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Gepafin è entrata nel capitale sociale di Destinazione cioccolato srl

L’operazione è stata resa possibile grazie a Umbria Innova, il raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Gepafin e Artigiancassa

“Ho creduto da sempre nel progetto – ha dichiarato la presidente della Regione Donatella Tesei – perché ritengo questo uno degli elementi che contraddistinguono l’Umbria, con un forte potere promozionale e attrattivo.
Sono felice che l’iniziativa sia stata considerata meritevole dell’attenzione e del sostegno regionale, attraverso la nostra partecipata Gepafin, con una operazione di supporto che è in linea con le nostre politiche a favore di start up e concreti progetti di sviluppo”. L’operazione è stata resa possibile grazie a Umbria Innova, il raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Gepafin e Artigiancassa per la gestione degli interventi agevolativi a sostegno della competitività delle piccole e medie imprese operanti nella regionea. “La presenza di Gepafin – ha detto Carmelo Campagna, presidente di Gepafin – a seguito di approfondita istruttoria, conclude le attività di intervento finanziario della Programmazione 2014-2020. Un’iniziativa imprenditoriale significativa che punta a valorizzare alcuni elementi distintivi della nostra regione, che ha meritato pienamente il supporto della finanziaria regionale”. “L’intervento di Gepafin – ha sottolineato Vasco Gargaglia, presidente di Destinazione cioccolato Srl S.B. – valorizza il nostro progetto imprenditoriale rendendolo ancora più credibile e capace di stimolare l’interesse di altri investitori, imprese e singoli cittadini che, come già comunicato fin dall’avvio del nostro percorso, potranno rendersi protagonisti assieme ai soci fondatori non appena verrà firmata la convenzione con il Comune di Perugia”.

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Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

 

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