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I veri conti della sanità umbra

Un buco da 250 milioni, un deficit annuo da 50 milioni causato dal covid, spesa farmaceutica fuori controllo e Terni con l’ospedale più vecchio dell’Italia centrale

“Vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro e bisogna ricordare da dove siamo partiti”: lo ha detto la presidente della Regione, Donatella Tesei, durante un’audizione, con Coletto e D’Angelo, in terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, sulla “situazione della sanità nell’Umbria”. Un incontro scaturito da una lettera del 9 gennaio, a firma dei consiglieri di minoranza, che chiedeva un confronto con l’Esecutivo di palazzo Donini per fare chiarezza sui conti della sanità regionale e sui livelli dei servizi forniti ai cittadini.

Illustrando la richiesta, Tommaso Bori (Pd) – riferisce un comunicato della Regione – ha spiegato, a nome dei firmatari, che “durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati. Si registra un continuo turn-over della dirigenza sanitaria, con cadenza annuale o semestrale. C’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione. La spesa farmaceutica è fuori controllo a causa del continuo cambio della dirigenza, che ha fatto mancare un vero controllo della spesa. In Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone. Ci sono professionisti che sono stati pagati 80 euro l’ora senza limite di orario, arrivando a guadagnare 25 mila euro in un mese. La Corte dei conti ha sempre parificato i bilanci della sanità, il suo primo richiamo è arrivato con questa amministrazione. Il depotenziamento della sanità pubblica sembra voler favorire sanità privata e assicurazioni”.

La presidente della Regione Donatella Tesei ha osservato che “bisogna ricordare da dove siamo partiti, con molti problemi ereditati dalle Giunte precedenti. Ho ereditato una sanità annichilita da Sanitopoli, dalla quale i migliori professionisti fuggivano. Abbiamo ereditato, prima del covid, infinite liste di attesa. Terni ha l’ospedale più vecchio del centro Italia. Dei 17 ospedali, alcuni erano inutilizzabili ed altri non utilizzati. C’erano certificati di sicurezza scaduti. Un disavanzo strutturale pauroso. Una mobilità con un pesante saldo passivo e una spesa farmaceutica fuori controllo. Non ho voluto iniziare il lavoro elencando problemi e scandali della sanità.

Speravo che questo fosse capito da tutte le forze politiche. Avremmo potuto costruire insieme un cambiamento nella sanità regionale”. “Abbiamo reagito al covid – ha sottolineato Tesei – tra mille difficoltà, con continue polemiche da parte delle opposizioni. I report nazionali ci dicono che siamo stati tra i migliori a gestire covid e vaccini. Il covid è sparito per decreto ma abbiamo ancora 200 ricoverati negli ospedali. Con le spese annesse. Il necessario processo di riforma è potuto iniziare da soli otto mesi”. “Sul bilancio della sanità regionale – ha sottolineato ancora Tesei – ha pesato l’inflazione quasi al 10% e l’aumento delle spese per l’energia. Ospedali, strutture sanitarie e uffici hanno subito questi rincari. Per mantenere una sanità pubblica e universale servono fondi nazionali, altrimenti chi ha più sanità pubblica ha più disavanzo. Cinque miliardi è la somma che manca alle sanità regionali per chiudere in equilibrio i bilanci. E questa è la somma richiesta dalla Conferenza delle Regioni.
Questa la somma che il presidente Bonaccini ha richiesto per le Regioni”.

Per la presidente, “vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro. La spesa è cresciuta quattro volte più dei fondi disponibili. Una spesa fuori controllo che cresce più della media nazionale. Nel 2017 il disallineamento era di 32 milioni, compreso il payback. Nel 2018 è arrivato a 60. Nel 2019 a 65 milioni. Oggi, il Ministero ci chiede di scorporare il payback. Questi disavanzi strutturali vengono sempre chiusi per portare a pareggio il bilancio. Questo indebolisce i conti e non crea riserve. Dal 2015 al 2019 la spesa farmaceutica per acquisti diretti è aumentata di 50 milioni, senza alcun tentativo di razionalizzarla. Il saldo di mobilità crolla da +25 milioni nel 2017 a – 4 milioni nel 2019. L’inversione di tendenza è avvenuta nel 2017, anche se si manifesta nel 2018-19”.

