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Tag: Terni

Allarme usura in tutta la regione

A rivolgersi agli strozzini sono persone fra i 45 e i 50 anni, soprattutto impiegati, oppure donne separate, imprenditori o famiglie che non riescono a far fronte alle spese

È stata presentata nella sede della Provincia di Terni l’attività della Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura. La Fondazione ha erogato l’anno scorso 120mila euro a 75 famiglie. Di questi, 56mila a Terni, il 47 per cento del totale. Il profilo standard di chi si rivolge alla Fondazione è composto da persone fra i 45 e i 50 anni, soprattutto impiegati, oppure donne separate, imprenditori o famiglie che non riescono a far fronte alle spese. L’identikit dell’usuraio in Umbria risponde soprattutto all’amico di famiglia o al parente il che rende più difficile la denuncia da parte di chi subisce fenomeni usurai. La Fondazione – secondo quanto riferisce un comunicato della Provincia – ha presentato anche il progetto «Caro vita» che cerca di affrontare tutte le difficoltà a cui vanno incontro le famiglie per bollette, mutui, spese impreviste, pagamenti di vario genere, debiti pregressi ed altro ancora. «Ovviamente – è stato sottolineato dalla Fondazione – si tratta di denaro che la Fondazione utilizza per pagare ma che poi dovrà essere restituito dai debitori nelle forme ad essi più congeniali e in linea con le loro possibilita reali». Il prefetto di Terni Giovanni Bruno ha sottolineato che «il fenomeno usura deve emergere anche in Umbria e per questo il protocollo d’intesa firmato recentemente tra Fondazione e carabinieri è uno strumento molto importante, così come molto importante è lo sportello aperto in Provincia grazie alla disponibilità della presidente Pernazza. Un grazie quindi – ha concluso il Prefetto – alla Fondazione, alla Provincia e a tutti coloro che operano per contrastare il fenomeno dell’usura e per aiutare chi è in difficoltà». La Presidente della Provincia Laura Pernazza ha rivolto un ringraziamento alle istituzioni che stanno facendo squadra non solo per contrastare il fenomeno ma anche per fare prevenzione. «La Fondazione – ha detto Pernazza – proprio per questo ha cambiato denominazione, per aiutare cioè chi si trova nelle condizioni di insolvenza non solo per l’usura ma anzi per evitare che chi è in difficoltà si rivolga agli usurai. In questo contesto la Provincia ha messo a disposizione uno spazio per l’apertura di uno sportello di ascolto a cui chiunque può rivolgersi ed è uno strumento in collaborazione con i Comuni proprio perché la Provincia e gli enti locali devono fare squadra su questo problema. Molto importante – ha poi sottolineato la presidente – anche la diffusione della cultura della legalità fra le nuove generazioni per far crescere la consapevolezza sul problema e far maturare una coscienza civile diversa per il futuro. Grazie quindi al presidente Cardella e alla Regione Umbria questa sera rappresentata dall’assessore Enrico Melasecche che sostiene la Fondazione per la prevenzione dell’usura e grazie al prefetto per il suo indispensabile apporto, ai carabinieri per l’impegno costante e ai Sindaci per la loro forte collaborazione». Il presidente Fausto Cardella ha illustrato la mission della Fondazione, sottolineando che non è soltanto l’usura il problema di oggi ma anche la difficoltà dei cittadini a far fronte alle spese ordinarie come bollette o imprevisti. «I soggetti piu interessati – ha spiegato Cardella – sono gli impiegati, oltre agli imprenditori o i commercianti. La Fondazione assiste tutti estendendo la sua attivita a livello regionale. Sotto questo profilo ringrazio la presidente pernazza che ci dà un sostegno strategico molto importante. un grazie anche ai sindaci e all’assessore regionale Melasecche per il ruolo fondamentale della Regione, grazie anche al prefetto, ai carabinieri e alla questura che ci danno un supporto essenziale». L’assessore regionale Melasecche ha sottolineato i problemi di degrado che le situazioni di insolvenza portano con loro, soprattutto legate alla morosità incolpevole specialmente nei condomini più popolari. «Si tratta di centinaia di casi – ha detto l’assessore – e che si associano anche a coloro che poi scelgono di non pagare non per impossibilità. Dobbiamo diffondere sempre di più la cultura della legalità, la Regione è in prima fila e sta individuando i fondi per affrontare il problema della morosità incolpevole». La Fondazione ha ricordato anche il numero a cui ci si può rivolgere: 800211595

