- Aprile 7, 2023
- 7:11 pm
L'imprenditore vitivinicolo sollecita iniziative nei confronti di questi eventi sempre più ricorrenti

Colpo di coda dell’inverno, inatteso dagli agricoltori umbri. Dopo le belle giornate di inizio primavera, negli ultimi giorni si è registrato un forte abbassamento delle temperature, in alcune zone dell’Umbria, si è arrivati anche a 4 gradi sotto lo zero. La memoria è subito corsa agli stessi giorni del 2021, quando il perdurare per tre o quattro notti successive di temperature abbondantemente sotto lo zero, compromise l’intera annata agricola di viticoltori, olivicoltori e agricoltori in genere. Una situazione a macchia di leopardo, che lascerà uno strascico pesante andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti, con danni, in alcune zone di bassa collina, anche al 30 per cento del raccolto. «Questo accade – sottolinea l’imprenditore vitivinicolo di Montefalco Marco Caprai – a pochi giorni dalla conclusione di Vinitaly e Sol&Agrifood, le rassegne veronesi dove l’Umbria si è presentata in forze, ottenendo consensi unanimi in termini di qualità della produzione e di strategie promozionali». «È bastato pochissimo tempo per tornare ai problemi quotidiani degli agricoltori – afferma Caprai – ma è giunto il momento di cominciare a dare risposte concrete a una situazione che deve essere analizzata nei suoi valori, ‘cambiamento climatico non può essere solo uno slogan, come invece pare per molti. Non possiamo più parlare di evento eccezionale, quanto accaduto in questi giorni, dopo le esperienze del 2021, del 2020, del 2017, comincia a essere una certezza e bisogna reagire: la vitivinicoltura in Umbria non può più essere esclusa, pena la perdita di competitività, nelle Misure Investimenti del nuovo Csr (Complemento per lo sviluppo rurale ndr.) ex Psr». «L’unica differenza rispetto al recente passato – osserva Caprai – è che in questi giorni le basse temperatura sono state registrate solo per poche ore e solo in zone delimitate, ma con la fase di fioritura nei frutteti e di germoglio nei vigneti già in atto, gli imprenditori agricoli umbri dovranno farci i conti». «Sappiamo bene che non è impossibile fare argine a certi eventi meteorologici – continua Caprai – ma servono risorse, perché è giunto il tempo di sostenere e difendere il valore culturale, promozionale e di risorsa turistica che viene sempre attribuito all’agricoltura nella nostra regione, con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a quegli imprenditori colpiti, senza abbandonarli alla valutazione dei danni. Misure adeguate utili ad attivare l’istallazione di sistemi di prevenzione». «In Emilia Romagna ad esempio – ricorda – le colture agricole hanno un valore e riconosciuto, gli agricoltori possono accedere a contributi Misure Investimenti Psr/Csr fino a 200.000 euro, di cui il 70% a fondo perduto, per l’innovazione tecnologica in campo, per arginare i danni da gelate tardive». «Oggi – conclude Marco Caprai – la ricerca e l’Agricoltura 4.0, ci consentono di adottare concreti sistemi di prevenzione, non è più tempo di limitarsi solo alla conta dei danni».

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