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Tag: Foligno

Muratore ucciso a coltellate nella zona industriale della Paciana

Lo hanno trovato in fin di vita alcune donne delle pulizie, in un’auto all’interno di un parcheggio della zona industriale della Paciana, a Foligno. L’uomo è stato trasportato immediatamente dai soccorritori al vicino ospedale San Giovanni Battista, dove però è morto poco dopo.

E’ morto così un muratore 56enne, di nazionalità italiana e originario del Sud ma dipendente di un’azienda edile umbra, ferito a morte con alcune coltellate nel parcheggio in via Lago Maggiore.

La polizia del Commissariato di Foligno, coordinata dalla Procura di Spoleto, sta indagando sull’omicidio. Secondo i rilievi effettuati dalla Scientifica, l’uomo il muratore sarebbe stato accoltellato in strada, con diversi fendenti, e poi avrebbe cercato riparo all’interno dell’auto, che è risultata intestata al datore di lavoro, senza però riuscire a metterla in moto per recarsi da solo in ospedale.

Come hanno raccontato i colleghi, solitamente i dipendenti della ditta edile si ritrovavano la mattina per poi andare insieme nel cantiere. Gli inquirenti starebbero già cercando una persona.

A Foligno il finale de “I Primi d’Italia”: il programma

Si chiude oggi, domenica 29 settembre, la 25esima edizione de I Primi d’Italia”, che da giovedì a Foligno sta riservando alle migliaia di visitatori arrivati nel cuore dell’Umbria, anche da fuori regione, uno spaccato unico sull’universo che ruota intorno ai primi piatti.

Ma la kermesse gastronomica è anche sinonimo di intrattenimento con la piazza gremita che venerdì ha applaudito lo show a 360 gradi di Jo Squillo.

Bambini e genitori

Il Festival nazionale dei Primi Piatti si conferma anche a misura dei più piccoli, visto il successo del progetto “Primi d’Italia Junior – mani in pasta”, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. In questo spazio “formato baby” a Palazzo Candiotti, tanti bambini e bambine partecipano ad attività ludiche e di animazione per apprendere, tra gioco e didattica, informazioni utili a sviluppare sane e corrette abitudini alimentari.

Quest’anno, parallelamente ai laboratori dei bambini, sono stati organizzati anche dei momenti di incontro con i genitori che in queste giornate di festival si confrontano con esperti sulle tematiche di una corretta e sana alimentazione, e dello sviluppo di una idonea sensibilità in merito alla materia dell’educazione alimentare, con innegabili riflessi sulla prevenzione sanitaria.

Nella società odierna, infatti, il problema del sovrappeso e dell’obesità sia negli adulti che nei bambini ha assunto rilevanza sociale e deve considerarsi di estrema attualità. Solo una sana e corretta alimentazione, quale linea guida nella vita di ogni persona, può dare una concreta risposta ed affrontare efficacemente il problema.

Gli organizzatori del festival di EPTA Confcommercio Umbria, sensibili a queste tematiche, hanno quindi voluto questi momenti di approfondimento realizzati in collaborazione con l’Università degli studi di Perugia, che si svolgono sotto la supervisione del prof. Francesco Galli, docente di dietologia e nutrizione del Corso di Laurea in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana coordinato dal prof. Massimo Moretti, e che vedono la partecipazione di giovani nutrizionisti del corso universitario coordinati dalla prof.ssa Desirée Bartolini e dalla dott.ssa Roberta Russo.

Il programma di domenica

Ricco di eventi il programma di domenica 29 settembre. Le iniziative prenderanno il via dalle ore 10 con l’apertura dei Villaggi Del Gusto e delle Mostre-Mercato.

E naturalmente anche domenica alle ore 11 iniziano PRIMI D’ITALIA JUNIOR a Palazzo Candiotti. Si parte con “I Rombi” a cura della Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione. Alle ore 15 “Finti cappelletti” a cura dell’associazione Eat Umbria. Alle ore 16 “Le Caramelle” a cura della Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione. Alle ore 17 “Umbricelli” a cura dell’associazione Eat Umbria. Alle ore 18 “I Cavatelli” a cura della Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione.

