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Tag: Orvieto

Musica, divertimento e senso di comunità: le serate danzanti al Disco Dancing Agorà

Ogni movimento, ogni passo, racconta una storia, esprimendo emozioni che possono variare dal gioioso al malinconico, dal romantico all’energico

 

E’ lo straordinario potere del ballo, potente catalizzatore di connessioni umane, in grado di trascendere le barriere sociali creando un linguaggio universale che tutti possono comprendere. E’ proprio partendo da questi punti fermi che Ssd Sport & Sociale S.r.l. (affiliata Uisp), dopo lo stop forzato del Covid, ha ripreso a pieno ritmo le serate danzanti presso lo spazio Disco Dancing Agorà di Ciconia. Un calendario ricco di appuntamenti, aperti a tutti, che celebra la diversità dei generi musicali e delle danze. Ogni serata è un viaggio attraverso i ritmi vibranti di stili come salsa, tango, swing e molti altri.

Un’atmosfera incantevole. Luci soffuse, una pista da ballo accogliente e una selezione di musica avvolgente sono gli ingredienti perfetti per creare una serata magica. Ogni appuntamento è progettato per offrire un’esperienza sensoriale completa che si fonde con la bellezza del movimento. Un manifesto che abbraccia la diversità culturale attraverso serate a tema, dedicando momenti speciali alle danze provenienti da tutto il mondo. Che si tratti di una serata latina, di un tuffo nel mondo degli anni ’20 o di una celebrazione delle danze tradizionali, ogni evento è un’opportunità unica per esplorare la ricchezza delle culture attraverso la danza.
Ma, al di là del divertimento, le serate danzanti Uisp nascono con un obiettivo ben più ampio: unire la comunità attraverso il movimento. “Oltre a fornire serate di divertimento – spiegano da Uisp – intendiamo creare un legame tra persone appassionate di danza, creando una rete di connessioni che si estende oltre la pista da ballo. In conclusione, il nostro manifesto di appuntamenti con serate danzanti è un invito a tutti gli amanti del ritmo e del movimento”.

 

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Orvieto, senza accorgersene, perde un treno internazionale che ora sta facendo la fortuna di Rimini e Riccione

E’ il 294 Monaco-Vienna notturno che fino al 2020 fermava nella stazione umbra. Adesso è uno dei punti di forza per la ripresa del turismo austriaco in Emilia nel posto alluvione.

Uno smacco di livello internazionale per Orvieto. Il treno internazionale diretto a Monaco e a Vienna che fino al 2020 fermava regolarmente in orario notturno alla stazione di Orvieto, adesso se lo è “accaparrato” l’Emilia Romagna. Si tratta del treno 294 per Vienna e Monaco che alla stazione di Orvieto in realtà continua a passarci, ma ovviamente senza fermarsi contrariamente a quello che avveniva fino al 2020 perché adesso le fermate le fa nelle stazioni di Rimini, Riccione e Cattolica mentre Orvieto e la Regione Umbria restano a guardare senza che nessuno abbia nemmeno detto nulla di questa perdita ormai risalente a tre anni fa. Non solo, ma la Regione Emilia Romagna ha fatto del collegamento con Vienna e Monaco anche un fondamentale punto di forza per rilanciare il turismo nella regione dopo i danni dell’alluvione che aveva determinato una forte flessione del turismo austriaco. Dal bilancio di fine agosto 2023 di Visit Rimini, su dati del report sul turismo pubblicato il 30 agosto dalla Regione Emilia-Romagna, gli arrivi complessivi dall’Austria sono cresciuti del 12,8% rispetto al 2022 e del 60,7% rispetto al 2019.”Orvieto deve avere l’ ambizione di tornare nuovamente ad avere collegamenti ferroviari internazionale come era fino a tre anni fa-dice il segretario regionale della Cgil Trasporti Ciro Zeno- fino al 2020 era così, oggi non più nonostante questo treno che riparte la sera da Monaco con rientro a Roma, passi per la stazione di Orvieto. Chiederlo non è un sogno, semplicemente si tratta di avere la volontà politica”.

