Si tratta del percorso Perugia Ponte San Giovanni-Terni e Città di Castello-Sansepolcro
Rete Ferroviaria Italiana ha aggiudicato i lavori di rinnovo e manutenzione straordinaria ferroviario delle tratte Perugia Ponte San Giovanni-Terni e Città di Castello-Sansepolcro (linea ex Fcu) al raggruppamento di imprese composto da Salcef e Euro Ferroviaria. La gara ha un valore di 70 milioni di euro, finanziati con fondi Pnrr ed è propedeutica alla riattivazione totale della linea che da Sansepolcro (Arezzo) raggiunge Terni. Le tratte oggetto dell’appalto hanno un’estensione complessiva di circa 100 chilometri, attraversano i territori delle province di Terni e Perugia, fino a toccare la provincia di Arezzo. L’intervento prevede la riattivazione con messa in esercizio delle tratte fuori servizio della linea ex Fcu, in particolare nelle tratte Perugia Ponte San Giovanni-Terni della linea Umbertide-Terni e Città di Castello-Sansepolcro della linea Umbertide-Sansepolcro. Le lavorazioni consisteranno nella rimozione dell’attuale binario, del pietrisco e degli scambi e nel successivo adeguamento della sede ferroviaria con posa del nuovo binario e dei nuovi scambi. Previste anche attività di manutenzione straordinaria e di adeguamento a sagoma delle gallerie presenti lungo la linea. L’intervento, incluso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, si inserisce nel più ampio progetto di Rfi – spiega una nota – per i lavori che coinvolgeranno la Regione Umbria con interventi infrastrutturali e tecnologici che consentiranno di incrementare i livelli di affidabilità e di garantire più elevati standard qualitativi e quantitativi del servizio.
I dati dell’Istat sulla mobilità infraregionale e internazionale dei cittadini italiani rilevano una forte frenata nel 2021 dei laureati umbri che abbandonano la regione.
I dati dell’Istat sulla mobilità infraregionale e internazionale dei cittadini italiani rilevano una forte frenata nel 2021 dei laureati umbri che lasciano la regione per andare a vivere e lavorare all’estero trasferendovi la residenza (-43,5% sul 2020) e, allo stesso tempo, un netto aumento dei laureati italiani che dall’estero hanno trasferito la loro residenza in Umbria (+50,3%). Il saldo negativo tra iscrizioni dall’estero e cancellazioni per l’estero dei laureati, che negli anni scorsi si era progressivamente ampliato fino a raggiungere il massimo nel 2020 con -363, nel 2021 torna quasi in pareggio (-28), cosa che nell’ultimo decennio non accadeva dal 2011. La fuoriuscita dei laureati dall’Umbria nel 2021 rispetto al 2020 – rileva la Camera di commercio – è crollata di oltre il doppio rispetto alla media nazionale, mentre il numero dei laureati italiani che dall’estero hanno trasferito la loro residenza in Umbria è cresciuto del 60% in più rispetto al dato italiano. È il tema al centro del nuovo video “Il Punto del Presidente”, curato dall’Ufficio stampa e comunicazione della Camera di commercio dell’Umbria. “I dati – afferma il presidente, Giorgio Mencaroni – configurano svolta improvvisa, sulla quale sarà necessario effettuare approfondimenti. Innanzitutto la crescita, medicina che guarisce sempre molte