La mattina al via anche FOOD EXPERIENCE all’Auditorium Santa Caterina. Alle ore 11 “Passione e Fantasia, Pacchero con pesto di rucola, crema di pomodoro bruciato e crumble di pane alle alici” a cura di Pasta di Fabriano. Alle ore 16 “L’Umbria in un piatto” con Chef Laura Colaiacovo. A cura di Assoprol. Alle ore 18 “25 anni di pasta raccontati in 3 piatti” con gli chef Marco Faiella, Simone Chiodi e Stefano Marconi. A cura dell’associazione APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani.

La 25/a edizione de I Primi d’Italia si sta caratterizzando non solo come una festa del gusto, ma anche come un’occasione per riflettere su temi cruciali come la salute, la nutrizione e il legame profondo tra alimentazione e benessere. La giornata conclusiva ha in serbo un doppio appuntamento a Palazzo Trinci. Alle ore 11:00 un convegno dal taglio anche storico, legando l’alimentazione moderna alle radici dell’antica Roma. Il titolo, “Orzo e Arena – Nutriti per vincere. La dieta dei gladiatori. Ipotesi ricostruttive”, è già un indizio del viaggio nel tempo che questo convegno intende offrire. Promossa dall’Associazione Amici dell’Abbazia di Sassovivo, con il patrocinio del Comune di Foligno e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, la conferenza vedrà come protagonisti il prof. Paolo Braconi, docente di Antichità Romane e Storia dell’Agricoltura e dell’Alimentazione all’Università degli Studi di Perugia, e la dott.ssa Roberta Taddei, archeologa e Presidente dell’Associazione Amici dell’Abbazia di Sassovivo. Alle ore 15.30 si terrà invece il convegno “Alimentazione e cancro: è possibile prevenirlo?” promosso da AIRC – Comitato Umbria, che vedrà intervenire la prof.ssa Anna Villarini, biologa-nutrizionista e docente presso l’Università di Perugia – Dipartimento di Medicina e Chirurgia.

Alle ore 11 si apre anche l’area COOKING SHOW & ENTERTAINMENT in Piazza della Repubblica. “È qui la pasta?!” a cura di Apci, con gli chef Marco Faiella e Stefano Marconi sul palco. A seguire “Puls: innovazione della pasta” a cura di Fida, Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione.

Alle ore 13 per A PRANZO CON… all’Auditorium Santa Caterina “I Cartoon” per bambini da 0 a 90 anni.

Alle ore 15:30 si torna al COOKING SHOW & ENTERTAINMENT in Piazza della Repubblica con “Vieni a scoprire il tortello tricolore” con la chef Graziella Ponti, a cura di AIC Umbria.

Alle ore 17 per LA PASTA DELLA NONNA a Palazzo Candiotti, “Come fare i maltagliati” in collaborazione con APCI Ass. Prof.le Cuochi Italiani.

Dalle ore 17:30 ancora appuntamenti nell’area COOKING SHOW & ENTERTAINMENT in Piazza della

Repubblica: “Pasta non stress” a cura di Università dei Sapori e “Zuppa e un filo d’olio” a cura di Assoprol. Alle ore 19:30 tornano le premiazioni per il “Premio I Primi d’Italia”: il riconoscimento sarà consegnato a Luciana Barbetti (Giornalismo), Ambra Cenci e Rita Marini come Personaggio della città, e l’Associazione OASI (Sociale).

Alle ore 21 ultimo appuntamento anche per A TAVOLA CON LE STELLE all’Auditorium Santa Caterina: protagonista sarà lo chef Gaetano Trovato del Ristorante Arnolfo, Colle di Val d’Elsa.

