Skip to main content

Tag: Spoleto

Cantiere Flaminia a Spoleto, riapertura parziale dell’ingresso Sud

Da venerdì sera (8 novembre) sulla strada statale 3 Flaminia riaprirà al traffico l’ingresso a Spoleto Sud, per chi proviene da Foligno. Proseguono infatti in linea con il cronoprogramma i lavori avviati da Anas per la realizzazione di una rotatoria in corrispondenza dello svincolo di Spoleto Sud/Monteluco.

L’accesso a Monteluco/Patrico resta provvisoriamente consentito solo per chi proviene da sud/Terni, mentre chi proviene da Monteluco/Patrico può immettersi sulla statale Flaminia solo in direzione nord/Foligno.

L’intervento consentirà di migliorare la fluidità del traffico e innalzare i livelli di sicurezza per la circolazione, sia per il traffico lungo la direttrice Flamina che per quello in ingresso/uscita dalla viabilità locale.

La rotatoria avrà un diametro esterno di 36 metri e sarà dotata di impianto di illuminazione. Sarà inoltre realizzato un attraversamento pedonale, anch’esso illuminato e collegato sia lato Spoleto che lato SP462 con marciapiede.

Il completamento dei lavori, ricorda Anas, è previsto entro marzo.

Adeguamento della Flaminia Spoleto-Terni

I lavori rientrano nel piano di riqualificazione e potenziamento della SS3 Flaminia nel tratto Spoleto-Terni, avviato da Anas per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro finalizzato a risolvere le principali criticità dovute alla conformazione del tracciato e innalzare gli standard di sicurezza.

Il piano include 6 interventi di risanamento strutturale dei viadotti e 10 interventi di miglioramento del tracciato, tra i quali allargamenti in curva, sistemazione di incroci a raso e la realizzazione di una corsia aggiuntiva per i veicoli lenti in alcuni tratti.

Dolci d’Italia, chiusura con la cheesecake da record

Chiusura da record a Spoleto per la quinta edizione di Dolci d’Italia: una cheesecake lunga ben 60 metri, realizzata da MenteLocale Foligno, con corso Garibaldi trasformato in una pasticceria all’aperto.

‘Dolci d’Italia è stato però un evento da primato anche per i visitatori che in decine di migliaia da tutta Italia e per tutte e tre le giornate, da venerdì 1 a domenica 3 novembre, sono arrivati a Spoleto. La città ha fatto bella mostra di sé confermandosi infatti luogo ideale per ospitare l’iniziativa con spazi giusti e accoglienti tra le sue suggestive vie, piazze, chiostri e palazzi.

Per l’atto conclusivo erano presenti tutti i principali partner della manifestazione organizzata da Epta Confcommercio Umbria. L’evento è infatti il risultato della sinergia di più soggetti come Regione Umbria, Comune di Spoleto, Confcommercio Spoleto, GAL Valle Umbra e Sibillini, Istituto Alberghiero di Spoleto e Fondazione Carispo.

A tutti loro è arrivato il ringraziamento del presidente di Epta Confcommercio Umbria Aldo Amoni: “Questa quinta edizione di ‘Dolci d’Italia’ è stata davvero straordinaria e ha superato ogni nostra più rosea aspettativa. L’affluenza è stata eccezionale, con un numero impressionante di persone che ha invaso le strade di Spoleto, portando energia e vitalità in ogni angolo della città. Gli alberghi sono stati pieni fin dai primi giorni, i ristoranti e i locali hanno registrato una presenza costante, e i commercianti sono entusiasti per il grande afflusso di visitatori e turisti arrivati da tutto il centro Italia e non solo. È stato emozionante vedere famiglie, giovani, e appassionati di dolci venire da ogni dove per partecipare a questo evento unico, un vero momento di festa e condivisione. ‘Dolci d’Italia’ – ha proseguito Amoni – si è ormai affermata come una manifestazione di punta, e questa edizione ci ha dimostrato quanto l’Umbria e la città di Spoleto siano amate e riconosciute anche come mete d’eccellenza per eventi enogastronomici di alta qualità”.