malattie economiche e sociali, o quantomeno le lenisce. Nel 2021 l’economia italiana è cresciuta del 6,7% e quella dell’Umbria del 7,1%. Un incremento che ha aumentato le opportunità occupazionali anche per i laureati, perché inserita nel processo di transizione digitale ed ecologica dell’economia e della società italiane”. Poi, “i segnali di un avanzamento del welfare aziendale, che riguarda tutte le professionalità, da quelle meno a quelle più complesse”. “E qui – va avanti Mencaroni – si apre il capitolo della qualità più complessiva della vita, non solo sul lavoro. Un punto, quello della qualità della vita, su cui l’Umbria ha molto da spendere in termini di appeal per attirare imprese e persone”
In dieci anni, l’investimento iniziale di Antognolla resort, 173 milioni di euro, genererà un valore aggiunto pari a un miliardo e 155 milioni, con 461 milioni solo in Umbria
La stima è del report «Valutazione d’impatto del Six senses Antognolla resort», realizzato con il supporto tecnico di PwC Italia e resa nota dalla stessa attività che ha sede nel perugino. Secondo Antognolla spacchettando i dati, si rileva che, solo nella fase di realizzazione del resort, ogni milione di euro d’investimento ne genera 1,3 di valore aggiunto: da 173 milioni a 196. Di questi, 68 milioni costituiranno il valore aggiunto diretto, 82 milioni l’indiretto e 46 l’indotto. È stato poi annunciato che nei prossimi tre anni – il termine per i lavori è stimato al 2026 -, verranno inoltre creati 3.106 posti di lavoro: 1.477 in via diretta, 1.084 in via indiretta e 545 di indotto. Secondo Andrey Yakunin, presidente del cda di Antognolla, «questa analisi mostra con concretezza i benefici che l’Italia, ma soprattutto il territorio di Perugia e dell’Umbria, otterranno grazie al progetto». «Con Antognolla resort – aggiunge – intendiamo non solo creare posti di lavoro e generare valore aggiunto a livello economico, ma anche rendere l’Umbria un polo attrattivo per i visitatori di tutto il mondo e un punto di riferimento per i viaggiatori del lusso». Antognolla ha annunciato che nell’ottica di preservare il castello, la cripta e tutti gli edifici storici inclusi nella tenuta, intende coinvolgere prevalentemente maestranze e fornitori locali «che possono vantare un’approfondita conoscenza dei materiali e delle tecniche più idonee per operare sulle costruzioni del 12/o secolo». Ammontano a circa 55 i milioni di euro di investimenti destinati ad operatori attivi a Perugia o in Umbria e la struttura stima che produrranno 25 milioni di euro di valore aggiunto e 526 posti di lavoro in via diretta. In prospettiva – sempre secondo lo studio -, la spesa turistica locale annua stimolata dall’apertura del resort dovrebbe ammontare a 114 milioni di euro.
Bufera su Perugia 1416. A creare disagio è il tema scelto per questa iniziativa: Donna-matrimonio-famiglia
Suscita discussioni il tema scelto per l’edizione 2013 della rievocazione Perugia 1416 che “donna-matrimonio-famiglia”, un argomento individuato come focus sulla dimensione della donna medievale, ma un accostamento che disturba chi evidentemente non lo contestualizza nell’ambito in cui è stato proposto.