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Coinvolgere le acciaierie di Terni per la produzione di acciaio per lo stretto di Messina

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso rilancia l’impianto ternano in vista del colossale investimento infrastrutturale

L’acciaieria proposta da Metinvest-Danieli «vorremmo si realizzasse nel nostro Paese, magari non in uno Stato confinante o vicino all’Italia. Credo che vi siano altre alternative valide per realizzare l’impianto in questione e su questo stiamo lavorando». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo a una domanda dei cronisti sulla posizione del governo rispetto all’ipotetica realizzazione dell’impianto siderurgico a San Giorgio di Nogaro (Udine). Un’eventualità che da tempo sta sollevando mobilitazioni e proteste, per lo più a livello ambientalista. «Certamente – ha osservato Urso a margine del forum Risorsa mare – serve un sistema siderurgico capace di competere a livello globale, soprattutto per quanto riguarda la siderurgia green, per la quale siamo già leader in Europa, un sistema siderurgico che produca l’acciaio che serve per l’industria automobilistica, degli elettrodomestici, delle costruzioni, per il ponte sullo stretto di Messina. In questo quadro stiamo preparando un piano nazionale siderurgico in cui evidenzieremo le eccellenze italiane e i siti in cui questo già avviene da tempo, mi riferisco ad esempio a Terni, Piombino e Taranto. In questo contesto – ha concluso – stiamo lavorando anche per evidenziare alternative da offrire agli investitori stranieri, ove ci siano condizioni che gli enti locali non ritengono possibili, magari nei siti che abbiamo scelto»

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Completa riqualificazione di due quartieri di Terni

Si tratta di San Valentino-San Lucio che attendono questo intervento da 43 anni

Via libera alla grande riqualificazione urbana a Terni nel quartiere San Valentino-San Lucio, che verrà finanziata con le risorse del Fondo complementare al Pnrr nell’ambito del programma “Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica” con un cofinanziamento da parte della Regione, per un importo totale di oltre 14,5 milioni di euro.

