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Tag: Terni

Salvini lancia la ricandidatura di Tesei

Parlando a Brescia, il segretario della Lega ha anticipato il possibile secondo mandato per la governatrice dell’Umbria

Salvini lancia la ricandidatura di Donatella Tesei per la guida dell’Umbria. “Donatella sarà la candidata più forte del centrodestra in Umbria”, lo ha detto il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini, venerdì sera sul palco dell’auditorium della Camera di commercio di Brescia per la chiusura della campagna elettorale della Lega per le regionali di domenica e lunedì in Lombardia dove si ricandida Attilio Fontana.
“Se resto la migliore candidata presidente di Regione del centrodestra, come ha detto Matteo Salvini, non lo dovete chiedere a me, di certo occorre continuare a lavorare per il bene dell’Umbria”. “Le parole che Salvini ha avuto per me fanno piacere e la mia disponibilità per la ricandidatura alla presidenza della Regione c’è sempre stata”, ha aggiunto la presidente. La mossa di Salvini si inserisce in un contesto politico regionale in cui il peso elettorale di Fratelli d’Italia, ormai superiore a quello della Lega, potrebbe portare il partito di Meloni a cercare di imporre un proprio candidato per il dopo Tesei mentre è da tempo che i Forza Italia si ipotizza invece una candidatura per la guida della Regione che potrebbe avere il volto del sindaco di Perugia Andrea Romizi.

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Terni, continua la lotta dei lavoratori della Tct

Terni, continua la lotta dei lavoratori della Tct

Non si ferma il presidio dei dipendenti dell’azienda che lavora per Ast

Sono 52 i lavoratori della società ternana Tct che stanno lottando per il proprio posto di lavoro. La Tct svolge l’attività di taglio e spedizione dei tubi per l’acciaieria, ma nei mesi scorsi tra le due aziende aveva preso il via una trattativa che vedeva Ast intenzionata a rilevare la Tct in maniera tale da poter gestire quell’attività internamente e non più attraverso una ditta dell’indotto. Una proposta che in realtà Ast aveva avanzato nel momento in cui la proprietà di Tct aveva chiesto una revisione dell’accordo con l’acciaieria che quest’ultima non aveva però ritenuto di accogliere. La complicata trattativa tra le due aziende rischia ora di produrre contraccolpi occupazionali al momento imprevedibili, sia perchè l’ipotetica internalizzazione del servizio non si capisce se potrebbe portare ad un assorbimento dei dipendenti di Tct, sia perchè nel frattempo il titolare di Tct ha ipotizzato la chiusura dell’azienda. Della vicenda è stato interessato anche il prefetto.

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Incasso record per la Cascata delle Marmore: 3,8 milioni

E’ stato un anno d’oro per il sito ternano. Al Comune va oltre un milione e mezzo di euro

Ammontano a quasi 3,8 milioni di euro le entrate della Cascata delle Marmore nel 2022 (esattamente 3.796.525,50 euro). A fronte di uscite per la gestione di 1.888.169,06, l’utile di gestione 2022 è di € 1.908.356,44. Quest’utile, come di consueto, viene suddiviso tra il Comune di Terni (80%) e la Provincia di Terni (20%)
L’utile spettante al Comune di Terni è stato dunque di 1.526.685,15. “All’anno da record per il numero di visitatori, che sono stati 500mila compresi quelli che hanno visitato il parco di Carsulae, fa da riscontro, per la Cascata, un record anche per quel che riguarda gli incassi”, dice l’assessore al turismo Elena Proietti che stamattina ha proposto alla giunta la delibera con il rendiconto di gestione. Lo scorso anno, nel 2021, l’incasso totale, che pure aveva fatto registrare un record, si era fermato a 3 milioni e 438mila euro: quest’anno ci sono oltre 350mila euro in più.
“Cifre confortanti che confermano gli ottimi risultati della promozione turistica del territorio e il grande impegno di chi lavora per il parco della Cascata tutti i giorni dell’anno. Come di consueto gli utili saranno investiti sulla cura del territorio; continueremo inoltre a produrre prodotti turistici territoriali e a promuovere il territorio”. “Non possiamo certo fermarci e con il programma di gestione 2023, che è stato anch’esso approvato stamattina, puntiamo ad un ulteriore incremento dei visitatori e degli utili e, di pari passo, ad un miglioramento dei servizi”.