La kermesse ha dimostrato come la tradizione dolciaria italiana sia ampia e con una abbondante produzione di prodotti di altissima qualità. Centrato quindi l’obiettivo di promuovere questa vasta cultura alimentare. Le splendide location del centro storico spoletino hanno ospitano i mercati dove è stato possibile degustare e acquistare i migliori prodotti dolciari della penisola. Grande successo ha avuto la “scuola” per apprendere i segreti in cucina di celebri Pastry Chef e le tecniche di lavorazione per realizzare capolavori di bontà, ma anche i laboratori riservati ai più piccoli tra gioco e didattica. A completare il tutto, per intrattenere il pubblico e far conoscere la città di Spoleto, anche performance musicali, trekking urbano, spettacoli.

Report sull’economia dello Spoletino: nodi credito e demografia, il traino della filiera dell’olio

Un’economia che mostra una serie di problemi e ritardi, quella del comprensorio spoletino (Spoleto, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria), ma che ha anche spunti di vivacità, potenzialità interessanti e che presenta vocazioni plurime.

Emerge, in estrema sintesi, dal dettagliato report della Camera di Commercio dell’Umbria, che mette a confronto i dati e gli andamenti del comprensorio con quelli dell’Umbria e della media italiana e che ha fatto da base all’incontro di questa mattina, nella Sala della Spagna del Comune di Spoleto, tra i vertici camerali e le istituzioni e categorie economiche e professionali del comprensorio, avvenuto subito dopo la seduta della Giunta dell’Ente Camerale a Spoleto, nell’ambito dell’iniziativa itinerante “La Camera di Commercio incontra i territori”.

“Il report della Camera di Commercio dell’Umbria – ha detto il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti – presenta un quadro di grande interesse, sia sul piano generale che di dettaglio, dell’economia spoletina, riportando dati che non è facile trovare altrove, come quelli sui bilanci delle imprese. Ne esce ribadita la centralità di Spoleto e del suo comprensorio, individuando potenzialità non del tutto espresse che vanno valorizzate con sinergie ancora più forti e strette sul territorio. Tutti temi su cui l’Amministrazione comunale ha lavorato e sta lavorando”.

“L’iniziativa degli amministratori camerali, giunta oggi al quarto appuntamento di Spoleto dopo quelli di Città di Castello, Orvieto e Assisi – ha affermato il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – è un segnale di ascolto e attenzione ai territori e, via via, toccherà tutte le aree della regione, per promuovere un confronto specifico e sul campo con le realtà territoriali economiche e sociali, ricevendo stimoli, suggerimenti e proposte, stringendo così collaborazioni che possano rendere le politiche camerali sempre più efficaci e vicine alle esigenze reali delle imprese”.

Il report sull’economia dello Spoletino

I risultati del report sono stati illustrati dal segretario generale della Camera di Commercio dell’Umbria, Federico Sisti.

Dalle forze economiche e professionali, analizzando i dati del report, sono giunte valutazioni e sottolineature importanti, come il fatto che le aziende del comprensorio hanno subito, più che l’Italia e l’Umbria, l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse, con un aumento degli esborsi dovuti alle banche, fatto 100 il dato 2019, di 296,2 nel 2023, contro 212,6 della media nazionale e 222,9 dell’Umbria. Solo per quanto riguarda le società di capitali (quindi S.p.A., S.r.l., cooperative, società in accomandita per azioni), nel comprensorio spoletino un’azienda è passata a pagare alle banche, in media, da 18mila 039 euro annui nel 2019 a 53mila 431 euro nel 2023. Il dibattito, su questo punto, si è incentrato sul perché di tutto ciò è la risposta è stata che, in parte, deriva dal fatto che, mediamente, le aziende spoletine di capitali hanno registrato un incremento degli investimenti più forte (pur restando sotto in valori assoluti) rispetto a quelle italiane e umbre, e in parte dal fatto che, probabilmente, le imprese dello Spoletino hanno un rating mediamente peggiore e quindi pagano interessi più elevati.

Altro tema sollevato dalle categorie economiche e professionali è quello della demografia, con lo Spoletino che, in tema di dinamismo demografico (variazione popolazione, struttura per età, movimento migratorio) sconta un gap negativo, con un indice di 50 rispetto a 56 dell’Umbria e 63 della media nazionale che pure, come noto, non brillano. Dal 2011 al 2023 lo Spoletino è sceso da 48mila 054 residenti a 45mila 274 (-5,8%), e così procedendo perderà ulteriori 5mila 107 abitanti al 2042, con -1.275 residenti nella fascia d’età 0-14 anni, -5mila 869 in quella 15-64 anni e un aumento della popolazione over 65 (+2027).