“Sul personale – ha spiegato Tesei – Agenas ci dice che abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale. Il covid ha impedito la riforma strutturale del sistema. Restano 50 milioni di euro all’anno da recuperare. Serve un percorso di efficientamento e ricostruzione. Per fare tutto questo ci vuole tempo. Per più di due anni abbiamo gestito esclusivamente il covid, pur andando avanti con vari progetti. L’aumento dei costi energia e dei costi Covid hanno gravato per 100 milioni sul bilancio regionale, che i fondi nazionali non coprono. Lo ho segnalato ad agosto 2022 ai ministri del periodo. Ed ora lo ho segnalato ai nuovi ministri in carica. Tutte le Regioni hanno segnalato questi problemi e una situazione esplosiva. I bilanci consuntivi sul 2022 non sono ancora stati ultimati, come da prassi lo saranno tra qualche mese. Gli incrementi di spesa si sommano ai disavanzi strutturali e peseranno anche sul 2023.
Queste situazioni e la loro genesi non possono essere negate ma devono essere affrontate”.

Luca Coletto (Assessore alla sanità), ha affermato che “lo sforamento per la spesa farmaceutica c’era già nel 2017 ed è andato aumentando negli anni successivi. Abbiamo fatto una delibera per ricondurre le prescrizioni all’appropriatezza, che prima non c’è stata. Grazie a quella delibera stiamo rientrando. I pazienti hanno la necessità di essere curati nella maniera più corretta possibile. Siamo stati giudicati una delle migliori Regioni per la gestione del Covid, pur in assenza di un piano per la gestione della pandemia. I fondi integrativi che esulano dal fondo sanitario vanno definiti e controllati. Altrimenti la sanità torna nelle mani delle mutue, che hanno creato un enorme debito legato a prestazioni non appropriate. E che creavano differenze sociali nelle cure. Tutte le Regioni hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per la gestione del Covid, che non è finita con il decreto del ministro il 31 marzo 2022. La mobilità ha avuto una inversione di tendenza nel 2015, che è stata registrata nel 2017. La programmazione manca da più di 10 anni. Un altro problema c’è stato con il payback, un ulteriore aggravio per le Regioni che hanno sfondato i tetti di spesa. Molte Regioni hanno subito gli sbilanci. In passato i bilanci sono stati chiusi in attivo ma la spesa è sempre stata maggiore del fondo disponibile. Stiamo dando una identità chiara ai piccoli ospedali, cercando professionisti che facciano mobilità attiva e che se ne sono andati a causa di mancanza di visione e di prospettiva. Da oltre un anno stiamo trattando con il ministero circa i 5 miliardi che mancano alla sanità. È necessario un intervento nazionale. I dati Agenas dicono che abbiamo il maggior numero di medici ogni mille abitanti in Italia. Mancano medici perché è mancata la programmazione e in passato non sono stati fatti i necessari concorsi”. Massimo D’Angelo (direttore regionale Salute e Welfare) – conclude la nota – ha sottolineato che “il disavanzo è legato al mancato finanziamento del fondo nazionale mentre aumentava il costo delle prestazioni. Durante il Covid abbiamo sospeso prestazioni sanitarie e questo ha impattato su molte patologie croniche che si sono riacutizzate. Ci sono molti pazienti anziani ricoverati per Covid, che si somma ad altre patologie, con una spesa per strutture e personale molto importante. Sulla spesa farmaceutica si registra un trend in miglioramento, legato all’appropriatezza”.

