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Tag: carabinieri

Tir esce di strada e si ribalta in curva

Un tir è uscito di strada in una curva e si è ribaltato, mentre procedeva lungo la strada Umbro – Casentinese, nel territorio comunale di Orvieto.

Fortunatamente il camionista è rimasto illeso.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Orvieto e i carabinieri. Particolarmente complesse le operazioni di rimozione del mezzo.

Coltellate al Broletto, indagano i carabinieri

Sono in corso indagini, da parte dei carabinieri, per individuare il gruppo di stranieri, presumibilmente di origine magrebina, che l’altra notte, armati di coltelli, hanno aggredito due nigeriani in via Cortonese a Perugia, vicino al parcheggio del Broletto.

Uno dei due stranieri ha riportato lievi ferite alle mani da arma da taglio ed è stato medicato al pronto soccorso.

Il tema della sicurezza nella zona intorno alla stazione ferroviario di Perugia sarà affrontato in un incontro pubblico organizzato per venerdì dall’associazione “Progetto Perugia”, al quale parteciperanno anche rappresentanti dell’amministrazione comunale.

Funghi e castagne, quattro dispersi nei boschi recuperati dal Sasu

Autunno, tempo di funghi e castagne. Ma ben quattro cercatori si sono persi in un pomeriggio, costringendo al super lavoro il personale del Sasu (Soccorso Alpino e Speleologico Umbria).

Gli interventi sono stati effettuati a Orvieto, Spoleto, nel Gualdese e a Umbertide, in zone dunque molto distanti l’una dall’altra, cosa che ha complicato gli interventi, fortunatamente tutti conclusisi in modo positivo.

A Spoleto, per la ricerca di un 79enne che era andato in cerca di funghi sui Monti Martani, sono stati impegnati vigili del fuoco, carabinieri e il 118 con l’elisoccorso. La procedura di geolocalizzazione ha permesso di individuarne l’esatta posizione, poi comunicata all’elisoccorso del 118 Nibbio 01 e alla squadra di supporto via terra del Sasu. Giunto sul posto, l’elicottero con a bordo un medico, un infermiere e un tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico ha individuato la persona dispersa nei pressi di Cima Panco, nel territorio comunale di Spoleto. Prestate le prime cure da parte del personale sanitario dell’elisoccorso, il paziente è stato recuperato mediante l’utilizzo del verricello e trasportato all’ospedale di Foligno.

In precedenza le squadre del Sasu avevano recuperato una cercatrice di funghi che si era dispersa sul Monte Cucco a causa della fitta nebbia.

La seconda attivazione è arrivata alle squadre del Sasu per soccorrere un altro cercatore di funghi disperso nei pressi di Colonnetta di Prodo, nel Comune di Orvieto. Immediatamente è stata attivata da parte del tecnico di centrale del Sasu, presente all’interno della Centrale operativa regionale 118, la procedura di geolocalizzazione che ha permesso di individuarne l’esatta posizione che è stata inviata alle squadre di soccorso.

Infine, i soccorritori hanno dovuto recuperare un 96enne andato in cerca di castagne, che poi si era perso nei boschi in località Ranchi, nel territorio comunale di Umbertide.

Tiene in cantina i fucili da caccia del suocero morto, denunciato

Alla morte del suocero non ha presentato richiesta alle autorità competenti per detenere quei due fucili da caccia. I carabinieri della Stazione di Monteleone di Spoleto li hanno trovati nell’abitazione del 56enne, già noto alle forze dell’ordine, che è stato così denunciato alla Procura della Repubblica di Spoleto per detenzione abusiva e omessa custodia di armi.

I due fucili – che il suocero del 56enne, cacciatore, deteneva legalmente – sono stati trovati all’interno di una cantina, priva di qualsiasi accorgimento di sicurezza, pertanto prelevabili – si sottolinea in una nota dell’Arma – da chiunque avesse accesso a quel locale.

I due fucili sono stati sottoposti a sequestro.

Truffe per acquisti online, gli avvertimenti dei carabinieri dopo gli ultimi casi

I carabinieri del Comando Provinciale di Perugia mettono in guardia dalle truffe quando si acquistano o vendono beni online.

Sei le persone denunciate alle Procure della Repubblica di Spoleto e Perugia per compravendite non andate a buon fine. Le vittime delle truffe sono di Foligno, Campello sul Clitunno, due di Santa Maria degli Angeli, una di Umbertide.

A Foligno una donna che aveva messo in vendita la propria auto ha ricevuto dall’acquirente una falsa ricevuta di un bonifico da 18mila euro per l’acquisto, sulla base della quale ha consegnato l’auto. Solo che i soldi non le sono mai stati accreditati.

