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Tag: edilizia

“Ri-costruire il futuro”: detenuti di Capanne hanno trovato già lavoro

Presentati nella sede del Cesf-Centro edile per la sicurezza e la formazione di Perugia i risultati del progetto “Ri-costruire il futuro – per l’integrazione socio-lavorativa dei carcerati” che, partito nel mese di febbraio, aveva come obiettivo la formazione professionalizzante dei detenuti e il successivo inserimento lavorativo nelle imprese del territorio. Progetto che in pochi mesi ha portato all’inserimento lavorativo di cinque detenuti che beneficiano delle misure diurne alternative alla detenzione.

Nella prima fase del progetto, sostenuto dalla Fondazione Perugia, i funzionari dell’istituto penitenziario hanno selezionato 25 detenuti tra quelli in possesso dei requisiti per accedere ai benefici dell’articolo 21 (e dunque che possono essere autorizzati ad uscire dal carcere durante il giorno per recarsi al lavoro). Tra questi, i delegati del Cesf hanno individuato 15 allievi interessati a lavorare nel settore delle costruzioni sia durante il periodo di semi-libertà che a fine pena.

Dal 15 maggio questi allievi hanno iniziato a frequentare le lezioni dapprima nel laboratorio attrezzato all’interno del complesso penitenziario e, successivamente, nel cantiere-scuola appositamente creato all’interno del perimetro carcerario. Nel corso dei mesi, alcuni partecipanti si sono ritirati per ragioni diverse, mentre quelli che hanno portato a compimento il percorso sono stati nove.

Nel mese di settembre sono stati avviati i colloqui tra le associazioni datoriali del settore e le imprese edili del territorio per individuare quelle disponibili ad inserire nel proprio organico gli allievi potenziali beneficiari delle misure alternative alla detenzione e, successivamente, si sono svolti i colloqui individuali tra i rappresentanti delle imprese e i partecipanti al corso. Il corso si è concluso il 23 ottobre con la consegna degli attestati ai partecipanti.

“Per la realizzazione del percorso formativo – ha sottolineato Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso – è stata fondamentale la sensibilità delle aziende sia quelle che si sono rese disponibili ad accogliere i detenuti alla fine del percorso sia quelle che hanno contribuito, vista la finalità sociale dell’iniziativa, mettendo a disposizione con sconti importanti, o addirittura gratuitamente, alcuni materiali e attrezzature indispensabili per la realizzazione delle attività. In particolare, un sentito ringraziamento va alle aziende Mac srl, Kimia spa e Sir Safety System spa. Questa iniziativa ha rappresentato la prima tappa di un percorso. Le parti sociali, infatti, hanno già deciso di rifinanziare un’altra esperienza analoga che miglioreremo nei contenuti, nei tempi e anche nella possibilità di entrare nel mondo del lavoro”.

A presentare i risultati del progetto sono stati Antonella Grella, direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario Perugia “Capanne” e Salvatore Bartolucci, imprenditore e coordinatore del corso. Erano inoltre presenti Agostino Giovannini, presidente Cesf, Giuliano Bicchieraro, vicepresidente Cesf e Segretario Filca-Cisl Umbria, Albano Morelli Presidente Ance Umbria, Elisabetta Masciarri, segretario Fillea-Cgil Umbria, Moreno Mattiacci, membro della Segreteria di Feneal-Uil Umbria, Pasquale Trottolini, direttore Cna Costruzioni Umbria e Augusto Tomassini, presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia Perugia e Amato Naticchioni, imprenditore in pensione che ha messo a disposizione le sue competenze come docente del corso. Il progetto rientra nell’ambito del Protocollo d’intesa per promuovere l’inclusione dei detenuti sottoscritto nei mesi scorsi da tutte le parti sociali che hanno sostenuto l’iniziativa.

Nel ringraziare Fondazione Perugia per l’importante sostegno dato al progetto, la direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia “Capanne” Antonella Grella ha sottolineato come “Il percorso sia stato molto importante perché ha potuto offrire ai detenuti una formazione specifica nel settore edile. Se il carcere, infatti, ha come mandato quello di promuovere percorsi di reinserimento lavorativo è prima di tutto importante fornire delle competenze specifiche che trovino un riscontro positivo nel mondo del lavoro. Grazie a questo progetto abbiamo potuto creare una connessione tra l’ambito lavorativo e il contesto carcerario, ne siamo molto contenti e confidiamo di poter ripetere questa esperienza anche in futuro”.

