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Esplode lo scontro sull’acqua del Trasimeno

Otto Comuni contro la Tesei per la decisione di dirottare verso il lago l’acqua della diga di Valfabbrica

«Il progetto della diga di Valfabbrica aveva come priorità di portare l’acqua nella nostra Valle, perché ‘dirottarlà al Trasimeno»: è quanto ha scritto alla presidente Donatella Tesei, chiedendo un incontro urgente, l’Unione dei Comuni delle Terre dell’Olio e del Sagrantino, che comprende Bevagna, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Massa Martana, Montefalco e Trevi. La lettera è indirizzata anche all’assessore Morroni, al Consorzio della bonificazione umbra, all’Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri), all’Ente acque umbre toscane (Eaut) e all’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. L’ente presieduto da Bernardino Sperandio fa riferimento al progetto di adduzione dell’acqua proveniente dalla diga Casanuova sul Chiascio, a Valfabbrica, «che dopo 60 anni vedrà la prima erogazione nel 2026 ma non più a vantaggio di questi territori, bensì del Trasimeno». «Il progetto infatti – spiega Sperandio – originariamente prevedeva di portare l’acqua a scopo irriguo nella Valle umbra sud e precisamente nei comuni di Cannara, Bevagna, Montefalco, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Trevi, Campello sul Clitunno e Spoleto. A questo scopo, il Consorzio della bonificazione umbra nel tempo ha realizzato vari invasi per l’accumulo dell’acqua. Recentemente sono stati stanziati anche dei fondi per realizzare delle vasche di accumulo a Montefalco, per l’irrigazione dei vigneti. Esiste anche una condotta dell’acqua proveniente dalla diga di Valfabbrica che ad oggi però possiamo annoverare tra le grandi opere incompiute, in quanto è rimasta ferma ai confini dei comuni di Bevagna e Cannara. Per completare l’opera l’Eaut ha redatto il progetto esecutivo ad oggi cantierabile per un importo di circa 32 milioni di euro che dovevano essere finanziati all’interno dei fondi Pnrr o comunque con fondi ministeriali. Purtroppo, ad oggi non è nota nessuna fonte di finanziamento dell’opera, mentre ci risulta che sono stati destinati fondi per un progetto valutato sui 120 milioni di euro che dovrebbe condurre l’acqua della diga di Valfabbrica nel territorio del Trasimeno, dove già è previsto l’uso dell’acqua proveniente dalla diga di Montedoglio».

Umbria mercato immobiliare: lo straordinario risultato del 2021

Le compravendite residenziali comune per comune: complessivamente il fatturato supera il miliardo di euro

Gli umbri, così come tutti gli italiani, sono tornati ad investire con fiducia nel mattone: nel 2021 si sono sfiorate le 10.000 compravendite

Il 2021 è stato un anno straordinario per il mercato immobiliare residenziale umbro che ha registrato 9.916 compravendite con un aumento del 34,6% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati compiuta da Mauro Cavadenti Gasperetti, componente del Comitato di Vigilanza della Borsa Immobiliare dell’Umbria: “Questa confortante ripresa delle compravendite – puntualizza Cavadenti Gasperetti – è un dato perfettamente in linea con l’andamento nazionale che ha riscontrato 748.000 transazioni ed un incremento del 34% sul 2021.”
I dati sono stati recentemente pubblicati dall’Agenzia delle Entrate nel Rapporto Immobiliare 2022 (mercato residenziale pubblicazioni Omi) che stima il fatturato relativo alle vendite di abitazioni in Umbria in 1.141 milioni di euro con un incremento del 22,5% sull’anno precedente ed una media del venduto di 115.000 euro.
Quasi un umbro su due acquista la propria abitazione ricorrendo al mutuo, infatti sono stati erogati 4.497 finanziamenti pari al 48% del totale delle compravendite, con i seguenti valori medi: capitale finanziato di 105.900 euro, tasso di interesse dell’1,91% e una durata di 23,6 anni.
La provincia di Terni ha ottenuto un incremento percentuale del 39,8 % contro il 32,7% della Provincia di Perugia sempre riferito all’anno 2020.La Provincia di Terni ha ottenuto un incremento percentuale del 39,8 % contro il 32,7% della Provincia di Perugia sempre riferito all’anno 2020.