A ciò si aggiunge il fatto dell’emigrazione giovanile, che si è andata bia via accentuando e che completa il quadro di un comprensorio che invecchia e lo fa più rapidamente della media nazionale e di quella umbra.

Tra gli elementi positivi, lo Spoletino mostra un indice di disuguaglianza più basso sia rispetto al dato nazionale che a quello umbro, mentre sul turismo (l’industria turistica nel comprensorio conta 287 attività e 1.139 addetti), le valutazioni degli operatori presenti all’appuntamento di stamattina sono state positive, rilevando una crescita interessante negli ultimi anni e nonostante il fatto che lo Spoletino presenti un indice di presenze turistiche per abitanti pari a 7, inferiore sia al 7,5 dell’Umbria che all’8,2 del dato italiano.

Quanto ai dati più generali, le imprese attive del comprensorio sono nel 2023 4mila105, il 5,3% del totale regionale (erano 4mila 264 nel 2019) e gli addetti delle imprese attive 13mila 671, pari al 4,7% del totale regionale. Nel 2019 gli addetti delle imprese attive dello Spoletino erano 14mila 849 (il 5,3% del totale regionale).

Il report, oltre ai bilanci delle imprese di tutti i settori, contiene anche un focus specifico su quelli della filiera dell’olio, dal quale lo Spoletino emerge a tutta forza; basti pensare che, in media, il valore della produzione di un’impresa della filiera dell’olio nello Spoletino è 5,4 volte superiore alla media umbra e 7,2 volte più alto della media italiana. Vantaggio ancora più accentuato per quanto riguarda il valore aggiunto per impresa della filiera olio.

Morte sul lavoro, operaio schiacciato da pannelli fotovoltaici

Incidente mortale sul lavoro a Spoleto. Un operaio di 60 anni, foggiano, dipendente di una ditta campana, è deceduto nella zona di Poreta, schiacciato da alcuni pannelli fotovoltaici che dovevano essere scaricati per l’installazione.

L’uomo è morto sul colpo, inutile l’intervento del personale del 118. Il corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco.

Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri e il personale della Asl. La salma e il cantiere sono stati posti sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Spoleto.

I sindacati lanciano l’allarme per l’ennesimo incidente grave sul lavoro, con la 12esima vittima in Umbria dall’inizio dell’anno.

Il segretario umbro della Uil, Maurizio Molinari, chiama in causa le Istituzioni, che finora non hanno preso nella giusta considerazione gli appelli per lavorare concretamente sul versante della sicurezza.

Il segretario generale della Ugl, Paolo Capone, ricordando i due incidenti gravi che si sono verificati nella giornata di martedì a Spoleto e nel Pavese, chiede di “potenziare i controlli e rafforzare le misure di prevenzione, attraverso una maggiore formazione e la promozione di una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro”, prevedendo per questo adeguate risorse.

Fiume di cocaina in Umbria, 7 misure cautelari tra Foligno e Spoleto

I carabinieri della Compagnia di Spoleto hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Spoleto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore capo Claudio Cicchella, nei confronti di 7 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti continuata e in concorso.

L’operazione è scattata – alle prime luci dell’alba – oltre che nella provincia di Perugia anche in quelle di Fermo, Frosinone e Siena con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, della componente aerea del 16º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti e del Nucleo Cinofili di Pesaro.

Le indagini, avviate nel mese di aprile dello scorso anno e protrattesi sino alla primavera del 2024, hanno consentito di identificare soggetti di origine albanese e italiana, di età compresa tra i 19 e i 44 anni, che alimentavano e gestivano alcune piazze di spaccio tra Spoleto e Foligno.

L’attività ha avuto il suo naturale sviluppo, a seguito del sequestro di 50 gr. di cocaina nei confronti di uno degli indagati nel corso di servizi a contrasto dello spaccio. A riscontro dell’assunto accusatorio nel mese di novembre 2023 è stato arrestato in flagranza di reato un giovane pusher albanese operante nell’hinterland spoletino, da cui scaturiva il sequestro di diverse dosi destinate allo spaccio e successivamente, nel mese di dicembre, è stato arrestato uno degli indagati, attualmente sottoposto al regime cautelare degli arresti domiciliari, per la detenzione di 100 grammi di cocaina destinati alla vendita al dettaglio con il successivo sequestro di circa 3.000 euro, ritenuto provento dell’attività di spaccio.
Tali attività di riscontro consentivano di porre le basi informative per l’avvio di un’indagine maggiormente articolata, direttamente condotta anche con l’ausilio di strumenti tecnici.