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Finanziamento da 4 milioni per la ricerca nel settore delle plastiche

Il progetto coordinato dalla professoressa Debora Puglia della sede ternana dell’università, punta a sviluppare nuovi nuovi polimeri biologici per superare le plastiche tradizionali

Importante risultato per il progetto Furious coordinato dalla professoressa Debora Puglia, docente di Scienza e tecnologia dei materiali e di biopolimeri e biocompositi del Dipartimento di ingegneria civile e ambientale nella sede di Terni dell’università di Perugia. È risultato vincitore di un finanziamento di circa 4 milioni e mezzo di euro nell’ambito del bando Horizon JU-CBE-2022-R-01 «High performance bio-based polymers for market applications with stringent requirements», promosso dal CBE JU (Circular Bio-based Europe Joint Undertaking), il partenariato da 2 miliardi di euro tra l’Unione Europea e il Bio-based Industries Consortium (BIC), volto al sostegno di progetti per la promozione di industrie nell’ambito dell’economia circolare a base biologica e per lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni circolari e sostenibili per il mercato. Obiettivo di Furious è sviluppare nuovi polimeri biologici a base di acido 2,5- furandicarbossilico (FDCA), ampliando così il portafoglio di soluzioni monomateriale innovative in grado di sostituire le plastiche tradizionali. «In particolare, grazie al Furioisu – spiega Puglia – si punta ad ottenere nuovi materiali destinati a settori applicativi dove le bioplastiche non riescono a soddisfare i requisiti tecnici necessari o dove le plastiche tradizionali di origine fossile risultano ancora ampiamente utilizzate: gli imballaggi per dispositivi biomedicali ed elettronici – in cui si richiedono resistenza alla sterilizzazione ed elevate proprietà barriera -, quello automobilistico – che richiede resistenza all’invecchiamento UV e proprietà antibatteriche intrinseche -, nonché i dispositivi subacquei – dove sono necessarie specifiche proprietà antivegetative e biodegradabilità in acqua di mare» «La versatilità dei materiali FURIOUS – conclude la coordinatrice del progetto – sarà valutata anche sulla base della loro processabilità, che è un’ulteriore caratteristica obbligatoria da verificare per il reale ingresso sul mercato, sia rispetto alle tecnologie consolidate, come lo stampaggio a iniezione e l’estrusione, sia a quelle più innovative, come l’elettrofilatura, la stampa 3D e la stereolitografia; sarà inoltre studiata la riciclabilità meccanica ed enzimatica dei nuovi polimeri a base di furano». Il progetto, di durata quadriennale, prenderà il via nel giugno prossimo e vedrà la partecipazione di 15 partner, fra atenei e aziende: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna; Universidad De Alicante; Consorzio Interuniversitario Nazionale Per La Scienza E Tecnologia Dei Materiali; Università di Pisa; Universitaet Fuer Bodenkultur Wien; Zachodniopomorski Uniwersytet Technologiczny W Szczecinie; Universiteit Maastricht; Stora Enso OY, Condensia Quimica SA, Bio-Mi Drustvo S Ogranicenom Odgovornoscu Za Proizvodnju, Istrazivanjei Razvoj; Lci Italy Srl; Gammatom Srl; Kneia SL; Evologics GmbH

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Mercato coperto di Terni, decisivo passo in avanti

Sottoscritto l’atto di vendita definitivo dell’immobile che l’azienda Superconti ha acquistato dal Comune

