostrati in questi anni. Per ciò che concerne, infine, la discarica, abbiamo vigilato sull’accordo tra le parti interessate, che dovrà soddisfare anche quelle condizioni di sostenibilità ambientale che per me, nell’intero Piano, vengono al pari di quelle di sviluppo industriale ed occupazionale. Tutto questo lungo e complesso lavoro ha fatto sì che nonostante l’inflazione, il caro energia, e la crisi del mercato, la nuova AAST, abbia retto il mercato e, a differenza del passato, non vi siano state crisi”.

Quanto alla situazione attuale, Tesei spiega: “L’ultimo miglio dell’Accordo di Programma – che la Regione per parte propria ritiene da tempo sottoscrivibile registrando comunque gli investimenti già iniziati da parte dell’Azienda – è rappresentato dal costo dell’energia, problema strutturale, comune in Italia a tutte le aziende energivore che sono alle prese con costi superiori al resto d’Europa. Anche in questa direzione, nonostante il nostro ruolo istituzionalmente e funzionalmente limitato in materia, ci siamo attivati con Enel per far sì che le parti potessero raggiungere il miglior accordo possibile. Oltre questo, abbiamo sollecitato la soluzione di un problema strutturale e nazionale di un comparto di aziende, tra l’altro acuito a Terni decenni fa con la vicenda degli espropri, che ha visto la creazione di un tavolo nazionale tra le parti ed i vertici del Governo, che è ancora al lavoro”.

“Alla luce di tutto ciò – conclude la presidente della Regione Umbria – mi sembra fuori luogo parlare di disinteresse da parte della politica regionale, quando invece questo è uno dei dossier più complessi che ho ereditato e per questo curato personalmente come tutti possono testimoniare. Invito, pertanto, Confartigianato ad informarsi meglio sui fatti prima di esprimersi con affermazioni paradossali ed in tal senso ribadisco la mia più totale disponibilità al fine di fornire dettagliatamente tutto il percorso e i risultati in esso ottenuti, nonché le future evoluzioni, a Confartigianato e a quanti ne sentissero il bisogno”.

Paparelli: AST fuori dall’agenda politica

Il consigliere regionale Pd Fabio Paparelli rivendica invece il lavoro fatto per incalzare la Giunta regionale su questo tema, con quattro interrogazioni e sei mozioni. Lamentando però di non aver ricevuto “risposte convincenti e impegni concreti” su un argomento, quello dell’AST, che si ritiene sparito dall’agenda politica regionale.

“A conferma di ciò – afferma Paparelli – basti ricordare il completo abbandono del programma relativo all’Area di crisi complessa che ad oggi risulta completamente svuotato. In assenza di un nuovo accordo di programma non solo non vengono date risposte in termini di investimenti Ast, ma mancano i
presupposti per mettere in campo misure importanti legate alla competitività del territorio sia in termini di sostenibilità ambientale che di sviluppo del sistema imprenditoriale locale. Almeno in sei occasioni abbiamo assistito ad annunci su un imminente firma di accordi di programma di cui non c’è stata traccia”.

“Del tutto ignorate anche le ragioni delle piccole e medie imprese dell’indotto Ast – ricorda Paparelli – che hanno dovuto scontare anni difficili con restrizioni e sacrifici fin sopra le possibilità senza la men che minima attenzione della regione. Il comparto si aspettava un tavolo a tutela di questo settore che non è mai stato convocato”.

Quindi l’attacco politico da parte dell’esponente dem: “La presidente Tesei porta con sé anche la responsabilità di aver non voluto dare continuità al lavoro fatto dalla Giunta regionale precedente sui
temi della produttività e che ha sottoscritto l’accordo di programma nel 2018 per la riqualificazione dei poli siderurgici e chimico, mettendo a disposizione 30 milioni di euro di risorse ottenute tramite la legge 181 di cui ne sono state utilizzate soltanto una parte, oltre a 36 milioni di risorse regionali”.

“Perfino il polo chimico ternano – conclude Paparelli – che in passato ha rappresentato un’eccellenza e un grande motivo di speranza per lo sviluppo e per una nuova identità industriale del territorio, attende ancora oggi risposte che sono mai arrivate per incapacità manifesta di questa giunta regionale e di chi la sta guidando”.

Insomma, gli investimenti nel territorio ternano legati all’acquisizione di AST da parte di Arvedi, grazie all’appello di Confartigianato Terni, sono tornati, anche pubblicamente, al centro del dibattito politico umbro, a pochi mesi dall’appuntamento elettorale. Tradizionalmente tempo di bilancio, ma anche di programmazione e di impegni per il prossimo futuro nei confronti di cittadini, famiglie e territori.

Che fine ha fatto l’Accordo di Programma Arvedi-AST? I timori di Confartigianato Terni

A tre anni dall’acquisizione delle acciaierie di Terni da parte del gruppo Arvedi, nonostante gli annunci soprattutto in coincidenza delle scadenze elettorali, l’Accordo di Programma Arvedi-AST, che dovrebbe garantire investimenti per un miliardo di euro, è scomparso dall’agenda politica. Cosa che preoccupa fortemente Confartigianato Terni.

“Non ci risulta che sia stato fatto alcun passo avanti – evidenzia l’associazione di categoria – e il territorio rischia di essere privato degli investimenti programmati. Inoltre, i fondi di parte pubblica programmati dal Governo e autorizzati dall’UE sono fondi destinati e quindi non possono essere tenuti inutilizzati all’infinito e consistono anche in fondi PNRR, che sono soggetti a scadenze ravvicinate. Delle diverse questioni che risultavano ancora aperte all’inizio del 2024 di natura ambientale (intervento sulla discarica); di natura energetica; di natura occupazionale e di natura finanziaria (programmazione e utilizzo dei fondi) non ci risulta che alcuna abbia trovato soluzione, anzi, al contrario, il passare infruttuoso del tempo sta complicando sempre di più la ricerca di una soluzione, nel sostanziale disinteresse della politica locale e nazionale”.

Una situazione che Confartigianato chiede a Governo, Regione Umbria e Comune di Terni chiede di sbloccare in tempi brevi agendo di comune accordo, garantendone la firma e l’avvio degli investimenti sul sito produttivo, così da scongiurare la perdita delle risorse destinate all’accordo stesso.