La professoressa Stefania Zucchini, docente di storia medievale all’università di Perugia, ha deciso di dimettersi dal consiglio direttivo dell’associazione i cui siede in rapprentanza dell’ateneo. La docente «constata con rammarico l’assenza di condivisione della scelta all’interno del direttivo o in qualsivoglia altro incontro di natura scientifica”. Zucchini sottolinea che “avrebbe potuto essere di supporto su un piano scientifico, fornendo la necessaria – e imprescindibile dal punto di vista dell’Ateneo – prospettiva storica alla tematica prescelta”. Per cui ha valutato “opportuno ritirare la propria adesione al direttivo, pur mantenendo la disponibilità a una collaborazione scientifica esterna, che rientra a tutti gli effetti tra i compiti dell’università e dei suoi membri in termini di terza missione». Anche l’Udi, l’Unione donne in Italia, aveva criticato la manifestazione con queste argomentazioni: ““Abbiamo letto incredule che quest’anno gli organizzatori di Perugia 1416 dedicheranno il corteo storico alla triade donna-matrimonio-famiglia che, a loro dire, non solo sta a fondamento della “storia umana”, ma che misura l’emancipazione femminile. Siamo indignate e sentite offese da chi vuole erroneamente e strumentalmente riscrivere la storia delle donne, occultando il fatto che la lunga strada verso l’emancipazione femminile abbia dovuto necessariamente mettere in discussione i concetti patriarcali di famiglia e matrimonio. Utilizzare oggi una rievocazione storica per rimarcare l’importanza di ruoli e compiti precostituiti per le donne, cercando addirittura di attribuire loro un rinnovato valore, non fa altro che mistificare la storia. Sappiamo bene come le destre, da tempo ormai al governo della nostra città e regione, intendano consolidare e avvalorare il legame, naturale e indissolubile, tra donna e famiglia e donna e matrimonio, come se noi tutte non avessimo altra funzione se non quella di procreare e accudire, ma ciò che ci lascia più incredule è che tale visione non riguardi il Medioevo, ma per gli organizzatori di Perugia 1416 connoti l’intera storia umana. Un falso storico che non possiamo accettare perché frutto di quella visione patriarcale della società che da sempre le donne contrastano e che oggi, alla luce dell’ultimo efferato femminicidio, non può non farci riflettere, visto che a morire sono sempre mogli e madri”. E poi ancora: “In Umbria assistiamo da tempo ad uno scivolamento regressivo verso un passato mai abbandonato, dove vive forte l’idea della supposta subalternità delle donne agli uomini, dell’esistenza di un ruolo naturale della donna che origina il pregiudizio, la discriminazione e la violenza nei confronti delle donne. Oggi sappiamo bene quali sono gli strumenti per la nostra emancipazione: un lavoro dignitoso e stabile, servizi di welfare che sostengano la genitorialità, prevenzione della violenza domestica e di genere ed educazione delle nuove generazioni e non possiamo non indignarci quando la nostra storia e le nostre lotte vengono disconosciute. Vi lasciamo con una storia, nella speranza che il corteo nella speranza che il corteo perugino non voglia anche solo pensare di riportarci a quei tempi. Noi non ci stiamo! Era l’anno 1917 , la prima guerra mondiale stava falciando la popolazione e alla fine si contarono più di 16 milioni di morti, in gran parte uomini e due milioni di donne si trovarono a sopravvivere”.
Dall’11 luglio al 29 agosto sarà inoltre introdotta una quarta frequenza, programmata il martedì.
La Sase, la società di gestione dello scalo, ha spiegato che sono programmati fino al 30 settembre con con Airbus A319-A320 nelle giornate di giovedì, sabato e domenica. Dall’11 luglio al 29 agosto sarà inoltre introdotta una quarta frequenza, programmata il martedì.
Sempre la Sase ha sottolineato che prosegue intanto il programma di sviluppo ed implementazione di nuovi servizi presso lo scalo. Sono infatti iniziati i lavori per il quarto gate, “che consentirà una più agevole gestione di più voli in contemporanea”, e quelli che rimoduleranno le aree commerciali presenti in area sterile, dove è prevista l’apertura di nuovi negozi. In dirittura d’arrivo anche l’apertura del sesto autonoleggio all’interno del terminal.
Nel frattempo, visto il consistente aumento dei flussi, è stata re-introdotta la corsia fast track, che sarà riservata anche ai passeggeri Prm ed alle famiglie con bambini di età inferiore a sei anni. Sono state inoltre incrementate le sedute a disposizione dei passeggeri ed i posti auto nei parcheggi.