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Bandecchi tranchant: La vostra Ternana la vendo

Terremoto di metà pomeriggio, il presidente annuncia la volontà di mollare la proprietà del club

“La vostra Ternana la vendo. Purtroppo è inevitabile. Ma resto candidato sindaco e continuerà con le mie aziende. Il palazzetto vedremo, in base a cosa anno deciso ieri a a insaputa, cosi ci srà da ridere”. Cosi il presidente della Ternana Stefano Bandecchi ha terremotato con un post sui social oggi pomeriggio il mondo della politica e della tifoseria ternana. Il momento attuale è caratterizzato da varie difficoltà innescate anche dall’inchiesta giudiziaria che aveva bloccato i conti correnti di Unicusano che è proprietaria della Ternana. Per risolvere questa empasse, Bandecchi a proposto di coinvolgere nella proprietà del club un certo numero di imprenditori locali a cui cedere quote individale pari al 5 % del 45 % della Ternana. Una soluzione finanziaria che potrebbe rappresentare un escamotage. In ballo ci sono i tanti progetti dell’imprenditore, compreso il futuro della Treofan. “La Ternana è in vendita. L’Università Cusano ha deciso così. Le indagini in corso determinano una serie di incertezze per le quali il consiglio di amministrazione dell’ateneo ha ritenuto di non occuparsi più di calcio. La questione è già in mano a uno studio di avvocati ma nulla cambierà fin quando non sarà individuato un acquirente all’altezza” ha scritto Bandecchi.

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I “settanta anni” di Vincenzo Mollica: gli auguri di buon compleanno dal sindaco, dalla “sua” Citta’ di Castello e dagli “Amici del Fumetto

Strettissimo il rapporto tra la città ed il noto giornalista

Settanta anni di Vincenzo Mollica: gli auguri di buon compleanno dal sindaco e dalla “sua” Citta’ di Castello. “Caro maestro ti giungano oggi nel giorno del tuo compleanno gli auguri più sinceri ed affettuosi dalla città di cui dal 10 settembre scorso sei cittadino onorario. Una città, una comunità locale a partire dalle istituzioni e dalle associazioni culturali e non solo che sarà sempre riconoscente per quello che hai fatto in termine di attenzione e promozione attraverso i servizi, gli articoli e soprattutto con la presenza accanto agli Amici del Fumetto e alla loro splendida creatura, Tiferno Comics. Grazie Vincenzo, con affetto, stima ed orgoglio di avere nella nostra comunità un cittadino illustre come te, una persona davvero speciale, un maestro, un uomo colto, raffinato e sensibile di grandi doti umane. Buon compleanno”. E’ quanto dichiarato oggi, 27 gennaio, dal sindaco, Luca Secondi, giorno in cui Vincenzo Mollica, cittadino onorario di Città di Castello, compie 70 anni. Agli auguri del sindaco si unisce anche il presidente dell’Associazione Amici del Fumetto di Città di Castello, Gianfranco Bellini, promotore assieme ad altri di quel prestigioso conferimento ufficiale all’amico Vincenzo “per aver costantemente contribuito a diffondere l’immagine della città e delle sue eccellenze culturali e aver concorso, fin dalle prime edizioni, alla diffusione e conoscenza della mostra del Fumetto “Tiferno Comics” a livello nazionale”. Auguri maestro”.

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Cotarella smentisce Antonella Viola: “Il vino fa bene”

Il presidente nazionale di Assoenologi interviene sul dibattito innescata dalla virologa secondo cui l’assunzione di vino provocherebbe danni al cervello