L’ipotesi accusatoria, suffragata da captazioni telefoniche ed ambientali, ha trovato degli importanti sviluppi investigativi negli accertamenti condotti dai carabinieri, con riscontri acquisiti durante i servizi preventivi effettuati sul territorio con specifiche attività di osservazione, controllo e pedinamento, nonché controlli su strada con il prezioso impiego degli equipaggi dell’Aliquota Radiomobile in perfetta sinergia con le pattuglie delle Stazioni carabinieri.

L’attività svolta dagli investigatori, che si concludeva nel mese di marzo 2024, ha permesso dunque di smantellare importanti “piazze” di spaccio a Spoleto e a Foligno. Gli indagati gestivano un’importante giro d’affari derivante dalla vendita dello stupefacente.

Chili di droga dalle Marche

In particolare gli albanesi dimoranti in Foligno, ora tutti in carcere, si approvvigionavano di alcuni chilogrammi di cocaina al mese tramite un canale di rifornimento che riconduceva al litorale marchigiano e che faceva riferimento ad un referente del posto, loro connazionale, anch’egli ora in carcere.
Oltre ai sequestri operati, sono stati monitorati numerosi trasporti di partite di cocaina da parte di alcuni degli indagati, ma anche molti episodi di detenzione e successiva cessione della droga, per più kg di sostanza stupefacente che immessa sul territorio avrebbe avuto un considerevole valore di mercato.
La cocaina, appena giunta a destinazione alla periferia del comune di Foligno, veniva interrata tra la boscaglia e da lì, di volta in volta, dagli stessi prelevata per essere sottoposta, in appartamenti adibiti a veri e propri laboratori, al taglio e confezionamento in dosi, che venivano poi distribuite in favore delle piazze di spaccio tra le vie del centro storico dei comuni di Spoleto e Foligno, luoghi alla ribalta della stampa per la movida, proprio mediante l’impiego di pusher, utilizzati anche come vettori, in grado di rifornire rapidamente i clienti al dettaglio.

Il blitz dei carabinieri

Nel corso delle indagini i militari hanno rinvenuto, occultato in agro boschivo, un involucro contenente circa 450 grammi di cocaina, nonché 500 grammi di marijuana sottoposti a sequestro, che venduti al dettaglio avrebbero fruttato circa 60.000 euro, riconducibile all’attività illecita posta in essere dagli indagati.

Il gip di Spoleto, considerata la gravità indiziaria in ordine ai reati ascritti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari – tra le quali il pericolo di reiterazione dei reati – valutata la pericolosità sociale ha emesso per 4 indagati la misura della custodia in carcere, per 2 l’obbligo di dimora nel comune di residenza con obbligo di permanenza in casa durante le ore notturne e per 1 il divieto di dimora nella regione Umbria.

Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari, veicolari e presso n. 2 esercizi commerciali che hanno consentito di rinvenire e sequestrare diverse dosi di stupefacente, bilancini e materiale per il confezionamento, nonché circa 40.000 euro in contanti, somma ritenuta verosimilmente provento dell’attività illecita.

L’attività illecita investigata, sulla base delle riscontrate prassi operative messe in atto e tenuto conto del volume d’affari, era in via di espansione: specificatamente tale entità autonoma, costituita dalla prevalente presenza di soggetti di origine albanese – di sicuro carisma criminale -, si trovava al punto di svolta e assestamento verso la creazione di un’organizzazione strutturata.

Il risultato conseguito costituisce l’esito della costante azione di prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti da parte dei militari dell’Arma, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto.

Al via la riforma degli ospedali

Si passa alla fase attuativa per il terzo polo ospedaliero dell’Umbria che integrerà le strutture di Foligno e Spoleto.

