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La guerra in Ucraina rischia di azzoppare la ripresa umbra

Il rapporto dell’Aur, presieduta da Alessandro Campi, ipotizza una riduzione del pil umbro dello 0,7 % a causa del conflitto

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Una ripresa post pandemia, che era avviata in Umbria, messa a rischio ora dalla guerra in Ucraina, ma con l’auspicio e la speranza che il sistema economico regionale possa ancora reagire bene grazie a risorse e investimenti, come quelli legati al Pnrr, e a obiettivi ambiziosi.

Il quadro che emerge dalla nuova Relazione economica e sociale dell’Agenzia Umbria Ricerche, dal titolo “Dalla pandemia alla guerra: l’Umbria tra segnali di ripresa e instabilità globale”, è stato illustrato alla stampa a Palazzo Donini, con interventi della presidente della Regione , Donatella Tesei, del professor
Alessandro Campi (amministratore unico Agenzia Umbria Ricerche) e dei responsabili di ricerca Aur Elisabetta Tondini e Mauro Casavecchia. Il conflitto in corso – è stato sottolineato – genererà una correzione della variazione del Pil dovuta sia alla minore domanda estera, sia alla minore domanda nazionale, sia anche alla riduzione dei consumi interni alla regione. Una simulazione degli effetti della guerra, attraverso un modello di equilibrio economico generale evidenziato nel rapporto, stima che l’impatto dello shock composto da domanda e offerta costerà al sistema Umbria almeno lo 0,7% in termini di minore Pil annuo. L’analisi, infatti, mette al centro delle riflessioni il posizionamento dell’Umbria nel quadro congiunturale, caratterizzato però dall’irrompere di una crisi bellica internazionale che, ha spiegato Casavecchia, “sta fortemente condizionando le prospettive di rilancio dell’economia, mettendo a rischio la fragile ripresa”. Per l’Umbria l’incidenza dei costi energetici sul totale dei costi di produzione si stima che passerà dal 4,8% del periodo pre-pandemico all’8,3% dell’anno in corso, per un aumento del 73% (a fronte del 77% nazionale). Per il settore metallurgico, quello più energivoro, si prevede che tale incidenza sarà più che doppia. La crisi in corso, pur correndo trasversalmente tra i settori, è prima di tutto una crisi dell’industria L’Umbria – ricorda il rapporto – acquista da Russia, Bielorussia e Ucraina oltre 57 milioni di euro di merci: per il 95% si tratta di prodotti manifatturieri, e costituiscono l’1,9% delle merci che questo settore importa complessivamente dal mondo.

Ast, sciopero dei dipendenti Sicuritalia

La giornata di astensione fissata per il 30 maggio, l’azienda ha annunciato 23 esuberi

Proclamato per il 30 maggio prossimo da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil lo sciopero dei dipendenti di Sicuritalia, l’agenzia di vigilanza privata che lavora per conto di Acciai speciali Terni, per la quale il management dell’azienda ha annunciato un taglio all’appalto. La mobilitazione è stata confermata dalle organizzazioni sindacali al termine della riunione convocata in prefettura nell’ambito della procedura di raffreddamento della vertenza. Sicuritalia – in base a quanto si apprende da fonti sindacali – ha annunciato l’esubero di circa 23 lavoratori entro il 13 giugno prossimo, in seguito alla decisione di Ast di internalizzare i servizi di vigilanza. In totale, entro la fine del 2022, dovrebbero essere una quarantina i lavoratori di Sicuritalia a rischio esubero, su circa 75 impegnati in totale in Ast. Nel corso dell’incontro il viceprefetto vicario, Andrea Gambassi, ha assunto l’impegno a contattare i vertici dell’acciaieria per valutare la possibilità di reintegro dei lavoratori, anche in altre attività all’interno del sito. Le organizzazioni si sono dette disponibili a revocare la protesta del 30 maggio qualora ci dovessero essere passi in avanti.