Provincia di Perugia.

Il numero delle vendite è stato rilevato in 7.180 unità, con una superficie venduta media di 124 mq e una quotazione al metro quadrato di euro 924. La ripresa ha riportato le vendite a livello del 2008 con gli incrementi maggiori che si registrano nelle seguenti macroaree: Valnerina (+86,7%), Eugubino-Gualdese (+57,3%) e Folignate (+46,1%).

Provincia di Terni.

Il numero delle vendite è stato rilevato in 2.736 unità, con una superficie venduta media di 118 mq e una quotazione al metro quadrato di euro 942. L’aumento degli scambi è tornato ai valori del 2008: nel dettaglio si evidenzia il picco della macroarea dell’Orvietano pari a circa il 75%, mentre l’incremento più basso si è riscontrato nell’Amerino con il 14%. Gli scambi maggiori sono riferiti ad abitazioni di dimensioni grandi, il che è giustificato dall’apprezzamento commerciale di unità immobiliari con spazi ampi pertinenziali, esigenza emersa a seguito delle restrizioni emergenziali. A cosa è dovuto questo incremento annuale eccezionale?
Per Mauro Cavadenti Gasperetti le cause sono essenzialmente due: “la contrazione causata nel 2020 dall’emergenza pandemica e lo scambio di beni di bassa qualità in previsione di poter beneficiare dei bonus ristrutturazione 110%”. Visto che nel 2020 c’era stato un arresto della crescita fermata al 2019, si tratta solo di un rimbalzo tecnico? La ripresa delle vendite è reale e importante, infatti, se rapportiamo i dati del 2021 con i risultati del 2019 si ottengano risultati ottimi: + 28,2% numero vendite, + 14,4% fatturato, + 31,6% numero di mutui con una maggiorazione del 41,8% del capitale erogato.

 

Turismo estivo, primi segnali importanti in Umbria

Il presidente della Camera di Commercio Mencaroni tratteggia il quadro di una situazione promettente