Dalle ore 22 si torna in Piazza della Repubblica per l’ultimo evento COOKING SHOW & ENTERTAINMENT con il live degli Shaharoba e a seguire DJ set di Tommaso Merendoni.

Fiume di cocaina in Umbria, 7 misure cautelari tra Foligno e Spoleto

I carabinieri della Compagnia di Spoleto hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Spoleto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore capo Claudio Cicchella, nei confronti di 7 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti continuata e in concorso.

L’operazione è scattata – alle prime luci dell’alba – oltre che nella provincia di Perugia anche in quelle di Fermo, Frosinone e Siena con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, della componente aerea del 16º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti e del Nucleo Cinofili di Pesaro.

Le indagini, avviate nel mese di aprile dello scorso anno e protrattesi sino alla primavera del 2024, hanno consentito di identificare soggetti di origine albanese e italiana, di età compresa tra i 19 e i 44 anni, che alimentavano e gestivano alcune piazze di spaccio tra Spoleto e Foligno.

L’attività ha avuto il suo naturale sviluppo, a seguito del sequestro di 50 gr. di cocaina nei confronti di uno degli indagati nel corso di servizi a contrasto dello spaccio. A riscontro dell’assunto accusatorio nel mese di novembre 2023 è stato arrestato in flagranza di reato un giovane pusher albanese operante nell’hinterland spoletino, da cui scaturiva il sequestro di diverse dosi destinate allo spaccio e successivamente, nel mese di dicembre, è stato arrestato uno degli indagati, attualmente sottoposto al regime cautelare degli arresti domiciliari, per la detenzione di 100 grammi di cocaina destinati alla vendita al dettaglio con il successivo sequestro di circa 3.000 euro, ritenuto provento dell’attività di spaccio.
Tali attività di riscontro consentivano di porre le basi informative per l’avvio di un’indagine maggiormente articolata, direttamente condotta anche con l’ausilio di strumenti tecnici.

L’ipotesi accusatoria, suffragata da captazioni telefoniche ed ambientali, ha trovato degli importanti sviluppi investigativi negli accertamenti condotti dai carabinieri, con riscontri acquisiti durante i servizi preventivi effettuati sul territorio con specifiche attività di osservazione, controllo e pedinamento, nonché controlli su strada con il prezioso impiego degli equipaggi dell’Aliquota Radiomobile in perfetta sinergia con le pattuglie delle Stazioni carabinieri.

L’attività svolta dagli investigatori, che si concludeva nel mese di marzo 2024, ha permesso dunque di smantellare importanti “piazze” di spaccio a Spoleto e a Foligno. Gli indagati gestivano un’importante giro d’affari derivante dalla vendita dello stupefacente.

Chili di droga dalle Marche

In particolare gli albanesi dimoranti in Foligno, ora tutti in carcere, si approvvigionavano di alcuni chilogrammi di cocaina al mese tramite un canale di rifornimento che riconduceva al litorale marchigiano e che faceva riferimento ad un referente del posto, loro connazionale, anch’egli ora in carcere.
Oltre ai sequestri operati, sono stati monitorati numerosi trasporti di partite di cocaina da parte di alcuni degli indagati, ma anche molti episodi di detenzione e successiva cessione della droga, per più kg di sostanza stupefacente che immessa sul territorio avrebbe avuto un considerevole valore di mercato.
La cocaina, appena giunta a destinazione alla periferia del comune di Foligno, veniva interrata tra la boscaglia e da lì, di volta in volta, dagli stessi prelevata per essere sottoposta, in appartamenti adibiti a veri e propri laboratori, al taglio e confezionamento in dosi, che venivano poi distribuite in favore delle piazze di spaccio tra le vie del centro storico dei comuni di Spoleto e Foligno, luoghi alla ribalta della stampa per la movida, proprio mediante l’impiego di pusher, utilizzati anche come vettori, in grado di rifornire rapidamente i clienti al dettaglio.