A Umbertide il venditore di un’auto si è invece fatto accreditare su una carta prepagata da una persona interessata all’acquisto la somma pattuita, senza però mai consegnare il mezzo.

Stessa truffa subita da un uomo che di Campello che voleva acquistare online una marmitta per ciclomotore e da due giovani di Santa Maria degli Angeli, che hanno pagato senza ricevere la tuta da motociclista scelta e un videogioco.

I carabinieri invitano i cittadini, potenzialmente coinvolti in casi analoghi, a rivolgersi immediatamente alle Stazioni dell’Arma o inviare segnalazioni al Numero Unico di Emergenza – NUE – 112, così da consentire di poter attuare investigazioni tempestive e risolutive in ordine a tali condotte subdole, utili per poter risalire ai responsabili di questi reati.

Sfruttava lavoratori extracomunitari, imprenditore arrestato per caporalato

Caporalato, arrestato in flagranza di reato a Trevi un cittadino italiano di 68 anni, titolare di un’azienda che taglia e commercializza legna destinata alla grande distribuzione, ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato.

I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Perugia, con l’ausilio di militari della Stazione di Trevi, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Perugia e dei mediatori culturali dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, hanno accertato che l’uomo, titolare di un’azienda esercente attività di taglio, confezionamento e commercializzazione di legna destinata al mercato della grande distribuzione, sfruttava tre lavoratori extracomunitari, di cui due di nazionalità pakistana e una di nazionalità senegalese.
Tutti i lavoratori, seppur titolari di contratto e in possesso di regolari titoli di soggiorno sul territorio italiano, risultavano essere impiegati in condizioni di sfruttamento in considerazione di una sistematica retribuzione palesemente difforme da quella prevista dai contratti collettivi nazionali e sproporzionata rispetto al lavoro prestato. Ciò in violazione della normativa relativa all’orario di lavoro e al riposo settimanale, in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, tale da esporre gli stessi a pericolo per la salute la sicurezza e l’incolumità personale e alla loro sottoposizione a condizioni alloggiative particolarmente degradanti.

Venivano rilevate inoltre reiterate inosservanze tra cui la mancata formazione dei dipendenti, non addestrati nell’utilizzo di specifica attrezzatura da taglio, il mancato adeguamento del luogo di lavoro con attrezzature antincendio e presidi di primo soccorso pur essendo presente un’ingente quantità di materiale altamente infiammabile all’interno del capannone, la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale anche in considerazione di pregressi infortuni sul lavoro occorsi a due dei dipendenti presenti e ad altri che avevano già cessato il rapporto di lavoro.

Al termine degli accertamenti, l’uomo è stato dichiarato in stato di arresto per le ipotesi di reato sopra indicate e, come disposto dalla Procura della Repubblica di Spoleto, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari a disposizione del giudice del Tribunale di Spoleto che ne ha convalidato l’arresto e confermato la medesima misura cautelare alternativa alla detenzione.

I carabinieri, infine, oltre ad elevare ammende per circa 18.000 euro, hanno sequestrato il capannone (del valore di 370.000 euro), sede operativa dell’azienda, e tutto il materiale in esso contenuto, comprese le attrezzature da lavoro e i mezzi di trasporto, al fine di scongiurare la reiterazione del reato di sfruttamento e salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Litiga con la ex moglie convivente, scatta il braccialetto elettronico

Litiga con la ex moglie convivente, scatta il braccialetto elettronico dopo i racconti della donna. I carabinieri della Compagnia di Todi sono intervenuti in un’abitazione di Pantalla a seguito di una segnalazione al Numero Unico di Emergenza – NUE – 112.

I militari, giunti sul posto, si sono trovati di fronte a una situazione di grave tensione domestica che ha reso necessario l’attivazione del “Codice Rosso” e l’allontanamento urgente dalla casa familiare di un uomo 77enne, deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Spoleto per l’ipotesi di maltrattamenti in famiglia.

La misura è stata adottata a causa di vessazioni psicologiche e fisiche nei confronti della ex moglie convivente, raccontate dalla donna, che in precedenza non aveva mai avuto il coraggio di denunciare.

I militari hanno quindi effettuato una perquisizione nella camera da letto, dove hanno trovato una pistola carica nascosta nel cassetto del comodino. L’arma, pur essendo regolarmente detenuta, è stata ritenuta costituire un potenziale pericolo.

Inoltre, i militari, hanno provveduto a sequestrare cautelativamente anche diverse armi da caccia e il relativo munizionamento, tutti legalmente detenuti.