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La Regione salva i casali e le aziende agricole di san Venanzo

Sono stati prorogati i contratti per le aziende agricole di San Venanzo

L’allarme era stato lanciato da Cia Agricoltori italiani dell’Umbria – che ne dà notizia in una sua nota – nei mesi scorsi e riguardava l’alienazione di una parte consistente del proprio patrimonio immobiliare pubblico.
In particolare la vendita di alcuni casolari con i fondi rurali relativi, sul Monte Peglia nel comune di San Venanzo concessi ad imprenditori agricoli che, dal Dopoguerra in avanti, li hanno abitati, custoditi e tenuti vivi grazie alle attività produttive messe in campo. Agricoltori che, con la scadenza della concessione con la Regione al 31 dicembre 2023, sarebbero stati messi di fronte alla scelta o dell’acquisto o dell’abbandono forzato dell’azienda e con il forte rischio di ulteriore spopolamento di un’area interna e marginale. “Dopo incontri e confronti portati avanti insieme al sindaco di San Venanzo con la Regione Umbria e in particolare con l’assessore Paola Agabiti Urbani – spiega l’organizzazione agricola – è stata approvata la modifica di emendamento della legge regionale 10/2018 che proroga al 2028 i contratti a qualunque titolo stipulati dalla Regione Umbria e dall’Agenzia forestale regionale per la conduzione di aziende agrarie facenti parte del patrimonio immobiliare della Regione Umbria”. “Un’occasione importante – sottolinea la Cia – per continuare un’esperienza positiva che ha messo al centro l’agricoltura utile e sostenibile e valorizzare la comunità che per anni e con fatica ha vissuto un territorio difficile ma al contempo ricco di opportunità. Un ringraziamento va ai consiglieri regionali Simona Meloni e Andrea Fora che hanno sostenuto l’iniziativa di Cia e del Comune e all’assessore regionale Paola Agabiti Urbani che accolto le richieste”.

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Vendemmia 2023, timori scongiurati

La peronospera ha fatto meno dal previsto. Produzione ridotta solo del 20 %

A fronte di timori di un calo della produzione di oltre il 50% a causa della diffusione della peronospora, o “muffa bianca”, che può causare gravi danni alle viti e compromettere la qualità e la resa del raccolto, la flessione (in base alle stime Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini) nella regione è stata del 20% (al pari di Toscana e Lazio).
Un dato superiore al -12% fatto segnare a livello nazionale, ma migliore di quello di non poche altre regioni, soprattutto del Mezzogiorno d’Italia. E l’ultimo listino della Borsa Merci di Perugia, organo della Camera di commercio dell’Umbria, presenta un quadro dei prezzi al quintale pagati ai produttori per le uve per la produzione di vini Doc e Docg – ormai nella regione la gran parte della produzione vitivinicola – che vede un incremento medio del 15%, con punte del +20%, rispetto allo scorso anno. Questo significa – spiega la Camera di commercio – che il ricavo medio complessivo dei produttori di uve per vini Doc e Docg – tenendo conto del calo della produzione – diminuisce di circa il 5% rispetto allo scorso anno, quando le previsioni erano di un drastico crollo (il listino della Borsa Merci fa riferimento alla provincia di Perugia, ma estende la sua influenza anche sul mercato ternano).
Ovviamente dentro la media ci sono tante situazioni diverse, con produttori che hanno subito flessioni della produzione ben superiori al 20% e quindi accusano un arretramento significativo, rispetto allo scorso anno, dei ricavi complessivi, mentre altri hanno avuto riduzioni minime e quindi portano a casa un aumento dei ricavi complessivi rispetto alla vendemmia 2022. In tale quadro va evidenziato che la Borsa Merci della Camera di commercio dell’Umbria ha il pregio di indicare il prezzo delle merci pagato realmente al produttore, franco consegna ai centri di raccolta. Molte altre Borse considerano invece solo i prezzi praticati nelle contrattazioni tra grossisti.