Arrivano quattro miliardi per la rete ferroviaria umbra

Lo prevede l’importante piano di investimenti delle Ferrovie per il periodo 2022-2031

 

Arrivano quasi a quattro miliardi di euro gli investimenti sulle infrastrutture dell’Umbria previsti dal nuovo Piano industriale 2022-2031 del Gruppo Fs italiane. Nella regione, in particolare, il piano prevede un investimento complessivo di 3,951 miliardi di euro: risorse che andranno a disegnare un rinnovato scenario di mobilità – ferroviaria ma anche stradale – più interconnessa e sostenibile. Le risorse attribuite al polo infrastrutture – spiegano le Fs – costituiscono la parte principale dell’investimento complessivo: 3,56 miliardi di euro. Di questi, 1,4 miliardi riguardano le infrastrutture ferroviarie e saranno per lo più destinati al raddoppio della Orte-Falconara, alla velocizzazione della Foligno-Terontola ed al potenziamento della Terni-Rieti-Sulmona. Ammontano invece a 2,16 miliardi di euro le risorse destinate alle infrastrutture stradali: tra gli interventi principali il Nodo di Perugia, il completamento della E78 e della Tre Valli Umbre e l’intervento sulla Ss318 con il completamento delle gallerie Picchiarella e Casacastalda. Sono 389 invece i milioni di euro destinati al polo passeggeri: 218 in ambito ferroviario, che si tradurranno nell’arrivo di 12 nuovi treni dedicati al trasporto regionale e nel potenziamento dell’offerta sulla Orte-Falconara e 171 milioni per i servizi su gomma del Trasporto pubblico locale, destinati alla progressiva messa in circolazione di 474 nuovi mezzi (elettrici, a gas, ibridi e H2).

Completano il piano le risorse destinate al polo logistica e al polo urbano: per il primo si prevede un potenziamento e lo sviluppo di nuovi collegamenti, che porteranno ad un incremento del fatturato di circa il 60% (2031 vs 2022), mentre per il Polo urbano si stimano circa 200 mila metri quadrati di aree da valorizzare, con i principali progetti che riguarderanno le stazioni di Terni e di Foligno, progetti per lo sviluppo di parcheggi di mobilità elettrica e progetti di riforestazione su aree dismesse

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Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

Merloni-Indelfab, scade la cassa integrazione. Nessuna prospettiva per il sito di Gaifana, a Gualdo

Scaduta la cassa integrazione, scatta il licenziamento collettivo per 500 lavoratori, la metà a Fabriano e 244 a Gaifana.

E’ ufficialmente chiusa la storia della Antonio Merloni-Ardo-Jp Industries-Indelfab di Fabriano. Il bando scaduto ieri 13 maggio, infatti, non ha prodotto i risultati sperati, rileva in una nota la Fim-Cisl. “Dopo anni di vicissitudini e crisi aziendali – si lege in una nota -, passando dall’Amministrazione straordinaria Legge Marzano nel 2008, alla cessione poca fortunata all’imprenditore Giovanni Porcarelli in JP Industries nel 2012 per un progetto industriale che avrebbe dovuto portare 700 posti di lavoro tra Umbria e Marche. Progetto che si è tramutato in cinque anni di controversie legali con gli istituti di credito vinte dall’imprenditore, ma che nel frattempo hanno creato mancati investimenti e un indebitamento insostenibile, fino ad arrivare al passaggio ad Indelfab a luglio del 2019 e il fallimento il 15 novembre dello stesso anno”. Il 15 maggio è scaduta la cassa integrazione per cessazione, seguirà il licenziamento collettivo di circa 500 persone di cui la metà sul territorio di Fabriano: 245 del sito di Santa Maria di Fabriano e 244 dello stabilimento di Gaifana in Umbria.
“È vero – dichiara Giampiero Santoni, segretario regionale Fim Cisl Marche – diversi sono prossimi alla pensione, altri nel frattempo si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato precariamente in altre aziende in attesa di soluzione industriali che non sono mai arrivate, ma rimane tutto l’amaro in bocca per non aver trovato soluzioni occupazionali”. In vista delle elezioni amministrative, Santoni lancia un messaggio ai candidati sindaco. “Dopo il voto, i programmi elettorali non devono finire nel dimenticatoio, ma si deve cercare di lottare per rilanciare Fabriano, una città che ha ancora tutte le carte in regola per creare occupazione ed essere competitiva. Su questo, il sindacato sarà con voi”

Castelluccio, al via la ricostruzione dei privati

A distanza di sei anni dal sisma, è stato consegnato il primo decreto di ricostruzione di una casa