È l’assessore regionale alla Rigenerazione urbana Enrico Melasecche a comunicarlo, rendendo noto che l’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica della Regione, ha definitivamente approvato la procedura di aggiudicazione dell’appalto integrato, che comprende la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori. L’appalto è stato aggiudicato al raggruppamento temporaneo di imprese Picone costruzioni Srl-Italstem. “Per chi come me vive da una vita con la propria famiglia a Terni, sono ormai 43 anni, parlare del quartiere Ater di San Lucio – sottolinea Melasecche in una nota – evoca decenni di polemiche, di proteste, di critiche, in parte forse motivate in parte meno, sulla genesi di un quartiere di edilizia residenziale pubblica che ha dato una risposta importante alle esigenze di questi decenni, ma per la tipologia degli edifici e per la socialità che vi si è sviluppata ha anche creato una sorta di ghetto, senza negozi, con poco verde non ben distribuito, senza garage interrati, senza luoghi per la socializzazione, in sostanza il classico quartiere dormitorio.
Peraltro a pochi metri dalla Basilica del Santo degli innamorati senza un minimo riferimento a quella importante presenza.
Regione e Ater, che ringrazio per l’impegno assolutamente rilevante che sta conducendo, in tutta l’Umbria ma a Terni in particolare, fanno partire un intervento di assoluto rilievo, di vera e propria rigenerazione urbana, una delega alla quale tengo moltissimo e che meriterebbe ulteriori energie rispetto a quelle che comunque mettiamo in campo per le non poche situazioni di degrado esistenti. È per questo che certe critiche seriali e ingiuste di fronte a risultati rilevanti e indiscutibili che qualificano l’intera città, fanno percepire la differenza fra la strumentalizzazione vuota rispetto ad un lavoro di assoluto rilievo. Trattandosi di un appalto integrato di importo rilevante, l’apertura del cantiere avverrà dopo l’approvazione in dicembre del progetto esecutivo, a carico dell’impresa. Ho chiesto inoltre la realizzazione sulle pareti esterne più adatte di alcuni poster sul tema dell’amore su cui è opportuno indire un bando concorso per dare al quartiere una nota di colore e di riferimento al patrono degli innamorati”.
L’intero intervento di riqualificazione urbana e ambientale del quartiere e dei suoi spazi aperti, del quale Ater è soggetto attuatore – si legge in una nota della Regione -, sarà realizzato per successive fasi. Saranno realizzati i parcheggi e ridefinita la viabilità interna. Ci saranno due nuove piazze, denominate in via provvisoria”nuova piazza San Valentino e San Lucio, con adeguate sedute e spazi per la sosta e per l’aggregazione. Nella prima fase saranno demoliti tre fabbricati esistenti e realizzati due nuovi edifici per un totale di 33 alloggi, oltre a locali al piano terra per attività di interesse pubblico e culturale, come appartamenti-studio in duplex e per attività sociali o commerciali: sarà realizzato un ampio parcheggio interrato per circa 50 posti auto e riqualificato il tracciato stradale di accesso al nuovo complesso edilizio. Nelle successive fasi, consecutive alla prima, si provvederà ai lavori per la realizzazione delle opere di riqualificazione degli spazi esterni della restante porzione del quartiere dove sono presenti ulteriori 11 edifici di edilizia residenziale sociale.
Il progetto, denominato “Terni: rigenerare San Valentino”, è il frutto di un lavoro congiunto tra Ater e il dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano. Ha avuto inizio con un’indagine progettuale applicata per la qualità degli “spazi dell’abitare”, che si è concretizzata poi con l’approvazione da parte della Regione Umbria, che ha incluso il progetto nel piano interventi finanziabili dal Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr.
Nell’ambito della consulenza scientifica del Politecnico di Milano, parallelamente alla ricerca architettonica e urbana, è stata sviluppata un’analisi degli aspetti della vita sociale degli abitanti, tramite sopralluoghi nel quartiere e nelle aree adiacenti, colloqui informali e interviste con residenti. Dallo studio è emerso che il quartiere ha una condizione urbanistica peculiare, perché costituisce una sorta di isola, raggiungibile solo da due ponti. A partire dal 2007 è stato interessato da alcuni interventi di manutenzione e di adeguamento normativo ed alcuni edifici sono stati oggetto di interventi di manutenzione straordinaria. Attualmente gli edifici di edilizia pubblica contengono 214 alloggi, di cui la maggioranza (105, il 49%) di proprietà di Ater, 65 (il 30%) del Comune di Terni e 44 (il 21%) sono stati ceduti a soggetti privati.
Il progetto “Terni: Rigenerare San Valentino” è stato presentato in occasione dell’ultima edizione di Urban Promo, risultando primo classificato, in una manifestazione a carattere nazionale annualmente organizzata dall’Istituto nazionale di urbanistica che affronta questioni di prioritaria attualità in tema di rigenerazione urbana, abitare sociale e transizione ecologica, e che ha come finalità la valorizzazione dei partenariati pubblico-privato, la diffusione delle buone pratiche, la crescita delle competenze tecniche ed amministrative, il concepimento e la promozione di innovazioni legislative e progettuali.

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Treofan, i polacchi della Visopack Sp Zoo scoprono le carte

La nuova proprietà si appresta a varare un piano che prevede il riavvio di una linea di produzione con la riassunzione degli oltre 90 lavoratori ex Treofan