Un importante passo in avanti nella riqualificazione del centro di Terni per quanto rigurda l’area del mercato coperto. Tra il Comune e Superconti Supermercati srl è stato sottocritto il definitivo atto di cessione. “Si conclude la vicenda ultradecennale dell’ex mercato coperto e il nuovo proprietario può finalmente dare il via ai lavori di ristrutturazione che riqualificheranno non solo l’immobile, ma l’intera piazza del mercato”. Così l’assessore all’urbanistica Federico Cini e il sindaco Leonardo Latini commentano la notizia della sottoscrizione dell’atto di vendita dell’ex mercato coperto, che fa seguito alla recente approvazione del progetto definitivo delle opere pubbliche presentato dalla ditta Superconti Supermercati Terni srl per l’area di piazza del Mercato.

L’intervento a carico dei privati prevede la ristrutturazione edilizia e il recupero del fabbricato esistente ad uso commerciale e si estende a tutta l’area delimitata dai fabbricati dell’attuale Piazza del Mercato e alle aree pubbliche adiacenti per le quali In precedenza era stato approvato anche lo schema di convenzione attuativa che prevede in particolare la riqualificazione dei marciapiedi e la realizzazione di un ampio spazio pedonale attrezzato con arredo urbano e alberi in prossimità della nuova galleria urbana. Nell’area di proprietà dell’azienda Superconti, con vincolo di uso pubblico, è prevista invece la realizzazione della galleria urbana, con spazi a piano terra e al primo piano, la cui gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria saranno totalmente a cura e a carico del privato.

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La Provincia di Terni rottama le cartelle esattoriali

La decisione è stata comunicata dalla presidente Laura Pernazza e riguarda i contribuenti che hanno debiti fino a mille euro con l’amministrazione provinciale

La Provincia di Terni ha deciso di attuare quanto previsto dalla legge di bilancio 2023 in materia di rottamazione delle cartelle esattoriali. La presidente Laura Pernazza, in accordo con i dirigenti dell’ente, ha ritenuto utile applicare le misure per quei cittadini e quelle attività economiche che hanno ancora debiti pendenti con l’amministrazione provinciale tenendo conto del particolare periodo di crisi a cui devono far fronte famiglie e imprese. Secondo quanto stabilito dalle normative – ricorda l’ente – la rottamazione riguarderà le cartelle fino a mille euro, elevate nel periodo 1 gennaio 2000-31 dicembre 2015. Per queste si pagherà solo la somma iniziale escludendo sanzioni, interessi di mora e somme aggiuntive dovute sui contributi previdenziali. Per accedere alle agevolazioni previste per la rottamazione gli interessati dovranno presentare domanda all’Agenzia delle entrate entro il 30 aprile. La procedura sarà on-line. Basterà collegarsi al sito dell’Agenzia, andare nella sezione dedicata alla «definizione agevolata» dall’area pubblica e compilare il form di richiesta.

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Fondi del Pnrr per l’Umbria, si entra nella fase finale

Per la regione si apre una nuova fase. Oltre al miliardo e 347 milioni del Piano nazionale di ripresa, ci sono i soldi per la programmazione europea per un totale di 400 miliardi nei prossimi sette anni. Tesei “Sappiamo farci ascoltare”

Per il Pnrr ormai la fase è “quella più importante e decisiva”, che dovrà portare ad usare i fondi europei «in modo coerente, senza sprecare un centesimo, e in maniera organica e complementare», anche in Umbria: di tutto questo si è parlato a Perugia, al salone d’onore di Palazzo Donini, in un convegno sugli strumenti europei di sostegno allo sviluppo locale, regionale e nazionale come Next Generation Eu, i fondi del bilancio Ue e della Banca europea per gli investimenti (Bei). L’evento, dal titolo «Next Generation EU, Bilancio UE e BEI: opportunità europee per il rilancio dell’Umbria», ha avuto l’obiettivo di illustrare lo scenario ma anche far discutere sugli effetti positivi e sulle potenzialità per il territorio.