«Stanno arrivando segnali positivi sul turismo estivo in Umbria, dopo quelli che erano giunti da quello pasquale e dai ponti del 25 aprile e del 2 giugno, con affluenze piuttosto importanti che, se il ponte del 2 giugno non fosse stato così ristretto, sarebbero state sicuramente ancora più significative»: lo sottolinea il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni. Lo fa nel video «Il punto del presidente», curato e prodotto dall’ufficio comunicazione e stampa dell’ente camerale, sulle previsioni circa l’imminente stagione turistica estiva in Umbria. La Camera di commercio definisce «molto intelligente ed efficace la campagna promozionale della Regione». «Ciò – continua Mencaroni – vuol dire ridare ossigeno a tutta l’area, assai vasta, delle le attività del settore turismo. Sicuramente ha influito molto positivamente anche la campagna promozionale, davvero intelligente ed efficace, che è stata realizzata dalla Regione dell’Umbria. Segnali che portano a sperare che, continuando così, si possa superare la soglia delle 6,2 milioni di presenze annue, un record che in Umbria resiste da non pochi anni. Troppi». «Tutte le rilevazioni fatte nel mondo – puntualizza il presidente – evidenziano che, se si chiede dove si vorrebbe fare un proprio viaggio, l’Italia è sempre la prima destinazione desiderata in tutte le varie sfaccettature: turismo culturale, paesaggistico-ambientale, attrattività agroalimentare e così via. Però, nel concreto, come numero di presenze siamo solo al quinto o sesto posto come presenze turistiche. Credo, come ho detto recentemente in un incontro che ho avuto con il Presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci, che su questo ci si debba lavorare attentamente sia a livello nazionale che nelle singole regioni». Il Covid – è detto ancora nella nota – ha dimostrato quale è il peso reale del turismo sull’economia italiana. Mencaroni rileva che il turismo avuto un colpo durissimo per la pandemia. «Ma mi piace fare una battuta – aggiunge -: tra le tante, enormi negatività della pandemia c’è stato un elemento di positività, ha fatto capire qual è l’importanza del turismo per l’Italia. Finalmente si è cominciato ad ammettere che turismo alimenta il 13-14% del Pil nazionale. Prima, invece, si riteneva che fosse una sorta di ‘attività parassitarià, che vive a traino di altri comparti e settori. Abbiamo visto invece che non c’è settore dell’economia italiana, dall’agricoltura al terziario avanzato, che non tragga importanti benefici dal turismo. Ritengo questa presa di coscienza un fatto estremamente importante». Per il Presidente della Camera di commercio «un altro tema sul quale lavorare sodo, e in Umbria ci stiamo lavorando in collaborazione con la Regione e in particolar modo con l’assessore Melasecche, è quello delle infrastrutture». «Quando si afferma che per attrarre arrivi e presenze sono necessari l’attrattività di un territorio – sostiene -, la capacità ricettiva, la qualità della ricettività, la qualità professionale degli operatori del settore e così via, spesso non si cita la qualità delle infrastrutture relative alla mobilità. Infrastrutture assolutamente necessarie per raggiungere località che, senza di esse, sono penalizzate rispetto ad altre destinazioni. In Italia abbiamo località, per la verità poche, che sono in affollamento turistico, in ‘overtourism’, mentre molte altre sono penalizzate nella loro potenzialità turistica. Le carenze infrastrutturali non sono certo l’unico elemento di questa mancata espressione di potenzialità, ma certamente ne sono parte, in non pochi casi rilevante. Dobbiamo riequilibrare questa situazione, con politiche turistiche ad hoc ma anche con politiche infrastrutturali». In tema di infrastrutture, Mencaroni dà un giudizio molto positivo sulla scelta di rilanciare l’aeroporto San Francesco d’Assisi. «Con la Regione – dice – stiamo facendo un buon lavoro.

La Camera di commercio dell’Umbria svolge la sua parte. Deteniamo una quota chiaramente minoritaria, la grande maggioranza ce l’ha la Regione, e sosteniamo il programma ambizioso 2022-2024. Ora ne carnet ci sono circa 15 destinazioni e l’appeal dell’aeroporto sta aumentando fortemente. Il ventaglio delle destinazioni è veramente migliorato, come quello delle Compagnie operanti nello scalo. Mi auguro che l’aeroporto San Francesco d’Assisi venga percepito come uno scalo non solo regionale, che è il minimo, ma che sia un aeroporto che possa dare una mano alle Marche, all’Abruzzo, alla bassa Toscana e all’Alto Lazio. Su questo dobbiamo continuare ad impegnarci». La situazione durissima che il settore del turismo ha vissuto con la pandemia, sottolinea Mencaroni, «ha portato una parte non certo trascurabile di dipendenti e collaboratori a fare scelte importanti». «Si sono diretti – ha spiegato – verso altri comparti e settori che gli permettessero di avere una qualità della vita diversa rispetto a quella del settore turismo, dove in molte strutture non esistono le festività, dove si fanno lavori serali perché ad esempio le strutture ricettive sono aperte 24 ore al giorno e dove la ristorazione, pur non essendo aperta 24h, è comunque impegnativa sia il mattino, sia durante il giorno che la sera. La questione va considerata un problema sociale, che deve essere affrontato con la massima celerità da parte di tutte le Istituzioni. Occorre dare la massima dignità e le massime possibilità possibili a chi lavora nel settore del turismo. Bisogna prevedere delle compensazioni, chiamiamole dei benefit, che permettano a chi fa lavori onerosi di affrontare le difficoltà con maggiore leggerezza».