Dopo la firma del preliminare di accordo con la proprietà di Treofan-Jindal, nel contesto di una vertenza estenuante andata avanti per circa tre anni, oggi a Terni si è presentata ufficialmente Visopack Sp Zoo, la multinazionale polacca specializzata nella produzione di film in polipropilene che si occuperà della reindustrializzazione degli impianti. Il Ceo Michael Yanovski, già a Terni circa 20 anni fa in veste di amministratore delegato di Moplefan, ha affermato che il piano industriale verrà presentato alle autorità – ministero, istituzioni, sindacati – fra circa due settimane. Il business plan dovrebbe comprendere il riavvio di una linea di produzione con riassunzione degli oltre 90 lavoratori ex Treofan che da tempo attendono di conoscere il proprio futuro, investimenti per una seconda linea “bio oriented” e quindi un’ascesa della forza lavoro che potrebbe raggiungere, nel tempo, circa 150 unità.
Alla presentazione sono intervenuti fra gli altri il liquidatore di Treofan Filippo Varazi, il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, il prefetto di Terni Giovanni Bruno, la presidente della Regione Donatella Tesei con gli assessori Michele Fioroni e Paola Agabiti, rappresentanti di Confindustria fra cui il presidente della sezione di Terni Riccardo Morelli, i sindacati- “Siamo soddisfatti – ha detto il sottosegretario Bergamotto – che l’acquirente industriale operi già nel settore. Sottolineiamo l’importanza della tutela piena dell’occupazione e delle condizioni economiche contrattuali dei lavoratori.
Resta da completare la new diligence da parte dell’acquirente, ma ci auguriamo che entro il mese anche quest’ultimo passaggio si concluda positivamente.
Questo è il risultato di un’azione tenace, svolta dalle istituzioni insieme ai lavoratori che sono stati sostenuti attivamente nell’obiettivo di tutelare un patrimonio industriale”.
Soddisfazione è stata espressa da tutti gli intervenuti e lo stesso Ceo Yanovski si è detto “entusiasta per questa nuova avventura. Non vedo l’ora – ha aggiunto – di dare nuova vita a questo impianto, sarà un grande lavoro”.

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Mencaroni: nessun record turistico nell’agosto umbro

Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria analizza i dati di una stagione buona, ma al di sotto delle attese

“L’agosto dei record del turismo di cui si era parlato, e su cui avevamo ovviamente sperato, non c’è stato né in Italia, né in Umbria.
Questo non significa che il bilancio del turismo estivo nella regione sia negativo. Tutt’altro, i numeri sono positivi, solo che non si è materializzato quell’agosto che, stando a vari segnali che erano arrivati e al trend di crescita del turismo fino alla prima metà di luglio, doveva essere il mese che avrebbe stracciato ogni record precedente”: lo afferma il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, nel nuovo video dell’appuntamento “ll Punto del Presidente”, curato dall’Ufficio stampa e comunicazione dell’ente camerale. “Dopo un primo semestre dell’anno eccezionale, con il trend che era proseguito anche nella prima parte di luglio – spiega – dalla seconda metà di luglio sono apparsi dei segnali di rallentamento di questa tendenza eccellente che, appunto, aveva fatto presagire un agosto senza precedenti.

Invece è un agosto buono, ma che non segna alcun record e tantomeno lo segna verso l’agosto 2021, quando la voglia degli italiani di tornare a muoversi dopo il Covid era forte, la situazione incerta sul fronte della pandemia nei vari Paesi sconsigliava viaggi all’estero e l’Umbria si presentò sul mercato con una campagna azzeccatissima, ‘Umbria bella e sicura’. Un quadro che determinò un boom del turismo nella regione che difficilmente verrà battuto”. Mencaroni individua i motivi del rallentamento: “Certamente il tempo, che in certi momenti è stato inclemente e che ha penalizzato il turismo verso mare e laghi, tra cui appunto il lago Trasimeno”; poi “la riduzione del reddito disponibile delle famiglie intaccato in maniera importante dall’inflazione, a cui va sommato il maggior esborso”, da parte di molti, per il pagamento delle rate dei mutui a tasso variabile. “Teniamo poi presente – continua Mencaroni – che l’aumento medio dei costi subito dalle strutture ricettive è stato di circa il 9 per cento e questo ha determinato un conseguente rincaro dei servizi offerti”. Il presidente della Camera di commercio è ottimista per il futuro, sia nel breve sia nel medio-lungo periodo.

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Case popolare, importanti modifiche al regolamento regionale

Tra le misure introdotte, c’è l’ampliamento del numero di famiglie con difficoltà economiche a cui si applicano i canoni di locazione più bassi

Si è conclusa con un accordo fra Regione, Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica e sindacati degli inquilini l’ultima riunione di una serie del tavolo tecnico istituito dall’assessore regionale alle Politiche della casa, Enrico Melasecche per concordare una ipotesi di modifica del Regolamento regionale numero7 del 27 maggio 2019 «Criteri, parametri e modalità per la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Sociale pubblica».