Il blitz dei carabinieri

Nel corso delle indagini i militari hanno rinvenuto, occultato in agro boschivo, un involucro contenente circa 450 grammi di cocaina, nonché 500 grammi di marijuana sottoposti a sequestro, che venduti al dettaglio avrebbero fruttato circa 60.000 euro, riconducibile all’attività illecita posta in essere dagli indagati.

Il gip di Spoleto, considerata la gravità indiziaria in ordine ai reati ascritti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari – tra le quali il pericolo di reiterazione dei reati – valutata la pericolosità sociale ha emesso per 4 indagati la misura della custodia in carcere, per 2 l’obbligo di dimora nel comune di residenza con obbligo di permanenza in casa durante le ore notturne e per 1 il divieto di dimora nella regione Umbria.

Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari, veicolari e presso n. 2 esercizi commerciali che hanno consentito di rinvenire e sequestrare diverse dosi di stupefacente, bilancini e materiale per il confezionamento, nonché circa 40.000 euro in contanti, somma ritenuta verosimilmente provento dell’attività illecita.

L’attività illecita investigata, sulla base delle riscontrate prassi operative messe in atto e tenuto conto del volume d’affari, era in via di espansione: specificatamente tale entità autonoma, costituita dalla prevalente presenza di soggetti di origine albanese – di sicuro carisma criminale -, si trovava al punto di svolta e assestamento verso la creazione di un’organizzazione strutturata.

Il risultato conseguito costituisce l’esito della costante azione di prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti da parte dei militari dell’Arma, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto.

Al via la riforma degli ospedali

Si passa alla fase attuativa per il terzo polo ospedaliero dell’Umbria che integrerà le strutture di Foligno e Spoleto.

Con relativi investimenti e cronoprogramma dei lavori. La Giunta regionale infatti ha deliberato oggi l’atto di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale a seguito del parere positivo espresso dal ministero della Salute rispetto la proposta trasmessa dalla Direzione sanità umbra. Che riguarda, tra l’altro, la riorganizzazione degli ospedali e i relativi fabbisogni di posti letto, la nascita del terzo polo, gli ospedali di comunità e delle zone disagiate.
Parere ministeriale favorevole, dunque – riferisce Palazzo Donini -, alla nascita del terzo polo, integrando funzionalmente il presidio ospedaliero di Foligno (con anche la struttura di Trevi) e quello di Spoleto (con Norcia e Cascia), mettendo a sistema le strutture presenti e realizzando un Dea di primo livello (come le Aziende ospedaliere di Perugia e Terni) su due strutture fisiche integrate fra loro. Con Foligno maggiormente dedicato all’urgenza-emergenza e Spoleto all’attività programmata.

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Danni del freddo al vigneti, Caprai: servono sostegni per interventi di prevenzione

L’imprenditore vitivinicolo sollecita iniziative nei confronti di questi eventi sempre più ricorrenti