Il giudice del Tribunale di Spoleto, in sede di convalida dell’allontanamento, ha deciso di applicare anche il braccialetto elettronico al responsabile, misura necessaria per monitorare costantemente i movimenti dell’uomo e prevenire ulteriori episodi di violenza.

Le indagini proseguono per chiarire tutti gli aspetti della vicenda e valutare eventuali ulteriori azioni a tutela della vittima.

Droga, Cantone: “A Perugia non c’è allarme Fentanyl”

In Umbria non esiste un’emergenza Fentanyl, la famigerata “droga degli zombie”. E’ quanto ha detto il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, al termine dell’attività di indagine condotta a seguito del ritrovamento di tracce del Fentanyl, in alcuni milligrammi, trovate nell’eroina che una tossicodipendente aveva consegnato al personale di una cooperativa che opera nel settore dei servizi sociali e socio-sanitari nel territorio di Perugia, dopo aver accusato in malore conseguente l’assunzione della sostanza stupefacente.

Una notizia che aveva creato un certo allarme, accendendo i riflettori anche della stampa nazionale, dato che si sarebbe trattato della prima volta che in Italia veniva spacciato il Fentanyl per strada.

L’allerta del Dipartimento Politiche Antidroga

Di conseguenza anche il Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva diramato sulla vicenda l’allerta nazionale. La gravità dei fatti segnalati dalla cronache nazionali ha indotto la Procura di Perugia a richiedere uno sforzo significativo alla polizia di Stato delegata ed il concorso nelle investigazioni non solo dell’ufficio investigativo con competenza provinciale, la Squadra Mobile, ma anche il concorso degli uffici centrali specialistici della polizia di Stato, il Servizio Centrale Operativo, il Servizio Polizia Scientifica e la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

Le indagini

Gli approfondimenti delegati alla polizia di Stato sono stati innanzitutto indirizzati sullo stupefacente sequestrato a spacciatori e tossicodipendenti, dall’inizio dell’anno in corso. Sono stati, infatti, analizzati dai laboratori del Servizio Polizia Scientifica di Roma le componenti chimiche contenute in tutti i campioni di stupefacente sequestrato in strada nel capoluogo umbro e nella provincia, nel corso degli ordinari servizi di prevenzione e contrasto allo spaccio al dettaglio. Tale minuziosa analisi è proseguita sino ad oggi ed ha interessato anche lo stupefacente sequestrato nel corso di operazioni di polizia.

L’esito di tali approfondimenti di tipo preventivo e laboratoriale, ha detto il procuratore Cantone, è stato negativo: non sono state rilevate tracce di Fentanyl nello stupefacente sequestrato nel periodo monitorato.

Analoga preventiva attività di analisi è stata richiesta dalla Procura della Repubblica all’Arma dei carabinieri ed alla guardia di finanza dei comandi provinciali di Perugia. Anche tali approfondimenti hanno dato esito negativo circa la presenza di Fentanyl.

Alla polizia di Stato, poi, è stato delegato l’accertamento dei fatti segnalati dalla cooperativa e lo svolgimento di investigazioni nel capoluogo finalizzate ad identificare lo spacciatore della dose contenente il Fentanyl.

Nello svolgimento di tali articolate attività investigative, grazie anche al concorso del Servizio Centrale Operativo della polizia di Stato, si è fatto ricorso ad operazioni di natura speciale con l’utilizzo di operatori undercover ed il ricorso all’istituto del sequestro e dell’arresto ritardato oltre che dell’utile supporto delle attività tecniche di intercettazioni telefoniche.

Monitoraggio di web e darkweb

Parallelamente, sempre attraverso operatori specializzati della polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo è stato avviato il monitoraggio del web e del darkweb al fine di scongiurare l’attivazione di canali di vendita on-line dell’oppioide sintetico fentanyl diretti a commercializzare tali sostanze in Italia.

Il monitoraggio della rete, anche questo proseguito per mesi, non ha portato all’individuazione di siti specificatamente rivolti al mercato perugino e italiano.

Nell’ambito degli approfondimenti delegati, la polizia di Stato ha cercato di risalire all’identità della persona che aveva consegnato il campione di stupefacente che, secondo gli accertamenti svolti, avrebbe contenuto in percentuale le seguenti sostanze: il 50% di eroina, il 30% di codeina, il 15% di diazepam ed il 5% di Fentanyl.

Rintracciata la tossicodipendente e lo spacciatore

Tali percentuali di sostanze rilevate nel campione consegnato, così come indicate, nette e precise, avevano destato qualche perplessità. La persona che aveva consegnato il campione agli operatori della cooperativa è stata identificata grazie a complesse e articolate investigazioni svolte dalla Squadra Mobile di Perugia e dal Servizio Centrale Operativo di Roma.