Per la programmazione europea 2021-2027 l’Umbria potrà contare su un miliardo 347 milioni .792.853 di euro, suddivisi tra Pr Fesr 2021-2027 (523.662.810), Fse+ 2021-2027 (289.692.900 euro), Csr 2023-2027 (534.437.143). L’incontro è stato voluto dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Cesar-Europe Direct Umbria e Regione. Con l’intervento della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, del presidente Cesar e rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero, del capo dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia Carlo Corazza e al direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia Antonio Parenti. Tesei ha parlato di risorse «tante e importanti per la regione, tra le missioni del Pnrr e la nuova programmazione europea 21-27».

«La nuova programmazione – ha detto – porta nella disponibilità della Regione, pur nella consapevolezza che sono risorse che vanno cofinanziate, la cifra straordinaria di 1 miliardo e 347 milioni di euro». Per la Governatrice è stata «straordinaria e molto impegnativa» anche l’immediata utilizzazione di quanto la Regione aveva a disposizione della vecchia programmazione 14-20. «Molte risorse – ha sostenuto – sono state riprogrammate, grazie allo slittamento pur legato alla tragedia della pandemia, ed importanti per i bandi messi in campo per sostenere imprese e famiglie». «Abbiamo un’opportunità imperdibile – ha poi spiegato Corazza – visto che i fondi di Next generation che si sommano a quelli della programmazione 2021-2027 possono essere una spinta anche per le eccellenze dell’Umbria ma bisogna utilizzarli al meglio. Nei prossimi sette-otto anni avremmo oltre 400 miliardi di euro tra fondi a fondo perduto e prestiti e la quota dell’Umbria è importante sia dal punto di vista dei fondi Pnrr che di coesione. Si crea una sorta di ingorgo ma questa è anche un’occasione imperdibile». La complessità dei bandi e i tempi, soprattutto per le grandi opere, sono stati indicati come i principali nemici. L’Italia e l’Umbria in particolare è composta da piccoli comuni e quindi è stato ricordato di fare attenzione e di prendere per mano questi comuni nelle procedure. «Bisogna aiutarli soprattutto a livello tecnico e come sta facendo la Regione Umbria molto bene mettere il personale adatto con le competenze giuste per spendere nel migliore dei modi i soldi a beneficio dei cittadini delle imprese» ha aggiunto ancora Corazza. «Siamo piccoli ma nel panorama nazionale ed europeo ci facciamo ascoltare forse perché abbiamo una grandezza che ci viene da una terra d’eccellenza in tutti i settori» ha inoltre commentato la presidente Tesei.

Per poi evidenziare anche quelli che ritiene il punto debole e l’aspetto più critico. «È emersa una cosa che purtroppo conoscevo da tempo – ha detto – e su cui sto lavorando dall’inizio del mio mandato ed è il tema della carenza infrastrutturale di questa regione. Aiutiamoci e aiutateci a superare questo gap perché per questa regione è stato il peso negativo che l’ha vista nel 2019 avere un Pil tra i più bassi d’Italia». L’iniziativa ha visto anche gli interventi, con video-messaggi e collegamenti, di ospiti come la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto e la vicepresidente della Bei Gelsomina Vigliotti. Dopo un focus sulla Regione e i Fondi europei, con l’intervento – tra gli altri – dell’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, si è tenuta una tavola rotonda di confronto alla presenza del sottosegretario all’Interno con delega al Pnrr Emanuele Prisco, degli assessori regionali Roberto Morroni, Enrico Melasecche, Luca Coletto, degli europarlamentari Luisa Regimenti (Ppe, FI), Camilla Laureti (S&D, Pd), Antonio Maria Rinaldi (Id, Lega), Nicola Procaccini (Ecr, FdI) e rappresentanti locali ed europei coinvolti nello sviluppo imprenditoriale, commerciale e agricolo dell’Umbria. «In questi giorni – ha ricordato Prisco – il ministero degli interni ha messo a disposizione un nucleo specialistico nelle Prefetture di tutta Italia, quindi anche in Umbria, per supportare gli enti locali nella progettazione e rendicontazione».