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Al via il cammino di trekking Orvieto-Bolsena-Civita

Un percorso ad anello per 60 chilometri nel triangolo d’oro del turismo tra Umbria e Lazio

Poco meno di sessanta chilometri, da percorrere a piedi o in bicicletta, alla scoperta dello straordinario triangolo naturalistico e culturale formato da Orvieto, Bolsena e Civita di Bagnoregio. E’ quello che propone il Cammino dell’intrepido Larth, il percorso escursionistico ad anello che è stato presentato oggi in occasione della sessantesima Fiera internazionale del turismo di Rimini. Il percorso prende il nome da Larth Cupures, detto “l’intrepido”, guerriero etrusco il cui cippo funerario è custodito nel museo Claudio Faina di Orvieto. Un omaggio all’identità storica di questo incredibile territorio a cavallo tra Umbria e Lazio, straordinariamente ricco di opere d’arte, patrimonio naturalistico e valore spirituale dal momento che la prima tappa, quella da Orvieto e Bolsena, ricalca il tracciato originario che, secondo la tradizione religiosa, venne compiuto per portare nella città del duomo il sacro lino del miracolo eucaristico di Bolsena nel 1263.

Il progetto del Cammino è nato come iniziativa privata da parte delle guide escursionistiche Luca Sbarra ed Emanuele Rossi e di Claudio Lattanzi, titolare della casa editrice Intermedia Edizioni. Già disponibile la guida ed il sito internet.

“Abbiamo avviato questa iniziativa-spiegano i promotori-mossi dal grande amore per la nostra terra, ma anche con l’ambizione di mettere a disposizione della comunità una nuova opportunità per promuovere finalmente in una logica collaborativa questi luoghi eccezionali che sono da decenni al centro di consistenti flussi turistici anche internazionali. Uno degli obiettivi che ci si propone è quello di offrire una nuova offerta turistica che possa contribuire anche ad incrementare i tempi di permanenza dei turisti. Il carattere privato del progetto-aggiungono-si limita esclusivamente al lavoro preliminare compiuto per farlo decollare in tempi rapidi dal momento che il cammino è ovviamente gratuito e può essere percorso da tutti liberamente. Un sincero ringraziamento-aggiungono- ci sentiamo di rivolgerlo ai tre sindaci di Orvieto Roberta Tardani, di Bagnoregio Luca Profili, di Bolsena Paolo Dottarelli con l’assessore Roberto Basili e il vice sindaco Andrea Di Sorte per l’entusiasmo e la collaborazione con la quale hanno accolto questa idea”. Una collaborazione, quella con gli enti locali, che adesso proseguirà sul fronte della promozione e della manutenzione.

Promotore dell’iniziativa è anche la guida turistica e storica dell’arte Cristina De Angelis la quale, su richiesta, fornirà un servizio di guida nella città di Orvieto. “Si tratta di una professionista che qualifica il progetto-spiegano gli ideatori dello stesso-a cui si aggiungeranno ben presto altre figure, compresi in prima battuta gli operatori economici delle tre zone nel settore della ricettività, della ristorazione e del commercio con i quali potranno anche essere stipulati accordi particolari”.

Partner dell’iniziativa è la fondazione Faina con il suo presidente Daniele Di Loreto. La sede del museo costituirà infatti il punto di partenza e di arrivo del Cammino di Larth. Il museo è anche uno dei luoghi in cui viaggiatori potranno ottenere la credenziale e l’attestato del cammino.

