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Tag: energia

Ast: stop a una linea, ma senza ricorso alla cassa integrazione

Dal 25 al 31 ottobre sarà fermata una linea dell’area a caldo dello stabilimento Arvedi dell’Ast di Terni. E’ quanto comunicato dalla Direzione generale dell’azienda martedì pomeriggio alla Rsu. Chiarendo però che, a differenza dello stop attivato nelle scorse settimane, questa volta non servirà attivare la cassa integrazione per i lavoratori del reparto interessato e il personale, dunque, si recherà regolarmente al lavoro.

E’ stato anche chiarito che saranno normalmente gestite dai responsabili eventuali richieste di ferie per la settimana in cui la linea resterà ferma.

Una scelta dettata dai costi di produzione. Ma secondo i sindacati anche dalle strategie della stessa azienda, che prediligerebbe che parte delle lavorazioni vengano effettuate in Paesi dove queste risultano economicamente vantaggiose.

Proprio nell’ultima seduta del Consiglio regionale di questa legislatura l’ultimo punto trattato nel Question Time era stato il caso Ast e gli investimenti dell’Accordo di Programma. La cui firma, ha assicurato la governatrice Tesei interrogata dal capogruppo del M5s De Luca, arriverà in avvio della prossima legislatura.

Per la riduzione dei costi energetici di Ast e di altre imprese energivore, ha comunicato ancora la presidente, il Governo sta predisponendo condizioni di favore a cui la proprietà potrà scegliere di aderire. In attesa del 2029, quando potrà essere approntato il nuovo sistema di gestione, pubblico-privata, della centrale elettrica di Galleto, con una parte dell’energia prodotta da destinare proprio a questo tipo di aziende.

Accordo di Programma ed energia, il caso Ast ultimo Questione Time della legislatura

Si è parlato del caso Ast nell’ultimo Question Time di questa legislatura dell’Umbria. La governatrice Donatella Tesei ha risposto all’interrogazione con cui il capogruppo del Movimento 5 stelle, Thomas De Luca, chiedeva “chiarimenti circa le prospettive di Arvedi Ast dopo la mancata firma per
l’accordo di programma a seguito del tavolo di confronto tenutosi al ministero delle imprese e del made in Italy del 9 ottobre 2024”.

L’esponente pentastellato ha manifestato i timori per i ritardi nella firma dell’Accordo di Programma ed ha chiesto se ci fosse un’effettiva volontà del Comune di Terni di acquisire le Acciaierie, come avrebbe detto il sindaco Bandecchi nel tavolo ministeriale.

Tesei ha ricordato le interlocuzioni avute con i vari livelli istituzionali, sino al tavolo dello scorso 9 ottobre, e con la proprietà Arvedi. Ricordando l’entità e l’importanza degli investimenti per il territorio legati all’Accordo di Programma.

Quanto ai costi energetici, Tesei ha spiegato che dal 2029 in poi, compatibilmente con le condizioni della legislatura vigente, chiunque gestirà la centrale idroelettrica dal 2029 in avanti dovrà fornire una quota dell’energia alle aziende energivore del territorio. E che comunque, da qui sino a quella data, il Governo metterà a disposizione di Arvedi alcune agevolazioni finanziarie che sono state appositamente studiate e di cui la proprietà potrà usufruire. In base alla nuova legge regionale, poi, dal 2029 sarà studiata la possibilità che il nuovo gestore possa essere una società pubblico-privata, “se questo servirà a meglio tutelare gli interessi del territorio, delle imprese e dei cittadini umbri”.

“In questi termini – ha assicurato Tesei – immediatamente riaperta la prossima legislatura firmeremo sicuramente l’Accordo di Programma”.

Quanto all’ipotesi di acquisto delle Acciaierie da parte del Comune, Tesei ha parlato di una provocazione, dato che nessun Ente è in grado di effettuare un simile investimento. Per cui il piano industriale dell’Ast continua ad essere uno solo.

De Luca, nella sua replica, ha ribadito che anche in caso di vittoria del centrosinistra alle elezioni non ci sarà nessun problema a firmare l’Accordo di Programma e che per questo non doveva essere rinviato a dopo le elezioni. Ha manifestato diverse criticità rispetto agli investimenti. E sugli approvvigionamenti energetici ha detto che non occorre attendere il 2029, poiché la legge regionale già oggi consente di creare un contenitore pubblico-privato che possano gestire gli impianti già andati in scadenza in modo da dare risposte alle richieste delle imprese energivore.

Impianti energia rinnovabile, Gepafin trova il sostegno di Plenitude

Regione Umbria e l’agenzia finanziaria Gepafin Spa hanno scelto Plenitude (società controllata da Eni) per consentire anche alle imprese meno strutturate di sviluppare e realizzare impianti di produzione di energia rinnovabile. Favorendo sostenibilità, innovazione e competitività. Affrontando le sfide poste dall’aumento dei costi energetici e dai necessari investimenti nella sostenibilità.