Il presidente di Ance Umbria Albano Morelli, oltre a ringraziare tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita del progetto, ha espresso la sua profonda soddisfazione: “E’ la dimostrazione concreta di come il settore edile sia strettamente connesso con la società civile, non solo nel suo ruolo più evidente di costruzione e manutenzione di edifici e infrastrutture, bensì anche in quello di fucina di opportunità o -come dimostra questo percorso – di seconde opportunità. Da sempre crediamo nel lavoro e nella sua dignità come elemento di crescita umana, prima ancora che professionale, per questo non potevamo esimerci dal mettere con entusiasmo le nostre energie e le nostre imprese a disposizione della rieducazione e del reinserimento di queste persone”.

Anche per il presidente di CNA Costruzioni Umbria, Emanuele Bertini “il progetto rappresenta un importante momento di condivisione e di coinvolgimento delle fasce più fragili della società, con l’intento di dare piena realizzazione agli obiettivi di reinserimento e riabilitazione previsti dal nostro ordinamento e dalla Costituzione stessa. Per questo ne riconosciamo il grande valore sociale e morale”.

Così Pierangelo Lanini, presidente regionale ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria: “Siamo felici ed orgogliosi di essere stati insieme ad Ance e Cna e le parti sociali tutte, parte in causa nel sostenere questo progetto perché dare una seconda possibilità a chi esce da un percorso di vita è fondamentale per la propria dignità e permette di realizzarsi come persona. Ricreare una passione ed un amore per il lavoro è proprio di ogni essere umano e tipico dello spirito Artigiano che noi rappresentiamo”.

“Per noi Il lavoro è dignità – ha concluso Elisabetta Masciarri, segretario Fillea-Cgil Umbria anche a nome dei Segretari di Filca-CISL Umbria, Giuliano Bicchieraro, e di Feneal-UIL Umbria Alessio Panfili – per questa ragione il protocollo carceri e la conseguente attività di formazione di alcuni detenuti è un percorso che ci rende orgogliosi del sistema bilaterale. Abbiamo investito in questa idea, perché riteniamo che il recupero passi anche attraverso la creazione di un percorso di lavoro, per questo ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito fattivamente alla riuscita del progetto”.

Case vecchie e basse classi energetiche, così i nuovi bonus rischiano di penalizzare l’Umbria

La legge di bilancio 2025-2027 arrivata al dibattito parlamentare prevede una riduzione delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, con una esclusione delle seconde case, la rimodulazione delle percentuali di detrazione e l’introduzione di tetti massimi di spese detraibili per i redditi superiori a 75.000 euro. I cambiamenti introdotti rischiano di incentivare il ricorso al sommerso e di allontanare l’Italia dagli obiettivi di efficienza energetica previsti dalle norme europee, è l’allarme lanciato da Confartigianato. Che evidenzia come le detrazioni fiscali siano un fattore decisivo per ridurre il consumo di energia di un patrimonio edilizio vecchio e poco efficiente e per contribuire a ridurre l’evasione fiscale.

Inoltre, nel dispositivo della manovra di bilancio si annida un potenziale conflitto tra gli obiettivi previsti da differenti norme europee. Da un lato la riforma del Patto di stabilità e crescita pone un tetto alla dinamica della spesa pubblica (QE 8/10), per cui interventi aggiuntivi a tale limite devono essere finanziati da maggiori entrate, tra cui anche le riduzioni delle detrazioni fiscali.

Dall’altro lato, il maggiore costo delle ristrutturazioni può allontanare l’Italia dagli obiettivi europei di efficienza energetica. Nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) si indica che dal meccanismo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici è atteso un risparmio di 32,5 Mtep di energia finale nel decennio 2021-2030, pari al 44,3% del risparmio da conseguire rispetto agli obiettivi per il 2030 fissati Direttiva europea sull’efficienza energetica (EED) entrata in vigore nell’ottobre 2023.