“Il settore del turismo outdoor rappresenta una ulteriore opportunità per il nostro territorio che va promossa e valorizzata. Lo scorso anno abbiamo realizzato una mappa escursionistica “Il territorio degli etruschi” con cinque percorsi esperienziali nella natura da percorrere in bici, a piedi e a cavallo, ora questa nuova iniziativa per intercettare le tendenze dei cammini che stanno raccogliendo sempre più consensi-dice il sindaco di Orvieto Roberta Tardani-in questo senso è fondamentale l’apporto dei privati nella realizzazione di prodotti e servizi turistici che valorizzino le bellezze naturali del nostro territorio e contribuiscano all’obiettivo di aumentare la permanenza media dei turisti/visitatori.

In bocca al lupo al Cammino dell’Intrepido Larth, una delle esperienze che potremmo sicuramente presto inserire nella app Orvieto Experience, che abbiamo presentato proprio ieri qui a Rimini, nella nuova sezione Outdoor che abbiamo già intenzione di attivare”.

“Accogliamo con grande interesse la nascita di un nuovo cammino che unisce Orvieto, Bolsena e Bagnoregio. ‘Il Cammino dell’Intrepido Larth’, questo il nome scelto dagli ideatori, a cui auguriamo le migliori fortune-è il commento del sindaco di Bagnoregio Luca Profili-abbiamo bisogno di iniziative come questa perché il turismo dei cammini è in crescita e rappresenta una forma di offerta del territorio che si sposa perfettamente con il discorso della sostenibilità. I camminatori sono turisti che rimangono sul territorio per diversi giorni e questo ci aiuta a spingere sul tasto della permanenza.

Il Cammino di Larth, presentato anche al TTG di Rimini, è importante perché spinge al dialogo tre comuni che rappresentano il centro dello sviluppo turistico di una parte di Tuscia. Per quanto ci riguarda ci siamo messi subito a disposizione e continueremo a farlo” conclude Profili.

IL PERCORSO

 

Si cammina a quote basse (tra gli 200 e i 400 m s.l.m) a cavallo di Umbria e Lazio ripercorrendo antiche strade Romane e seguendo tratti della Via Francigena e della Via Romea Germanica.

Si percorrono sentieri che corrono in alcuni Siti natura di importanza comunitaria (Sic), come il lago di Bolsena, il parco di Turona e i calanchi di Civita di Bagnoregio.

Il Cammino dell’intrepido Larth, è percorribile in tutte le stagioni dell’anno ed è adatto anche ai principianti, infatti le tappe sono alla portata di chiunque abbia una minima preparazione fisica e abitudine al cammino. La partecipazione è libera e ciascun camminatore organizza il cammino come meglio crede, comprese le ospitalità.

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Welcare raggiunge un nuovo traguardo di sostenibilità e ottiene la certificazione B Corp

Welcare raggiunge un nuovo traguardo di sostenibilità e ottiene la certificazione B Corp

elcare raggiunge un nuovo traguardo di sostenibilità e ottiene la certificazione B Corp™ insieme alle altre società del Gruppo Labomar. Per Welcare si tratta di un ulteriore qualificazione che va ad aggiungersi all’importante ruolo che la società si è da tempo ritagliata anche dal punto di vista occupazionale e nello sforzo costante sul fronte dell’innovazione e della ricerca. Con un punteggio di 93 punti, Welcare si conferma come una delle aziende all’avanguardia del territorio Umbro e del panorama italiano.
Fin dalla sua nascita Welcare ha posto attenzione a tutti gli aspetti di carattere ambientale, il concetto di sostenibilità indica il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell’uomo.