Grazie alla collaborazione con Plenitude, leader nel settore delle soluzioni energetiche innovative, Regione Umbria e Gepafin sono in grado di offrire alle imprese un’opportunità di risparmio sui costi dell’energia e la possibilità di ridurre il proprio impatto ambientale. Il modello dell’Energy Performance Contract, che consente di finanziare gli interventi attraverso i risparmi generati dagli stessi impianti, permette alle aziende di affrontare la transizione energetica con maggiore serenità, delegando i rischi tecnici e finanziari a operatori specializzati.

L’accordo è stato presentato alle associazioni di categoria ed agli altri soggetti interessati in una conferenza stampa in cui sono intervenuti la presidente della Giunta Regionale dell’Umbria Donatella Tesei, l’ing. Francesco Cimino responsabile delle Attività Operative di Plenitude ed il presidente di Gepafin Spa Carmelo Campagna.

In apertura, Tesei ha sottolineato l’importanza della transizione ecologica ed energetica come una delle sfide più rilevanti del nostro tempo. Per l’Umbria rappresenta un’opportunità fondamentale per coniugare sviluppo sostenibile, innovazione e competitività.

L’accordo, come evidenziato dal presidente Campagna, ha l’obiettivo di supportare fattivamente le aziende che incontrano difficoltà tecniche e finanziarie nell’implementazione di impianti fotovoltaici o che scelgono di non affrontare in proprio in rischi anche finanziari relativi a tale scelta. In un contesto in cui il costo dell’energia rappresenta uno dei fattori di maggiore debolezza per l’intero Paese la sperimentazione in Umbria di un accordo che verrà poi implementato dalle altre finanziarie regionali consente alla nostra piccola Finanziaria di mantenere un ruolo guida all’ interno della Associazione Nazionale delle Finanziarie Regionali, con ricadute per il nostro territorio.

“La formula dell’Energy Performance Contract (EPC) che caratterizza l’accordo con Gepafin – ha spiegato l’ing. Cimino – permette di utilizzare parte dei risparmi ottenuti per ripagare la Società dell’investimento sostenuto, senza esporre il cliente a importanti investimenti iniziali. In particolare, nel caso di impianti fotovoltaici, il meccanismo dell’EPC permette di fissare un periodo contrattuale (tipicamente 10 anni) molto inferiore a quello della vita tecnica dell’impianto (25-30 anni). Durante il periodo contrattuale il Cliente non sostiene alcun investimento iniziale e nessuna spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto ma corrisponde a Plenitude un corrispettivo per l’energia effettivamente prodotta che risulta inferiore ai costi di approvvigionamento da rete dell’energia elettrica. Questo permette al cliente di avere la certezza di risparmiare sui costi di approvvigionamento energetico e al contempo di migliorare il proprio bilancio di sostenibilità, e a Plenitude di rientrare nel tempo dell’investimento sostenuto”.

Ma questo è solo il primo vantaggio del meccanismo EPC. Allo scadere del contratto, infatti, il cliente diverrà proprietario dell’impianto e tratterà per sé tutti i risparmi energetici legati all’autoconsumo dell’energia prodotta abbattendo così in maniera significativa i suoi costi di approvvigionato energetico (anche del 50% ed oltre). Tutto questo delegando a Plenitude i rischi tecnici e finanziari dell’operazione. È proprio sulla gestione del rischio finanziario che l’accordo con Gepafin permetterà a Plenitude di poter estendere l’iniziativa ad una platea molto più ampia di clienti nella regione Umbria.

Caro-energia, il caso Ast in Aula: “A Terni una partita dell’Italia e dell’Europa”

“A Terni si gioca una partita dell’Italia e dell’Europa”. Questa la premessa dell’assessore regionale Michele Fioroni alla risposta fornita in Aula all’interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere Thomas De Luca (M5s) sul caso caro-energia relativo ad Ast.

“Il tema energetico – ha ricordato Fioroni – si pone fuori dall’Accordo di programma. L’ostacolo più improntate era la deroga dall’Ue per gli aiuti di stato, ed è superato. Avuta questa deroga il problema si pone per un acciaio totalmente decarbonizzato: la sfida è produrre acciaio da fonti rinnovabili. E Terni sarebbe l’unica acciaieria collegata ad una vicina grande derivazione. Il tema si pone con chi fornisce l’energia, cosa che ha fatto la presidente Tesei in più occasioni. Nessuno ha mai parlato di nucleare per Terni. Serve mettersi al tavolo con Enel affinché il tema specifico di Ast venga considerato da Enel come elemento unico per le sue caratteristiche, derogabile a meccanismi di mercato, perché ora c’è la problematica che riguarda la competitività del sistema siderurgico europeo. L’Italia ha sempre avuto una produzione di acciaio di altissima qualità, ma la politica è stata miope sul versante energetico. La presidente Tesei ha chiesto un incontro a Enel con i ministri Urso e Pichetto Fratin per affrontare il tema energetico. L’accordo di programma si potrebbe firmare anche oggi, ma attualmente renderebbe l’acciaio non competitivo”.