Abitazioni vecchie

Gli sconti fiscali – evidenzia Confartigianato – sono essenziali per supportare gli interventi di ristrutturazione su un patrimonio abitativo vetusto, che per oltre due terzi (68,0%) è stato costruito entro il 1980, prima dello sviluppo della legislazione sul risparmio energetico degli edifici. L’incidenza delle abitazioni più datate è maggiore in Liguria con l’82,8%, seguita da Piemonte con il 74,5%, Toscana con il 73,1%, Valle d’Aosta con il 69,8%, Lazio con il 69,7%, Molise con il 69,7% e Sicilia con il 68,8%. Percentuale che anche in Umbria sfiora il 68%.

Le classi energetiche

La direttiva green degli edifici prevede una focalizzazione degli interventi sugli immobili con le prestazioni peggiori. In questa prospettiva, una seconda chiave di lettura della qualità del patrimonio immobiliare si ottiene dall’esame degli attestati di prestazione energetica presenti nel sistema informativo di Enea (SIAPE), da cui si evince che ad oggi il 50,8% degli immobili si colloca nelle classi energetiche meno efficienti (F e G). La quota sale al 54,9% quando la motivazione di redazione dell’attestato si riferisce alla locazione e arriva al 61,6% nei passaggi di proprietà (motivazione che concentra il 56,0% degli attesati contenuti nella banca dati).

L’analisi in chiave regionale, su dati a fine 2023, evidenzia che la quota più elevata di immobili nelle classi energetiche meno efficienti si riscontra in Lazio con 65,6% seguito, con valori superiori alla media, da Liguria con 63,3%, Toscana con 62,2%, Umbria con 61,7%, Molise con 61,5%, Puglia con 60,1%, Calabria con 57,8%, Sicilia con 57%, Emilia-Romagna con 56,7%, Basilicata con 54%, Marche con 51,6% e Abruzzo con 51,6%. Il quadro completo per provincia è proposto nel Rapporto di Confartigianato ‘Energia e sostenibilità al centro della transizione green delle micro e piccole imprese’ presentato martedì scorso nel corso di un webinar organizzato nell’ambito della Settimana per l’Energia e la Sostenibilità 2024.

Rischio sommerso

La limitazione alle detrazioni fiscali per l’edilizia attenua il contrasto di interessi e rischia di aumentare il sommerso, invertendo il trend di riduzione degli ultimi anni. Secondo l’ultima ricognizione sull’economia non osservata pubblicata lo scorso 18 ottobre, l’Istat indica una forte riduzione del sommerso nelle Costruzioni. A fronte di una stabilità dell’incidenza del sommerso sul complesso del valore aggiunto (10,1% sia nel 2022 sia nel 2021), per le Costruzioni si riscontra un calo del peso del sommerso di 0,8 punti percentuali. Anche nel più lungo periodo (2019-2022), caratterizzato da un ciclo espansivo dell’attività edilizia, il comparto delle Costruzioni è quello che riduce maggiormente il peso del valore aggiunto del sommerso, con una flessione di 3,4 punti a fronte del calo medio di 0,8 punti del totale economia.

(immagine generica di archivio)

Fagotti: “Testo unico edilizia, riforma integrale e per la semplificazione”

“Il congresso nazionale si è confermato un importante momento di confronto e crescita per la nostra professione. Un momento che ci ha permesso di affrontare in maniera condivisa alcune delle questioni cruciali del presente e del futuro prossimo. Abbiamo sfide da cogliere e vincere, non solo per noi, ma anche per la collettività a cui il nostro lavoro è rivolto”. Così il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Perugia, Gianluca Fagotti, a conclusione della 68esima edizione dell’assemblea nazionale, che si è svolta a Siena e Grosseto dal 2 al 4 ottobre.

“Condividiamo i temi toccati dal presidente nazionale Angelo Domenico Perrini, nella sua relazione. In particolare, in riferimento alla riforma del Testo unico dell’edilizia alla luce anche del recente decreto ‘Salva casa’, riforma che deve essere, e siamo concordi, integrale e incentrata su quella necessità di semplificazione e razionalizzazione, fondamentale per superare eventuali criticità di carattere interpretativo” ha aggiunto ancora Fagotti.