La donna ha poi fornito una versione parzialmente diversa da quella riferita dagli operatori della cooperativa, soprattutto in ordine agli effetti anomali verificatisi dopo l’assunzione della dose.

Le investigazioni svolte attraverso l’utilizzo di operatori della polizia di Stato che hanno agito sotto copertura in varie zone della città, hanno consentito di identificare e trarre in arresto l’uomo che è ritenuto colui che ha ceduto la dose di eroina contenente il Fentanyl, un cittadino nigeriano di anni 26, già noto alle forze di polizia.

Lo spaccio di droga a Perugia

Le indagini delegate alla Polizia di Stato hanno, inoltre, permesso di ricostruire lo spaccio al dettaglio svolto in alcune piazze perugine – Fontivegge, Parco Santa Margherita, zona Sant’Anna – ed identificare i presunti responsabili dell’attività medesima.

In particolare, gli agenti sotto copertura hanno simulatamente acquistato dagli spacciatori almeno tre dosi per ognuno, al fine di poter avere riscontri maggiori sulla presenza o meno del Fentanyl nelle dosi vendute.

Gli arresti

Complessivamente la Squadra Mobile di Perugia e il Servizio Centrale Operativo hanno proceduto ad individuare nel corso della presente indagine sette persone, tutte straniere e quasi tutte irregolari nel territorio dello Stato e senza fissa dimora, presunti autori dello spaccio e sequestrare, durante il periodo oggetto di monitoraggio e riscontro, 36 dosi di eroina, due di cocaina e 800 grammi di hashish.

droga sottoposta ad analisi presso i laboratori del Servizio polizia Scientifica di Roma che non ha riscontrato la presenza di Fentanyl né di altre sostanze diverse da quelle comunemente individuate.

I soggetti non arrestati dell’immediatezza sono stati poi tratti in arresto dopo la conclusione dell’attività sotto copertura a partire dagli ultimi giorni di agosto e nello svolgimento di tale attività la Squadra mobile ha proceduto a sequestrare ulteriore sostanza stupefacente in possesso dei predetti. Gli arresti sono stati tutti convalidati dal gip di Perugia che ha emesso nei confronti degli indagati misure cautelari di varia natura, in qualche caso la custodia cautelare in carcere o il divieto di dimora in Umbria.

Furti, attenzione alla tecnica dell’abbraccio: arrestata dopo aver derubato un’anziana

Si chiama “tecnica dell’abbraccio” ed è il modo subdolo con cui, soprattutto ai danni di persone anziane, ci si finge loro amici per derubarli di denaro e gioielli. “Una condotta che sfiora pericolosamente la rapina” l’ha definita il giudice del Tribunale di Perugia che ha convalidato l’arresto di una 43enne, di etnia rom, residente a Perugia, che con questo sistema era riuscita a sfilare la catenina d’oro ad una 78enne a Ponte San Giovanni.

I carabinieri della Stazione di Ponte San Giovanni l’hanno arrestata in flagranza di reato, dopo essere stati allertati da alcuni clienti di un supermercato che avevano assistito alla scena.

La vittima, visibilmente provata, ha descritto ai militari il furto della sua collanina d’oro, un oggetto di grande valore affettivo a cui è particolarmente legata. I carabinieri hanno individuato in breve tempo l’autrice del furto. La donna è stata arrestata e la collanina, recuperata, è stata prontamente restituita all’anziana, visibilmente grata di essere tornata in possesso di un oggetto così prezioso.

Tra i boschi di Umbertide il camping dello spaccio

Operazione antidroga dei carabinieri di Città di Castello, che con il supporto delle unità cinofile, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip di Perugia nei confronti di tre stranieri accusati di spaccio di sostanze stupefacenti. Misure che si aggiungono a quelle nei confronti di due giovani marocchini, eseguite nell’ambito della stessa indagine sulla base dello spaccio nelle aree boschive di Umbertide.

Per tre dei cinque arrestati, irregolari sul territorio italiano, sono state avviate le misure per il rimpatrio. Al vaglio ci sono poi le posizioni di altre persone identificate, italiani e stranieri. Una ventina invece i clienti controllati.

Con l’aiuto anche dei droni gli inquirenti hanno trovato bivacchi dove ci si riforniva di cocaina e altre droghe.

Le persone arrestate dimoravano nell’accampamento improvvisato così da poter ricevere gli acquirenti di droga ad ogni ora del giorno e della notte.

Nel blitz sono stati sequestrati circa 50 grammi di cocaina, che venduti avrebbero fruttato 3500 euro.