De Luca, ricordando che l’azienda procederà ad una sospensione e riduzione dell’attività con la richiesta di Cig ordinaria che dal 24 al 30 settembre riguarderà 200 dipendenti, aveva chiesto quali misure intende mettere in campo per i problemi sollevati da Arvedi-Ast per i costi energetici. E di specificare se si sia proceduto allo studio di fattibilità per la costituzione di una società mista pubblico-privata come chiesto dalla delibera di questa Aula del febbraio 2023. Ma anche se si intende procedere verso questa prospettiva o se, come affermato dal Ministro dello sviluppo economico, si stia lavorando al ricorso massiccio al nucleare e in quali termini e scadenze.

Nella sua replica l’esponente del M5s si è detto non soddisfatto della risposta dell’assessore: “Annunciate da troppo tempo l’accordo di programma, che nei fatti ancora non c’è. Ognuno deve fare la sua parte e mettersi in condizione di non nascondersi. La Regione non deve andare dal concessionario a chiedere con le mani giunte. Abbiamo gli strumenti su cui poter operare, nessuno chiede azioni di rottura ma dovete agire”.

Ast annuncia: costi energetici insostenibili, fermiamo uno dei forni per una settimana

Arvedi Acciai Speciali Terni fermerà uno dei due forni elettrici dell’acciaieria per una settimana a fine settembre. “Al momento”, è scritto nella nota con cui l’azienda ha comunicato la decisione. Maturata, viene spiegato, “a causa del perdurare degli alti costi energetici che non consentono all’azienda di essere competitiva nei confronti delle crescenti importazioni dall’Asia a prezzi stracciati”.

Costi energetici che secondo quanto lamentato dall’azienda creano uno squilibrio insostenibile. “Il livello del costo dell’energia elettrica in Italia, tre volte superiore a quello di altri paesi europei dove sono basati i concorrenti di Ast – si legge ancora nella nota – sta condizionando il piano di rilancio dello stabilimento umbro”.

La nota di Arvedi Ast

“Il tema dell’energia – scrive la proprietà – è una delle questioni più dibattute tra le aziende italiane e lo è in particolare per Arvedi AST, sito produttivo altamente energivoro che vede compromessa la propria competitività sul mercato a causa di un costo energetico due/tre volte superiore rispetto a quello di altri competitor europei”.

“Per condividere con tutti i lavoratori un fattore discriminante e distorsivo della concorrenza, ragione per cui l’azienda si batte sui tavoli istituzionali, nazionali ed europei, con il supporto di Regione Umbria, per ottenere un equo costo dell’energia, questa mattina è stato posizionato in AST un cartellone che dettaglia il grave disagio che gli elevati costi energetici stanno causando alla competitività dell’azienda. La maxi affissione, che ricopre uno degli edifici affacciati sul principale piazzale interno del sito di Viale Brin, da un lato ripercorre la storia dell’esproprio del ramo d’azienda elettrico della Terni e del mancato indennizzo per cui negli anni numerose istituzioni, a livello nazionale e locale, hanno assunto l’impegno di addivenire ad una soluzione compensativa per Terni e per Acciai Speciali Terni S.p.A., senza però giungere – sino ad oggi – ad una soluzione condivisa e definitiva; dall’altro mette in evidenza i “numeri” della sperequazione in termini di costi che Ast deve subire rispetto agli altri suoi concorrenti europei, evidenziando come in qualche caso il costo della bolletta energetica sia quasi triplicato”.

“Eppure – prospetta Arvedi Ast – una soluzione ci sarebbe, se si consentisse finalmente ad Acciai Speciali Terni S.p.A., semplicemente ripristinando le condizioni originali di autoproduzione con il collegamento diretto esistente con la centrale Enel di Galleto, l’approvvigionamento di energia elettrica per i suoi fabbisogni a costi comparabili a quelli di analoghe forniture nei Paesi europei e in linea con le società auto-produttrici di energia elettrica. AST vedrebbe in questo modo ristabilite le condizioni che hanno permesso la nascita di un sito produttivo capace di superare i più gravi periodi di crisi. Eloquente in proposito il titolo che accompagna l’affissione: ‘Abbiamo il diritto morale di avere le nostre centrali o di essere pagati da chi le ha espropriate'”.

Le reazioni

Una soluzione, quella di Galleto, sollecitata anche dal segretario umbro del Pd Tommaso Bori: “Ritengo, per questo, quasi paradossale che non sia stata ancora verificata l’ipotesi di ripristino del collegamento tra Ast e la centrale idroelettrica di Galleto, che sarebbe in grado alimentare l’impianto attraverso energia pulita e a chilometro zero. Serve dunque che la destra che governa a livello regionale e nazionale si faccia carico delle sue responsabilità, di questo immobilismo che, a distanza di anni, non ha portato ancora alla firma del nuovo accordo di programma né ad affrontare in maniera costruttiva e responsabile il nodo energia, nonostante gli impegni assunti con Arvedi”.

I parlamentari umbri del Pd Anna Ascani e Walter Verini puntano l’indice contro “l’inerzia del Governo”, si appellano al ministro Urso e chiamano in causa la Regione, ma anche il Comune di Terni, giudicato “latitante” nella funzione “di stimolo” che invece dovrebbe svolgere insieme a lavoratori, sindacati, rete dell’indotto.