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Con un “momento storico” è stato consegnato a Castelluccio di Norcia, ai committenti interessati, il primo decreto di ricostruzione privata, situato all’interno del piano attuativo. È così partita ufficialmente la ricostruzione privata post sisma 2016 della frazione di Norcia distrutta dal terremoto. Una ricostruzione considerata dalla Regione”strategica, prioritaria ed urgente”, come ha sottolineato la presidente Donatella Tesei visto che sono previste tecniche antisismiche innovative ed avanzate.
Alla consegna del decreto del primo cantiere privato erano presenti, tra gli altri, anche Fulvio Soccodato, sub commissario alla ricostruzione, Nicola Alemanno, sindaco di Norcia e Stefano Nodessi Proietti, direttore dell’ Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Umbria. “Siete i primi a partire con la ricostruzione, finalmente avete tra le mani qualcosa di concreto per dire all’impresa di iniziare i lavori” ha detto Tesei rivolgendosi ai fratelli Emilio, Aldo e Guido i tre proprietari della casa, che ora abitano a Roma: “Per molti mesi all’anno torneremo a Castelluccio” hanno commentato con un velo di emozione.
Di “momento storico” ha parlato il sindaco di Norcia. “Sono puntati qua gli occhi del mondo” ha aggiunto Alemanno. “Finalmente ce l’abbiamo fatta” i commenti invece degli abitanti e commercianti di Castelluccio intervenuti alla consegna.

 

E’ Florio Faccendi il nuovo presidente di Banca Centro Toscana Umbria

A fine 2021, l’utile della banca è arrivato ad oltre 2,8 milioni di euro.

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Doppio appuntamento per i soci di Banca Centro Toscana Umbria che si sono riuniti in assemblea per la discussione e l’approvazione del bilancio 2021 e per l’elezione del Cda che rimarrà in carica fino al 2024. Nel rispetto dei principi di tutela della salute l’assemblea si è svolta tramite il conferimento di delega e relative istruzioni di voto da parte dei soci al rappresentante designato: hanno partecipato oltre 2600 soci, approvando il bilancio 2021 – il secondo dopo l’operazione di fusione – ed eleggendo i nuovi consiglieri.

Importanti novità riguardano la governance della banca: come previsto nello statuto i soci hanno eletto 9 consiglieri, i componenti del collegio dei revisori e dei probiviri. La composizione rispetta quanto deliberato in sede di assemblee di fusione dai soci e tiene conto delle recenti normative sugli assetti qualitativi e quantitativi dei consigli di amministrazione delle Bcc.

Nella prima seduta del consiglio sono state deliberate le cariche, in linea con il dettato statutario in vigore dopo le assemblee di fusione: il presidente per il triennio 2022-2024 sarà Florio Faccendi, vicepresidente Carmelo Campagna, presidente del comitato esecutivo Marcello Morlandi e presidente del collegio sindacale Camillo Natali. Nel Cda siederanno due donne, Daniela Vinciarelli e Ilaria Caporali, affiancate dai consiglieri Bartolo Conte, Marco Fiorillo, Roberto Paolini e Michele Verdi. A completare il quadro del collegio sindacale saranno Maria Cristina Adurno ed Enrico Guarducci.

“Il consiglio lavorerà in continuità e coerenza con i gli obiettivi del piano industriale – ha commentato il neo presidente Florio Faccendi – e rimanendo fedeli ai valori mutualistici e cooperativi che rappresentano il dna della nostra banca. Ci auguriamo di poter tornare ad esprimere la nostra vicinanza al territorio anche attraverso la presenza fisica, oltre che tramite il sostegno economico a famiglie e imprese. In questi due difficili anni caratterizzati dalle limitazioni imposte dalla pandemia la Banca ha aderito alle iniziative governative a sostegno dell’economia con erogazioni per oltre 84 milioni di euro nel 2021 e con la messa a disposizione di importanti plafond per bonus edilizi”.

“Ci aspetta un 2022 ancora complesso – ha aggiunto il vice presidente Carmelo Campagna – a causa anche delle attese sull’andamento dei tassi e delle nuove normative che incideranno sulla redditività, oltre che del conflitto in corso in Ucraina, l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, le sanzioni e l’instabilità internazionale. Tuttavia Banca Centro Toscana Umbria inizia il 2022 su basi solide, grazie ai risultati 2021 positivi che vedono tutti gli indicatori in crescita e in linea con le attese”.