Con relativi investimenti e cronoprogramma dei lavori. La Giunta regionale infatti ha deliberato oggi l’atto di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale a seguito del parere positivo espresso dal ministero della Salute rispetto la proposta trasmessa dalla Direzione sanità umbra. Che riguarda, tra l’altro, la riorganizzazione degli ospedali e i relativi fabbisogni di posti letto, la nascita del terzo polo, gli ospedali di comunità e delle zone disagiate.
Parere ministeriale favorevole, dunque – riferisce Palazzo Donini -, alla nascita del terzo polo, integrando funzionalmente il presidio ospedaliero di Foligno (con anche la struttura di Trevi) e quello di Spoleto (con Norcia e Cascia), mettendo a sistema le strutture presenti e realizzando un Dea di primo livello (come le Aziende ospedaliere di Perugia e Terni) su due strutture fisiche integrate fra loro. Con Foligno maggiormente dedicato all’urgenza-emergenza e Spoleto all’attività programmata.

Altre notizie

I grandi numeri del Festival di Spoleto, oltre 26mila biglietti venduti

Organizzatori soddisfatti per la 66 esima edizione del Festival dei Due Mondi che si chiude con oltre 26 mila biglietti emessi e circa 675 mila euro di incasso.

La manifestazione si conclude questa sera con il tutto esaurito e 2.500 spettatori per il tradizionale concerto finale in piazza Duomo affidato all’Orchestra nazionale di Santa Cecilia e Antonio Pappano. Dei 58 titoli in cartellone per 203 rappresentazioni, più di due terzi hanno segnato il tutto esaurito e un grande successo – sottolineano gli organizzatori – hanno ottenuto anche gli spettacoli infrasettimanali: Max Cooper di mercoledì, e Alessandro Baricco, andato in scena di giovedì con piazza Duomo gremita, o il concerto di Cameron Carpenter alla Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Sold out anche le 110 sessioni di Le Bal de Paris che ha replicato il successo dell’anno scorso.

Dal Teatro Nuovo al Caio Melisso, da San Simone a Sant’Agata il Festival ha aperto le porte di 23 sedi ospitando spettacoli di danza, musica, teatro, opera e arte con una percentuale media di occupazione di oltre 90% dei posti disponibili e una media di oltre cinque spettacoli al giorno per 17 giorni di programmazione.
Sono 140.500 i pedoni che hanno utilizzato il servizio di mobilità alternativa dal 23 giugno al 9 luglio.
La 66/a edizione ha ospitato oltre 700 artisti di 32 compagnie (15 straniere e 17 italiane) e impiegato uno staff di 245 persone. Il calendario dei progetti collaterali ha presentato 15 fra tavole rotonde, convegni e talk di approfondimento a carattere scientifico e divulgativo, promossi dal Festival o dai partner, a cui hanno preso parte oltre 80 relatori e ospiti, e 14 fra mostre, istallazioni e open studios con gli artisti, tra questi quelli di Lonnie Holley, Silvia Costa, Mary Manning. Particolarmente apprezzati anche gli incontri del mattino con gli artisti, ospitati nell’esclusivo Giardino del Festival diventato luogo di incontro di pubblico e artisti a colazione o per un drink serale.

 

Altre notizie

La grande danza. Benjamin Millepied al Festival di Spoleto

Ha scelto il Festival di Spoleto Benjamin Millepied per il suo ritorno alla danza

Dopo il suo poetico ‘Romeo e Giulietta’ come coreografo, Millepied, stella del New York City Ballet, torna a ballare su un programma musicale eseguito al pianoforte dall’amico Alexandre Tharaud in uno spettacolo leggero, divertente e pieno di charme. La nuova creazione ‘Unstill Life’, in programma al Teatro Romano sabato 25 giugno 2023 alle 21.30, è il racconto di una amicizia d’arte fatta di gesti, di sorrisi, di contatto fisico e spirituale, tra ricongiungimenti e separazione, tra condivisione e individualità. Un solo diventa un duetto che scorre fluido tra le note di Rameau a Beethoven passando da Bach e Schubert, immagini in bianco e nero, dialoghi in sottofondo in cui i due artisti sembrano invertire i loro ruoli. Benjamin Millepied, sposato alla diva di Hollywood Nathalie Portman, ha la leggerezza e la fluidità dei più grandi ballerini, da Gene Kelly a Michael Baryshnikov, al quale dice di dovere la sua vocazione di ballerino, nata dopo aver visto ‘Le notti bianche’ di Luchino Visconti. Una riflessione sul tempo e sul ruolo dell’interprete, attraverso il corpo e attraverso le note, in cui tornano chiari gli elementi dei maestri, da Jerome Robbins a George Balanchine, in una atmosfera suggestiva intrisa di romantica ironia. Alexander Tharaud fa danzare le sue mani, ripreso in video da Millepied, che a sua volta sembra volteggiare nella musica in un continuo dialogo con il pianoforte, a cui torna ogni volta per ripartire. La coreografia esalta le sue qualità. Musicalità, velocità, dinamica e purezza di linee, con un pizzico di ironia, come quando segnala a Tharaud che non riesce più a tenere il passo. Le immagini in bianco e nero, a raccontare il loro incontro in stile Chaplin, le riprese video dal vivo, la genuina sincerità dei due protagonisti che tocca momenti di profonda tenerezza, fanno di questo spettacolo una sintesi della musicalità assoluta, in cui lo spettatore – citando proprio Balanchine – può vedere la musica e ascoltare la danza.