Lotta alla povertà in Umbria, la Regione organizza un tavolo

L’iniziativa è dell’assessore regionale Luca Coletto

Un tavolo di governance unitaria per le politiche di inclusione sociale e il contrasto alle povertà: lo ha voluto l’assessore alla Salute e alle Politiche sociali della Regione, Luca Coletto. Su sua proposta infatti, la Giunta regionale ha adottato un atto per la costituzione di due tavoli, uno dei quali per la governance delle tematiche legate alle povertà e l’altro per il relativo coordinamento tecnico.”Nel 2020 – ha spiegato l’assessore – la grave emergenza sanitaria ha richiesto uno sforzo enorme dei diversi livelli istituzionali coinvolti per garantire assistenza alla popolazione, ponendo particolare attenzione al sistema sanitario e agli effetti socio economici causati dalla situazione sanitaria che, purtroppo, ancora si fanno sentire. L’emergenza Covid infatti, come dimostrato dal Rapporto sulle povertà presentato ieri dalla Caritas, ha ampliato le disuguaglianze che già esistevano e in un anno è aumentato di oltre il 12 per cento il numero dei nuovi utenti che si è rivolto al Centro di ascolto della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve per chiedere un aiuto, passando dai 1.306 del 2020 ai 1.467 del 2021. Tra questi, cresce la fascia di cittadini a reddito medio che attualmente si mostra più vulnerabile”.

“La risposta strutturata delle istituzioni alla crisi – ha aggiunto l’assessore – ha portato all’elaborazione di atti di programmazione specifici e fondi dedicati al superamento dell’emergenza, con particolare riguardo alle fasce di popolazione maggiormente esposta ai fenomeni di impoverimento e di esclusione. Si è potuto, inoltre, assistere alla sostanziale crescita di finanziamenti strutturali europei e di risorse specifiche destinate al rafforzamento dei servizi sociali e al contrasto alla povertà. Tutti fondi, che in massima parte sono stati destinati e trasferiti direttamente alle Zone sociali e finalizzati al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni.

Visto che allo stato attuale e nel prossimo triennio nella programmazione dell’area del sociale concorreranno molteplici fonti di finanziamento per i quali si richiede una programmazione integrata, tra cui gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza – in particolare quelli della Missione 5 Coesione ed Inclusione – è stata rilevata la necessità di potenziare gli organismi di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali per aggiornare il Piano regionale del 2018 e strutturare una visione strategica sull’utilizzo delle risorse e una programmazione integrata degli interventi che consentirà di raggiungere i migliori risultati”.

Il tavolo della governance unitaria quindi avrà funzione di indirizzo e coordinamento e sarà costituito da un rappresentante di ciascuna delle Zone sociali o Unione dei Comuni, nonché un rappresentante rispettivamente dei Centri dell’impiego, delle Aziende Usl Umbria 1 e 2, dell’Anci regionale Umbria, del Forum del Terzo settore, delle Caritas diocesane regionali e dell’Inps.
Il “Tavolo di coordinamento tecnico” – spiega una nota della Regione – è l’organismo che attua le risultanze del Tavolo della governance unitaria. E’ coordinato dal direttore regionale della direzione Salute e Welfare e dal dirigente del servizio Programmazione della Rete dei servizi sociali, integrazione socio sanitaria. Oltre ai componenti del Tavolo della governance possono partecipare su specifico invito e con funzione consultiva rappresentanti dell’ordine degli assistenti sociali, dell’Osservatorio sulla Povertà in Umbria, dell’Agenzia Umbria Ricerche, dell’Università degli Studi di Perugia, dell’Assistenza tecnica di Banca Mondiale.