Colpo di coda dell’inverno, inatteso dagli agricoltori umbri. Dopo le belle giornate di inizio primavera, negli ultimi giorni si è registrato un forte abbassamento delle temperature, in alcune zone dell’Umbria, si è arrivati anche a 4 gradi sotto lo zero. La memoria è subito corsa agli stessi giorni del 2021, quando il perdurare per tre o quattro notti successive di temperature abbondantemente sotto lo zero, compromise l’intera annata agricola di viticoltori, olivicoltori e agricoltori in genere. Una situazione a macchia di leopardo, che lascerà uno strascico pesante andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti, con danni, in alcune zone di bassa collina, anche al 30 per cento del raccolto. «Questo accade – sottolinea l’imprenditore vitivinicolo di Montefalco Marco Caprai – a pochi giorni dalla conclusione di Vinitaly e Sol&Agrifood, le rassegne veronesi dove l’Umbria si è presentata in forze, ottenendo consensi unanimi in termini di qualità della produzione e di strategie promozionali». «È bastato pochissimo tempo per tornare ai problemi quotidiani degli agricoltori – afferma Caprai – ma è giunto il momento di cominciare a dare risposte concrete a una situazione che deve essere analizzata nei suoi valori, ‘cambiamento climatico non può essere solo uno slogan, come invece pare per molti. Non possiamo più parlare di evento eccezionale, quanto accaduto in questi giorni, dopo le esperienze del 2021, del 2020, del 2017, comincia a essere una certezza e bisogna reagire: la vitivinicoltura in Umbria non può più essere esclusa, pena la perdita di competitività, nelle Misure Investimenti del nuovo Csr (Complemento per lo sviluppo rurale ndr.) ex Psr». «L’unica differenza rispetto al recente passato – osserva Caprai – è che in questi giorni le basse temperatura sono state registrate solo per poche ore e solo in zone delimitate, ma con la fase di fioritura nei frutteti e di germoglio nei vigneti già in atto, gli imprenditori agricoli umbri dovranno farci i conti». «Sappiamo bene che non è impossibile fare argine a certi eventi meteorologici – continua Caprai – ma servono risorse, perché è giunto il tempo di sostenere e difendere il valore culturale, promozionale e di risorsa turistica che viene sempre attribuito all’agricoltura nella nostra regione, con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a quegli imprenditori colpiti, senza abbandonarli alla valutazione dei danni. Misure adeguate utili ad attivare l’istallazione di sistemi di prevenzione». «In Emilia Romagna ad esempio – ricorda – le colture agricole hanno un valore e riconosciuto, gli agricoltori possono accedere a contributi Misure Investimenti Psr/Csr fino a 200.000 euro, di cui il 70% a fondo perduto, per l’innovazione tecnologica in campo, per arginare i danni da gelate tardive». «Oggi – conclude Marco Caprai – la ricerca e l’Agricoltura 4.0, ci consentono di adottare concreti sistemi di prevenzione, non è più tempo di limitarsi solo alla conta dei danni».

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Ricostruzione, oltre 1300 persone non hanno fatto la domanda

Il commissario Guido Castelli scnocciola i numeri. In tanti preferiscono rimanere nelle casette

Il commissario Guido Castelli snocciola i numeri. In tanti preferiscono rimanere nelle casette

“Abbiamo circa 1.300 titolari di Contributo di autonoma sistemazione o fruitori di Sae (Soluzioni abitative in emergenza) che non hanno ancora presentato la domanda di ricostruzione”: a dirlo è il nuovo commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016, Guido Castelli, a margine della riunione operativa che si è svolta al Centro funzionale della Protezione civile di Foligno con la presidente della Regione Donatella Tesei, l’Usr e i sindaci dei comuni umbri terremotati.

Nello spiegare il fenomeno che si sta verificando da più parti del cratere sismico, con famiglie che sembrerebbero prediligere la casetta Sae a un eventuale ritorno tra quattro mura, Castelli ha sottolineato come sia “necessario capire esattamente cosa c’è dietro questo tipo di condizione e dobbiamo capire se dopo tanti anni dobbiamo programmare una serie di scadenze oltre le quali si deve anche ritenere che qualcuno non ha l’interesse a ricostruire”. “Sono passaggi delicati ma che dovremo fare perché come è noto il sistema pubblico mette in campo risorse che assorbono una certa forza economica che potrebbe, invece, refluire verso il cratere”, ha aggiunto ancora il commissario.
“Entro metà febbraio – ha fatto sapere – ci sarà una ulteriore Cabina di coordinamento per affrontare di nuovo questo problema che già era stato discusso dal mio predecessore Giovanni Legnini”. “Siamo nel campo della fragilità, nel campo di coloro i quali hanno maturato diritti che sono da ricondurre anche alla decisione di presentare il progetto”, ha specificato Castelli.
Che, però, non ha dimenticato di evidenziare come quelli trascorsi siano stati “mesi difficili, in cui i progetti non venivano presentati per tanti motivi, a cominciare dal rincaro dei prezzi e quindi si necessita di una riflessione supplementare, ma la questione la dovremo affrontare entro il 2023”, ha concluso