Ed ancora, rinnovate la sala stampa e l’insegna posta all’ingresso dell’aeroporto ma è stato anche completato un nuovo murale, realizzato da “l’Artetica” che ha come tema l’omaggio al volo. La stagione Summer 2023, operativa fino al 28 ottobre, prevede 16 rotte operate da sei compagnie aeree con fino a 98 voli di linea settimanali. Sono disponibili collegamenti da e per Barcellona (Ryanair), Brindisi (Ryanair), Bruxelles Charleroi (Ryanair), Bucarest (Ryanair), Cagliari (Ryanair), Catania (Ryanair), Cracovia (Ryanair), Londra Heathrow (British Airways), Londra Stansted (Ryanair), Malta (Ryanair), Olbia (Aeroitalia), Palermo (Ryanair), Rotterdam (Transavia), Tirana (Wizz air), Tirana (Albawings) e Vienna (Ryanair)
Sarà pronto per l’inizio del 2026 il Castello e resort di Antognolla, già attivo con un campo da golf
Prosegue intanto il maxi-investimento nel cuore dell’Umbria (150 milioni di euro totali) per il magnate russo con passaporto britannico Andrey Yakunin che ha illustrato, in occasione di un press tour da lui guidato, le ulteriori tappe di avvicinamento al completamento della struttura situata a una ventina di chilometri a nord da Perugia. Sono infatti partiti i lavori (avviati a marzo) per la costruzione del resort, il complesso alberghiero immerso nel verde con 40 spa suite che sorgerà accanto al Castello di Antognolla dove, anche qua, sono in stato di avanzamento i lavori per realizzare altre 31 camere. Obiettivo, con un totale di 71 stanze, è rendere l’Umbria, secondo le intenzioni di Yakunin, “un polo attrattivo per i visitatori di tutto il mondo, proponendo un’offerta turistica di altissima qualità e un’esperienza autentica a contatto con la natura”. “L’idea iniziale del progetto è stata di pensare a cosa aggiungere a quello che già l’Umbria offre” ha commentato. Una volta completato, il corpo principale si svilupperà su più piani per un totale di 16.000 metri quadri e ospiterà una spa, diverse piscine, la reception principale e altri servizi del resort. Insieme a Yakunin erano presenti anche Luca Aiwerioghene e Basak Pekdiker Sartor, ingegnere e architetta di Antognolla. Tra le aziende appaltatrici che collaboreranno anche molte imprese locali della provincia di Perugia. “L’idea è stata quella di fare qualcosa che non andasse in contrasto con il castello, che rimane sempre la prima ballerina” ha precisato Yakunin. La struttura finale comprenderà quindi un castello e una tenuta del 12/o secolo trasformati in un moderno resort internazionale. All’interno del Castello anche una chiesa consacrata che, dopo il restauro, sarà usata per i matrimoni, e sotto una cripta (con affreschi risalenti anche all’anno mille) che sarà in parte utilizzata come luogo, grazie a tecnologie digitali e realtà aumentata, per far scoprire quello che può offrire il “pacchetto” Umbria. In linea con i valori dell’operatore alberghiero Six Senses, il castello, il borgo e la tenuta, per un totale di circa 600 ettari, verranno restaurati in ottica sostenibile, come è stato inoltre specificato. Il progetto mira a sviluppare anche il turismo golfistico nella regione e a fare dell’Umbria una meta privilegiata per questo sport, di particolare rilevanza in vista della Ryder Cup del 2023. Il campo con 18 buche, realizzato dal designer Robert Trent Jones Jr., è infatti già considerato tra i più belli d’Italia e tra i più sostenibili, visto anche l’utilizzo di tre laghetti per la raccolta di acqua piovana che viene usata per l’irrigazione. A disposizione poi otto ettari di vigneti “eroici”, definiti così per la pendenza e per la conformità del terreno, curati dall’enologo Riccardo Cotarella. “In base alla mia esperienza sono sicuro che tra tre anni uscirà fuori un vino importante non solo per Antognolla ma per tutta la regione” ha detto.
Tra i progetti che saranno finanziati ci sono gli interventi sul cratere del terremoto e la variante stradale sud ovest di Terni
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Opere pubbliche, ha approvato il “Programma triennale dei lavori pubblici della Regione Umbria 2023-2025” in cui sono ricompresi, fra gli altri, numerosi interventi nell’area del “cratere” del sisma 2016 e l’appalto integrato, comprensivo di progettazione definitiva ed esecutiva, per i lavori di realizzazione della variante sud-ovest della città di Terni.