Centro Amazon a Magione? Una grande opportunità secondo la senatrice Modena

L’esponente di Forza Italia ha visitato il centro di smistamento

“La scelta da parte di Amazon Italia di far nascere un Centro di smistamento logistico a Magione, in provincia di Perugia, conferisce un riconoscimento importante al territorio nel settore della logistica.
E’ inoltre un concreto investimento in termini di occupazione.
Un nuovo deposito, in attività da qualche mese, che permette un servizio di consegna più efficiente e stimola la nostra economia. Lo spazio è pensato in termini di funzionalità, aree per l’accoglienza e pausa lavoro e di elevata attenzione alla sicurezza . La costruzione dell’hub non ha occupato ulteriore suolo, ma ha recuperato un’area costituita da capannoni dismessi da tempo. L’augurio è che si rafforzi sempre di più il rapporto tra la nostra rgione e i servizi che Amazon può offrire alle nostre piccole e medie imprese e alla promozione dei prodotti tipici e unici dell’Umbria, aprendo una finestra sul mondo intero”. Lo ha dichiarato la senatrice di Forza Italia Fiammetta Modena, nel corso della sua visita al Centro di smistamento logistico Amazon a Magione.

E’ stato un maggio da record per l’aeroporto dell’Umbria

Con 37.356 passeggeri transitati, maggio fa registrare il nuovo record storico dell’aeroporto San Francesco d’Assisi

Con 37.356 passeggeri transitati, maggio fa registrare il nuovo record storico dell’aeroporto San Francesco d’Assisi, con una crescita del +74% rispetto al 2019, del +31% rispetto a maggio 2015 (precedente record storico del mese di maggio, quando i passeggeri transitati furono 28.554) e registrando incrementi percentuali a tre cifre rispetto al 2020 ed al 2021, legati però all’emergenza Covid. Un mese cominciato con l’introduzione dei nuovi voli Ryanair da/per Brindisi, con il ripristino dei collegamenti su Cagliari – svolti sempre da Ryanair – e caratterizzato dall’inaugurazione della nuova rotta operata da British Airways su Londra Heathrow.
I collegamenti che hanno fatto registrare i migliori riempimenti sono stati, nell’ordine, Barcellona, Palermo e Bucarest, mentre la destinazione che ha generato più passeggeri è stata Londra, grazie ai sette voli settimanali operati da Ryanair su Stansted e ai nuovi voli su Heathrow operati da British Airways con tre frequenze settimanali (che diventeranno quattro a partire da luglio).
Nel periodo gennaio-maggio 2022 sono stati 94.839 i passeggeri totali transitati all’aeroporto internazionale dell’Umbria, dato che rappresenta il migliore parziale mai registrato dallo scalo nei primi cinque mesi dell’anno. La crescita rispetto al 2019, anno pre-Covid, è del +23%, mentre anche in questo caso si registrano incrementi percentuali a tre cifre rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 2021.
Con le ulteriori rotte che prenderanno il via a giugno (Lamezia Terme, operata da Albastar) e luglio (Vienna operata da Ryanair e Tirana operata da Wizz Air), l’aeroporto di Perugia arriverà ad avere un network di 16 rotte, di cui dieci internazionali da/per Barcellona, Rotterdam, Bruxelles, Malta, Tirana (operata da due vettori), Vienna, Bucarest e Londra (operata da due vettori) e sei nazionali su Brindisi, Cagliari, Palermo, Trapani, Catania e Lamezia Terme.

All’aeroporto di Perugia arriva la British Airways

Con 135 passeggeri a bordo, su 148 posti disponibili, il primo aereo della British Airways è atterrato al san Francesco