 

 

Altre notizie

Olivocoltura a rischio sugli Appennini

L’Accademia nazionale dell’olio impegnata a tutelare questa coltivazione tradizionale

Quale futuro per l’olivicoltura tradizionale delle colline appenniniche? È questo il tema al centro della tornata organizzata dall’Accademia nazionale dell’olivo e dell’olio che si terrà venerdì 9 giugno a Casoli, in provincia di Chieti. Con il patrocinio della Regione Abruzzo e del Comune di Casoli, gli esperti del settore si confronteranno per individuare un possibile percorso di rilancio e ammodernamento dell’olivicoltura tradizionale collinare della dorsale appenninica. Con 207mila ettari tra Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise che rappresentano il 21% del totale olivicolo nazionale in base ai dati del Censimento 2020, rischia infatti di divenire marginale dal punto di vista economico. Una giornata di studio e approfondimento grazie ad illustri ricercatori del Crea, l’ente di ricerca del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e delle università di Teramo, Perugia, Molise e Gabriele d’Annunzio (Chieti-Pescara) e con la partecipazione del vicepresidente della giunta regionale e Assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente. La sfida è quella di creare le condizioni per la diffusione sul territorio di modelli aziendali di successo, sfruttando le opportunità della presenza di abbondanti superfici olivicole e di un patrimonio di varietà tradizionali ad alto valore commerciale. L’olivicoltura delle colline appenniniche sconta, infatti, una forte frammentazione fondiaria e una rilevante assenza di irrigazione ma anche un elevato valore paesaggistico e ambientale nonché varietà autoctone che, con le giuste scelte, possono far sì di aumentare l’attuale bassa produttività affinché si scongiuri il rischio abbandono. Segnali incoraggianti vengono dalla riforma della Politica agricola Comune, con gli eco-schemi e l’architettura verde, dalla strategia ‘Farm to Fork’ con la spinta verso sistemi produttivi sostenibili e il Pnrr con misure di sostegno specifiche come quella per il rinnovamento dei frantoi oleari. Uno scenario su cui innescare un percorso virtuoso per una nuova e moderna imprenditorialità olivicolo-olearia che sappia cogliere le dinamiche di mercato, tra interesse per la qualità e la distintività delle produzioni, per garantire una maggiore redditività nella filiera e un futuro roseo per il comparto.

Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

Altre notizie

L’olivicoltura umbra verso produzioni record

La produzione olivicola umbra nella campagna 2022/2023 ha fatto registrare un incremento del 27%, passando da 3.178 a 4mila tonnellate

Si tratta di un dato importante, ma comunque ancora inferiore di un quarto rispetto alla media 2018/2021 di 5.096 tonnellate. Emerge da un focus sulla regione di un’indagine nazionale della Camera di commercio dell’Umbria.
Va ricordato che in Umbria – spiega l’ente camerale, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30mila ettari. La Dop dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.
Ottima la qualità della campagna olivaria umbra 2022/2023, basti dire che nonostante la stagione caratterizzata da siccità e caldo, grazie alle provvidenziali piogge di fine agosto la produzione Dop in Umbria ha fatto registrare un incremento sul 2021. La campagna olearia 2022 della Dop Umbria è stata infatti caratterizzata da un forte consolidamento e miglioramento rispetto alla precedente.
Per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche si riscontra un miglioramento rispetto all’anno precedente per la parte chimica, oltre ad uno splendido equilibrio delle caratteristiche organolettiche in termini di fruttato, amaro e piccante. In definitiva è ragionevole affermare che queste peculiarità rappresentano un elemento di grande attrattiva per il mercato, mercato che sottolinea un grande interesse per “l’oro verde” rappresentato dalla Dop Umbria.

Altre notizie