“Nonostante gli effetti economici correlati alla pandemia – ha commentato il direttore generale Umberto Giubboni – l’utile a fine 2021 si è attestato ad oltre 2,8 milioni di euro. Il risultato d’esercizio incorpora anche le ulteriori azioni intraprese per la riduzione degli NPL tramite cessione GACS, il presidio dei coverage sui livelli attesi di gruppo con gli adeguamenti straordinari derivanti dagli scenari Covid. La raccolta globale ha raggiunto euro 2,23 mld segnando un più 5,16%, con un importante sviluppo della raccolta gestita che raggiunge i 298 mln euro con un più 37,7%. Le erogazioni di nuovo credito destinato a sostenere famiglie e imprese ammontano a oltre 202 milioni di euro, mentre complessivamente gli impieghi sono cresciuti a 1,23 mld di euro”.

I risultati di gestione ottenuti confermano i buoni livelli patrimoniali in linea con il piano industriale di aggregazione e con i parametri del Gruppo Bancario Iccrea di cui Banca Centro Toscana-Umbria fa parte.

L’impegno del governo per le infrastrutture umbre

Positivo l’incontro tra il ministro Giovanni e la governatrice Tesei sugli investimenti per la viabilità regionale

Al centro dei progetti, il nodo di Perugia, la Foligno-Terontola, l’alta velocità Mediaetruria
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Dopo il commissariamento Ajello-Blandini e un anno di gestione targata Giampiero Bergami la Pop di Bari, dal 22 dicembre scorso, è nelle mani dell’amministratore delegato Cristiano Carrus (diplomato in perito del turismo già amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa). Con una perdita nel primo semestre di 101,1 milioni la stima di chiusura dell’anno si aggira sui 180 milioni. La banca ha bisogno subito di invertire la rotta: il rapporto “cost/income” nel primo semestre del 2021 era al 155% (più lavora più perde) e con il blocco degli incentivi all’esodo del personale tale rapporto scenderà a fine anno al 120-125%. C’è molta liquidità (che ha un costo), mentre gli impieghi non rendono quanto dovrebbero. E soprattutto è alquanto problematica la gestione dell’indice Npe (crediti deteriorati e sul totale di quelli erogati) e il “pericolo” di contenziosi con gli azionisti. Quindi il management ha studiato l’avvio di una sorta di bad division che dovrà monitorare il settore grazie anche all’assunzione di specialisti (ne sono stata annunciate 100 in tutto il gruppo Mcc). Saranno internalizzati i servizi di finanza agevolata e si punterà a ottimizzare il settore immobiliare attraverso vendite o fitti 8nel mirino ci sono i palazzi di piazza Massari e via Melo a Bari, ma anche unità a Potenza e Teramo). Un’altra mossa riguarda i servizi di liquidità di tesoreria che passeranno alla capogruppo. Non ci saranno licenziamenti e non saranno chiuse filiali.

Giù le mani dal superbonus. Il presidente di Ance Perugia, Moreno Spaccia, difende il provvedimento

La messa in discussione del superbonus 110 % potrebbe rallentare anche la ricostruzione

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Paventa che “la ricostruzione post terremoto possa andare incontro a un ulteriore rallentamento” il presidente di Ance, l’associazione dei costruttori edili, Perugia, Moreno Spaccia, che commenta la situazione legata al superbonus. “Il superbonus 110% – sostiene Spaccia – ha due meriti: dare un contributo decisivo alla ripresa economica e agevolare l’efficientamento energetico e sismico del patrimonio edilizio contribuendo al raggiungimento degli obiettivi che il nostro Paese si è dato in materia di risparmio energetico e decarbonizzazione. In tale prospettiva Ance ha sempre sostenuto che sarebbe utile evitare di introdurre novità normative con cadenza settimanale e dare invece stabilità e certezza ai cittadini e alle imprese e rendere strutturale questa misura. Non si può negare che ci siano state anche frodi e fenomeni distorsivi nell’utilizzo di questo strumento, anche se i dati dell’Agenzia delle Entrate dimostrano che le frodi riguardano soprattutto altri bonus meno regolamentati”. “Crediamo sia sbagliato nei confronti dei cittadini e delle imprese oneste privarsi di un provvedimento che, seppur migliorabile, ha dimostrato di poter dare un decisivo contributo all’economia del Paese e all’ambiente” conclude Spaccia.