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I veri conti della sanità umbra

Un buco da 250 milioni, un deficit annuo da 50 milioni causato dal covid, spesa farmaceutica fuori controllo e Terni con l’ospedale più vecchio dell’Italia centrale

“Vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro e bisogna ricordare da dove siamo partiti”: lo ha detto la presidente della Regione, Donatella Tesei, durante un’audizione, con Coletto e D’Angelo, in terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, sulla “situazione della sanità nell’Umbria”. Un incontro scaturito da una lettera del 9 gennaio, a firma dei consiglieri di minoranza, che chiedeva un confronto con l’Esecutivo di palazzo Donini per fare chiarezza sui conti della sanità regionale e sui livelli dei servizi forniti ai cittadini.

Illustrando la richiesta, Tommaso Bori (Pd) – riferisce un comunicato della Regione – ha spiegato, a nome dei firmatari, che “durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati. Si registra un continuo turn-over della dirigenza sanitaria, con cadenza annuale o semestrale. C’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione. La spesa farmaceutica è fuori controllo a causa del continuo cambio della dirigenza, che ha fatto mancare un vero controllo della spesa. In Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone. Ci sono professionisti che sono stati pagati 80 euro l’ora senza limite di orario, arrivando a guadagnare 25 mila euro in un mese. La Corte dei conti ha sempre parificato i bilanci della sanità, il suo primo richiamo è arrivato con questa amministrazione. Il depotenziamento della sanità pubblica sembra voler favorire sanità privata e assicurazioni”.

La presidente della Regione Donatella Tesei ha osservato che “bisogna ricordare da dove siamo partiti, con molti problemi ereditati dalle Giunte precedenti. Ho ereditato una sanità annichilita da Sanitopoli, dalla quale i migliori professionisti fuggivano. Abbiamo ereditato, prima del covid, infinite liste di attesa. Terni ha l’ospedale più vecchio del centro Italia. Dei 17 ospedali, alcuni erano inutilizzabili ed altri non utilizzati. C’erano certificati di sicurezza scaduti. Un disavanzo strutturale pauroso. Una mobilità con un pesante saldo passivo e una spesa farmaceutica fuori controllo. Non ho voluto iniziare il lavoro elencando problemi e scandali della sanità.

Speravo che questo fosse capito da tutte le forze politiche. Avremmo potuto costruire insieme un cambiamento nella sanità regionale”. “Abbiamo reagito al covid – ha sottolineato Tesei – tra mille difficoltà, con continue polemiche da parte delle opposizioni. I report nazionali ci dicono che siamo stati tra i migliori a gestire covid e vaccini. Il covid è sparito per decreto ma abbiamo ancora 200 ricoverati negli ospedali. Con le spese annesse. Il necessario processo di riforma è potuto iniziare da soli otto mesi”. “Sul bilancio della sanità regionale – ha sottolineato ancora Tesei – ha pesato l’inflazione quasi al 10% e l’aumento delle spese per l’energia. Ospedali, strutture sanitarie e uffici hanno subito questi rincari. Per mantenere una sanità pubblica e universale servono fondi nazionali, altrimenti chi ha più sanità pubblica ha più disavanzo. Cinque miliardi è la somma che manca alle sanità regionali per chiudere in equilibrio i bilanci. E questa è la somma richiesta dalla Conferenza delle Regioni.
Questa la somma che il presidente Bonaccini ha richiesto per le Regioni”.