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I veri conti della sanità umbra

Un buco da 250 milioni, un deficit annuo da 50 milioni causato dal covid, spesa farmaceutica fuori controllo e Terni con l’ospedale più vecchio dell’Italia centrale

“Vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro e bisogna ricordare da dove siamo partiti”: lo ha detto la presidente della Regione, Donatella Tesei, durante un’audizione, con Coletto e D’Angelo, in terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, sulla “situazione della sanità nell’Umbria”. Un incontro scaturito da una lettera del 9 gennaio, a firma dei consiglieri di minoranza, che chiedeva un confronto con l’Esecutivo di palazzo Donini per fare chiarezza sui conti della sanità regionale e sui livelli dei servizi forniti ai cittadini.

Illustrando la richiesta, Tommaso Bori (Pd) – riferisce un comunicato della Regione – ha spiegato, a nome dei firmatari, che “durante l’emergenza c’è stato un forte aumento dei fondi nazionali stanziati. Nonostante questa enorme mole di risorse l’Umbria si trova in una posizione non paragonabile alle altre Regioni, con 250 milioni di buco di bilancio stimati. Si registra un continuo turn-over della dirigenza sanitaria, con cadenza annuale o semestrale. C’è una mobilità passiva passata da un 2012 con una forte attrattività ad un 2021 che ha fatto registrare un debito milionario legato ai pazienti che si spostano fuori regione. La spesa farmaceutica è fuori controllo a causa del continuo cambio della dirigenza, che ha fatto mancare un vero controllo della spesa. In Umbria non sono state fatte assunzioni e non è stato potenziato l’organico: si è fatto ricorso a professionisti esterni, questo ha creato una spesa enorme per i medici a gettone. Ci sono professionisti che sono stati pagati 80 euro l’ora senza limite di orario, arrivando a guadagnare 25 mila euro in un mese. La Corte dei conti ha sempre parificato i bilanci della sanità, il suo primo richiamo è arrivato con questa amministrazione. Il depotenziamento della sanità pubblica sembra voler favorire sanità privata e assicurazioni”.

La presidente della Regione Donatella Tesei ha osservato che “bisogna ricordare da dove siamo partiti, con molti problemi ereditati dalle Giunte precedenti. Ho ereditato una sanità annichilita da Sanitopoli, dalla quale i migliori professionisti fuggivano. Abbiamo ereditato, prima del covid, infinite liste di attesa. Terni ha l’ospedale più vecchio del centro Italia. Dei 17 ospedali, alcuni erano inutilizzabili ed altri non utilizzati. C’erano certificati di sicurezza scaduti. Un disavanzo strutturale pauroso. Una mobilità con un pesante saldo passivo e una spesa farmaceutica fuori controllo. Non ho voluto iniziare il lavoro elencando problemi e scandali della sanità.

Speravo che questo fosse capito da tutte le forze politiche. Avremmo potuto costruire insieme un cambiamento nella sanità regionale”. “Abbiamo reagito al covid – ha sottolineato Tesei – tra mille difficoltà, con continue polemiche da parte delle opposizioni. I report nazionali ci dicono che siamo stati tra i migliori a gestire covid e vaccini. Il covid è sparito per decreto ma abbiamo ancora 200 ricoverati negli ospedali. Con le spese annesse. Il necessario processo di riforma è potuto iniziare da soli otto mesi”. “Sul bilancio della sanità regionale – ha sottolineato ancora Tesei – ha pesato l’inflazione quasi al 10% e l’aumento delle spese per l’energia. Ospedali, strutture sanitarie e uffici hanno subito questi rincari. Per mantenere una sanità pubblica e universale servono fondi nazionali, altrimenti chi ha più sanità pubblica ha più disavanzo. Cinque miliardi è la somma che manca alle sanità regionali per chiudere in equilibrio i bilanci. E questa è la somma richiesta dalla Conferenza delle Regioni.
Questa la somma che il presidente Bonaccini ha richiesto per le Regioni”.