In crescita il turismo ferroviario in Umbria

Circa 58.000 viaggiatori dal Venerdì Santo al Lunedì di Pasqua hanno raggiunto la regione in treno per trascorrere il ponte pasquale

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Nel 2021 erano 19.000 mentre nel 2020 non avevano superato i 2.000 spostamenti. Oltre il 200% per cento in più.

Nel 2021 erano 19.000 mentre nel 2020 non avevano superato i 2.000 spostamenti. Oltre il 200% per cento in più.
“Si tratta di un segnale molto incoraggiante – si legge nella nota dell’assessorato – soprattutto in vista della prossima stagione estiva. Il treno regionale come modalità di trasporto è risultato vincente non solo per il bel tempo, ma anche per l’ampia scelta di offerte tariffarie e per il caro carburante che consiglia di lasciare l’auto a casa”. Le destinazioni più gettonate nella giornata di Lunedì dell’Angelo sono state Foligno, Terni e Perugia. Tanti i borghi umbri che hanno registrato una crescita esponenziale degli arrivi rispetto allo scorso anno. Tra le principali Assisi (+800%), Orvieto (+500%), Spoleto (+350%), Passignano sul Trasimeno (+900%); Gualdo Tadino (+ 1200%); Fossato di Vico- Gubbio (+700%). I collegamenti ferroviari regionali e le bellezze dell’Umbria si sono dimostrati un bel connubio per il rilancio post pandemia del turismo. Questo connubio ha dato i suoi frutti anche il 25 aprile che ha visto oltre 14.600 viaggiatori spostarsi in treno rispetto ai 4.600 del 2021.

“Ma ancor più ambiziosi sono i nostri progetti per il futuro – prosegue l’assessorato – che otterremo grazie alle nuove infrastrutture cui stiamo lavorando con grande impegno, dalla riapertura della Stazione di Sant’Anna alla nuova stazione a servizio dell’aeroporto a Collestrada. Dalla completa ricostruzione della Fcu da Terni a Sansepolcro con rinnovata qualificazione turistica e la eliminazione indispensabile di quasi tutti i passaggi a livello, alla velocizzazione della Orte-Falconara a quella della Foligno-Perugia-Terontola.
Altri esempi di innovazione sono gli Assisi, Orvieto, Marmore e Piediluco Link. I primi per il momento e molto utili per i viaggiatori, soprattutto per quelli provenienti da fuori regione.
Un ringraziamento particolare – conclude la nota dell’assessorato regionale ai trasporti – va alla Direzione regionale e nazionale di Trenitalia, sempre aperta nella collaborazione con la Regione verso nuove sfide. L’Umbria ha ancora enormi potenzialità inespresse che in gran parte con il trasporto ferroviario, aereo e pubblico su gomma, possono coniugare sviluppo, economicità, qualità, sicurezza, rafforzando l’immagine di regione in cui la qualità della vita è elevata, i servizi in netto miglioramento e le attrattive sono sempre più numerose”. 

Simone Cascioli il nuovo direttore generale di Confindustria Umbria

Negli anni precedenti aveva ricoperto il ruolo di responsabile dei servizi associativi e delle relazioni industriali di Confindustria regionale

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Simone Cascioli, classe 1975, è il nuovo direttore generale di Confindustria Umbria. Cascioli ha appena assunto il nuovo incarico dopo essere stato, negli ultimi due anni, dirigente di un’importante multinazionale. Il consiglio di presidenza di Confindustria Umbria ha optato per un profilo che avesse già maturato esperienza in ambito associativo con l’obiettivo di rafforzare il processo di innovazione intrapreso negli ultimi mesi e cogliere con sempre maggiore attenzione le specifiche esigenze associative con un particolare riguardo al tema della rappresentanza e al territorio. “Sono convinto – ha sottolineato il presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli – che la conoscenza del nostro sistema associativo e la professionalità personale e manageriale maturata in contesti internazionali, permetteranno a Simone Cascioli di svolgere nel migliore dei modi l’incarico che gli è stato affidato. Il nuovo Direttore saprà apportare idee, progettualità e una modalità di lavoro senz’altro rispondenti alle esigenze dei nostri associati, consolidando la rappresentanza, potenziando i servizi presenti e attivandone di nuovi per rispondere alle mutate esigenze di mercato”.