“Il simposio che Assoenologi ha organizzato a Napoli e che ha visto la partecipazione di medici e scienziati ‘veri’ da ogni parte del mondo, ha detto che il consumo moderato e intelligente di vino fa bene alla salute”: è quanto ha ribadito l’umbro Riccardo Cotarella, presidente nazionale di Assoenologi, tornando sul tema vino e salute.
Lo ha fatto dopo che negli ultimi giorni erano emerse posizioni contrastanti in materia, in cui si era evidenziato che anche un uso moderato di alcol può provocare “danni ai cervello e aumenta il rischio tumori”. “Che il bere moderato e consapevole non è dannoso per la salute umana ce lo hanno detto gli esperti con relazioni e ricerche dettagliate, non viene acclarato da noi enologi che non siamo certo medici”, ha sottolineato Cotarella.
“É stato ribadito quanto sia importante uno stile di vita sano che trova la sua massima espressione nella famosa dieta mediterranea che è patrimonio mondiale dell’Unesco – ha detto ancora il presidente – dieta che prevede, appunto, anche l’uso moderato di vino durante i pasti”. “Nelle ultime ore, purtroppo – ha sottolineato – abbiamo ascoltato una presa di posizione, proveniente dal mondo medico, diametralmente opposta a quanto affermato dagli scienziati presenti al simposio. Parole che lasciano sconcerto in chi le ascolta”. “Senza voler fare polemica con nessuno – ha spiegato il presidente – credo che serva senso di responsabilità prima di sentenziare su un tema tanto delicato quale è la salute umana legata all’assunzione di un alimento, in questo caso il vino, che fa da sempre parte della nostra cultura alimentare e del nostro stile di vita”.

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Spoleto, Orvieto e Assisi tra le dieci finaliste per la capitale della cultura 2025

Ci sono tre città umbre, Assisi, Orvieto e Spoleto tra i progetti finalisti per la selezione della “Capitale italiana della cultura” 2025.

Con loro Agrigento, Aosta, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo, Pescina e Roccasecca.
E’ quanto annuncia il ministero della Cultura sul suo sito in cui precisa che le singole proposte saranno illustrate alla Giuria nel corso di audizioni pubbliche, così come previsto dal bando, che si svolgeranno in presenza nei giorni 20 e 21 marzo 2023, a Roma, nella sede centrale del ministero. “Complimenti alle tre città umbre – Assisi, Orvieto e Spoleto – che sono tra le dieci finaliste per ‘Capitale italiana della cultura’ 2025. Sarebbe un grande orgoglio che una delle tre si aggiudicasse il titolo, ne gioverebbe l’intera regione sotto ogni profilo, a iniziare da quello turistico e promozionale. Sarebbe il giusto coronamento per la nuova fase turistica che sta vivendo l’Umbria, sempre più cuore pulsante del nostro Paese e meta ambita dai turisti stranieri”. Lo scrive in una sua nota Raffaele Nevi, deputato di Forza Italia. “Assisi, Orvieto e Spoleto – prosegue – sono città meravigliose che non hanno certo bisogno di presentazioni ed hanno tutte le carte in regola per recitare, tra due anni, il ruolo di ‘Capitale italiana della cultura’”.

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L’orvietana Maria Rita Paggio prima leader donna della Cgil umbra

Tra le priorità del suo mandato il superamento della precarietà, l’aumento dei salari, la lotta senza campo alla strage infinita dei morti sul lavoro

