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Continua la crescita dell’ateneo umbro

Il rettore Maurizio Oliviero elenca i risultati ottenuti nel corso dell’ultimo triennio

«L’Università degli studi di Perugia ha raggiunto risultati importanti, di cui siamo soddisfatti e orgogliosi. Per il terzo anno consecutivo il nostro Ateneo è in crescita, in buono stato di salute, seppure in un contesto nazionale ed internazionale che ci impone di alzare lo sguardo»: il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero, ha aperto così la sua relazione durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024. «Questi risultati sono il frutto del lavoro straordinario di una comunità che io mi sento di ringraziare perché ognuno, con il proprio ruolo e la propria passione, ha dato la possibilità a questo Ateneo di raggiungere l’autorevolezza che la sua storia merita» ha aggiunto. Oliviero ha sottolineato che «sono circa 30 mila gli studenti dell’Università di Perugia, non computando gli immatricolati e le immatricolate di questo anno». «Un numero importante per noi» ha proseguito. «I nostri studenti – ha rilevato ancora il rettore – non sono una comunità passiva ma rappresentano per noi un costante punto di riferimento. Sono molto orgoglioso anche di comunicare che nella nostra comunità il 91 per cento dei nostri studenti sono molto soddisfatti dell’esperienza che stanno conducendo nel loro Ateneo. Quasi l’81 per cento dei laureati dello scorso anno ha trovato lavoro a tempo indeterminato. Ma il dato che ancora più mi conforta è che di questi ultimi più del 90 per cento è riuscito a trovate lavoro nel percorso di studi che ha affrontato nell’ambito nella nostra comunità. Questo perché ne sottolinea l’efficacia e l’importanza. Sono stati, inoltre, decuplicati negli ultimi tre anni gli investimenti che il nostro Ateneo, su risorse proprie, sta destinando alla ricerca, quest’anno sono più di 4 milioni, 147 i progetti di interesse nazionale che sono stati approvati al nostro Ateneo, circa 60 i progetti di brevetto depositati, così come grazie al piano nazionale di coesione sono molti i centri che da quest’anno stanno prendendo piede nella nostra Università». «L’attività internazionale per noi rappresenta un grande investimento» ha poi sottolineato Oliviero. «Io sono fortemente convinto – ha aggiunto – che i nostri giovani possono trovare, attraverso il nostro Ateneo e gli atenei del sistema nazionale del nostro paese, una porta di accesso al mondo, con esperienze che gli permetteranno di crescere, di acquisire competenze e la consapevolezza che la diversità è una risorsa e non un problema, per poi di ritornare a darci una mano a migliorare le nostre società. Sono più di 600 gli accordi internazionali sottoscritti, 26 i doppi titoli che il nostro Ateneo ha sottoscritto con altre istituzioni non solo europee». «Credo che l’Università, con i sia pur tanti difetti e manchevolezze – ha detto ancora il rettore – rimanga il luogo fisico e intellettuale dove si continua a far sentire la voce della cultura come strumento di costruzione di civiltà. Se è vero che stiamo vivendo un secolo complesso, le università possono adoperarsi per renderlo migliore, perché sono il luogo in cui si percepisce come a volte gli insegnamenti della storia vengano rimossi o mistificati ma è anche il luogo in cui educare i nuovi saggi perché possano riscrivere con la calligrafia della dignità e dell’onesta intellettuale il nostro futuro»

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