Per rendere il Pianeta più sostenibile occorre mettere in pratica una serie di strategie, come ad esempio il ricorso ad un tipo di produzione che abbia un impatto ambientale legato alle emissioni di CO2 sempre più basso, l’utilizzo di tecnologie green e di fonti di energia rinnovabili, oltre all’adozione di stili di vita individuali che prediligano il giusto utilizzo delle risorse a disposizione, minimizzino gli sprechi e prevedano il corretto smaltimento e riciclo dei prodotti consumati. Per Welcare sostenibilità ambientale significa responsabilità nell’utilizzo delle risorse, a qualsiasi livello.
“Nel 2011 – sottolinea Fulvia Lazzarotto, fondatrice ed amministratore delegato di Welcare – abbiamo fondato Welcare con una chiara visione racchiusa nel payoff aziendale ‘Protecting People, Caring for Nature‘. Questo è sempre stato più di semplici parole; è il riflesso dei nostri valori e principi fondamentali. Da sempre, in Welcare, l’impegno incondizionato verso le persone e l’ambiente è parte integrante del nostro DNA. Durante il nostro percorso, abbiamo costantemente cercato di mettere al centro le persone, il territorio che ci circonda e la comunità umbra. Siamo orgogliosi del nostro profondo legame con il territorio umbro e ci impegniamo attivamente a contribuire al benessere della nostra comunità locale. Oggi, siamo lieti che la certificazione B Corp confermi ufficialmente quanto questi valori siano parte integrante della nostra vita quotidiana”.

Ottenere la certificatzione B Corp significa far parte di un movimento globale di aziende che rispettano alti standard di impatto sociale e ambientale in favore di un modello socioeconomico inclusivo, equo e rigenerativo. Un traguardo che, ancora una volta, attesta il forte impegno di Welcare a favore del benessere di persone, clienti, comunità, ambiente ed è un primo importante risultato del percorso di miglioramento continuo.

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Welcare, eccellenza nella produzione di dispositivi medici in un ambiente produttivo a contaminazione controllata

I dispositivi medici sviluppati da Welcare vengono registrati presso il Ministero della Salute. Essendo prodotti dedicati alla salute e all’igiene della cute, soprattutto per persone non autosufficienti, sono soggetti a rigidi controlli che vanno oltre gli standard di altri prodotti presenti sul mercato.

Welcare è un’azienda italiana con sede a Orvieto, specializzata nella produzione di un ampio portafoglio di Dispositivi Medici destinati alla pulizia della cute e alla prevenzione delle infezioni. La normativa che regola e controlla la produzione di tali dispositivi, sia nell’ambito ospedaliero che home-care, è sempre più stringente, mirando a tutelare i consumatori e garantire la massima qualità dei prodotti. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Silvia Tortolini, responsabile Qualità aziendale e Mantenimento delle certificazioni di Welcare, e Martina Agostini, responsabile del controllo di conformità alle normative nell’azienda.

Ambiente a contaminazione controllata e rigide procedure

La produzione dei Dispositivi Medici di Welcare avviene all’interno delle cosiddette camere bianche, ambienti tecnici con un’atmosfera a contaminazione controllata al fine di garantire una qualità dell’aria di molto superiore rispetto all’esterno. Periodicamente, sia il personale aziendale che laboratori esterni monitorano attentamente i parametri ambientali di queste aree per assicurare i più alti standard di qualità.

Il personale che opera all’interno delle camere bianche segue rigorose procedure comportamentali, dalla vestizione degli operatori alla gestione delle materie prime che vengono introdotte al loro interno. Solo quando i prodotti sono confezionati nel loro packaging primario possono uscire dall’ambiente a contaminazione controllata per passare agli step successivi.

Il processo produttivo inizia con la preparazione di soluzioni liquide da parte del team di Ricerca e Sviluppo. Queste soluzioni vengono poi utilizzate per imbibire i panni e i guanti, che, una volta confezionati nel packaging primario, sono pronti per le fasi successive al di fuori delle camere bianche: dal confezionamento nel packaging secondario, alla sterilizzazione fino alla spedizione per la vendita.

Sterilizzazione e sanificazione termica per la sicurezza dei prodotti

I Dispositivi Medici Welcare, a seconda della destinazione d’uso, sono sottoposti a due tipologie di trattamenti. Per i Dispositivi Medici utilizzati su cute lesa, viene effettuata la sterilizzazione a vapore saturo attraverso un macchinario brevettato dall’azienda in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, mentre per quelli applicati su cute integra o fragile si adotta la sanificazione termica.