Il tema del congresso è stato “Svolte”. “Siamo a un momento sicuramente cruciale dove cambiare rotta non è più procrastinabile per garantire un futuro realmente sostenibile. E l’ingegneria, in questi giorni è stato ribadito una volta di più, è una delle chiavi per raggiungere l’obiettivo. Da questa esperienza torniamo rafforzati e decisi a portare nei nostri territori questo nuovo approccio” ha concluso il presidente Fagotti.

Morti nei cantieri e burocrazia, in Umbria oltre 12mila imprese attendono la patente a crediti

Sono 12.083, secondo il calcolo effettuato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, le imprese del cosiddetto “comparto casa” (costruzioni, elettricisti, termoidraulici, ascensoristi, falegnami, serramentisti, fabbri, lattonieri ed altre lavorazioni) che in Umbria attendono il funzionamento della patente a crediti. Un meccanismo che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe punire le imprese poco attente alla sicurezza e quindi prevenire incidenti sul lavoro.

Le morti sul lavoro

Un fenomeno purtroppo in crescita. Tra gennaio e luglio di quest’anno sono stati 577 i decessi sui luoghi di lavoro, 18 in più rispetto allo stesso periodo del 2023. In Italia ogni anno ci sono oltre mille morti sul lavoro e quasi 600mila infortuni. I cantieri sono tra i luoghi di lavoro più a rischio di incidenti mortali, in particolare per la caduta dall’alto, per seppellimento a seguito di lavori di sbancamento e per soffocamento a seguito di interventi in ambienti confinati.

Gli incidenti in Umbria

In Umbria lo scorso anno sono state 25 le morti tra lavoratori del settore delle costruzioni e impiantisti. E nei primi sette mesi di quest’anno si sono verificati11 incidenti mortali (9 nella provincia di Perugia e 2 nel Ternano). Un dato in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023, ma che comunque non può far abbassare la guardia.

Le nuove norme che dovrebbero favorire rigore anche nei cantieri, nell’interesse delle imprese sane, stentano però a decollare.

Ritardi normativi e burocratici

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo per la patente a crediti messo a punto dal Ministero del Lavoro, che fissa al primo ottobre l’entrata in vigore della nuova misura, si attende che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) approvi la circolare esplicativa. Tant’è che le principali associazioni dell’artigianato ne hanno chiesto a questo punto un rinvio al 2025.

Si stima che il 40% delle imprese interessate dalla patente a punti siano di piccole dimensioni, spesso con il solo titolare, sul quale quindi cadranno le incombenze burocratiche, con la necessità di avvalersi di un tecnico per effettuare l’iscrizione sulla piattaforma, appena disponibile.

Chi è obbligato alla patente a crediti

I destinatari della misura sono le imprese e i lavoratori autonomi (ovvero gli artigiani senza dipendenti) che operano nei cantieri temporanei e mobili. Tra questi ultimi rientrano i cantieri edili, quelli per realizzare le opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime e idroelettriche. Sono esclusi da questo provvedimento coloro che in questi ambienti di lavoro effettuano solo mere forniture o prestazioni di natura intellettuale (ovvero i liberi professionisti).

Non sono ottenute a richiederla anche le imprese (prevalentemente medio/grandi) che possiedono la SOA (Società Organismo di Attestazione) in classifica pari o superiore alla III (per contratti di appalto pari o superiori a 1.033.000 euro).

Come funziona la patente a crediti

La patente è rilasciata, in formato digitale, dall’INL in base al possesso dei seguenti requisiti:
a) – iscrizione alla Camera di Commercio;
b) – adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli
obblighi formativi previsti dal presente decreto;
c) – possesso del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) in corso di validità;
d) – possesso del Documento di valutazione dei rischi (Dvr), nei casi previsti dalla normativa vigente;
e) – possesso della certificazione di regolarità fiscale (Durf), nei casi previsti dalla normativa vigente;
f) – avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa
vigente.

Il funzionamento è simile a quello della patente a punti per i conducenti di mezzi a motore. Si parte da una base iniziale di 30 punti: nel caso si verifichino incidenti, infortuni sul lavoro e/o violazioni delle norme di sicurezza, si procede alla decurtazione.

Un meccanismo che può effettivamente consentire di aumentare la sicurezza nei cantieri, monitorando le imprese che a vario titolo vi lavorano. Ma che non deve risolversi ad una mera ennesima incombenza burocratica per le imprese italiane.

(foto generica di archivio)