Per la presidente, “vanno sfatati molti falsi miti sulla solidità del sistema sanitario umbro. La spesa è cresciuta quattro volte più dei fondi disponibili. Una spesa fuori controllo che cresce più della media nazionale. Nel 2017 il disallineamento era di 32 milioni, compreso il payback. Nel 2018 è arrivato a 60. Nel 2019 a 65 milioni. Oggi, il Ministero ci chiede di scorporare il payback. Questi disavanzi strutturali vengono sempre chiusi per portare a pareggio il bilancio. Questo indebolisce i conti e non crea riserve. Dal 2015 al 2019 la spesa farmaceutica per acquisti diretti è aumentata di 50 milioni, senza alcun tentativo di razionalizzarla. Il saldo di mobilità crolla da +25 milioni nel 2017 a – 4 milioni nel 2019. L’inversione di tendenza è avvenuta nel 2017, anche se si manifesta nel 2018-19”.

“Sul personale – ha spiegato Tesei – Agenas ci dice che abbiamo 2,35 medici ogni mille abitanti e 5,66 infermieri ogni mille abitanti: dati massimi a livello nazionale. Visto che però sembrano pochi, si rende necessaria una loro nuova redistribuzione per coprire le esigenze. Il costo degli amministrativi è del 20% della spesa totale: si tratta di un sovrannumero che toglie risorse per il resto del personale. Il covid ha impedito la riforma strutturale del sistema. Restano 50 milioni di euro all’anno da recuperare. Serve un percorso di efficientamento e ricostruzione. Per fare tutto questo ci vuole tempo. Per più di due anni abbiamo gestito esclusivamente il covid, pur andando avanti con vari progetti. L’aumento dei costi energia e dei costi Covid hanno gravato per 100 milioni sul bilancio regionale, che i fondi nazionali non coprono. Lo ho segnalato ad agosto 2022 ai ministri del periodo. Ed ora lo ho segnalato ai nuovi ministri in carica. Tutte le Regioni hanno segnalato questi problemi e una situazione esplosiva. I bilanci consuntivi sul 2022 non sono ancora stati ultimati, come da prassi lo saranno tra qualche mese. Gli incrementi di spesa si sommano ai disavanzi strutturali e peseranno anche sul 2023.
Queste situazioni e la loro genesi non possono essere negate ma devono essere affrontate”.

