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A novembre 4900 assunzioni in Umbria

Secondo il rapporto Excelsior di novembre 2023, le assunzioni programmate dalle imprese ammontano a 4.900, ben 470 in più di novembre 2022, con una crescita del 10,6%, che però è inferiore al +12,6% della media nazionale

L’economia italiana e umbra rallenta, sotto il peso della rapidissima crescita dei tassi di interesse in funzione antinflazione e dei timori per gli effetti delle tensioni geopolitiche (e geoeconomiche), ma le imprese continuano ad assumere e anzi accelerano i propri programmi di avviamenti al lavoro. Così in Umbria, secondo il rapporto Excelsior di novembre 2023, le assunzioni programmate dalle imprese ammontano a 4.900, ben 470 in più di novembre 2022, con una crescita del 10,6%, che però è inferiore al +12,6% della media nazionale. Per il mese di novembre le 4.900 assunzioni previste dagli imprenditori umbri sono un record mai toccato nel passato, sottolinea la Camera di commercio. Una corsa trainata dai servizi, con il turismo che continua a dare un importante contributo, e dalle costruzioni, mentre l’industria manifatturiera accusa il colpo del rallentamento dell’economia. Identici record, spesso più forti di quelli dell’Umbria, si registrano in molte regioni. Pur in un quadro di crescita delle assunzioni programmate dalle imprese, il ritardo dell’Umbria – che va inquadrato nel ritardo del Centro – rispetto alla media nazionale si allarga se si guarda agli avviamenti al lavoro previsti nel periodo novembre 2023-gennaio 2024. Anche per questo trimestre per l’Umbria i dati Excelsior prevedono un incremento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (le assunzioni programmate dalle imprese sono 15mila, contro le 14.310 dello stesso trimestre dell’anno scorso), ma la crescita in percentuale è assai più bassa: +4,8% l’Umbria, +8,4% l’Italia.

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In particolare, in merito alle assunzioni programmate in Umbria nel novembre 2023, i posti di lavoro che rischiano di restare scoperti sono pari al 57%. Solo il 28% sono contratti stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 72% sono a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

 

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