Maria Rita Paggio è stata eletta segretaria generale della Cgil dell’Umbria al termine dei lavori del 14/o congresso regionale che si è svolto nelle giornate di ieri e oggi a Perugia, con la partecipazione del segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini. Paggio – prima donna alla guida della Cgil regionale – 58 anni, orvietana, lavoratrice di Arpa Umbria, già segretaria generale dello Spi Cgil dell’Umbria e prima responsabile della Camera del lavoro di Orvieto, segretaria della Flai dell’Umbria, componente della segreteria della Camera del lavoro di Terni e di quella della Cgil regionale, è stata eletta dalla nuova assemblea generale con 105 voti favorevoli, cinque contrari e due schede bianche. Paggio subentra a Vincenzo Sgalla, che ha guidato l’organizzazione negli ultimi otto anni, e al quale è andato il ringraziamento di tutto il congresso e quello personale di Maurizio Landini. Proprio da un concetto espresso ieri da Sgalla, quello del “sindacato di strada” è partita Paggio nelle sue dichiarazioni programmatiche: “Vi propongo l’impegno collettivo a declinare fino in fondo quest’idea, quella del sindacato di strada – ha detto la nuova segretaria, secondo quanto riferisce il sindacato – che significa stare ogni giorno vicino agli ultimi e battersi per cambiare le disuguaglianze crescenti”. Tra i temi messi al centro da Paggio ci sono prima di tutto il superamento della precarietà, l’aumento dei salari, una lotta senza campo alla “strage infinita dei morti sul lavoro, ai quali da qualche tempo – ha ricordato la segretaria – si sono aggiunte le morti degli studenti in alternanza scuola lavoro”. C’è poi naturalmente la libertà delle donne, “termometro di civiltà di ogni comunità”. Inverno demografico, fuga dei giovani, culle vuote, un mondo del lavoro frantumato da appalti e subappalti, una sanità pubblica in ginocchio: queste secondo Paggio sono le principali criticità con cui la regione dovrà confrontarsi nei prossimi anni, criticità che si possono affrontare soltanto “rimettendo al centro le persone e i loro diritti”.

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Commercio, ecco come cambieranno le regole

Il Testo unico in fase di elaborazione punta su una visione del commercio come elemento di rilancio dei centri storici

Si è tenuta nel palazzo Broletto, a Perugia, la riunione tra l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, e tutte le principali associazioni di categoria territoriali in merito alla revisione del Testo unico del commercio (Tuc). L’obiettivo dell’incontro è stato quello di avviare un percorso partecipativo per la revisione della Legge regionale n. 10 del 14 giugno 2014 «Testo unico in materia di commercio», puntando alla creazione di uno strumento semplice ed efficace, che tenga conto dei profondi cambiamenti che ha subito il commercio degli ultimi anni e supporti le sfide del prossimo decennio. «Mai come in questo momento – ha detto l’assessore Fioroni – è fondamentale una legge che abbia un approccio trasversale e strategico. Il commercio come driver di rigenerazione urbana, di riqualificazione dei centri storici, di attrazione di borghi sempre più destinati a diventare non solo meta turistica, ma anche luogo di trasferimento di quella comunità di digital nomad che sempre più ricerca un’elevata qualità della vita da affiancare a un lavoro svolto quasi esclusivamente online. Queste – ha rilevato – sono solo alcune delle tematiche al centro della revisione del Testo unico, che si porrà anche l’obiettivo di introdurre nella norma concetti ad oggi fondamentali come quelli di multicanalità, omnicanalità, digitalizzazione, innovazione di formato». Durante l’incontro, in cui tutte le associazioni di categoria hanno manifestato il loro apprezzamento per l’iniziativa e la volontà di supportare il processo di revisione della normativa. È è stato inoltre condiviso il percorso che la Regione intende intraprendere nei prossimi mesi – riferisce ancora una nota dell’ente – che prevedrà, oltre alla realizzazione di uno studio strategico per identificare le più promettenti prospettive di sviluppo del commercio regionale, l’organizzazione di una serie di tavoli tematici di confronto con i vari stakeholder, per arrivare alla modifica del Testo entro l’estate 2023. L’assessore regionale Fioroni ha sottolineato quanto fondamentale sia arrivare alla stesura di una norma chiara e fortemente volta alla semplificazione, che traduca in maniera semplice una visione strategica ben definita e che diventi così uno strumento veramente efficace per Comuni e imprese.