L’importo, per le tre annualità, ammonta a oltre 60,350 milioni di euro, di cui 16,750 milioni per il 2023.
La disponibilità finanziaria sale a 24,5 milioni nel 2024 ed è di oltre 19 milioni di euro nel terzo anno di programmazione.
Nel programma – riferisce una nota dell’ente – sono inseriti lavori di recupero, manutenzione straordinaria, nuova realizzazione e ristrutturazione che riguardano infrastrutture stradali, infrastrutture sociali ed edifici sanitari, beni culturali, edifici direzionali e amministrativi.Fra le opere di nuova realizzazione spicca l’appalto per la variante stradale che collegherà la zona sud e quella ovest/nord-ovest della città di Terni per la quale la Regione ha ottenuto un finanziamento di 50 milioni di euro deliberati dal Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.
Nel “cratere” del sisma, oltre ad interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico in alcune località di Norcia e Preci e la bonifica di pareti e versanti della strada di San Pellegrino a Norcia, la Giunta regionale ha programmato per l’anno in corso la destinazione di circa 1,5 milioni di euro per la ricostruzione della residenza protetta Apsp Fusconi Lombrici Renzi di Norcia, costituita da 2 edifici, di cui uno soggetto a demolizione e ricostruzione e l’altro soggetto ad un intervento di ristrutturazione, cui si aggiungono oltre 520mila euro per il recupero e miglioramento sismico di un edificio in Piazza Verdi, sempre a Norcia, di proprietà della stessa Apsp.
Oltre 1 milione di euro è la spesa programmata per il miglioramento sismico del Palazzo comunale di Monteleone di Spoleto. Nell’elenco delle opere del programma triennale indicate con priorità massima, rientra anche la ricostruzione con delocalizzazione del cimitero di Sant’Eutizio di Preci per circa 1,355 milioni di euro.
Significativi gli interventi per il recupero e la valorizzazione della ex ferrovia Spoleto-Norcia. Articolati nei tre anni, prevedono consolidamento versanti, opere d’arte e opere di protezione della sede viaria nel tratto Spoleto-Sant’Anatolia di Narco ed il secondo stralcio dei lavori nel tratto Piedipaterno-Balza Tagliata interessato da frane da crollo/scivolamento, ed inoltre lavori di recupero edilizio ai fini ricettivo-produttivi di caselli e stazioni dell’ex ferrovia.
Nel programma regionale è inserita l’opera di consolidamento per la mitigazione del rischio idrogeologico e l’adeguamento della piattaforma stradale a livello di viabilità, sicurezza infrastrutturale e di servizi del ponte di Montemolino sul fiume Tevere, per il ripristino di un collegamento importante per i territori di Todi, Monte Castello di Vibio e Fratta Todina e per l’intera media valle del Tevere. Sul Tevere, in località Pian di San Martino nel comune di Todi, previsto un intervento di mitigazione con la realizzazione di arginatura golenale e ripristino degli argini traversali e sono in elenco lavori di manutenzione di opere idrauliche e ripristino officiosità idraulica su alcuni tratti del fiume in località Passo dell’Acqua nel comune di Perugia.
Di rilievo- prosegue la nota – le opere programmate che riguardano edifici direzionali e amministrativi. Il Centro regionale di protezione civile di Foligno verrà dotato di un nuovo capannone per lo stoccaggio materiali ed attrezzature di protezione civile da utilizzare in occasione di emergenze sul territorio, mentre sulla copertura dell’autoparco verrà installato un impianto fotovoltaico. Nella sede dell’Assessorato Infrastrutture, trasporti, opere pubbliche e politiche della casa, protezione civile di Piazza Partigiani, a Perugia, strategico per le sue funzioni pubbliche, si procederà alla ristrutturazione con adeguamento sismico ed efficientamento energetico. Nell’annualità 2024 è programmato il restauro e risanamento conservativo di palazzo Donini, sede della Presidenza della Giunta regionale.