Vi hanno preso parte – riferisce un comunicato della Regione – l’assessore Melasecche, i dirigenti degli uffici regionali competenti, i rappresentanti dei sindacati Uniat Aps, Sunia, Sicet Cisl, Unione degli inquilini e CGIL Umbria, il direttore di Ater, Marco Larini. L’incontro di oggi è stato preceduto da numerose precedenti riunioni in cui sono state affrontate le problematicità per gli affittuari derivanti dall’introduzione dell’Isee per la determinazione dei canoni stabilita dalla normativa del 2019 ed è stata messa a punto la proposta di modifica approvata oggi, che sarà la base sulla quale verrà riformulata la disciplina relativa alla definizione dei canoni di locazione con una riforma strutturale «con la finalità di garantire una casa con canoni di affitto equi ai nuclei familiari più bisognosi – ha sottolineato l’assessore Melasecche – superando la fase sperimentale transitoria nella quale, per evitare le distorsioni dovute all’applicazione dell’Isee prevista dalla Giunta regionale precedente, avevamo stabilito il contenimento nella misura del 10% della variazione del canone, confermato per tutto il 2023».

Equità per le fasce più deboli e sostenibilità di bilancio dell’Ater sono i principi ai quali è ispirata la proposta di modifica su cui è stato oggi raggiunto l’accordo propedeutico alla riforma del Regolamento regionale 7/2019. Sono state prese in considerazione le richieste dei sindacati degli inquilini, approfondite poi in riunioni con l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica, sulla base della analisi approfondita delle situazioni Isee attuali degli assegnatari.

In particolare – prosegue il comunicato – è stata innalzata la fascia Isee di «protezione sociale» a 6.500 euro (rispetto al precedente valore di 6mila euro), così da ampliare il numero dei nuclei familiari maggiormente disagiati cui viene applicato il canone di affitto più basso. Per evitare sperequazioni e penalizzazioni, attenzione particolare è riservata alle famiglie con un solo componente ed è prevista inoltre una divisione in sottofasce sia nell’area di «protezione sociale» (Isee da 6.500 a 12.000 euro) sia in quella «amministrata» (Isee fra 6.500 e 30mila euro). I rappresentanti dei sindacati degli inquilini – sempre secondo quanto riferisce la Regione – hanno espresso «un parere più che favorevole, per l’ottimo lavoro svolto e per il coinvolgimento» definendo «l’accordo come un buon calmieratore rispetto a quelli che avrebbero potuto essere gli effetti negativi se non avessimo rivisto il Regolamento regionale n. 7 del maggio 2019». Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore regionale Melasecche che ha messo in evidenza «l’armonia che ha caratterizzato i proficui incontri svolti per giungere alla condivisione del giusto algoritmo di calcolo che garantisca maggior equità e tenga allo stesso tempo conto della sostenibilità dei bilanci dell’Ater così da garantire le necessarie manutenzioni agli immobili e il loro miglioramento qualitativo anche dal punto di vista energetico, con vantaggi economici anche per gli assegnatari degli alloggi e consentire alla Regione e all’Ater di continuare a svolgere politiche per la casa strategicamente lungimiranti». L’assessore ha anche ricordato «il grande lavoro e sforzo dell’Assessorato e di Ater che ha portato già al conseguimento di molti obiettivi in materia di edilizia residenziale pubblica. Con l’accordo di oggi – ha aggiunto – siamo pronti anche per riformulare la disciplina relativa ai canoni di locazione, che intendiamo fare entro l’anno così da poter applicare già dal 2024 la nuova normativa. Un ringraziamento sincero a tutti gli intervenuti al tavolo: dai Sindacati, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità, all’Ater, ai dirigenti e funzionari regionali che si sono impegnati a fondo nel conseguire un risultato importante». Al termine della riunione si è stabilito di continuare il lavoro già avviato per effettuare monitoraggi periodici per valutare eventuali azioni correttive, anche legate alla riduzione dell’andamento della morosità, e verificare lo stato degli interventi messi in campo da Ater sulla riqualificazione degli alloggi.