Norme, regolamenti e alti livelli di controllo

I Dispositivi Medici sviluppati da Welcare vengono registrati presso il Ministero della Salute. Essendo prodotti dedicati alla salute e all’igiene della cute, soprattutto per persone non autosufficienti, sono soggetti a rigidi controlli che vanno oltre gli standard di altri prodotti presenti sul mercato.

Da oltre vent’anni, Welcare è impegnata nella produzione di panni e guanti imbibiti, studiati per garantire un’igiene quotidiana ottimale e la prevenzione delle infezioni, sia in ambito ospedaliero che domiciliare. La dedizione di Welcare alla qualità dei prodotti, alla conformità alle normative e alla sicurezza dei consumatori continua a posizionarla come un’eccellenza nel settore, fornendo soluzioni affidabili per la salute della pelle e il benessere delle persone.

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Umbria jazz genera ricchezza per quasi sedici milioni di euro

Lo studio condotto dall’Agenzia Umbria ricerche dimostra che l’evento musicale genera nel territorio regionale 15,8 milioni di euro di produzione, 5,7 milioni di euro di valore aggiunto, 6,9 milioni di euro di prodotto interno lordo e 108 posti di lavoro

Umbria Jazz genera nel territorio regionale 15,8 milioni di euro di produzione, 5,7 milioni di euro di valore aggiunto, 6,9 milioni di euro di prodotto interno lordo e 108 unità di lavoro.
Numeri che emergono dalla ricerca “Grandi eventi, trasformazioni territoriali e sviluppo economico: il caso di Umbria Jazz” curata dall’Agenzia Umbria ricerche. Secondo la quale la strategia di investimento sui grandi eventi è quella che può essere vincente per una regione come l’Umbria, anche per le sue caratteristiche. Dopo una riflessione generale sui grandi eventi, lo studio entra nel caso specifico di Umbria Jazz e proprio in occasione dei suoi 50 anni, dimostrando, con l’adozione di un modello previsionale sulla ormai prossima edizione 2023 del festival, “come le considerevoli ricadute economiche e sociali giustificano l’intervento del finanziamento pubblico” ha commentato l’amministratore unico dell’Aur, Alessandro Campi.
Se si considerano anche gli effetti prodotti in tutta Italia, nel complesso Umbria Jazz – è emerso dallo studio – arriva a generare 25 milioni di euro di produzione, 9,8 milioni di euro di valore aggiunto, 11 milioni di euro di Pil, 173 unità di lavoro.

“Grazie ad Umbria Jazz – ha sottolineato la presidente della Regione Donatella Tesei – il brand Umbria ha cominciato ad essere riconoscibile all’estero a partire dagli anni ’70, lo dobbiamo alla felice intuizione di Carlo Pagnotta. L’opera, che come Giunta regionale stiamo portando avanti, è di legare i grandi eventi di cui la regione è ricca, così come le produzioni locali di eccellenza, anche quelle rappresentate dal settore industriale e manifatturiero, al logo ‘Umbria cuore verde d’Italia’, affinché tutte le realtà regionali diventino sempre più conosciute e riconoscibili a livello nazionale ed internazionale”.
“Lo studio condotto dall’Aur – ha detto l’assessore regionale al Turismo, Paola Agabiti – ha il grande merito di rendere conto e comunicare ai cittadini quali siano le somme investite in un evento come Umbria Jazz e di stimare, su basi scientifiche, quali siano gli effetti in termini di incremento del pil regionale e di ricaduta sul territorio”.