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Nasce a Terni l’associazione Professione Italia

Promossa dall’avvocato Antonio De Angelis, è collocato nel campo del centrodestra

E’ stata presentata ufficialmente anche a Terni, la sezione territoriale dell’Associazione Professione Italia, una rete di professionisti vicini all’area del centrodestra, ispirati dai valori della tradizione liberale, popolare e nazionale. L’associazione è stata costituita da poco ed ha una matrice ternana: il Presidente nazionale è infatti l’Avvocato Antonio De Angelis, ternano, già presidente nazionale dei giovani avvocati. “È un’associazione che a livello nazionale è nata poco più di due mesi fa, il 2 dicembre attraverso un’assemblea costitutiva a Roma. Oggi presentiamo la sezione di Terni che è la mia città natale e quindi, la sento in modo particolare” dice il presidente De Angelis, ai microfoni di Teleambiente. “È un’associazione di liberi professionisti – ha spiegato – che condividono alcuni valori: tradizione liberale, popolare e nazionale, insomma quei valori che caratterizzano la coalizione di centrodestra”.”Vogliamo strutturarci sul territorio – ha continuato De Angelis – il nostro obiettivo è quello di riuscire a creare tante sezioni quante sono le province italiane da qui alla fine dell’anno. Inoltre la nostra mission è anche quella di creare una rete, un network di liberi professionisti e quindi anche occasioni ed opportunità di lavoro, per chi ne fa parte”. “Inoltre – ha proseguito – cercheremo di metterci a disposizione delle coalizioni, sia livello nazionale che a livello locale, con la nostra competenza e professionalità. Provando a far avvicinare alla politica i liberi professionisti che qualche volta se ne tengono fuori”. “Questo – ha detto ancora De Angelis – vuole anche essere un primo passo, un modo diverso di fare politica”. Associazione che parte dagli avvocati, ma è aperta a tutte le altre professioni. “È aperto a tutte le professioni – ha ricordato il presidente De Angelis – a tutte le libere professioni, sia quelle ordinistiche, che quelle non”.

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Via libera dal governo al piano industriale di Arvedi per l’Ast

In ballo c’è l’investimento per un miliardo di euro annunciato da Giovanni Arvedi

Procede senza apparenti ostacoli la procedura che porterà il gruppo Arvedi a realizzare il piano industriale da un miliardo di euro annunciato per l’acciaieria di Terni. Un investimeno che sarà sostenuto anche con i fondi del Pnrr. “Abbiamo appena concluso un incontro positivo e utile a individuare un percorso rispetto agli obiettivi che concordemente ci siamo dati”. Lo dichiara il sindaco Leonardo Latini dopo partecipato, insieme al vicesindaco e assessore all’ambiente Benedetta Salvati, al tavolo convocato a Roma nella sede del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sulle prospettive dell’area industriale ternana e in particolare dell’Acciai Speciali Terni. All’incontro tecnico hanno preso parte i rappresentanti del Governo, con il viceministro del ministero dell’Ambiente Vannia Gava, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei con l’assessore regionale Michele Fioroni, oltre ai rappresentanti del Gruppo Arvedi, proprietario di Ast e i tecnici del Mase, del ministero delle imprese e del Made in Italy e di Invitalia. “Ci sono stati impegni precisi e circostanziati da parte di tutti i soggetti e degli enti che hanno preso parte al tavolo – ha detto ancora il sindaco Latini – con l’obiettivo di arrivare alla definizione dell’accordo di programma in tempi rapidi e consentire dunque lo sviluppo dei progetti industriali per l’area ternana”. Il governo sosterrà gli interventi relativi alla decarbonizzazione ed il piano industriale nel suo complesso che prevede il recupero della produzione di acciaio magnetica, specializzazione storica dell’acciaieria ternana e dismessa nel 2005 dalla Thyssenkrupp.

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Nuove regole per le case popolari

Il presidente dell’Ater Emiliano Napoletti illustra le nuove regole per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale. Punteggi più alti per anziani e disabili