Ad accogliere il nuovo volo tra il capoluogo umbro e Heathrow, il tradizionale battesimo con gli idranti dei vigili del fuoco e la presidente della Regione Donatella Tesei. Il collegamento sarà operativo fino all’autunno tre giorni alla settimana, quattro a partire da giugno. Con questa ulteriore rotta il San Francesco d’Assisi offre 16 destinazioni italiane ed estere, con Londra che raddoppia dopo il collegamento con lo scalo di Stansted già garantito da Ryanair.
“E’ molto importante per il nostro scalo questo volo che ci collega con l’aeroporto di Heathrow grazie alla compagnia nazionale inglese British Airways” ha sottolineato Tesei. “Anche perché – ha aggiunto – dà prospettive e stabilità al percorso di un aeroporto che sta diventando sempre più attrattivo. In più il fatto che il primo aereo sia pieno significa che si sta lavorando bene con l’incoming e i numeri in crescita ci stanno portando a operare anche su altre rotte anche internazionali. Oggi si festeggia l’arrivo importantissimo di un brand storico e di una compagnia straordinaria”, il commento del direttore dello scalo umbro Umberto Solimeno. A suo avviso sono due i motivi per cui essere soddisfatti. “Oltre all’importanza di avere stabilito un contatto con una delle più grandi compagnie aeree al mondo e per un aeroporto importantissimo come Heathrow – ha detto Solimeno – straordinario è anche l’accordo che abbiamo siglato per 3 anni di lavoro e i primi segnali sono già incoraggianti visto che dal prossimo mese si volerà quattro volte alla settimana per Heathrow rispetto alle tre programmate inizialmente”. Per il direttore “aumentare la frequenza è sintomo importante della potenzialità del territorio soprattutto come incoming perché questo volo è soprattutto per gli inglesi, se si guardano i numeri”. E gli inglesi, sottolinea ancora, “amano tanto l’Umbria visto che siamo arrivati ad avere quasi 11 voli a settimana, se si aggiungono gli altri sette giornalieri di Ryanair su altro aeroporto di Stansted”. L’aeroporto internazionale dell’Umbria punta quindi a 500 mila passeggeri, obiettivo da sempre dichiarato, grazie ad una infrastruttura “strategica per lo sviluppo economico della regione” come ha evidenziato la presidente Tesei, ricordando poi anche i recenti “record”. “Lo scorso mese di aprile – ha proseguito – ha registrato un numero di passeggeri tra i più alti avuti mai da questo aeroporto anche prima del Covid e mi dicono che anche i dati di maggio sono sullo stesso livello. Ci siamo dati un obiettivo che stiamo piano piano cercando di raggiungere anche grazie a nuove rotte internazionali”. In ballo ora c’è un collegamento con la Germania per il quale Tesei si è detta “sicura di soluzioni importanti”.

La Regione stanzia altri 16,5 milioni per le imprese

La Giunta regionale ha approvato la riprogrammazione del Fondo di sviluppo e coesione , destinando nuove risorse agli investimenti delle aziende.

L’operazione, “fortemente voluta” dagli assessori allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, e alla Programmazione europea e bilancio, Paola Agabiti, permetterà di rifinanziare – sottolinea Palazzo Donini – manovre “di grande successo, che hanno visto una fortissima partecipazione del tessuto imprenditoriale”.
Nello specifico, al bando “Ricerca e Sviluppo” verranno destinati 8 milioni di euro, raggiungendo così la dotazione massima di 15 milioni. La misura, che “per la prima volta aveva previsto un budget così alto, raddoppiato rispetto agli anni precedenti” – evidenzia ancora la Regione -, aveva visto la partecipazione di oltre 115 imprese, con progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale ritenuti particolarmente sfidanti e con livelli di maturità tecnologica elevata.

Per il bando “Large” sono stati stanziati ulteriori 6 milioni di euro, raggiungendo quota 13 milioni, tre in più rispetto all’iniziale stanziamento di 10 milioni di euro. Il Bando “Large” era parte di una “importante” manovra sugli investimenti in transizione 4.0, in cui tramite il bando Small (4 milioni), quello Medium (8 milioni) e quello Large (ora 13 milioni) è stato dato un “notevole impulso agli investimenti produttivi e digitali di tutte le imprese, a prescindere dalla loro dimensione”. Anche il Bando “Large” – si legge ancora nella nota – era stato particolarmente apprezzato dal territorio, con una richiesta di finanziamenti per oltre 17 milioni con più di 130 domande.