Luca Coletto (Assessore alla sanità), ha affermato che “lo sforamento per la spesa farmaceutica c’era già nel 2017 ed è andato aumentando negli anni successivi. Abbiamo fatto una delibera per ricondurre le prescrizioni all’appropriatezza, che prima non c’è stata. Grazie a quella delibera stiamo rientrando. I pazienti hanno la necessità di essere curati nella maniera più corretta possibile. Siamo stati giudicati una delle migliori Regioni per la gestione del Covid, pur in assenza di un piano per la gestione della pandemia. I fondi integrativi che esulano dal fondo sanitario vanno definiti e controllati. Altrimenti la sanità torna nelle mani delle mutue, che hanno creato un enorme debito legato a prestazioni non appropriate. E che creavano differenze sociali nelle cure. Tutte le Regioni hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per la gestione del Covid, che non è finita con il decreto del ministro il 31 marzo 2022. La mobilità ha avuto una inversione di tendenza nel 2015, che è stata registrata nel 2017. La programmazione manca da più di 10 anni. Un altro problema c’è stato con il payback, un ulteriore aggravio per le Regioni che hanno sfondato i tetti di spesa. Molte Regioni hanno subito gli sbilanci. In passato i bilanci sono stati chiusi in attivo ma la spesa è sempre stata maggiore del fondo disponibile. Stiamo dando una identità chiara ai piccoli ospedali, cercando professionisti che facciano mobilità attiva e che se ne sono andati a causa di mancanza di visione e di prospettiva. Da oltre un anno stiamo trattando con il ministero circa i 5 miliardi che mancano alla sanità. È necessario un intervento nazionale. I dati Agenas dicono che abbiamo il maggior numero di medici ogni mille abitanti in Italia. Mancano medici perché è mancata la programmazione e in passato non sono stati fatti i necessari concorsi”. Massimo D’Angelo (direttore regionale Salute e Welfare) – conclude la nota – ha sottolineato che “il disavanzo è legato al mancato finanziamento del fondo nazionale mentre aumentava il costo delle prestazioni. Durante il Covid abbiamo sospeso prestazioni sanitarie e questo ha impattato su molte patologie croniche che si sono riacutizzate. Ci sono molti pazienti anziani ricoverati per Covid, che si somma ad altre patologie, con una spesa per strutture e personale molto importante. Sulla spesa farmaceutica si registra un trend in miglioramento, legato all’appropriatezza”.

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Bandecchi tranchant: La vostra Ternana la vendo

Terremoto di metà pomeriggio, il presidente annuncia la volontà di mollare la proprietà del club

“La vostra Ternana la vendo. Purtroppo è inevitabile. Ma resto candidato sindaco e continuerà con le mie aziende. Il palazzetto vedremo, in base a cosa anno deciso ieri a a insaputa, cosi ci srà da ridere”. Cosi il presidente della Ternana Stefano Bandecchi ha terremotato con un post sui social oggi pomeriggio il mondo della politica e della tifoseria ternana. Il momento attuale è caratterizzato da varie difficoltà innescate anche dall’inchiesta giudiziaria che aveva bloccato i conti correnti di Unicusano che è proprietaria della Ternana. Per risolvere questa empasse, Bandecchi a proposto di coinvolgere nella proprietà del club un certo numero di imprenditori locali a cui cedere quote individale pari al 5 % del 45 % della Ternana. Una soluzione finanziaria che potrebbe rappresentare un escamotage. In ballo ci sono i tanti progetti dell’imprenditore, compreso il futuro della Treofan. “La Ternana è in vendita. L’Università Cusano ha deciso così. Le indagini in corso determinano una serie di incertezze per le quali il consiglio di amministrazione dell’ateneo ha ritenuto di non occuparsi più di calcio. La questione è già in mano a uno studio di avvocati ma nulla cambierà fin quando non sarà individuato un acquirente all’altezza” ha scritto Bandecchi.

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Sbloccati alcuni conti correnti di Bandecchi

Dopo il sequestro preventivo di venti milioni al patron di Ternana ed Unicusano, la magistratura ha parzialmente revocato il provvedimento

Alcuni conti correnti, tra cui quello della Ternana calcio, sono stati sbloccati e questo ci permetterà di far fronte al pagamento degli stipendi dei nostri dipendenti e di onorare tutti gli altri impregni”: è quanto annuncia Stefano Bandecchi, presidente dell’Università telematica Niccolò Cusano e della società rossoverde che milita nel campionato di serie B. Conti che erano stati congelati a seguito dell’attività investigativa della guardia di finanza della capitale per una presunta evasione fiscale dell’Ateneo, con il sequestro preventivo di circa 20 milioni di euro. “Stiamo riacquisendo la normale operatività anche nell’Università, dove si continua a fare lezioni ed esami, anche se la vicenda moralmente ha toccato i nostri collaboratori che, però, a fine mese riceveranno regolarmente il proprio stipendio”, sottolinea ancora Bandecchi. “Noi andiamo avanti convinti della nostra correttezza”, conclude il presidente.

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