Lavori programmati inoltre anche al complesso immobiliare di proprietà regionale Villa Montesca di Città di Castello, all’ex ospedale San Florido, sempre a Città di Castello, e per l’efficientamento energetico della sede del Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, a Pantalla di Todi, sempre di proprietà regionale. Nel programma triennale dei lavori pubblici 2023-2025 della Regione Umbria sono ricomprese infine le due opere incompiute di riparazione e miglioramento sismico di immobili di proprietà regionale in località Bandita Cilleni, nel comune di Assisi, e in località Salia – Cai Miari per le quali la Giunta regionale ha stabilito di riprendere l’esecuzione.
Ministero dei Lavori pubblici Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica
Scendono del 16 per cento le assunzioni delle imprese in Umbria che segnano a maggio meno 180 avviamenti rispetto allo stesso mese del 2022 e di 930 nel trimestre maggio-luglio, con il commercio in netto calo e servizi a imprese e persone in caduta libera.
Emerge dal bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal. Secondo quanto reso noto dalla Camera di commercio in Umbria nel trimestre maggio-luglio 2023 è previsto un aumento di 1.120 assunzioni nell’industria e un calo di 2mila 550 nei servizi, con meno 410 nel commercio (in base all’analisi pesa il calo del reddito reale delle famiglie a causa della forte inflazione), con una flessione del 16%.
La voce ristorazione e servizi turistici avanza ancora (nel trimestre più 160 avviamenti, più 4,5% sul 2022). Aumentano “solo” le medie imprese, con invece arretramenti occupazionali per piccole e grandi aziende.
“I nuovi dati del sistema informativo Excelsior – ha sottolineato Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria – evidenziano tre cose: da un lato, con la crescita delle assunzioni nell’industria, che gli imprenditori del comparto sono più ottimisti di quanto gli ultimi dati sulla produzione industriale potessero far immaginare, visto che da tre mesi sono in flessione; dall’altro, che l’erosione del reddito delle famiglie provocato dall’alta inflazione si fa sentire sulla dinamica del comparto servizi: terzo, che nell’ambito dei servizi l’unico settore che continua a mostrare una crescita occupazionale è il settore ristorazione e servizi turistici. Da qui un andamento duale, con il nord industriale dove le assunzioni crescono e un centro-sud complessivamente meno industriale dove l’incremento degli avviamenti al lavoro in questo settore non riesce a compensare il calo nei servizi. Sul turismo, poi, le cose potrebbero risultare ancora migliori di quanto le previsioni di assunzioni già non dicano. Non sarebbe la prima volta, infatti, che a consuntivo si scopre che, in corso d’opera, le cose sul fronte turistico sono andate meglio di quanto previsto e questo un pò dappertutto ma soprattutto in Umbria, come l’esperienza insegna. Per il resto, la nostra continua ad essere una delle regioni con la percentuale più alta di aziende che hanno difficoltà a reperire il personale di cui hanno bisogno: nella regione, infatti, a maggio in 53 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, contro una media nazionale di 46 casi su cento. Un problema che va affrontato con misure di medio e lungo periodo, ma che necessita anche di interventi a breve come un taglio più coraggioso del cuneo fiscale. Come restano tali altri problemi strutturali, come il fatto che la percentuale di offerte di lavoro provenienti dalle imprese per i laureati in Umbria sia di un terzo inferiore a quella media nazionale, spingendo i nostri giovani più istruiti ad andare fuori regione quando non fuori dall’Italia”.