Infine, sul bando “Energia” verranno stanziati 2,5 milioni di euro aggiuntivi, arrivando ad un ammontare complessivo di oltre 3,5 milioni di euro di progetti finanziati, in un periodo in cui, come sottolineato da Fioroni, “efficienza energetica e autoproduzione sono fondamentali per superare la crisi energetica”. L’assessore allo Sviluppo economico ha ricordato come anche durante questa fase di emergenza Covid “la Regione abbia continuato a implementare misure ambiziose, in grado di supportare le imprese non solo nella tenuta alla crisi, ma anche in un percorso di crescita di lungo periodo”. Ha evidenziato, inoltre, che “con la riprogrammazione approvata dalla Giunta regionale vengono rispettati tutti gli impegni presi con il territorio e valorizzato lo sforzo del tessuto imprenditoriale locale, che nonostante la crisi, continua ad investire”.

Treofan, pressing sulla Regione

Si chiede di scongiurare una mera operazione finanziaria

I consiglieri regionali del Pd, Paparelli e Meloni, chiedono alla Tesei di giocare un ruolo per evitare delocalizzazioni

“Evitare che sul futuro degli stabilimenti Treofan di Terni si consumi una mera operazione finanziaria”: lo chiedono la capogruppo regionale del Pd Simona Meloni e il portavoce della minoranza in assemblea legislativa, Fabio Paparelli. «La Regione esca allo scoperto e dica se intende o meno difendere concretamente la continuità produttiva, nonché i livelli occupazionali, a tutela del polo chimico ternano e del suo sviluppo” affermano in una nota. “Il rischio da scongiurare – sostengono Meloni e Paparelli – è quello di una cessione degli stabilimenti completamente scollegata dal contesto produttivo dell’area che potrebbe portare ad un’emergenza occupazionale. Ad oggi è ancora elevato il livello di preoccupazione per il futuro del sito e per i tanti lavoratori impiegati. Si rende pertanto sempre più necessario e urgente tutelare anche in futuro la produzione e scongiurare chiusure definitive o delocalizzazioni. Dopo due anni dall’inizio della vertenza Treofan e dopo un anno di cassa integrazione straordinaria, non si hanno ancora notizie rassicuranti sulla risoluzione della crisi, né sono chiari i progetti di rilancio sul tavolo ministeriale. Non è altrettanto chiaro se la Regione ha dato o meno seguito all’interlocuzione avviata con Novamont circa il piano Sustainable valley, sia in termini di investimenti che di infrastrutture da realizzare nel Polo chimico ternano. A tal fine è fondamentale che la Regione porti avanti tutte azioni concrete e utili affinché la scelta sull’eventuale nuovo soggetto imprenditoriale verta su chi ha davvero un progetto in grado di garantire un nuovo modello di sviluppo, investimenti per l’ammodernamento degli impianti, e, allo stesso tempo, dia garanzie sulla continuità produttiva, dato che parliamo di un’eccellenza produttiva umbra, di un sito all’avanguardia per la qualità della manodopera e per il prestigio del suo storico marchio, nonché – concludono Meloni e Paparelli – a tutela dei livelli occupazionali”

 

Al via l’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro

L’organismo sarà affiancato dal comitato scientifico presieduto da Maurizio Sacconi

Si è insediato l’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, istituito dalla Giunta regionale dell’Umbria su proposta dell’assessore allo sviluppo economico, innovazione, digitale e semplificazione, Michele Fioroni. L’Osservatorio, presieduto dall’assessore e coordinato dal direttore di Arpal (Agenzia per le politiche attive del lavoro) Umbria, Paola Nicastro, è composto dal presidente di Arpal, Stefano Giubboni, dai direttori regionali competenti, dalla consigliera regionale di parità, dai vertici delle associazioni datoriali e sindacali più rappresentative e dal presidente dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, Paola Fioroni. Con l’insediamento dell’Osservatorio, affiancato dal comitato scientifico presieduto da Maurizio Sacconi, si completa il percorso che dota la Regione Umbria di uno strumento in grado di orientare scelte e programmi in tema di formazione e politiche attive del lavoro. “L’obiettivo prioritario – spiega l’assessore regionale – è la creazione di un sistema formativo che risponda ai fabbisogni del tessuto produttivo regionale, che raccolga le sfide tecnologiche in atto e, conseguentemente, riduca la distanza tra domanda e offerta di lavoro”.