Per la presidente, “vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro. La spesa è cresciuta quattro volte più dei fondi disponibili. Una spesa fuori controllo che cresce più della media nazionale. Nel 2017 il disallineamento era di 32 milioni, compreso il payback. Nel 2018 è arrivato a 60. Nel 2019 a 65 milioni. Oggi, il Ministero ci chiede di scorporare il payback. Questi disavanzi strutturali vengono sempre chiusi per portare a pareggio il bilancio. Questo indebolisce i conti e non crea riserve. Dal 2015 al 2019 la spesa farmaceutica per acquisti diretti è aumentata di 50 milioni, senza alcun tentativo di razionalizzarla. Il saldo di mobilità crolla da +25 milioni nel 2017 a – 4 milioni nel 2019. L’inversione di tendenza è avvenuta nel 2017, anche se si manifesta nel 2018-19”.

“Sul personale – ha spiegato Tesei – Agenas ci dice che abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale. Il covid ha impedito la riforma strutturale del sistema. Restano 50 milioni di euro all’anno da recuperare. Serve un percorso di efficientamento e ricostruzione. Per fare tutto questo ci vuole tempo. Per più di due anni abbiamo gestito esclusivamente il covid, pur andando avanti con vari progetti. L’aumento dei costi energia e dei costi Covid hanno gravato per 100 milioni sul bilancio regionale, che i fondi nazionali non coprono. Lo ho segnalato ad agosto 2022 ai ministri del periodo. Ed ora lo ho segnalato ai nuovi ministri in carica. Tutte le Regioni hanno segnalato questi problemi e una situazione esplosiva. I bilanci consuntivi sul 2022 non sono ancora stati ultimati, come da prassi lo saranno tra qualche mese. Gli incrementi di spesa si sommano ai disavanzi strutturali e peseranno anche sul 2023.
Queste situazioni e la loro genesi non possono essere negate ma devono essere affrontate”.

Luca Coletto (Assessore alla sanità), ha affermato che “lo sforamento per la spesa farmaceutica c’era già nel 2017 ed è andato aumentando negli anni successivi. Abbiamo fatto una delibera per ricondurre le prescrizioni all’appropriatezza, che prima non c’è stata. Grazie a quella delibera stiamo rientrando. I pazienti hanno la necessità di essere curati nella maniera più corretta possibile. Siamo stati giudicati una delle migliori Regioni per la gestione del Covid, pur in assenza di un piano per la gestione della pandemia. I fondi integrativi che esulano dal fondo sanitario vanno definiti e controllati. Altrimenti la sanità torna nelle mani delle mutue, che hanno creato un enorme debito legato a prestazioni non appropriate. E che creavano differenze sociali nelle cure. Tutte le Regioni hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per la gestione del Covid, che non è finita con il decreto del ministro il 31 marzo 2022. La mobilità ha avuto una inversione di tendenza nel 2015, che è stata registrata nel 2017. La programmazione manca da più di 10 anni. Un altro problema c’è stato con il payback, un ulteriore aggravio per le Regioni che hanno sfondato i tetti di spesa. Molte Regioni hanno subito gli sbilanci. In passato i bilanci sono stati chiusi in attivo ma la spesa è sempre stata maggiore del fondo disponibile. Stiamo dando una identità chiara ai piccoli ospedali, cercando professionisti che facciano mobilità attiva e che se ne sono andati a causa di mancanza di visione e di prospettiva. Da oltre un anno stiamo trattando con il ministero circa i 5 miliardi che mancano alla sanità. È necessario un intervento nazionale. I dati Agenas dicono che abbiamo il maggior numero di medici ogni mille abitanti in Italia. Mancano medici perché è mancata la programmazione e in passato non sono stati fatti i necessari concorsi”. Massimo D’Angelo (direttore regionale Salute e Welfare) – conclude la nota – ha sottolineato che “il disavanzo è legato al mancato finanziamento del fondo nazionale mentre aumentava il costo delle prestazioni. Durante il Covid abbiamo sospeso prestazioni sanitarie e questo ha impattato su molte patologie croniche che si sono riacutizzate. Ci sono molti pazienti anziani ricoverati per Covid, che si somma ad altre patologie, con una spesa per strutture e personale molto importante. Sulla spesa farmaceutica si registra un trend in miglioramento, legato all’appropriatezza”.

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