Pnrr a Orvieto, l’analisi: meno fondi pro capite e nessun investimento per lavoro e sviluppo
A Orvieto meno soldi pro capite dal Pnrr che nel resto d’Italia e nessun investimento per creare lavoro sviluppo. E’ quanto emerge dallo studio fatto dal ricercatore Andrea Caporali per l’associazione Prometeo, che ha valutato l’impatto di questi interventi destinati in larga misura all’ambito socio-sanitario a differenza di quanto accaduto nella maggior parte dell’Italia, dove i soldi del Pnrr sono soprattutto andati a sostenere interventi di sviluppo economico.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza porterà a Orvieto 54 milioni e mezzo di euro. Di questi, solo 8,6 milioni derivano da progetti messi in campo dal Comune, mentre a fare la parte del leone è stata la Regione, a cui si deve ricondurre quasi il 21% di tutti i finanziamenti gestiti, compresi quelli per l’ospedale e per l’ex ospedale di piazza Duomo, a cui sono destinati 7 milioni e 700mila euro per la realizzazione della casa e dell’ospedale di comunità.
La parte maggiore dei finanziamenti transitati dal Comune riguarda la costruzione del centro per le politiche sociali di Orvieto scalo, a cui sono destinati 5 milioni. L’altro intervento riguarda la costruzione del nuovo asilo di Sferracavallo, dopo che la vecchia struttura è stata demolita perché non sicura.
Rispetto ai valori nazionali, Orvieto ha ricevuto meno soldi della media nazionale. La quota di Pnrr per l’Italia è di circa 220 miliardi di euro, pari a 3764 euro per ogni italiano; per Orvieto, che ha 19.300 abitanti, il livello totale di finanziamento, per essere in linea con questa media nazionale, dovrebbe essere di 72,6 milioni di euro.
“Si tratta più che altro di importanti rifacimenti di servizi ed attività che già esistono” è l’analisi di Caporali rispetto agli interventi complessivi del Pnrr a Orvieto. “Pochi progetti – ricorda – relativi a digitalizzazione, innovazione, competitività. Scarsi – evidenzia Caporali – anche quelli relativi a cultura e turismo. Il principale problema della nostra città è che non progetta il suo futuro, e per questo non riesce cogliere le occasioni ed i fondi quando si rendono disponibili”.
Secondo questa analisi, le ombre sono dunque molto più evidenti e sostanziose delle luci. I 55 milioni e mezzo di euro non produrrebbero sviluppo e nuova occupazione. “Si tratta in larga parte – dice Caporali – di una occasione persa. Anche il Pnrr non si occupa di garantire l’occupazione: nelle strutture sanitarie di piazza Duomo lavorerà un numero molto ridotto di medici ed infermieri rispetto a quelli che sono in servizio attualmente”.