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Arvedi in piena salute, ricavi per 7 miliardi e 756 milioni

Il gruppo Arvedi chiude il 2022 con ricavi a 7 miliardi e 756 milioni ed un risultato netto in crescita a 640 milioni.
Il margine operativo lordo è di 1 miliardo e 79 milioni mentre l’indebitamento finanziario netto si attesta a 513 milioni

“Un risultato particolarmente positivo – commenta il gruppo siderurgico – in un anno nel quale l’economia mondiale è stata condizionata da significativi elementi d’incertezza, determinati principalmente dalle tensioni geopolitiche conseguenti il conflitto russo-ucraino, dall’elevata inflazione e dal progressivo incremento dei tassi d’interesse”. Il 2022 di Arvedi “è stato caratterizzato principalmente da un evento di grande rilievo: l’acquisizione del controllo da ThyssenKrupp di Acciai Speciali Terni volta a rafforzare l’articolazione industriale del gruppo mediante l’inserimento di un produttore primario di acciaio inossidabile che completa la filiera già rappresentata da Ilta Inox ed Arinox, trasformatrici e clienti storiche di Acciai Speciali Terni”.
Ast e le sue controllate rinvenienti dall’operazione di acquisizione hanno partecipato nel 2022 ai risultati di gruppo per 11 mesi contribuendo con 2.558 milioni ai ricavi e per 163 milioni al Mol. “Gli ottimi risultati del gruppo – commenta Arvedi – confermano la piena sostenibilità dell’acquisizione di Acciai Speciali e del relativo piano di investimenti previsto per lo sviluppo del sito di Terni, pari a circa un miliardo di euro”.
Per la principale azienda del gruppo, Acciaieria Arvedi, i ricavi 2022 salgono a 3,60 miliardi (+20%).

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Il turismo traina le assunzioni in Umbria

Spinta dalla forte crescita negli avviamenti al lavoro nel turismo, l’Umbria è la prima regione italiana per aumento delle assunzioni a luglio 2023 e anche nel trimestre luglio-settembre.

E’ quanto evidenzia il bollettino del sistema informativo “Excelsior”, realizzato da Unioncamere e Anpal. In dettaglio, per luglio 2023 in Umbria le imprese hanno programmato 7.800 assunzioni, con un aumento del 37,8 per cento rispetto a luglio 2022, quando le assunzioni erano state 5.600. Si tratta – fa sapere la Camera di commercio regionale – dell’incremento percentuale più elevato tra tutte le regioni italiane: dopo l’Umbria, al secondo posto le Marche, quindi la Toscana, l’Emilia-Romagna e il Lazio. Il 21 per cento delle assunzioni programmate riguarda persone immigrate e il fatto che le chiamate al lavoro nel 21per cento dei casi saranno stabili, mentre nel 79 per cento saranno a termine. Il 36 per cento degli avviamenti riguarda giovani under 30, nel 59 per cento dei casi viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Bassa l’assunzione dei laureati (7% del totale).
Un quadro, quello di luglio, che nella sostanza si conferma per il trimestre luglio-settembre. Anche in questo caso l’Umbria, con un aumento degli avviamenti programmati del 32,3 per cento rispetto allo stesso trimestre 2022, è la prima regione italiana, seguita dalle altre tre regioni del centro e dall’Emilia-Romagna. Nel trimestre luglio-settembre 2023 le imprese hanno programmato 20. 070 assunzioni. A trainare l’incremento, in tutte le regioni e, in particolare in Umbria, dove crescono del 140,4 per cento a luglio e del 119,3 per cento nel trimestre luglio-settembre, le imprese della filiera turistica. Bene anche il commercio e le costruzioni.
“S’aggrava ancora di più – spiega ancora la Camera di commercio dell’Umbria – , toccando in alcune regioni come l’Umbria cifre elevatissime, la questione della difficoltà delle imprese a reperire i profili professionali richiesti. A luglio 2023 in Umbria le imprese dichiarano di considerare “di difficile reperimento” il 55 per cento del personale di cui hanno bisogno, mentre in Italia il dato è del 48 per cento”.

