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La Trafomec è passata ufficialmente nel controllo degli ex dipendenti

Si è finalmente conclusa la procedura di cessione della ex-Trafomec azienda metalmeccanica di Tavernelle, nel comune di Panicale, ora Trafocoop, ai 31 soci-dipendenti

Si è finalmente conclusa la procedura di cessione della ex-Trafomec azienda metalmeccanica di Tavernelle, nel comune di Panicale, ora Trafocoop, ai 31 soci-dipendenti: lo ha comunicato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione, Michele Fioroni.
“Un traguardo – ha sottolineato Fioroni – che testimonia la bontà di alcune strumentazioni a disposizione per la risoluzione delle crisi d’impresa, l’importanza di un dialogo serio e costante con le parti sociali, ma anche e soprattutto la forza e il coraggio di tutti coloro che hanno creduto nel futuro di quella stessa azienda per cui hanno lavorato per tanti anni, facendola propria conferendo in essa la propria Naspi”. “Abbiamo cercato, come assessorato – ha spiegato – di accompagnare lo sforzo dei lavoratori con tutta la strumentazione a nostra disposizione, dando prova di come la collaborazione delle istituzioni possa contribuire, con un dialogo costruttivo, a superare momenti di crisi e al rilancio economico della nostra regione. La firma dell’atto di proprietà da parte dei 31 soci – ha commentato l’assessore Fioroni – è un momento di gioia e successo che sottolinea la resilienza e l’impegno di cui è capace il nostro territorio. Permettetemi infine, di esprimere una certa emozione al pensiero che, finalmente, i lavoratori e le loro famiglie intere, potranno passare serenamente le prossime festività, orgogliosi del risultato raggiunto grazie alla loro tenacia”.

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Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

 

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