Si è tenuto un primo incontro tra l’assessore Enrico Melasecche, quale delegato alle Politiche della casa, coadiuvato dal Servizio regionale competente, i rappresentanti dell’Ater Umbria e dei Comuni umbri per la presentazione del nuovo Rìregolamento regionale recante disposizioni in materia di edilizia residenziale sociale in attuazione della legge regionale n.23 del 2003 in materia, modificata ed integrata recentemente dalla legge regionale n.15 del 2021. Obiettivo dell’incontro, uno scambio di informazioni tra la Regione ed i singoli Comuni in vista della predisposizione dei relativi bandi, previa rivisitazione dei regolamenti di ogni Comune, che porteranno ad un’ampia riforma e rilancio del settore.
L’assessore Melasecche, coadiuvato dai dirigenti e funzionari, dal presidente dell’Ater Emiliano Napoletti con i suoi tecnici, ha illustrato le principali novità contenute nel regolamento evidenziando, innanzitutto, le disposizioni relative alle cosiddette “categorie speciali”, cioè le persone fragili in quanto anziane e/o disabili, alle quali viene riconosciuto maggior punteggio utile per il collocamento in graduatoria. Ai fini della valutazione della “impossidenza”, vale a dire la condizione di non essere proprietario in assoluto di altri appartamenti idonei, il nuovo regolamento – ha spiegato – introduce un criterio che consente di procedere ad una stima concreta delle eventuali proprietà o quote parti di essa, superando così le annose criticità sorte in passato sul tema. Altra importante novità, sotto il profilo della valutazione dell’adeguatezza dell’alloggio, è costituita dal superamento del vecchio sistema dei “vani convenzionali” sostituito dai nuovi parametri basati sulla superficie utile minima, il numero delle camere, in funzione dei componenti il nucleo familiare. L’assessore Melasecche ha poi evidenziato l’attenzione voluta dal legislatore regionale per particolari categorie di beneficiari attraverso l’introduzione dello strumento della riserva di alloggi, che consente di facilitare il trasferimento e la permanenza nella regione degli appartenenti alle forze di polizia e al Corpo dei Vigili del Fuoco, ai giovani nuclei familiari, alle famiglie monoparentali, alle donne con figli minori a carico, vittime di violenza di famiglia o di crimini domestici.
In attuazione delle direttive UE in tema di permessi di soggiorno e di status di rifugiati, il Regolamento è stato aggiornato con riguardo ai requisiti generali dei beneficiari. Al contempo, sono state introdotte disposizioni più rigorose rispetto a quei soggetti condannati per reati riguardanti tossicodipendenza e prostituzione, che sono stati esclusi dalla nuova legge regionale dalla platea dei possibili beneficiari.
Un’altra rilevante novità, introdotta – è stato rilevato – con la finalità di evitare che il lasso di tempo intercorrente tra le varie date, quella di pubblicazione del bando, quella di presentazione della domanda di assegnazione e quella del provvedimento di assegnazione, determini un pregiudizio al richiedente, prevede l’applicazione del principio della “cristallizzazione” al momento della presentazione della domanda ai fini dell’assegnazione dei punteggi di alcuni requisiti, legati all’età anagrafica o a situazioni riferibili al decorso del tempo, e per Isee.

Il regolamento dà piena attuazione all’obiettivo di combattere le frodi, come subaffitti a terzi, un uso improprio degli appartamenti, prevedendo un sistema di controlli più capillare ed efficace, da realizzare anche con la stipula di intese con la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e/o altri organismi competenti.
Alla presentazione del regolamento regionale è seguita una serie di quesiti posti dai funzionari dei Comuni cui è stata data risposta, mentre per quelli più complessi verrà data successivamente dopo gli opportuni approfondimenti. Osservazioni sono state poste da alcuni Comuni e verranno valutate con attenzione in merito ad alcune criticità segnale.

Nel corso della riunione, sulla scorta delle proiezioni dei dati forniti da Ater, l’assessore Melasecche ha illustrato altresì le disponibilità degli alloggi assegnabili nell’anno in corso e nei due successivi.
È stato deciso di organizzare periodicamente, nel corso dell’anno, tali confronti concordando sulla loro importanza per il raccordo fra gli addetti dei vari Comuni, i funzionari regionali e dell’Ater, e facilitare lo scambio delle informazioni ai fini della migliore efficacia degli interventi in materia di edilizia residenziale sociale.