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Birre artigianali, la Regione ci mette i soldi per aiutare il settore

Per iniziativa della Lega, saranno erogati fondi a favore delle aziende che producono birre artigianali umbre

«La Giunta regionale ha stanziato il finanziamento della legge regionale per la valorizzazione e promozione della birra agricola e artigianale in Umbria di cui sono prima firmataria, garantendo la necessaria copertura finanziaria che consentirà l’approvazione dell’iniziativa legislativa della Lega entro la fine dell’anno»: lo annuncia Paola Fioroni, consigliere regionale della Lega e vicepresidente dell’Assemblea legislativa. «Il prossimo 28 luglio – spiega – l’Aula approverà l’assestamento di bilancio, illustrato in prima Commissione, che ha appunto previsto le risorse che consentiranno di concludere un iter legislativo che ho personalmente avviato nel 2021 depositando il progetto di legge che individua e tutela la birra umbra agricola ed artigianale nella sua specificità ed unicità sostenendo il settore brassicolo regionale attraverso una serie di interventi ed iniziative definite in un piano triennale regionale». «Sono particolarmente soddisfatta – afferma Paola Fioroni in una nota – che la nostra regione si doterà di uno strumento legislativo frutto di un lungo confronto e di un lavoro congiunto con le associazioni del territorio per supportare il grande potenziale di sviluppo dei birrifici della nostra regione, che si distinguono per una produzione pregiata e di qualità che ha visto le nostre birre regionali essere riconosciute e premiate a livello nazionale. La maestria e le capacità, ma anche la creatività, dei mastri birrai umbri hanno portato ad una riconosciuta produzione di alta qualità, dai tratti spiccati e originali, lontanissima dalla standardizzazione delle birre dei grandi produttori. L’approvazione di una legge regionale con un finanziamento di 100 mila euro annui dimostra ancora una volta la visione strategica di questa maggioranza che è ben consapevole di come la birra umbra artigianale e agricola crei occupazione e valorizzi il territorio – conclude Paola Fioroni -, e sia pertanto un prodotto che merita di essere di essere riconosciuto e tutelato».

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Bandecchi invoca l’intervento del governo contro il caro prezzi

Il sindaco di Terni comincia ad agire ormai come un leader politico nazionale e si appella alla Meloni per iniziative contro l’inflazione

“Apprezzabile che il Governo Meloni suggerisca alla Bce come affrontare il tema dell’inflazione legata al prezzo delle materie prime. Finora l’inflazione non fa che alternarsi, passando da quella energetica a quella alimentare. Sono mesi che vediamo il prezzo di riso, grano, frutta e verdura salire vertiginosamente. Il fatto che i cittadini debbano fronteggiare costi esorbitanti per beni primari, come quelli alimentari, è inaccettabile. Il caro prezzi sta impattando fortemente infatti sulle tasche degli italiani, privandoli della possibilità di mettere sulla tavola frutta e verdura e, allo stesso tempo, rendendo impossibile anche la pianificazione di altre attività, come le ferie estive. Il caro voli, ad esempio, è un vero e proprio paradosso: un cittadino che vuole trascorrere le vacanze in Italia e intende ricorrere all’aereo si trova ad affrontare costi equiparabili a quelli delle tratte extra continentali. Come promuovere allora il nostro turismo se, per gli stessi italiani, è diventato impossibile viaggiare nel proprio Paese? Il Governo deve essere più incisivo sulle politiche di sviluppo che riguarderanno i prossimi 30 anni, è questo il vero nodo”. Così il sindaco di Terni e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi. “Tutti gli italiani hanno il diritto di lavorare e, soprattutto, di poter godere del frutto del proprio lavoro. Per questo occorre calmierare i prezzi e rendere sostenibile e dignitoso il quotidiano di ciascun individuo in termini economici. Bisogna mettersi a lavorare seriamente e trovare soluzioni che supportino le famiglie in maniera ampia. Se non insistiamo con determinazione su queste importanti tematiche e non troviamo soluzioni, i danni che conteremo tra qualche anno saranno drammatici e senza facile ritorno. Vivere bene è un diritto dei cittadini e il compito del Governo è fare in modo che ciò avvenga” conclude Bandecchi.

 

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