 

 

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Saranno sistemati i Fori di Baschi

Un investimento di 12,5 milioni di euro consentirà di eliminare il grave problema di viabilità lungo la strada Amerina tra Baschi ed Orvieto. Tempo previsto: due anni

Anas, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, ha consegnato presa esecutrice i lavori di miglioramento del tracciato della Strada Statale 205 “Amerina” nei pressi di Baschi Scalo, all’altezza del chilometro 47,5 circa, per un investimento complessivo di 12,5 milioni di euro.
Alla consegna dei lavori ha preso parte l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche. Presenti, inoltre, l’ingegner Lamberto Nicola Nibbi, responsabile della Struttura territoriale Anas Umbria; i sindaci di Orvieto, Roberta Tardani, e di Baschi, Damiano Bernardini; Patrizia Ceprini, della Ceprini Costruzioni che realizzerà l’opera.

“Abbiamo raggiunto un importante risultato e ne siamo molto soddisfatti – ha detto l’assessore Enrico Melasecche – Diamo oggi il via ai lavori ai ‘Fori di Baschi’ che, per la complessità dell’opera, hanno richiesto alla Regione in tre anni un grande impegno, in cui ho dovuto sbloccare pratiche, risolvere problemi infiniti e che si trascinavano da tempo, in un contesto reso ancora più complicato dalla pandemia”.
“Se si considera il fatto – ha rilevato – che alcuni abitanti del luogo conservano articoli di stampa in cui l’assessore regionale di allora, nel 2006, dichiarava che il progetto era pronto ed il cantiere sarebbe partito immediatamente… Dopo 17 anni finalmente siamo riusciti a realizzare un obiettivo in cui non credeva più nessuno. Ed è motivo di soddisfazione – ha aggiunto – anche il fatto che ad eseguire i lavori sarà un’impresa estremamente qualificata, di Orvieto: siamo fiduciosi che opererà bene e nel rispetto dei tempi di esecuzione previsti, circa due anni”.

“Allo stesso tempo ho sollecitato l’Anas a completare il ripristino del Ponte sul Lago di Corbara – ha comunicato l’assessore – per restituire la fluidità della circolazione sull’intero itinerario fra Orvieto e Todi, utilizzato non solo da cittadini e imprese, ma anche da un notevole numero di turisti, e dare così un’adeguata risposta alle esigenze di collegamento del territorio”. L’intervento sul tracciato della Statale 205 Amerina nei pressi di Baschi Scalo prevede, in particolare, il prolungamento di una galleria ferroviaria della linea lenta Firenze-Roma, la realizzazione di un’opera a sbalzo e di diverse opere di sostegno, consentendo l’allargamento della sede stradale e la rettifica di due doppie curve della Statale 205, al fine di modificare l’attuale configurazione del tracciato, determinato dalla particolare conformazione orografica, dalla presenza del fiume e della ferrovia.

I lavori consentiranno di aumentare il raggio di curvatura, la visibilità e soprattutto permetteranno il transito in contemporanea di più mezzi pesanti nelle due direzioni senza creare rallentamenti o interruzioni al traffico. L’impresa costruttrice è Ceprini Costruzioni S.r.l. con sede a Orvieto. La durata dei lavori è di 815 giorni.

“Un’opera strategica sia in termini di sicurezza stradale che di miglioramento della viabilità“, ha commentato il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani. “Si tratta di un intervento di cui si parla da almeno venti anni – ha aggiunto – più volte sollecitato dai cittadini per la pericolosità di quel tratto di strada e dalle associazioni delle imprese del nostro territorio che in quella doppia ‘strozzatura” della viabilità vedevano un ostacolo ai collegamenti con un pezzo importante dell’Umbria e con la E45. Dopo la pandemia, abbiamo ripreso con determinazione i contatti con tutti i soggetti coinvolti per riprendere le fila di un discorso che sembrava finito in una situazione di impasse e il risultato di oggi è il frutto della concretezza della Regione Umbria, dell’assessore Melasecche, di Anas e Ferrovie dello Stato che hanno trovato la soluzione progettuale migliore per risolvere un problema che si trascinava da tempo. Il Comune di Orvieto ha partecipato e seguito dall’inizio questo percorso che darà finalmente la risposta ad una esigenza da troppo tempo rimandata”.