Sono oltre seicento gli studenti che avrebbero diritto all’alloggio gratuito, ma non riescono ad ottenerlo
Uno studente su due dichiarato idoneo, non beneficiario di posti letto dall’Agenzia per il diritto allo studio universitario per la difficoltà a fare fronte all’incremento notevole delle iscrizioni” e, al di fuori dei collegi universitari, prezzi che arrivano a “400-500 euro per una camera doppia, quindi assolutamente fuori scala per una città come Perugia”: la protesta degli studenti universitari contro il caro affitti, annunciata dall’Unione degli Universitari anche in altre città, è arrivata anche nel capoluogo umbro. Per il flash mob in piazza Italia, davanti al palazzo della Regione, oggi pomeriggio, oltre a cartelli e bandiere sono state portate un paio di tende, diventate ormai simbolo delle manifestazioni. “Oltre 600 sono gli studenti che non hanno ricevuto alloggio gratuito pur avendone diritto così che molti hanno rinunciato agli studi, cosa gravissima questa” ha affermato Nicholas Radicchi, coordinatore di Sinistra Universitaria – Udu Perugia.
“Siamo in piazza – ha proseguito – per ribadire quello che da un anno stiamo dicendo a Regione e Comune, con la presidente della giunta che non ci risponde e con il sindaco che risponde ma in maniera vaga, e per chiedere che a settembre non si riproponga quello che è già accaduto”.
A ricordare l’avvio della protesta è stato Lorenzo Mazzola, responsabile dell’esecutivo della Sinistra Universitaria – Udu Perugia: “Eravamo qui il 10 ottobre 2022 per segnalare una delle peggiori crisi abitative del nostro territorio regionale. Il problema rischia di ripresentarsi anche l’anno prossimo visto che le risorse stanziate dalla Regione si sono rivelate del tutto insufficienti”.
“Il ministro – ha aggiunto – afferma che questo tipo di proteste sono solo nelle città governate dalla sinistra. Ecco noi siamo qua a protestare in una regione a trazione centrodestra e vogliamo ribadire che non è stato fatto nulla per risolvere la situazione”.
Tra le richieste che vengono fatte ai decisori politici e alla giunta regionale c’è quella di “attuare un piano strutturale per costruire nuove residenze universitarie o per ricercare anche locali che al momento non sono utilizzati e da ricollocare”.
Ad aprile l’aeroporto internazionale dell’Umbria ha fatto registrare il nuovo record storico mensile di passeggeri transitati, 56.837
Lo comunica la Sase, la società di gestione dello scalo sottolineando che è stato superato del 2% il traffico di agosto 2022 e del 94% quello di aprile dello scorso anno. Giovedì 6 aprile è stato registrato il nuovo record storico giornaliero con 2.677 passeggeri, pari ad un +13% rispetto al 4 luglio 2022, “precedente record”, quando furono 2.377. I voli di linea su rotte internazionali hanno totalizzato 37.756 passeggeri, pari al 67% dell’intero traffico commerciale, mentre quelli sulle linee interne18.697 (il 33%). I passeggeri di aviazione generale (voli privati) sono stati 384. Umberto Solimeno, direttore generale dell’aeroporto, ha evidenziato che “oltre ad essere il tredicesimo mese consecutivo di crescita, aprile 2023 è stato il mese di maggior traffico nella storia dello scalo, registrando quasi il doppio dei passeggeri rispetto ad aprile 2022”. “Complici gli eventi programmati in Umbria, in primis il Festival internazionale del giornalismo – ha aggiunto -, e le festività legate alla Pasqua ed ai ponti del 25 aprile e del primo maggio, gli aeromobili hanno visto riempimenti medi costantemente sopra all’83%, con diverse rotazioni che hanno viaggiato con il tutto esaurito. Un risultato eccellente, che conferma la grande attrattività che aeroporto e territorio stanno dimostrando sempre di più di avere”. La Sase ha ricordato he la stagione Iata “Summer 2023”, operativa fino al 28 ottobre prossimo, prevede 16 rotte programmate, operate da sei compagnie aeree con fino a 98 voli di linea settimanali.
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