“Un investimento importante – ha detto l’assessore ai Lavori Pubblici, Piergiorgio Pizzo – che va incontro alle esigenze della comunità e del tessuto imprenditoriale ed economico territoriale. Sarà un cantiere molto complesso perché interessa anche la linea ferroviaria – ha aggiunto – ma da Anas abbiamo avuto rassicurazioni che nella fase iniziale non ci saranno interruzioni della viabilità mentre nella fase successiva in cui si interverrà sulla sede stradale ci si attiverà per limitare al minimo i possibili disagi. Nel frattempo Anas sta anche definendo la progettazione per l’intervento sul ponte sul lago di Corbara, per i lavori di manutenzione stradale all’uscita del casello autostradale di Orvieto e del tratto della Statale 71 dalla rotatoria di Orvieto Scalo al Ponte dell’Adunata“.

 

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Banca Lazio Nord Credito Cooperativo, nuova filiale in via Angelo Costanzi ad Orvieto

Banca Lazio Nord Credito Cooperativo, nuova filiale in via Angelo Costanzi ad Orvieto

La Banca Lazio Nord Credito Cooperativo comunica la prossima apertura di una sua nuova filiale nel comune di Orvieto. La volontà di procedere all’apertura di uno sportello in un nuovo territorio, contiguo a quello in cui la Banca opera, è stata determinata da uno studio approfondito delle caratteristiche socioeconomiche della nuova area prescelta, fondata su una triplice analisi di considerazioni strategiche, economiche e finanziarie. L’apertura della nuova filiale di Orvieto è strategicamente orientata ad uno sviluppo verso un territorio in cui la Banca è già presente con le filiali di Castiglione in Teverina e Bagnoregio, territorio che la Banca ritiene più affine alla sua cultura aziendale e idoneo per il raggiungimento degli obiettivi programmati. In concomitanza con l’apertura della filiale di Orvieto, nell’ambito di un più ampio progetto di razionalizzazione territoriale intrapreso negli ultimi anni, cesserà di operare la filiale di Castiglione in Teverina. Grazie ai vantaggi competitivi detenuti, la Banca Lazio Nord Credito Cooperativo potrà sfruttare le caratteristiche finanziare locali per proseguire nella propria strategia di espansione territoriale a nord della regione Lazio e verso l’Umbria.

La presenza dell’istituto nella nuova area si fonderà sulle politiche che hanno reso forte l’azienda fino ad ora: profonda attenzione verso lo sviluppo del contesto sociale ed economico del comune in cui opera con le proprie filiali, partecipando, attivamente, a tutti i progetti che hanno finalità di crescita e di miglioramento del territorio.
Il lato umano, infatti, è uno dei motivi di successo della Banca: la consapevolezza che nella specificità di ciascun socio e cliente vi sono elementi individuali di ricchezza umana inestimabili, la costruzione di rapporti con le persone, basati su sensazioni di scambievole e gradita relazionalità, consentono una crescita continua ed estremamente robusta. Con la nuova filiale di Orvieto, pertanto, i clienti avranno a disposizione un nuovo e completo centro operativo della Banca, dove le richieste saranno valutate con grande attenzione e sollecitudine.

La Banca Lazio Nord è parte del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano che annovera 77 banche e 1500 sportelli in tutta Italia, oltre 11.000 collaboratori e circa 450.000 Soci Cooperatori, e presenta requisiti economici e patrimoniali di Gruppo di assoluta eccellenza. La nuova filiale di Orvieto sarà operativa da lunedì 3 luglio 2023. Il personale della nuova filiale ti aspetta ad Orvieto, in Via Angelo Costanzi 61. Riscoprirai il piacere di “andare in banca” e troverai chiare e semplici soluzioni per tutte le tue esigenze di risparmio, investimento e finanziamento.

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